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26 agosto 2024

Dove si trova la poesia?

 

La poesia è un po’ anarchica: non arriva mai a comando.

***

La poesia

I parchi in autunno
sotto la pioggia,
i bar aperti alle ultime ore della notte,
gli occhi profondi
di alcune donne,
gli alberghi, una stazione deserta
una domenica pomeriggio d’inverno
vista dal finestrino
del treno…

La poesia, anni fa, era solita frequentare
questi luoghi,
lo so
perché la incontravo molte volte.

Poi, un giorno, ha smesso di venire.

Un peccato.
Neanche s’immagina
ciò che potrei farle ora
con la mia esperienza.

***

La poesía

Los parques de otoño
bajo la lluvia,
los bares últimos de la madrugada,
los ojos abismáticos
de algunas mujeres,
los hoteles, una estación desierta
un domingo de invierno por la tarde
vista desde la ventanilla
del tren…

La poesía, hace años, solía frecuentar
esos lugares,
lo sé
porque yo me la encontraba muchas veces.

Luego, un día, dejó de aparecer.

Una pena.
Ni se imagina
lo que podría hacerle ahora
con mi experiencia.

Karmelo C. Iribarren, da Mientras me alejo, Visor, Madrid, 2017, traduzione di Benedetta Belfioretti (http://www.artemispoesia.com/)

*ascoltando Peter Green – Hidden Depth https://www.youtube.com/watch?v=ZdAIZOINh54


21 luglio 2023

Sinceri, ma con chi?

 




Se anche fossimo le persone più sincere al mondo (con gli altri),
lo saremmo anche con noi stessi?
Ti sei mai raccontat* una bugia?

***

 

Adesso abbiamo
quasi tutto
quello che ci avrebbe
reso felici.
Possiamo dire
di averlo
ottenuto.
È fatta.
Adesso ci resta
solo
da verificare
fino a che punto
siamo stati sinceri
con noi
stessi.


Karmelo C. Iribarren (San Sebastián, 1959), da Serie B, 1998

*ascoltando  Johnny Winter – You Lie Too Muchhttps://www.youtube.com/watch?v=lx4ZtZdq_c0




14 maggio 2023

Momenti (tristi)

 


Leggo che l’empatia (questa parola ormai un po’ inflazionata, tuttavia rara nei fatti) o comunque la vera vicinanza è anche, e soprattutto, restare in silenzio accanto all’altro, con-dividere un attimo. Un po’ come succede in questi momenti qui sotto:

 

Momenti

Che cosa fai?
Niente. Guardo
soltanto piovere
sulla piazza.
E si sedette
al suo fianco.
E si aggiunse,
in silenzio,
a quella celebrazione
della nostalgia,
a quel
rigoglio
di malinconia.

***

Momentos

¿Qué haces?
Nada. Sólo
miro llover
sobre la plaza.
Y se sentó
a su lado.
Y se sumó,
en silencio,
a aquella celebración
de la nostalgia,
a aquella exuberancia
de la melancolía.

Karmelo C. Iribarren (San Sebastián, 1959), da Seguros que esta historia te suena,  2012

°ascoltando Janis Joplin – Little Girl Blue
https://www.youtube.com/watch?v=rX8hOw31wCQ


10 gennaio 2020

Se l’anima non dorme

 

Ron Hicks (Ohio, 1965), immagine tratta da www.ronhicks.com

(Capita, a volte, di non dormire)

***

 

Perdona questo ladro

Talvolta
la mia anima si avvicina
al tuo sonno
e lì
– quando nessuno la vede –
solleva appena
le palpebre
e ti guarda.
Non sopporta che tu vada
troppo lontano,
neppure addormentata.

                ***

Perdona a este ladrón

A veces
mi alma se acerca
hasta tu sueño,
y allí
-cuando no le ve nadie-
separa un poco
las pestañas
y te mira.
No soporta que te vayas
demasiado lejos,
ni dormida. 

Karmelo C. Iribarren (San Sebastián, 1959), da La piel de la vida, 2013

°ascoltando Max Gazzè – Mentre dormi https://www.youtube.com/watch?v=HIm4mfBZl2Y


23 giugno 2019

Romantico

 



… ma non troppo.

***

Romanticismo

Dice che le donai una stella,
dice che accadde al porto,
una domenica sera,
quando cominciavamo a uscire insieme.
Io non ricordo niente, a dire il vero,
è passata mezza vita da allora. Però,
vallo a sapere! Tutto sommato, può
anche essere vero: vent’anni,
innamorato perso,
e senza un soldo in tasca…
Che cos’altro le potevo regalare?

°°°

El romanticismo

Dice que le regalé una estrella,
dice que fue en el puerto,
una noche de domingo,
cuando empezábamos a salir.
Yo no recuerdo nada, la verdad,
hace media vida de eso. Pero
vete tú a saber. Bien mirado, puede
que hasta sea cierto: veinte años,
tonto perdido de amor,
y sin un duro en el bolsillo…
Qué otra cosa les vas a regalar.

Karmelo C. Iribarren (San Sebastián, 1959), da Otra ciudad, otra vida

*ascoltando Joe Satriani – Memories https://www.youtube.com/watch?v=4YzdXFbywCI


13 febbraio 2019

Vale la pena

 




La ragazza della pensilina

Esce dalla pensilina e guarda
verso sinistra:
rientra e ricomincia il suo ticchettio nervoso.

Non ce la fa più, ne muore, ha bisogno
che arrivi l’autobus, la vita, tutto
ciò che questa le ha riservato.
E ne ha bisogno ora, adesso, questo sabato sera.
Domani è una chimera, una finzione,
un pianeta lontano anni luce.
Esce di nuovo, guarda e si consuma di desiderio.
È terribilmente sfortunata un secondo
e al successivo – arriva l’autobus finalmente – ride
e sembra che albeggi nel mondo.

La guardo e penso
che anche solo per questo,
per questa forza, per provare
ciò che proprio adesso lei sta provando,
vale la pena vivere.

                     *

La chica de la marquesina

Sale de la marquesina y mira
hacia la izquierda;
vuelve y reinicia su pequeño
“claqueteo” nervioso.

No aguanta más, se muere, necesita
que llegue el autobús; la vida, todo
lo que ésta le tenga reservado.
Y lo necesita ya, ahora, esta noche de sábado.
Mañana es una entelequia, una ficción,
un planeta a años luz.
Y vuelve a salir y mira y se consume de deseo.
Es terriblemente desgraciada un segundo
y al siguiente -llega el autobús al fin- se ríe
y parece que amanece en el mundo.

Y yo la miro y pienso
que, aunque solo fuera por eso,
por esa fuerza, por sentir
lo que ahora mismo está sintiendo ella,
merece la pena vivir.

Karmelo C. Iribarren,  da Ola de frío, Renacimiento, 2007

 

°ascoltando The Surfaris – Wipe Out https://www.youtube.com/watch?v=oHSM2P4PALY


10 febbraio 2019

Che cosa stai cercando?

 

Cercando qualcosa che, forse, non esiste.

***

In tutte le città dove sono stato
mi è sembrato di vederti:
un autobus che parte

e che non riesco a prendere,
o un ascensore che si chiude,
o voltando un angolo
al calar della notte,
o in fondo,
tra fumo e voci,
in un bar dell’alba…

In ogni luogo, sempre,
la tua immagine appare
e scompare.

 *

En todas las ciudades
que he pisado
me ha parecido verte:

un autobús que arranca
y que no cojo,
o un ascensor cerrándose,
o doblando una esquina hacia
la noche,
o al fondo,
entre humo y voces,
de un bar de madrugada…

En cualquier sitio, siempre,
tu imagen que aparece
y desaparece.

Karmelo C. Iribarren, da Serie B, 1998

°ascoltando Avishai Cohen –  Seven Seas https://www.youtube.com/watch?v=Iu01NR-FUIw


20 gennaio 2019

Chissà quante altre

 

Chissà quante altre occasioni per stupirsi di un momento bello. Forse quello che conta è proprio non sapere il quando e il dove: la possibilità appartiene a ogni giorno.

***

Vivere è questo

Siamo così vicini
l’uno all’altra
che mi vedo riflesso nei suoi occhi.
Ma dura poco.
Già è seduta sull’autobus.
Già si allontana.
La vita fa in modo che queste cose
siano opportunamente
poche.
Affinché noi ci alziamo
ogni mattina
a cercarne altre.

*

Vivir es eso

Estamos tan cerca
uno del otro
que me veo reflejado en sus pupilas.
Pero dura poco.
Ya está sentada en el autobús.
Ya se aleja.
La vida hace que estas cosas
sean escasas
a propósito.
Para que nos levantemos
cada mañana
a buscar más.

Karmelo C. Iribarren, (San Sebastián, 1959), da Las luces interiores, 2013, Editorial Renacimiento

°ascoltando Santana – Flor D’Luna (Moonflower)  https://www.youtube.com/watch?v=S5zbewcP_Jk


10 gennaio 2019

Attimi

 

Ron Hicks (Ohio, 1965), immagine tratta da www.ronhicks.com, (Beauty)
 

Attimi di vita in una poesia,  attimi di poesia nella vita.

***

Come nella vita

Tutto può accadere
in una poesia:

il quotidiano, certo,
ma anche lo sfolgorio,
e persino
entrambe le cose insieme

come adesso
che inizi a spogliarti.

 

***

 

Como en la vida

Todo puede suceder
en un poema:

lo cotidiano, sí,
pero también lo deslumbrante,
e incluso
ambas cosas
a la vez

como en este, ahora
que empiezas a desnudarte.

Karmelo C. Iribarren (San Sebastián, 1959), da Pequeños incidentes (Antología poética), Colección Visor de Poesía

 

°ascoltando Eric Clapton – Wonderful Tonight https://www.youtube.com/watch?v=vUSzL2leaFM

10 giugno 2018

Quello era amore


Particolare da Sidewalk Café, Boulevard Diderot, Parigi – Henri Cartier-Bresson, 1969.

 L’importante è accorgersene (in tempo).

***

Ti vedevo
arrivare,
attraversare la porta,
darmi un bacio sul viso,
guardarmi negli occhi
in quel modo unico
che hai solo tu di guardare
negli occhi: stracciando
il calendario.

                       Ti vedevo
fare quelle cose semplici
che fai
perché il mondo
rinsavisca.
E non
sapevo chi
ringraziare.

Karmelo C. Iribarren, da Serie B, 1998

*ascoltando  Aerosmith – I Don’t Wanna Miss a Thing - https://www.youtube.com/watch?v=Ss0kFNUP4P4


14 maggio 2018

Ci sarà un’altra domenica mattina

 



Riprova

Le mattine di domenica,
d’inverno,
alle prime ore:

le strade lavate da poco,
l’aria fresca,
limpida,
l’odore delle brioches dai caffè,
la follia
degli uccelli…

Come se la vita
ti dicesse:

guarda, sono qui,
riprova.

Karmelo C. Iribarren (San Sebastián 1959)

 

Io la vedo proprio come Iribarren…

beh, forse  con una punta di pessimismo in più:

Pulsa
 
Pulsa negli occhi
di chi mai raccoglie  qualcosa di facile
la luce della domenica mattina:
tutto può essere

e poi arriva sera.

Irene Marchi, da Fiori, mine e alcune domande, Sillabe di Sale editore, 2015

 

*ascoltando Angelo Branduardi – Si può fare https://www.youtube.com/watch?v=RY_yGsDTHb8

5 aprile 2018

Che cosa penserebbe un alieno?


Nell’ordine di apparizione (delle poesie) incontriamo: amore come dolore, amore come rischio e perdita di ogni difesa, amore come un vento che scompiglia ogni cosa, amore da evitare con una strategia mirata. Se un alieno le leggesse, immaginerebbe questo Amore come un qualcosa di veramente terribile, una sciagura come poche, ma, tutto sommato… ci importa davvero cosa penserebbe un alieno (ché già con i nostri pensieri umani abbiamo qualche problema)?

***

Indizi

Come spostando pietre:
geme ogni giuntura! Riconosco
l’amore dal dolore
lungo tutto il corpo.

Come un immenso campo aperto
alle bufere. Riconosco
l’amore dal lontano
di chi mi è accanto.

Come se mi avessero scavato
dentro fino al midollo. Riconosco
l’amore dal pianto delle vene
lungo tutto il corpo.

Vandalo in un’aureola
di vento! Riconosco
l’amore dallo strappo
delle più fedeli corde
vocali: ruggine, crudo sale
nella strettoia della gola.

Riconosco l’amore dal boato
– dal trillo beato –
lungo tutto il corpo!

Marina Cvetaeva, da Poesie, traduzione di Pietro Antonio Zveteremich

 *

Trincee

Sì, ho detto di sì.
Ho lasciato entrare
il cavallo di Troia.
Con lui il tormento,
il forestiero assetato.
Anonimo lui, apparizione.
La mia mano racchiudeva
gli oracoli,
la voragine.
La mia mano di linee,
millenaria e piccina
aperta a ospitare
l’odio e l’amore.

ho detto di sì.
Ho esposto la mia tenda
sotto il sole.
Le mie orecchie sopportavano
le bombe e le ingiurie.
E la mia mano racchiudeva
una città morta
da non dimenticare.
Da allora,
un cervo attento al pericolo
mi abita.

Carmen Yáñez (Santiago del Cile, 1952), traduzione di Raffaella Marzano

 *

L’amore

Come il vento che trova
una fessura
e si infila nella casa
e scompiglia tutto
libri
bollette
poesie
così entra
nella vita
l’amore.

Niente è uguale a partire da allora,
quel caos
è la felicità.

Ma un giorno bisognerà riordinare.

Sei fortunato se non tocca a te.

Karmelo C. Iribarren (San Sebastián, 1959), da Ondata di gelo, 2007

 

Amore

La regola è questa:
dare solo l’essenziale,
ottenere il massimo,
non abbassare la guardia,
mettere i colpi a tempo,
non arrendersi,
e non combattere corpo a corpo,
non scoprirsi in alcuna circostanza
né scambiare colpi con il sopracciglio ferito;
non dire mai “ti amo”, sul serio,
all’avversario.
È la migliore strategia
per essere eternamente infelice
e vincitore
senza rischi apparenti.

Eduardo Lizalde (Città del Messico, 1929)

 

*ascoltando Vangelis – Love Theme from Blade Runner https://www.youtube.com/watch?v=C9KAqhbIZ7o


16 marzo 2018

L’importanza di chiamarsi (per nome)

 

I nomi propri non sono semplici parole, sono molto di più.
Pesano tantissimo (sopra ai pensieri), anche se sono leggeri.

***

Il mio nome

Una sera che il prato era verde oro e gli alberi,
marmo venato alla luna, si ergevano come nuovi mausolei
di strida e brusii di insetti, io stavo sdraiato sull’erba,
ad ascoltare le immense distanze aprirsi su di me, e mi chiedevo
cosa sarei diventato e dove mi sarei trovato,
e quanto a malapena esistessi, per un attimo sentii
che il cielo vasto e affollato di stelle era mio, e udii
il mio nome come per la prima volta, lo udii
come si sente il vento o la pioggia, ma flebile e distante
come se appartenesse non a me ma al silenzio
dal quale era venuto e al quale sarebbe tornato.

Mark Strand (1934- 2014), da L’uomo che cammina a un passo avanti al buio – Poesie 1964-2006, Mondadori, 2011, traduzione di Damiano Abeni

 *

Il tuo nome

Questo scompiglio cerca un altro posto
dove mettere la tua voce la sospensione dei giorni
la casa che fu tua
tutto questo timore

adesso la forma sfuggente di una nuvola
va sagomando
il tuo nome o il riflesso del tuo nome

e lo dico ad alta voce
e me lo dico
intimamente quasi balbettando
e devo ripeterlo
ancora quando il vento lo disfà

non potrò con la sua assenza
con il vuoto
che hanno lasciato in me
le sue due sillabe fugaci

nessuno risponderà se chiamo

ci sarà solo un vuoto
come erba che spunta dovunque
magnetico mutismo
asse immobile
che mi lascia orfano
tagliate per sempre le radici

Ángel Campos Pámpano (1957-2008), da La semilla en la nieve, 2004

 *

Versi per Blok, 1

Il tuo nome è una rondine nella mano,
il tuo nome è un ghiacciolo sulla lingua.
Un solo unico movimento delle labbra.
Il tuo nome sono cinque lettere.
Una pallina afferrata al volo,
un sonaglio d’argento nella bocca.

Un sasso gettato in un quieto stagno
singhiozza come il tuo nome suona.
Nel leggero schiocco degli zoccoli notturni
il tuo nome rumoroso rimbomba.
E ce lo nomina lo scatto sonoro
del grilletto contro la tempia.

Il tuo nome − ah, non si può! −
il tuo nome è un bacio sugli occhi,
sul tenero freddo delle palpebre immobili.
Il tuo nome è un bacio dato alla neve.
Un sorso di fonte, gelato, turchino.
Con il tuo nome il sonno è profondo.

Marina Cvetaeva (1892-1941) da Marina Ivanovna Cvetaeva - Poesie, Feltrinelli, Milano, 1979, traduzione di Pietro A. Zveteremich
(Marina Cvetaeva non conobbe mai Aleksandr Aleksandrovič Blok – il maggiore esponente del simbolismo russo –  ma ebbe per lui, come poeta, un’ammirazione profonda tanto da dedicargli un’intera raccolta poetica).

°ascoltando The Doors – Hello, I Love You  https://www.youtube.com/watch?hl=ja&gl=JP&v=hzM71scYw0M


6 marzo 2018

Così

 

Con il vento tra i capelli (e va bene così).

***

Che il tempo
non alteri
il sorriso sincero,
i capelli che vanno per conto loro,
o la pelle
liscia come la buccia
di un frutto commestibile.

Che nulla rovesci
– come una slavina di schiuma
sporca per la risacca
della vita –
su te l’amarezza,
la triste invidia dell’impotenza,
il residuo acre che gli anni
distillano.

Che tu sia sempre
così,
come sei,
calda pioggia di dolcezza
e fuoco
nel cuore,
nonostante gli anni,
nonostante il logorio insonne
di questa battaglia persa
di questa angoscia radicata
sempre più
nell’anima…

Che tu sia,
semplicemente,
i capelli al vento
e lo sguardo pulito.

Karmelo C. Iribarren (San Sebastián, 1959), da Serie B, Renacimiento, Siviglia, 1998

 *

I tuoi capelli non li tormentare.
Vadano come vogliono!
Sul petto e sulle spalle lascia che cadano –
e senza freni ridano.
Svincolatisi da forcine e pettini,
nera cascata, volino,
e tutto in una sorta di torpore
antico, impenetrabile, inghiottano.
Nella cornice loro nera, ondeggiante,
e se porgi orecchio, li senti,
pieni di fido e infido
e del  mistero dei secoli nei secoli,
ardono due occhi grigio-argento
rosso striati intorno alle pupille!
In giardino, nel flabellare sommesso dei rami,
da te, come giardino cinto,
ascolterò, piccino
in un suono leggero, insonne,
come recuperando una certa età
di cuccioli felici sonnacchiosi,
i capelli tuoi che su me
stormiscono disciolti…

1960

Evgenij Evtušenko, da Poesie d’amore, traduzione di Evelina Pascucci, Newton Compton ed.

°ascoltando  The Allman Brothers Band – Jessica
https://www.youtube.com/watch?v=yRDivUb5EeA


26 gennaio 2018

Il ritmo della battaglia

 


Li senti i tamburi di questa vita-battaglia?

***

La lotta

Ho guardato la vita in faccia
e lei mi ha ricambiato lo sguardo.
Ho qualche cicatrice
di allora. Talora
le osservo e mi parlano,
mi dicono che ero lì,
che ho lasciato l’anima
nella lotta. Che se continuo
a calpestare i marciapiedi
non è per puro caso.

Karmelo C. Iribarren (poeta basco, nato a San Sebastián nel 1959)

 

°ascoltando Led Zeppelin- Moby Dick https://www.youtube.com/watch?v=r9-42mu1D9Y