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27 settembre 2024

Parole sulla pelle

 



Parole come carezze.
E in questo caso sono parole d’amore.

***

II

Tua la mia bocca, amore, sul tuo sapore
la mia vergogna di vivere adesso
che ti tocco che ti sfioro e ti corro
come un gatto nella notte rade i muri;
io ti corro come un gatto rade i muri
sebbene sappia che nei calcoli d’amore
due meno uno dia meno di zero
e uno piú uno dovrebbe dare uno
benché resti, adesso che vai
il mio cercarti sulla tua pelle,
sulla mia lo stillare dei tuoi capelli
 
è dentro la tua la mia paura
di smemorarmi di me.

 

Tô la mê bocje amôr sul to savôr
la mê vergogne di vivi cumò
ch’o ti tocji ch’o ti sflori e o ti cor
come inte gnot un gjat adôr dai mûrs;
jo o ti cor come un gjat adôr dai mûrs
siben ch’o sai che intai conts di amôr
doi mancul un mancul di zeri al fâs
e un plui un un al varès di fâ,
siben che e reste cumò che tu vâs
la mê cerce di te su la tô piel
su la mê il risinâ dai tiei cjavei

e je dentri te tô la mê pôre
di smenteâmi di me.

Pierluigi Cappello, da Amôrs, in Azzurro elementare, 2013, Bur.

 *

Poesia verticale, 51

Un giorno troverò una parola
che penetri il tuo corpo e ti fecondi,
che si posi sul tuo seno
come una mano aperta e chiusa al tempo stesso.
Incontrerò una parola
che trattenga il tuo corpo e lo faccia girare,
che contenga il tuo corpo
e apra i tuoi occhi come un dio senza nubi
e usi la tua saliva
e ti pieghi le gambe.
Tu forse non la sentirai
o forse non la capirai.
Non è necessario.
Vagherà dentro di te come una ruota
fino a percorrerti da un estremo all’altro,
donna mia e non mia
e non si fermerà neanche quando tu morirai.

 

Roberto Juarroz, da Poesía Vertical, 1958

 

°ascoltando  Paul McCartney – Maybe I’m Amazed -  https://www.youtube.com/watch?v=slF3EBxZE6A

 

11 agosto 2024

Nulla di complicato (vorrei)

 


Che un verde restasse un verde e un blu restasse un blu, e non apparissero al secondo sguardo due colori diversi. Che un sorriso rimanesse tale per almeno due minuti, che una parola avesse lo stesso significato per me, per te, per loro. Che uno più uno facesse due, sempre: sì mi piacerebbe molto, sarebbe d’aiuto. Che un fosse un e non un no travestito (né un forse o un ma),  e che un no fosse un no e non un travestito (né un forse o un ma). Che un abito fosse solo un abito e non una bandiera, che non esistesse il carnevale (non tutto l’anno, almeno), e che finalmente la smettessero di chiederci il nostro grado di problem solving, perché quello un nome già ce l’aveva ed è sempre stato affrontare la vita.

***

Elementare

E c’è che vorrei il cielo elementare
azzurro come i mari degli atlanti
la tersità di un indice che dica
questa è la terra, il blu che vedi è mare.

Pierluigi  Cappello, da Arie, in Azzurro elementare, Bur, 2013

 

 

°ascoltando Alan Parsons Project – Blue Blue Sky - https://www.youtube.com/watch?v=24LoCn84W30

 

24 luglio 2024

Il prato sorride

 


(… e non permettere a nessuno di convincerti del contrario)

***

 

Attieniti alla misura dell’erba
di questo prato che è largo
quanto si stende di verde
è qui che sei approdato, adesso;
ti sei svegliato
hai inforcato gli occhiali
hai calzato le scarpe
hai camminato, perfino:
per questo è plausibile
che ogni soffio di brezza
sia un bacio di Armida
che il prato sorrida
com’è scritto nei libri
 
Pierluigi Cappello, da Assetto di volo. Poesie 1992-2005,
Crocetti Editore, 2007

°ascoltando Low – Lullaby – https://www.youtube.com/watch?v=XaSVkb_XLt4


31 dicembre 2023

Buon domani


 


Un paio di jeans (ma li ho usati davvero tanto)
la lavastoviglie
la puntina del giradischi
l’auto  (tre volte)
l’aspirapolvere
un paio di anfibi (ma li uso ancora, quando non piove)
la stampante
la caldaia
una borsa  (ma aveva la sua bella età)
la schiena, il gomito, la spalla (come sopra)

Queste sono alcune delle cose (solo quelle che mi vengono in mente in questo momento) che durante quest’anno si sono rotte o guastate o hanno richiesto riparazioni. Ma tante altre si sono salvate. Così è stato anche per le “cose interiori”, i progetti, le speranze: qualcosa si è rotto, qualcosa si è salvato. Immagino sia lo stesso per tutti…  perciò che il prossimo anno ci sia gentile,  in bocca al lupo!

***

Risveglio

Ci si risveglia un giorno e le cose sembrano le stesse
mentre invece dietro a noi si è aperto un vuoto
dopo che tutto è stato fatto per trattenere la vita
in mezzo ad un panorama di pietre sparse e tegole rotte.
Allora uno mette il dentifricio sullo spazzolino
mescola lo zucchero al caffè
con l’attenzione che aveva da scolaro
quando ritagliava dalla carta
file di bambini che si tengono per mano,
piccoli pesci che baciano l’aria.

Pierluigi Cappello, da Mandate a dire all’imperatore, Crocetti Editore, 2010

 
°ascoltando PFM – Celebration https://www.youtube.com/watch?v=rjoKEmcm06k

 

 

4 settembre 2023

Parole-nuvole


 

Le parole-nuvole di questa poesia sono così leggere, così riposanti e musicali che ti senti dondolare in aria e potresti addormentarti, lì, tra quelle nuvole…

 

(Non sono solo nuvole le nuvole
che nuvola più nuvola più nuvola
fanno disfanno nel cielo figure
di maghi di draghi o serpi o sirene
ma sillaba più sillaba con cura
staccano voci musiche serene
queste che fra parentesi ho posate
sulla prora di nuvole d’estate)

Pierluigi Cappello, da Azzurro elementare, Rizzoli, 2014

°ascoltando Max Richter – Written on the Sky https://www.youtube.com/watch?v=h2L3yoRgI3E

 
 

 


2 novembre 2022

Dappertutto (novembre)

 


Hai cercato dappertutto,
ma siamo già a novembre e ancora non hai trovato quello che cercavi?
Leggi qui:

Sole di novembre
 
Luce bianca sui vetri.
Con il tempo buono l’inverno che arriva è una manciata di bambini
fioriti nel parco, l’azzurro tocca il cielo senza nuvole
ogni solitudine si concede al tempo, ogni solitudine sprofonda
e si distoglie. Luce bianca, pietra e metallo nell’aria,
con il ritmo di uno scalpellino, un qualche uccello che non conosco
lascia il suo verso farsi novembre,
di punta in punta crescere e scomparire
e dappertutto non è il posto in cui cercare
nel silenzio acceso delle ossa, nella testa.
Dappertutto non è il posto in cui cercare.

Pierluigi Cappello (Gemona, 1967 – Cassacco, 2017), da Un prato in pendio, Rizzoli, 2018

°ascoltando  Vinicio Capossela – Pioggia di novembre https://www.youtube.com/watch?v=VQE47heXQKw


25 settembre 2022

Un po’ d’amore

 


Immagine tratta dall’albo illustrato “Innamorati”, di Helene Delforge e Quentin Greban, traduzione di Gioia Sartori, Terre di Mezzo Editore, 2020

Ogni tanto un po’ d’amore addolcisce l’aria.

***

Una cena

Ridere a cena, la televisione accesa
il notiziario che corre inascoltato,
la domenica mandano spezzoni di partite
striscioni, primi piani di tifosi e grida,
un lampo tartareo nelle gole;
molto, credo, mi sia questo poco
e qualcosa pure mi tocca mentre mi dici
basta dài spegni andiamo di là
sono senza aggettivi e felice, amore,
triste come un desiderio assolto.

Pierluigi Cappello, da Assetto di volo, Crocetti Editore, 2006

° ascoltando Matia Bazar – Solo tuhttps://www.youtube.com/watch?v=uZsIx-j5gP0



14 giugno 2022

Avanzare per strappi

 



Stacca (o strappa) il prima dal dopo, la causa dall’effetto, il vero dal falso, la pagina dal libro (…)

***

 

Verso le dieci, in ozio

Stacca dal colore della rosa
la prima volta che te ne portarono un mazzo
dal battere sui vetri della pioggia
il giorno in cui una finestra venne sfondata;

i sorsi bevuti
dal sapore di caffè;

strappa via dal colophon del libro appena richiuso
i mattini in cui studiavi, avevi cento anni,
andavi a scuola;

non sovrapporre l’ora di adesso
all’ora di buio e all’ora di consolazione,
il giorno senza connotati
al giorno senza connotati;

strappa dividi strappa ancora,
separa questo da quello,
la prima dall’ultima volta

e il suono dello strappo lasciato
chiamalo col mio nome.

Pierluigi Cappello, da Un prato in pendio. Tutte le poesie 1992-2017, Rizzoli, 2018

°ascoltando Yes – Mood for a Day https://www.youtube.com/watch?v=1HqlC8XMeoI&t=7s

 

1 gennaio 2022

Il primo raggio di sole

 

 Stiamo così. Aspettando i raggi del sole per diventare arcobaleni.

 

Un raggio – il primo – di sole,
meno che una carezza,
soffio d’oro o capello
nella mezzanotte del cuore;

un raggio gustato sull’orlo
di vetro del bicchiere
col tenero delle mie labbra
nel nero del caffè;

un raggio che sia il primo segno
se non ancora luce
o la buonora dei vivi

nell’apertura d’oro
della primavera; un raggio – questo primo –
che sta per colorare me.

 ***

                                                                                                                   «E jo cjanti, cjanti, cjanti
e no sai bielsôl parcè.
E jo cjanti solamentri
che par consolâmi me».

Un rai – il prin – di soreli
mancul che une cjarece
sofli d’aur o cjaveli
te miezegnot dal cûr;

un rai cerçât sul ôr
di veri da la tace
cul tenar dai miei lavris
tal neri dal cafè;

un rai ch’al sedi screi
se no ancjemò lusôr
o buinore dai vîfs

tal screi di vierte d’aur;
un rai – chest prin – ch’al è
par colorâmi me.

Pierluigi Cappello (Gemona del Friuli, 1967-2017), da Il me donzel, in Azzurro elementare, BUR, 2016


8 settembre 2021

La luce di settembre

 



Vorrei poter imbottigliare la luce di settembre.

Per liberarla nei giorni un po’ apatici.

***

 

Lungo la cicalabile

Stacca ombre decise settembre che preme sulle case,
sono diagonali scure, tegole di luce, finestre illuminate
e poligoni di buio. Le facciate esposte al sole
sono tanto crude, croccanti come la polpa delle mele.
E se vai verso occidente, lungo la ciclabile, gli occhi semichiusi,
l’invadente luminosità ti investe. Sei un nuovo nato,
sulla strada di ogni giorno, e cieco, per troppa luce.
E vai, con il tuo odore di sempre, tabacco, pelle
e cotone caldo e quando torni porti in casa
la musica delle foglie con il vento e le guance fresche
e scrivi, di questa nascita, e delle altre che verranno.
Ed è tutto.
Davvero tutto.
 
Pierluigi Cappello (Gemona del Friuli, 1967- 2017), da Stato di quiete,  BUR, 2016

ascoltando Alberto Fortis – Settembrehttps://www.youtube.com/watch?v=F8MQNXMWUa4



5 agosto 2021

Alla finestra

 


Peter Wyeth (1917-2009), Wind from the sea, 1947

Apriamo la finestra e ascoltiamo il vento: “… … … … …”

***

 

Entrano i rumori e l’abbaiare di un cane
dalla finestra aperta; con una brezza che passa
sulle tue braccia nude, sulla fronte.
Se chiudi gli occhi la senti sulle palpebre
e sembra la mano di chi ti vuole bene
a passare e tutto il male del mondo va via
con gli occhi chiusi mentre passa la mano.
E sei tu e il tuo respiro dentro alla brezza
e stai fermo e ti fidi come una pace
appena nata.
Cassacco, agosto 2017
 
Pierluigi Cappello (Gemona del Friuli, 1967-2017), da Un prato in pendio, Rizzoli, 2018

∞ ascoltando Glen Hansard – Song of Good Hope https://www.youtube.com/watch?v=uDGGAC10mtc


30 settembre 2020

Fine settembre. Di nuovo

 


Com’è andato questo tuo settembre?  Questo mese bellissimo e un po’ bugiardo (non sempre mantiene tutte le sue promesse). Ma il profumo delle mele nuove, quello sì: quello ritorna sempre.

***

 

Lascio la camera com’era quando era nei tuoi occhi,
incontrarti è il sapore che trattengo nel sorso di caffè.

Tra il piacere e quel che resta del piacere
il mio corpo sta come un posto dove si piange
perché  non c’è nessuno.

Un giorno settembre era limpido e ventoso
il silenzio ammutoliva, la terra tornava al cielo.

Pierluigi Cappello, da Mandate a dire all’imperatore, Crocetti Editore, 2010


11 settembre 2020

… “da un’altra parte il cielo”

 




Le parole

Annodammo la nostra infanzia ai capelli delle nuvole
e non fu la pioggia, fummo la pioggia;

la mano dell’uomo ci sradicò dall’aria
e lungo i canyon della nostra pelle
attecchì il pensiero;

le nuvole furono scrittura,
la nostra voce un nodo sciolto,
noi da una parte, da un’altra parte il cielo.

Pierluigi Cappello  (Gemona del Friuli, 1967 – 2017), da Un prato in pendio, Rizzoli, 2018

*ascoltando Mark Knopfler – In The Sky https://www.youtube.com/watch?time_continue=9&v=Ie3-IVOh7uo&feature=emb_title


25 giugno 2020

Il tango delle gocce e altre storie


Dalla raccolta di poesie per bambini (ma non solo) di Pierluigi Cappello…
ssshh… leggiamo sottovoce per non rovinare la magia…

***

La pioggia

Questa pioggia è da ascoltare,
è il concerto delle gocce:
fatto in battere o in levare
suona note dolci o chiocce.
Fruscian gocce sopra il prato,
tamburellano le foglie
ridon tutte sul selciato
piange il vetro che le accoglie.
Sembra quasi dire il cielo
sono triste e allora piango,
ma incompenso, in parallelo,
ogni goccia balla il tango,
molte scendon le grondaie
tristi alcune, alcune gaie.

°°°
La nuvola e il sole

Sta fermo e annoiato
e il cielo è il suo letto:
è il sole dorato
che gonfia il suo petto
davanti alla faccia
di quel grande re
gli piaccia o non gli piaccia
si chieda il perché
la nuvola passa
si ferma e lì sta
sta ferma lì bassa
e al sole non va;
poi riapre il suo uscio
ma senza parole:
la nuvola è un guscio
e dentro c’è il sole.

°°°
Le lucciole

Un puntino, più un puntino,
poi pian piano un altro ancora,
tutti accesi, nel giardino,
finchè il buio si colora:

luccioline, fiammicelle,
in crescendo, poi in calando,
si travestono di stelle
a mezz’aria, palpitando.

Sembra luce che sospiri
al profondo cielo vasto
come astronomo che ammiri
delle stelle il lento fasto.

E se poi le luccioline
se ne vanno ad una ad una
come luci chiacchierine,
figliolette della luna

resti tu come incantato,
resta il buio innamorato.

Pierluigi Cappello, da Ogni goccia balla il tango. Rime per Chiara e altri pulcini, Rizzoli, 2014

*ascoltando Leonard Cohen – Lullaby https://www.youtube.com/watch?v=18OUIM-4DMM


19 maggio 2019

Di sera


A che cosa pensi quando viene sera?

***

Sera

Le nove, la sera, e un poco il nero che ti sporca le mani
è tutta la terra passata di qui
a che ora le api vanno a dormire, pensi, ti chiedi,
premi il cavo del palmo sull’orlo del ginocchio
nel dirti senti come sono nuove le foglie
da quale maniera di essere solo sono volate
adesso guardi le cose come sono venute
come si sono fissate, quando nella tua persona
e appena pieghi la testa nel vuoto,
nella domanda a che ora le api vanno a dormire
quando sono passati il sapore di terra e le nuvole
davanti ai miei anni, insieme.

Pierluigi Cappello, da Assetto di volo. Poesie 1992-2005, Crocetti Editore 2006

*ascoltando Nick Drake – Day is Done https://www.youtube.com/watch?v=Y2jxjv0HkwM


14 aprile 2019

Piove

 

(Quanta luce dopo la pioggia: 

ogni goccia brilla a modo suo mentre ti parla del cielo)

***

Piove

Piove, e se piovesse per sempre
sarebbe questa tua carezza lunga
che si ferma sul petto, le tempie;
eccoci, luccicante sorella,
nel cerchio del tempo buono, nell’ora indovinata
stiamo noi, due sguardi versati in un corpo,
uno stare senza dimora
che ci fa intangibili, sottili come un sentiero di matita
da me a te né dopo né dove, amore, nello scorrere
quando mi dici guardami bene, guarda:
l’albero è capovolto, la radice è nell’aria.

Pierluigi Cappello, da Mandate a dire all’imperatore, Crocetti Editore, 2010

°ascoltando Eagles – Peaceful Easy Feeling https://www.youtube.com/watch?v=VLmmFq4vrLY

 

7 aprile 2019

L’attenzione


Quanta attenzione ci vuole per non cadere nel vuoto 

che a volte cresce dentro di noi?

***

Risveglio

Ci si risveglia un giorno e le cose sembrano le stesse
mentre invece dietro a noi si è aperto un vuoto
dopo che tutto è stato fatto per trattenere la vita
in mezzo ad un panorama di pietre sparse e tegole rotte.
Allora uno mette il dentifricio sullo spazzolino
mescola lo zucchero al caffè
con l’attenzione che aveva da scolaro
quando ritagliava dalla carta
file di bambini che si tengono per mano,
piccoli pesci che baciano l’aria.

Pierluigi Cappello, da Mandate a dire all’imperatore, Crocetti Editore, 2010

 

°ascoltando Pink Floyd – One Of These Dayshttps://www.youtube.com/watch?v=PfDLxzK99C0




21 febbraio 2019

“Resta la carta”

 

Cimitero dei Burci – Parco Naturale Regionale del Fiume Sile – Casier (TV)

 

La scrittura come mezzo per continuare a vivere e a viversi (giorno per giorno, nel presente), e perché rimanga qualcosa (domani): la nuda ossatura del proprio pensiero (o di una parte di esso). Mentre il resto, a poco a poco, sparisce.

(Questa poesia di Pierluigi Cappello di sicuro non sparisce ma resta, indimenticabile come gli altri suoi versi).

***

Resta la carta mentre mi dileguo
specchio di me ma che non è me stesso
rimedio oppure tedio quando intesso
trame di me scrivendomi e m’inseguo

Pierluigi Cappello (1967 Gemona del Friuli-2107), da Un prato in pendio, Rizzoli, 2018

 

*ascoltando Queen – Who Wants To Live Forever https://www.youtube.com/watch?v=_Jtpf8N5IDE

 

12 febbraio 2019

Una definizione dell’amore

 

Scrive Pierluigi Cappello: “L’amore è quando le mie dita / a toccarti diventano / la punta delle tue”. Che dire? Delicata, evocativa, dolcissima ma essenziale (e da qui al… 14 febbraio direi che può bastare per quanto riguarda l’amore: ci sono già tanta materia e sogni).

***

Mondami, che per voler fiorire
di fiore in fiore, fiorendo sono diventato
un ramo senza fiore, né mosso dal vento:
libera tu, Domine, la mia
libertà, mettimi dentro gli occhi
la luce tenera e aspra della tua pelle di vinco:
l’amore è quando le mie dita
a toccarti diventano
la punta delle tue.

*
Mondimi me, che par volê florî
di flôr in flôr florint soi deventât
ramaç no in flôr nì niçulât da l’aiar:
libare tu, Domine mê, la mê
libertât, metimi dentri tai vôi
la lûs tenare e garbe de to piel di vencjâr:
l’amôr al è cuant che i miei deits
a tocjâti a deventin
la ponte dai tiei.

Pierluigi Cappello, da Amôrs, in Azzurro elementare-Poesie 1992-2010, Bur Rizzoli, 2013

*ascoltando Jeff Buckley & Elizabeth Fraser – All Flowers In Time Bend Towards The Sun https://www.youtube.com/watch?v=JnPvnIKCJYA



15 gennaio 2019

Qualcosa di semplice

 

 

La pioggia che torna nuvola
è semplice come il silenzio. Un cerchio perfetto.

***

Assaggia dalle mie dita un po’ di quest’acqua
di questa che ha ancora sapore di nuvola
che tornerà nuvola
c’è come una desinenza concorde
un muto cospirare di cerchi
in questo alfabeto
e così anche tu tornerai
come passi adesso che passo
senza toccarti
è la medesima semplicità del sasso
pronta a risolversi in polvere
è la medesima semplicità del silenzio
il silenzio, soltanto, perfetto.

Pierluigi Cappello (Gemona del Friuli, 1967-  Cassacco, 2017), da  Azzurro elementare, 2013

°ascoltando Creedence Clearwater Revival – Have You Ever Seen The Rain? https://www.youtube.com/watch?v=Gu2pVPWGYMQ