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12 dicembre 2015

Consiglio un libro

 


Alfonso Berardinelli, Hans Magnus Enzensberger, Che noia la poesia Pronto soccorso per lettori stressati, Einaudi, Torino, 2006

Questa volta non voglio consigliare un libro di poesie, ma un libro sulla poesia in generale, un saggio dal titolo accattivante:  Che noia la poesia. “E infatti…!” penseranno in molti (anch’ io lo pensavo a dire il vero, fino a qualche anno fa, prima di riscoprire la poesia e di esserne conquistata). Il sottotitolo però è questo: Pronto soccorso per lettori stressati.
Quindi  ci viene lanciato un salvagente: un modo per cominciare a guardare la poesia da un punto di vista differente.

Gli autori, Alfonso Berardinelli  (uno dei saggisti italiani più originali e polemici) e Hans Magnus Enzensberger (poeta e saggista  tedesco contemporaneo), cercano di rispondere a questa domanda: perché tanta gente  non sopporta la poesia?
La prima cosa da fare, ci dicono i due autori, è cercare di ricominciare da capo: dimenticare quello che abbiamo imparato  a scuola e rileggere la poesia cercando di sentirne il ritmo, la musica dei versi e delle parole, anche quelle più comuni.
Ci mostrano  come funziona una poesia  attraverso la lettura decisamente inusuale di moltissimi testi poetici; ci fanno scoprire che la poesia  è capace di fare, con le parole, delle acrobazie incredibili, che può dire moltissimo in due versi o, anche, quasi nulla in molte strofe; che la poesia può far sognare, riflettere, ridere, può raccontare, scherzare, dialogare.

Che noia la poesia è un libro di tecnica poetica accessibile a tutti: vengono spiegati con semplicità e anche ironia i vari giochi verbali e i metodi di composizione, vengono riportati esempi di poesia eccellente e di poesia pessima e ridicola; si parla, in modo  divertente ma preciso, di rime, versi liberi, strofe e di tutto quello che riguarda questo genere letterario ormai troppo poco considerato.

Alla fine, ciò che ci viene detto è  (riporto dalla quarta di copertina): “… che la porta della poesia è sempre aperta: basta entrare”.


Ipotesi di percorso

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