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26 maggio 2022

Un dialogo

 


Émile Friant, Les amoureux, 1888


Se tu fossi Antonia – la ragazza di questa poesia – che cosa risponderesti?

 

Innamorati

Il ragazzo le si fece vicino e disse Antonia
ancora non mi sono abituato al tuo corpo, al tuo
volto
La ragazza guardava di sbieco, aspettava
Sai quando da bambini a un certo punto vedi un bruco di quelli a
strisce?
La ragazza ricordava
Te ne stai lì a guardarlo
L’infanzia le tornò a giocare negli occhi
Il ragazzo proseguì con molta dolcezza, Antonia
te pari un bruco con le strisce
La ragazza strabuzza gli occhi, sbotta
Il ragazzo concluse, Antonia
ma sei simpatica! Mi pari matta.

***

Namorados

O rapaz chegou-se para junto da moça e disse:
– Antônia, ainda não me acostumei com o seu corpo, com a sua
cara.
A moça olhou de lado e esperou.
– Você não sabe quando a gente é criança e de repente vê uma lagarta
listada?
A moça se lembrava:
– A gente fica olhando…
A meninice brincou de novo nos olhos dela.
O rapaz prosseguiu com muita doçura:
– Antônia, você parece uma lagarta listada.
A moça arregalou os olhos, fez exclamações.
O rapaz concluiu:
– Antônia, você é engraçada! Você parece louca.

Manuel Bandeira (Recife, Brasile, 1886-1968), da Profundamente – Quaderno di traduzioni, LII, Marzo 2020, traduzione di  Massimiliano Damaggio, a  cura de “La dimora del tempo sospeso”, https://rebstein.wordpress.com/2020/05/31/quaderni-di-traduzioni-lii/


°ascoltando Yann Tiersen – Pas si simple https://www.youtube.com/watch?v=Ajrlk7H72as

 


16 maggio 2022

L’ultima (o la prima) poesia

 



Hai mai provato a scrivere una poesia? E come vorresti scriverla: gentile o pietrosa, appassionata o ironica, chiara o un po’ oscura e sfuggente?
(Se io scrivessi - vere - poesie vorrei poeterle scrivere proprio così, come suggerisce il poeta).

 

L’ultima poesia

Così vorrei che fosse la mia ultima poesia.
Che fosse tenera nel dire le cose più semplici
e meno intenzionali,
che fosse ardente come un singhiozzo senza lacrime
che avesse la bellezza dei fiori quasi senza profumo,
la purezza della fiamma che consuma
i diamanti più puri
la passione dei suicidi che si ammazzano senza spiegazione.

***

Último poema

Así querría yo mi último poema.
Que fuese tierno diciendo las cosas más simples
y menos intencionadas,
que fuese ardiente como un sollozo sin lágrimas,
que tuviese la belleza de las flores casi sin perfume,
la pureza de la llama en que se consumen
los diamantes más límpidos,
la pasión de los suicidas que se matan sin explicaciones.

Manuel Bandeira (Recife, 1886-1968), da Libertinaje, 1930, traduzione di Vera L. de Oliveira (Poesia straniera – Portoghese e Brasiliana -La Biblioteca di Reppubblica)


°ascoltando Libertango – Astor Piazzolla –  https://www.youtube.com/watch?v=QCwvnyh03Ss<


21 settembre 2021

Fai bei sogni!

 


Dipinto di Denys Sarazhyn 

Che sogno starà inventando, inseguendo o rimpiangendo la ragazza  del quadro?
(Avrei preferito che sorridesse.)

***

Chi ama inventa

Chi ama inventa le cose che ama…
Forse sei giunta quando io ti sognavo.
E improvvisamente s’è accesa la fiamma!
Era la brace sopita che si svegliava…
Un nuovo volo sopra le macerie,
nell’aria sorpresa rintoccavano campane,
suonate da quegli angeli speciali
che hanno il dono di far resurrezioni…
Un ritmo divino? Oh! semplicemente
il palpitare dei nostri cuori
che battevano uniti e a festa,
o solitari, con un ritmo triste…
Oh! Mio povero, mio grande amor lontano,
nemmeno sai tu quanto bene fa alla gente
aver sognato… e aver vissuto il sogno!

Mário Quintana (Brasile, 1906 – 1994), da Poesie di Mario Quintana, traduzione di Pierino Bonifazio (2007), Zouk edizioni

***

Quem Ama Inventa

Quem ama inventa as coisas a que ama…
Talvez chegaste quando eu te sonhava.
Então de súbito acendeu-se a chama!
Era a brasa dormida que acordava…
E era um revôo sobre a ruinaria,
No ar atônito bimbalhavam sinos,
Tangidos por uns anjos peregrinos
Cujo dom é fazer ressureições…
Um ritmo divino? Oh! simplesmente
O palpitar de nossos corações
Batendo juntos e festivamente,
Ou sozinhos, num ritmo tristonho…
Ó! Meu pobre, meu grande amor distante,
Nem sabes tu o bem que faz à gente
Haver sonhado… e ter vivido o sonho!

 

∞ ascoltando Bruce Springsteen – Dream Baby Dream
https://www.youtube.com/watch?v=7KgCsTxtKH4



17 maggio 2021

Qualcosa di puro e semplice

 

Pur* e semplice come… (continua tu la frase)

 

Ci saranno ancora nel mondo
cose tanto semplici e tanto pure
come l’acqua bevuta nel palmo delle mani?

Mario Quintana (Brasile, 1906  – 1994) da Mario Quintana –  Per vivere con poesia, a cura di Marcio Vassallo,  traduzione di Natale Fioretto

♣ ascoltando Lynyrd Skynyrd – Pure and Simplehttps://www.youtube.com/watch?v=9_ypxJ1LigI


8 maggio 2021

Di che parla il poeta?

 

Se ti trovi bene tra parole di una poesia,
è poi così importante capire esattamente di che cosa stia parlando il poeta?

***

Se il poeta parla di un gatto

Se il poeta parla di un gatto, di un fiore
di un vento che soffia per lande desolate e disvii
e non ha mai raggiunto la città…
se parla di un angolo mal illuminato…
di un’antica scala… di un gioco del domino…
se parla di quegli obbedienti soldatini di piombo
che morivano sul serio
se parla di una mano tranciata in una scala a chiocciola
se non parla di nulla
e dice semplicemente tralalà… Cosa importa?
Tutte le poesie sono d’amore!

Mario Quintana (Brasile, 1906-1994), da Esconderijos do tempo, traduzione di Alberto Riva

°ascoltando Jethro Tull –  Elegy


22 aprile 2021

Da non prendere alla lettera!

 

Dice una cosa vera, secondo me, questa poesia.  Ma al massimo, e proprio al massimo, potremmo fare (bonariamente) le boccacce a un/una poeta che non ci sta simpatic*, un* di qualsiasi epoca… hai già in mente qualcun*?

***

 

La poesia è un sasso nell’abisso,
l’eco della poesia scompagina i profili:
per il bene delle acque e delle anime
assassiniamo il poeta.

Mário Quintana (Brasile, 1906 – 1994), da L’apprendista stregone (1950)

       °ascoltando Jean Michel Jarre – Soul Intrusion


21 aprile 2021

Come ti disegneresti?

 

 foto da Corso per geniali incompetenti incompresi, Quentin Blake e John Cassidy, (Editoriale Scienza, 1999), traduzione di Francesca Gregoratti


Non hai ancora trovato il fotografo per ritrarre la tua più autentica essenza? Disegnala!

Non sai disegnare? Non importa, disegnala lo stesso:  «Il disegnatore deve distruggere l’abitudine a vedere le cose con lo sguardo quotidiano» suggeriva il poeta Paul Valéry.

E allora tu guardati a occhi chiusi e prova a catturare quello che veramente ti caratterizza.

***

L´autoritratto

Nel ritratto che mi faccio
– tratto a tratto –
a volte mi disegno nuvola,
a volte mi disegno albero…

a volte mi disegno cose
di cui non c’é più il ricordo…
o cose che non esistono

ma che un dì esisteranno…
e, di questa lotta, in cui cerco
– poco a poco –
la mia eterna somiglianza,

alla fine, che resterà?
Un disegno di fanciullo…
corretto da un folle!

Mario Quintana (Brasile, 1906 – 1994), da Apontamentos de história sobrenatural

***

O Auto-Retrato

No retrato que me faço
– trago a trago –
às vezes me pinto nuvem,
às vezes me pinto árvore…

às vezes me pinto coisas
de que nem há mais lembrança…
ou coisas que não existem
mas que um dia existirão…

e, desta lida, em que busco
– pouco a pouco –
minha eterna semelhança,

no final, que restará?
Um desenho de criança…
Corrigido por um louco!

 

° ascoltando  Graham Nash – Be YourSelf

 

5 ottobre 2020

Lezioni di volo

 


Illustrazione di Martina Heiduczek


Tu sai già volare?

 

La maggiore ricchezza di un uomo

La maggiore ricchezza di un uomo
è la sua incompletezza
In questo caso sono completo.
Parole che mi accettino come
sono – io non le accetto.
Non riesco ad essere appena un
soggetto che apre
le porte, che apre rubinetti,
guarda l’orologio, che
compra il pane alle 6 del pomeriggio,
che va là fuori,
che tempera matite,
che vede l’uva, etc.
Perdonami.
Ma io ho bisogno di essere Altri.
Io penso di rinnovare l’uomo
tramite le farfalle.

Manoel de Barros (Brasile, 1916-2014), da Retrato Do Artista Quando Coisa, Rio de Janeiro, Editora Record, 1998
—————

A Maior Riqueza do Homen

A maior riqueza do homem
é a sua incompletude.
Nesse ponto sou abastado.
Palavras que me aceitam como
sou – eu não aceito.
Não agüento ser apenas um
sujeito que abre
portas, que puxa válvulas,
que olha o relógio, que
compra pão às 6 horas da tarde,
que vai lá fora,
que aponta lápis,
que vê a uva etc. etc.
Perdoai
Mas eu preciso ser Outros.
Eu penso renovar o homem
usando borboletas.


4 febbraio 2020

Sei tu

 



Non cercare là.
Ciò che è, sei tu.
Sta in te.
In tutto.
La goccia è stata nella nuvola.
Nella linfa.
Nel sangue.
Nella terra.
E nel fiume che si è aperto nel mare.
E nel mare che si è coagulato in mondo.
Tu hai avuto un destino così.
Fatti a immagine del mare.
Datti alla sete delle spiagge.
Datti alla bocca azzurra del cielo.
Ma fuggi di nuovo a terra.
Ma non toccare le stelle.
Torna di nuovo a te.
Riprenditi.

°°°

Não busques para lá.
O que é, és tu.
Está em ti.
Em tudo.
A gota esteve na nuvem.
Na seiva.
No sangue.
Na terra.
E no rio que se abriu no mar.
E no mar que se coalhou em mundo.
Tu tiveste um destino assim.
Faze-te à imagem do mar.
Dá-te à sede das praias.
Dá-te à boca azul do céu.
Mas foge de novo à terra.
Mas não toque nas estrelas.
Volve de novo a ti.
Retoma-te.

Cecília Meireles (Rio de Janeiro 1901-1964), da Cânticos, 1982
 

°ascoltando Avishai Cohen – Seven Seas https://www.youtube.com/watch?v=Iu01NR-FUIw