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19 ottobre 2024

Mutevolezza e sbalzi d'umore?

 

 


(Tutto normale. Siamo incomprensibili a noi stessi, figuriamoci agli altri)

***

 

Avviso della mutua

 

Animuccia, più leggera dell'aria,

più pesante che pietra su una tomba -

con te è impossibile trattare,

impolitica come sei

e variabile come le previsioni del tempo!

 

Ogni volta vorresti avere un lifting.

Nessuno ti capisce,

o mimosa egoista,

meno che mai tu stessa.

Hai di che far pietà.

Ma sarebbe un errore.

 

Hans Magnus Enzensberger, da  Più leggeri dell'aria. Poesie morali, Einaudi, 2001, traduzione di Anna Maria Carpi

 

°ascoltando The Style Council - My Ever Changing Moods - https://www.youtube.com/watch?v=f9x-JlyfVRs&t=23s

22 luglio 2024

Ma infatti...

 



“Sì, l’avevo intuito”,

risponderei qualora mi trovassi in una situazione simile
(già piuttosto familiare, comunque).

***

La visita

Quando levai gli occhi dal foglio bianco
l’angelo si trovava nella stanza.

Era un angelo comunissimo,
probabilmente del più basso rango.

Non può neanche immaginare, disse,
quanto poco indispensabile sia Lei.
Una sola delle quindicimila sfumature
dell’azzurro, continuò,

importa al mondo più di tutto
quel che Lei faccia o non faccia,

per non parlare del feldspato e
della grande nube di Magellano.

Perfino la semplice e modesta piantaggine
d’acqua produrrebbe una lacuna, non Lei.

Lessi negli occhi chiari la speranza
di un’obiezione, di una lunga lotta.

Rimasi impassibile. Attesi
che se ne andasse, senza dir parola.

Hans Magnus Enzensberger (Kaufbeuren, Germania, 1929-2022), traduzione di Gio Batta Bucciol, in Dimmi un verso anima mia – Antologia della poesia universale, Crocetti Editore, 2023, p. 1017

°ascoltando Richard Dawson – Nothing Important https://www.youtube.com/watch?v=xSgFCUVocHo&list=PLEoqDTd25_P3gJDtmvjcuoM9SuKJu813u&index=2

 

10 dicembre 2023

Non guardarmi in quel modo!

 


Siamo fatti di acqua e manchevolezze. Tutti (perciò non guardarmi con quel cipiglio).

***

 

In cosa sono manchevole

 

No, con l’uovo della prima colazione
me non mi si può proprio confrontare.
È perfetto.
A volte mi dispiace
di essere più oscillante
del palo dell’alta tensione.
Pensando a come sono vendicativo
mi commuove l’indifeso muschio.
Il pensiero dei rinoceronti,
lineare com’è,
non posso che ammirarlo.
Guarda, di più del mio cervello
dura il mio cacciavite.
La formica
mi fa soggezione
per come saggia e saggia
una fessura nel muro,
infatti io sono pigro.
Come sarebbe bello
essere tenero di cuore
come il fico, e altruista
come la lampadina elettrica.
Mi dispiace. Scusatemi, vi prego,
olio e aceto e pepe e sale,
se non sono indispensabile
come voi.

Hans Magnus Enzensberger, da Più leggeri dell’aria, Einaudi, 2001, traduzione di Anna Maria Carpi

°ascoltando  Rag’n’Bone Man – Human – https://www.youtube.com/watch?app=desktop&v=L3wKzyIN1yk&t=187s

 

29 marzo 2023

Impossibili da inventare

 

Se non ci fossero,
certe cose bisognerebbe assolutamente inventarle
(ma probabilmente non ci riusciremmo).
***

Il semplice che è difficile da inventare

Nulla contro il microprocessore,
ma senza l’acqua
come ce la caveremmo?
Che cos’è mai una sonda su Giove
al confronto del cervello di una mosca?
Come si affannano
questi topi di laboratorio intorno ai cloni!
Però scopare è ben meglio.
E il dente di leone –
come sa farlo: lieta,
inarrivabile eleganza!
Mai nella vita,
cari premi Nobel,
ammettetelo, su,
avreste inventato una cosa simile.

Hans Magnus Enzensberger, da Più leggeri dell’aria, Einaudi, traduzione di Anna Maria Carpi

°ascoltando Gorillaz- Simplicity – https://www.youtube.com/watch?v=8U78TGcK6Gw


21 dicembre 2022

Clouds Therapy

 



(Non serve neppure prendere appuntamento)

***

 

La storia delle nuvole, II

 

Contemplare le nuvole va raccomandato
a stressati, affannati, gelosi, depressi.
Al tramonto con quei loro lembi
rosso-oro superano Patinir e Tiepolo.
I più fugaci di tutti i capolavori, più
difficili da contare dei branchi di renne,
non vanno a finire in alcun museo.
Archeologia di nuvole – scienza d’angeli.
Sì, senza le nuvole tutto quel che vive
morirebbe. Sono degli inventori: nessun
fuoco senza di loro, nessuna luce elettrica.
Sì, è raccomandabile, se presi da stanchezza,
rabbia e disperazione, volgere gli occhi
verso il cielo.

Hans Magnus Enzensberger, da “Poesia” n. 227, Maggio 2008, La storia delle nuvole: 99 meditazioni, traduzione di Gio Batta Bucciol,Crocetti Editore, 2008

°ascoltando The Cult – In The Cloudshttps://www.youtube.com/watch?v=Mi_TaQwjTEg


6 luglio 2021

Giochi di poesia

 

Hai mai “giocato” con la poesia?

 
Come dici? Non si gioca con la poesia?!
E dove sta scritto? L’importante è non barare, come in ogni gioco.

***

Opzioni per un poeta

Con parole diverse
dire la stessa cosa
sempre la stessa.
Sempre con le stesse parole
dire una cosa del tutto diversa
o la stessa in modo diverso.
Molte cose non dirle
o dire molto
con parole che non dicono niente.
Oppure tacere in modo eloquente.

***

Nel caso dato

Scegli tra gli errori
che ti son dati,
ma scegli bene.
Forse è sbagliato
fare la cosa giusta
nel momento sbagliato,
o giusto
fare la cosa sbagliata
nel momento giusto?
Un passo falso  non si corregge.
Il giusto errore,
una volta sfuggito,
non tornerà così presto.

Hans Magnus Enzensberger, da Più leggeri dell’aria, traduzione di Anna Maria Carpi, Einaudi, 2001

 

°ascoltando Syd Barrett – Clowns and Jugglers https://www.youtube.com/watch?v=uBjaB8HfoxQ&t=1s


28 agosto 2019

Sono un leone

 


… però ho fame, dammi le mie crocchette: sono pur sempre un gatto domestico!

     (Tutti abbiamo le nostre contraddizioni)

***

Frasi che si annullano da sole

Io non dico nulla, dice uno,
e sgambettando sulla sua sedia
continua: io non mi muovo.
Io taccio, esclama. Dormo.
Non m’impapero mai. È
un impegno. Per me è un gioco
obbiettare alle mie obbiezioni. Io sono,
proclama, il più modesto di tutti,
privo di vanità. Io, asserisce,
non parlo tedesco.
Di me stesso non parlerei mai
e poi mai. Ho torto
quando affermo che ho ragione,
quando affermo che ho torto,
ecc. Che io mi metta a balbettare
è escluso. Credibile
come sono e incosciente, credo
mi sia lecito dire di me: io
non mi contraddico. Io
non ci sono. Io m-m-manco.

Hans Magnus Enzensberger, da Chiosco, Einaudi, traduzione di Anna Maria Carpi

*ascoltando Green Day – Walking Contradiction https://www.youtube.com/watch?v=UymN5scMpZM

 

26 agosto 2019

Un punto di vista



Poesia del cuscino

Perché fino alla punta delle dita
sei presente, perché hai desideri,
per come pieghi i ginocchi
e mi mostri le chiome,
per il tuo tepore
e la tua oscurità;
per le tue frasi dipendenti,
i gomiti non prepotenti
e l’anima materiale
che nella fossetta
sopra la clavicola balugina;
perché sei andata
e venuta, e per tutto
ciò che di te non so
queste mie esili sillabe
son troppo poco – o troppo.

*

Kopfkissengedicht

Dafür, dass du bis in die Fingerspitzen
anwesend bist, dass es dich verlangt,
dafür, wie du die Knie biegst
und mir dein Haar zeigst,
für deine Temperatur
und deine Dunkelheit;
für deine Nebensätze,

das geringe Gewicht der Ellenbogen
und die materielle Seele,
die in der kleinen Mulde
über dem Schlüsselbein schimmert;
dafür, dass du gegangen
und gekommen bist, und für alles,
was ich nicht von dir weiss,
sind meine einsilbigen Silben
zuwenig, oder zuviel.

Hans Magnus Enzensberger, da Zukunftsmusik, Frankfurt am Main, Suhrkamp, p. 72 (fonte del testo https://journals.openedition.org/ceg/368?lang=en#bodyftn49).

*ascoltando Max Gazzè – Mentre Dormi https://www.youtube.com/watch?v=d8FVfC9HStc



27 dicembre 2017

Er-ro-ri

 


Due occhi, un naso, una bocca e sempre troppi errori.
Potendo scegliere vorrei essere un albero.

***

Dai vicini un bimbo suona Per Elisa.
Sempre da capo, sempre quell’errore.
Il dogma dell’infallibilità
è stato un passo falso. È un fatale capitombolo
del parassita quello di uccidere l’ospite.
Detto altrimenti globalizzazione.

Pudico si occulta l’errore decisivo
in una duna di sbagli di poco conto
e ci sprofonda. Mai finora sono mancate
voci che avvertivano:
il mondo è l’Incorreggibile.

Patetici sforzi per riparare, rammendare,
otturare, riformare, migliorare
con inchiostro rosso e pentimenti
portano a nuovi errori ancor piú grossi.

Certo, difetti congeniti e aborti
sono due paia di maniche.
Però anche l’esecuzione fallisce,
il colore, l’invito, l’avvio,
l’accensione e il passo.

Una via lattea di confusioni
che c’è da stupirsi. Considerando il complesso
ne risulta un miracolo.

Evitare errori a ogni costo
sarebbe un errore.
Si confessa, si ammette
che si è sbagliato il gesto,
la direzione di marcia e anche a scrivere.

Certe poesie per esempio
sarebbero perfette
se non le avesse preservate da questa sorte
un errorino da nulla.

È per svista che si è felici,
talvolta, per un momento,
per svista. Ma qualcosa non va.

Hans Magnus Enzensberger, da Piú leggeri dell’aria, Einaudi, Torino, 2001, traduzione di Anna Maria Carpi

*ascoltando James Blunt – Same Mistake - https://www.youtube.com/watch?v=b3c32wBYdU0

 

8 aprile 2017

“Programma di minima”

 

“Quel che si può tener stretto”… pochi fiori del giardino, per esempio.

E un sorriso incancellabile. Il poco che è già moltissimo.

***

Programma di minima

Distacco, rinuncia, ascesi –
questo sarebbe già volare troppo alto.

Impressionante come di tutto si può fare a meno.
Non prendere nota delle offerte speciali,

puro piacere! Non emergere da nessuna parte,
tralasciare il più –

Acquisto di conoscenza tramite gesti di rifiuto.
Solo chi non vede tante cose

può vedere qualcosa.
L’Io: una forma cava,

definita da ciò che tralascia.
Quel che si può tener stretto,

quel che ci tiene stretti
è il meno.

Hans Magnus Enzensberger, da ChioscoSentimenti confusi, traduzione di Anna Maria Carpi, Einaudi


*ascoltando Crosby Stills Nash and Young – Our House 


13 maggio 2016

"Dire no al colesterolo" (e possibilmente all’opportunismo e all’ipocrisia)

 

(Di colesterolo, almeno, c’è anche quello buono)

 

Esperti

Ci sono tempi
in cui perfino
gli opportunisti
biasimano l’opportunismo.

E devi credergli
perché più di tutti
sono al corrente
di quel che dicono.

Ma non fidarti di loro –
infatti biasimano
l’opportunismo
solo per opportunismo.

Erich Fried (1921- 1988)

 

***
Blues della classe media

Non possiamo lamentarci.
Abbiamo da fare.
Siamo sazi.
Mangiamo.

Cresce l’erba,
il prodotto sociale,
l’unghia delle dita,
il passato.

Le strade sono vuote.
Le chiusure sono perfette.
Le sirene tacciono.
Passa.

I morti hanno fatto il loro testamento.
La pioggia è cessata.
La guerra non è stata dichiarata.
Non è urgente.

Noi mangiamo l’erba.
Noi mangiamo il prodotto sociale.
Noi mangiamo le unghie.
Noi mangiamo il passato.

Non abbiamo nulla da nascondere.
Non abbiamo nulla da perdere.
Non abbiamo nulla da dire.
Abbiamo.

L’orologio è caricato.
La vita è regolata.
I piatti sono lavati.
L’ultimo autobus sta passando.

È vuoto.
Non possiamo lamentarci.

Cosa aspettiamo ancora?

Hans Magnus Enzensberger, da Chiosco, traduzione di Anna Maria Carpi.

° Ascoltando Daniele Silvestri – Quali alibi


12 maggio 2016

Del prima, del dopo, di oggi, di domani…

 


Forse conviene davvero vivere il “qui e ora”… e poi ancora il qui e ora, e ora… ora… ora…

***

C’era qualcosa di buono

C’era qualcosa di buono
prima,
altrove.
Peccato
che sia così difficile
ricordarsi
di qualcosa di buono.
Sapere
com’era davvero.
Come davvero era.

Era, credo,
qualcosa di affatto abituale,
di meraviglioso.
Io l’ho,
credo, visto
e odorato
o afferrato.

Ma se fosse grande
o piccolo
nuovo o vecchio,
chiaro o scuro,
non lo so più.

Soltanto che era meglio,
molto meglio
di ciò che c’è adesso,
questo lo so tuttora.

Hans Magnus Enzensberger, da Chiosco, Einaudi, 2013.

 

 

Aspettativa

Di ieri in ieri
di domani in domani
i secondi curvano lungo
la circonferenza dell’attesa
circuendo più volte il nulla.
Il mio capo non trova posizione
in nessuna geografia
e si volge alterno
al passato e al futuro facendo capolino;
il suo cruccio è non sapere
da quale parte, semmai, verrai.

Valentino Zeichen, da Poesie 1963-2003, Mondadori.

 

 

Le tre parole più strane

Quando pronuncio la parola Futuro
la prima sillaba va già nel passato.

Quando pronuncio la parola Silenzio,
lo distruggo.

Quando pronuncio la parola Niente,
creo qualcosa che non entra in alcun nulla.

Wislawa Szymborska, da Attimo, in La gioia di scrivere – Tutte le poesie (1945-2009), traduzione di Pietro Marchesani, Adelphi.

 

°ascoltandoVasco Rossi – Vivere.

 

12 dicembre 2015

Consiglio un libro

 


Alfonso Berardinelli, Hans Magnus Enzensberger, Che noia la poesia Pronto soccorso per lettori stressati, Einaudi, Torino, 2006

Questa volta non voglio consigliare un libro di poesie, ma un libro sulla poesia in generale, un saggio dal titolo accattivante:  Che noia la poesia. “E infatti…!” penseranno in molti (anch’ io lo pensavo a dire il vero, fino a qualche anno fa, prima di riscoprire la poesia e di esserne conquistata). Il sottotitolo però è questo: Pronto soccorso per lettori stressati.
Quindi  ci viene lanciato un salvagente: un modo per cominciare a guardare la poesia da un punto di vista differente.

Gli autori, Alfonso Berardinelli  (uno dei saggisti italiani più originali e polemici) e Hans Magnus Enzensberger (poeta e saggista  tedesco contemporaneo), cercano di rispondere a questa domanda: perché tanta gente  non sopporta la poesia?
La prima cosa da fare, ci dicono i due autori, è cercare di ricominciare da capo: dimenticare quello che abbiamo imparato  a scuola e rileggere la poesia cercando di sentirne il ritmo, la musica dei versi e delle parole, anche quelle più comuni.
Ci mostrano  come funziona una poesia  attraverso la lettura decisamente inusuale di moltissimi testi poetici; ci fanno scoprire che la poesia  è capace di fare, con le parole, delle acrobazie incredibili, che può dire moltissimo in due versi o, anche, quasi nulla in molte strofe; che la poesia può far sognare, riflettere, ridere, può raccontare, scherzare, dialogare.

Che noia la poesia è un libro di tecnica poetica accessibile a tutti: vengono spiegati con semplicità e anche ironia i vari giochi verbali e i metodi di composizione, vengono riportati esempi di poesia eccellente e di poesia pessima e ridicola; si parla, in modo  divertente ma preciso, di rime, versi liberi, strofe e di tutto quello che riguarda questo genere letterario ormai troppo poco considerato.

Alla fine, ciò che ci viene detto è  (riporto dalla quarta di copertina): “… che la porta della poesia è sempre aperta: basta entrare”.


4 dicembre 2015

Poetico o non poetico?


Lawrence Ferlinghetti in Cos’è la poesia – Sfide per giovani poeti 

 

Di cosa dovrebbero parlare le poesie? Esistono argomenti poetici e argomenti non poetici? Basta riempire una dozzina di righe con fiori primaverili, malinconie struggenti e lune piene per fare una poesia? Mentre spazzatura e  ‘cose sgradevoli’ non possono portare un testo a essere definito poetico? Leggendo  questo testo di William Carlos Williams (proposto da Donatella Bisutti in La poesia salva la vita, Mondadori, 1992, p. 7) si può tranquillamente dire che  non è così: anche ‘cose brutte, sporche e cattive’ possono essere i tasselli di una poesia:

Tra Muri

dell’ospedale l’ala

posteriore

dove nulla

crescerà

giacciono scorie

tra cui splendono i rotti

cocci d’una verde

bottiglia

Tutto (il bello, il brutto, l’allegro, il triste, l’utile, l’inutile ecc.) in realtà può diventare argomento di una poesia: l’importante è come una cosa viene dapprima vista e poi raccontata dal poeta. Se il poeta sarà capace di guardare e dipingere in modo diverso, particolare e meravigliato quell’oggetto del suo scrivere, allora anche il lettore potrà percepire quella meraviglia o quel pensiero differente…  e poesia poterebbe essere.
Di Pablo Neruda esiste per esempio un’ Ode ai calzini  (riportata da Alfonso Berardinelli e Hans Magnus Enzensberger in Che noia la poesia. Pronto soccorso per lettori stressati, Einaudi, 2006, p. 80)

[…] due calzini morbidi come lepri.

C’infilai dentro i piedi

come in due guaine

tessute con il filo del

crepuscolo e vello di pecora[…]

L’oggetto di una poesia  può essere ogni cosa purché vista  in modo nuovo:  «La poesia  è come un paio di occhiali da infilare con attenzione per vedere, della realtà, quello che di solito non vediamo. A questo riguardo siamo tutti un po’ miopi» afferma sempre Donatella Bisutti in La poesia salva la vita.
Quindi, come commenta anche lo stesso Berardinelli: «Nessuno può fare prescrizioni alla lirica; è forse la forma di espressione umana più libera che esista».

Perché il poeta…

è maestro d’ontologia

che interroga costantemente la realtà

e la reinventa

Lawrence Ferlinghetti in Cos’è la poesia – Sfide per giovani poeti