La mano dell’uomo



Non era proprio necessario lasciare certi segni.

***

 

Versicoli quasi ecologici

Non uccidete il mare,
la libellula, il vento.
Non soffocate il lamento
(il canto!) del lamantino.
Il galagone, il pino:
anche di questo è fatto
l’uomo. E chi per profitto vile
fulmina un pesce, un fiume,
non fatelo cavaliere
del lavoro. L’amore finisce dove finisce l’erba
e l’acqua muore. Dove
sparendo la foresta
e l’aria verde, chi resta
sospira nel sempre più vasto
paese guasto: “Come
potrebbe tornare a essere bella,
scomparso l’uomo, la terra”.

Giorgio Caproni (Livorno, 1912/ Roma, 1990), da Res Amissa

°ascoltando Litfiba – Peste (dall’album Litfiba 3 – 1988) https://www.youtube.com/watch?v=xgR2-dBGDtw


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