Visualizzazione post con etichetta Poesie da L'USO DELLE PAROLE E DELLE NUVOLE. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Poesie da L'USO DELLE PAROLE E DELLE NUVOLE. Mostra tutti i post

16 settembre 2024

Per favore

 


Risorse: quelle che ti ricordi di avere quando ripensi a quello che hai già superato. 

Per favore, ricordati delle tue risorse.

15/09/2024 C'è stato un ennesimo caso di suicidio, un ennesimo caso in cui, poi, si dice "è stato un fulmine a ciel sereno... non c'erano stati segnali... e blablabla...".  Ma i segnali ci sono sempre. Un problema (tra tanti altri) è che nessuno li vuole vedere. E chi manda quei segnali si sente inascoltato già da troppo tempo. Gravato dalle proprie difficoltà, si vergogna di essere l'elemento "fragile" in una società che ostenta e impone "funzionalità" e che ti dice "tutti hanno i propri problemi, guarda chi sta peggio". E vince la stanchezza. 

Un abbraccio a chi c'è e a chi non c'è più.

***

 

Non cadere


Sii grato al mattino
che scioglie il buio
nero di ogni notte,
sii grato
alle nuvole di novembre
che piangono
luce
sul filo del tuo sperare.
E resisti.
Non cadere, non ancora:
stringi quel filo
bagnato di luce.

Irene Marchi, da L'uso delle parole e delle nuvole, Cicorivolta Editore, 2020

 

°ascoltando Vasco Rossi - Vivere - https://www.youtube.com/watch?v=UI7lFaF_owk


22 ottobre 2023

Gli scherzi della memoria

 



Mi è capitato, una volta, di perdere temporaneamente la memoria: più o meno a quattordici anni, in gita in montagna con la scuola, catapultata sul ghiaccio da uno slittino in picchiata. All’ospedale, in attesa della radiografia (me l’hanno  raccontato poi, con gran divertimento)  uno dei  professori presenti, il nostro inflessibile e temutissimo professore di  matematica, mi chiese: “Ti ricordi chi sono?” e io candidamente risposi: “Prof, ma come ci si può dimenticare di lei?!”. (La memoria ha più risorse di quello che pensiamo).

***

Come ci riesci?

Se cerchi la linea
che spieghi un perché
troverai un nodo
e piangere verrà facile
facile come girare
un foglio
come cancellare
un nome.
Ma – dimmi – la memoria,
come la inganni?

Irene Marchi, da L’uso delle parole  e delle nuvole, Cicorivolta, 2020

°ascoltando Avishai Cohen – Remembering https://www.youtube.com/watch?v=o6vptqMYk3g

 

1 giugno 2023

Disarmonie


Può capitare a tutti di rotolare e arrancare dentro giorni disarmonici, che possono anche ripetersi ogni anno nello stesso periodo: magari veniamo influenzati dalla temperatura, da una luce particolare o da alcune atmosfere che richiamano in noi dei ricordi poco piacevoli.

Quali sono i tuoi giorni di dissonanza ricorrente?

***

Giugno
 
Torna a soffocarmi
il gelsomino
 
e vorrei rinascere
pietra
per pesare col mio corpo
su un circolo di terra:
insensibile
ai lombrichi
alle parole
al mondo,

finalmente.

Irene Marchi, da L’uso delle parole e delle nuvole, Cicorivolta Editore, 2020

°ascoltando  Ragtime – Igor Stravinsky – https://www.youtube.com/watch?v=DBaAxDhKza0


22 marzo 2023

Potendo scegliere

 



Primavera: c’è tanta scelta di fiori.
Quale vorresti diventare… (in un lontano, lontanissimo) poi?
***

Potendo scegliere

Se poi mi troverò
rinata
tra le fibre di un fiore
mi piacerebbe suggerire
piano, al vento:

nontiscordardime

 

Irene Marchi, da L’uso delle parole e delle nuvole, Cicorivolta Editore, 2020

°ascoltando Laura Nyro – And When I Die
https://www.youtube.com/watch?v=XCvwDjgKPoc


24 maggio 2022

Se cambiassimo nome

 


Vuoi bene al tuo nome o vorresti cambiarlo?

***

Il mio nome

Puoi tenerlo tu
il mio nome,
non lo voglio più:
ogni lettera ride

di me
delle mie parole
dei miei giorni.

Raccoglierò dal fiume
una manciata di sassi
e ricostruirò
 – impermeabile a tutto –
quel gioco di vocali e consonanti
che mi firmerà.

Irene Marchi, da L’uso delle parole e delle nuvole, Cicorivolta Editore, 2020

°ascoltando Hammock – Will You Ever Love Yourself? https://www.youtube.com/watch?v=iuyMFOfXVtw&t=3s


9 gennaio 2022

Tu lo sai?

 



(Io ancora no)

Tu lo sai?

Forse dalle nuvole, talvolta
̶   li hai visti i raggi di luce scendere leggeri?  ̶
puoi raccogliere
piccoli frammenti di coraggio:
ne basterebbe  uno
a illuminare
                la nostra infinita salita.
Ne basterebbe uno.
Tu lo sai
                dove vanno a cadere?

Irene Marchi, da L’uso delle parole e delle nuvole, Cicorivolta Editore, 2020

°ascoltando Eva Cassidy – Over The Rainbow https://www.youtube.com/watch?v=2rd8VktT8xY


19 dicembre 2021

r o e d i n d e r o n i r e o d n i …



… eh?!

Ø di Ordine

Quale ordine insegui
o quale disordine ti culla?

L’accumulo delle foglie
sulla polvere di ogni ottobre,
l’assetto degli uccelli
al margine dei nuovi voli,
il saluto scomposto
dell’erba nel mio giardino,
questo è il solo tipo di ordine
che mi accompagna.
Per cuore, mente, obiettivi
intravedo soltanto l’iniziale
– un po’ storta – della parola ordine:
uno zero
vuoto
il caos primordiale.
(Ma perdonatemi – questo sì – il disordine ribelle dei capelli).

Irene Marchi, da L’uso delle parole e delle nuvole, Cicorivolta Editore, 2020



22 marzo 2020

Come una nuvola

 




Fatti nuvola

Il tempo t’insegnerà
a essere nuvola:
cambierai forma nel vento
senza aspettare il tramonto
per sentirti colore.

Fatti nuvola
per sfiorare gli alberi
per vedere meglio ogni cosa
per sorridere nel buio

e fatti nuvola – se vuoi –
anche per piangere.

Irene Marchi, da L’uso delle parole e delle nuvole, Cicorivolta Edizioni, 2020

 

Il momento difficilissimo che stiamo vivendo offusca un po’ tutto: ciò che non riguarda “l’essenziale” passa (giustamente) in secondo piano, e penso che questo ci possa insegnare molto. Spero che non ce lo dimenticheremo quando torneremo alla “normalità”.

Nel frattempo restiamo a casa... e #Iorestoacasa con la poesia che, in genrale, sa fare compagnia. Ieri è  uscita la mia terza raccolta di poesie “L’uso delle parole e delle nuvole”, edita da Cicorivolta Edizioni (che ringrazio anche qui  per la fiducia): è una raccolta più “morbida” rispetto alle prime due. Lascio qui sotto la nota introduttiva... grazie se hai letto fin qui!

Nota introduttiva:
Tutte le poesie di questa raccolta ruotano in qualche modo attorno alle parole (quelle dette e non dette, scritte e non scritte, le parole che ci definiscono o in cui non ci riconosciamo più, quelle che rimangono con noi o quelle che vorremmo cancellare, e così via) oppure al cielo, e in particolare alle nuvole (e a tuttele loro manifestazioni: pioggia, neve, rugiada…).
Ho voluto raccontare una sorta di antitesi tra l’uso delle parole, capaci talvolta di ferire o comunque spesso incapaci di far stare bene (perché male utilizzate, se non addirittura assenti) e l’uso delle nuvole. Ma che cosa vuol dire l’uso delle nuvole? Mi riferisco alla possibilità di trarre consolazione, o semplicemente di trovare ascolto e compagnia, da questi elementi naturali. E proprio dalle nuvole vorrei imparare un linguaggio delicato, lieve, privo di aggressività.
Sono certa di non essere da sola in questa ricerca, perciò,
sebbene queste poesie nascano da un vissuto o da un punto di vista inevitabilmente personali, mi rivolgo, sempre, a un tu universale che spero si possa ritrovare (anche soltanto per un attimo) tra queste righe.
Irene Marchi