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23 gennaio 2021

Cercare, trovare, e tutto quello che c’è in mezzo

 


Cercare solo per cercare o cercare per trovare?
Chi cerca non vuole realmente trovare e chi trova non cercava?
Che cosa c’è nello spazio tra il cercare e il trovare?

***

Mi è stato detto di cercarti
e io stessa non volevo che cercare.
E non ho mai pensato
a cosa fare di te
nel caso ti trovassi.
Ti affiderei alla terra come un seme?
Ti nutrirei come un animale domestico
soppesando il valore della pelliccia, della carne,
della lana, del latte?
O, al contrario, mi lascerei sbranare
come da una fiera?
O come in una foresta
mi smarrirei, sgomenta in te?
O come in un burrone
mi lascerei cadere senza saperne il fondo?
O come dentro un mare
nei pesci mi seppellirei?
Mi è stato detto di cercarti,
non di trovarti.

Ana Blandiana (Timisoara, 1942), da Un tempo gli alberi avevano gli occhi, Donzelli Editore, a cura di Biancamaria Frabotta e Bruno Mazzoni

°ascoltando Joep Beving – Midwayer https://www.youtube.com/watch?v=2ls_LTGBTcE

 

4 febbraio 2020

Sei tu

 



Non cercare là.
Ciò che è, sei tu.
Sta in te.
In tutto.
La goccia è stata nella nuvola.
Nella linfa.
Nel sangue.
Nella terra.
E nel fiume che si è aperto nel mare.
E nel mare che si è coagulato in mondo.
Tu hai avuto un destino così.
Fatti a immagine del mare.
Datti alla sete delle spiagge.
Datti alla bocca azzurra del cielo.
Ma fuggi di nuovo a terra.
Ma non toccare le stelle.
Torna di nuovo a te.
Riprenditi.

°°°

Não busques para lá.
O que é, és tu.
Está em ti.
Em tudo.
A gota esteve na nuvem.
Na seiva.
No sangue.
Na terra.
E no rio que se abriu no mar.
E no mar que se coalhou em mundo.
Tu tiveste um destino assim.
Faze-te à imagem do mar.
Dá-te à sede das praias.
Dá-te à boca azul do céu.
Mas foge de novo à terra.
Mas não toque nas estrelas.
Volve de novo a ti.
Retoma-te.

Cecília Meireles (Rio de Janeiro 1901-1964), da Cânticos, 1982
 

°ascoltando Avishai Cohen – Seven Seas https://www.youtube.com/watch?v=Iu01NR-FUIw

 

7 novembre 2017

Cercare (e poi trovare, non trovare, perdersi)

 


Batte la luce in cima
alla montagna,  vedi…
Senza volere,  rimugino
ma non so che cosa…
Non so cosa ho perduto
o cosa non ho trovato (…)
Fernando Pessoa, tratto da Batte la luce in cima (Bate a luz no cimo), da Poesias


Cercare una cosa

Cercare una cosa
è sempre incontrarne un’altra.
Così, per trovare qualcosa,
bisogna cercare quello che non è.

Cercare l’uccello per incontrare la rosa,
cercare l’amore per trovare l’esilio,
cercare il nulla per scoprire un uomo,
tornare indietro per andare avanti.

La chiave del cammino,
più che nelle sue biforcazioni,
il suo incerto inizio
o il suo dubbio finale,
è nel caustico umore
del suo doppio senso.
Si arriva sempre,
ma da un’altra parte.

Tutto passa.
Però al contrario.

Roberto Juarroz (1925-1995), da Duodécima Poesía vertical, 1991

 *

Nuda è la terra, e l’anima
ulula contro il pallido orizzonte
come lupa famelica. Che cerchi,
poeta, nel tramonto?
Amaro camminare, perché pesa
il cammino sul cuore. Il vento freddo,
e la notte che giunge, e l’amarezza
della distanza. Sul cammino bianco,
alberi che nereggiano stecchiti;
sopra i monti lontani sangue ed oro.
Morto è il sole…
Che cerchi, poeta, nel tramonto?

Antonio Machado (1875 – 1939), da  Soledades, 1903

*ascoltando  Franco Battiato – E ti vengo a cercare https://www.youtube.com/watch?v=eeo_iXWKB4I


20 gennaio 2017

Cosa ti è rimasto?


Tu cosa hai perso, per strada, durante il percorso? Ombrelli, stelle, disegni, sogni, libri, guanti, amori, ricordi… e cosa hai trovato? Amori, libri, guanti, ombrelli, … anche sogni? Quindi hai perso sogni ma ne hai sempre trovati altri… direi che stai andando benissimo: con quelli ritrovi tutto (chiunque tu sia stato e chiunque tu sia adesso).

***

Discorso all’Ufficio oggetti smarriti

Ho perso qualche dea per via dal Sud al Nord,
e anche molti dèi per via dall’Est all’Ovest.
Mi si è spenta per sempre qualche stella, svanita.
Mi è sprofondata nel mare un’isola, e un’altra.
Non so neanche dove mai ho lasciato gli artigli,
chi gira nella mia pelliccia, chi abita il mio guscio.
Mi morirono i fratelli quando strisciai a riva
e solo un ossicino festeggia in me la ricorrenza.
Non stavo nella pelle, sprecavo vertebre e gambe,
me ne uscivo di senno più  e più volte.
Da tempo ho chiuso su tutto ciò il mio terzo occhio,
ci ho messo una pinna sopra, ho scrollato le fronde.

Perduto, smarrito, ai quattro venti se n’è volato.
Mi stupisco io stessa del poco di me che è restato:
una persona singola per ora di genere umano,
che ha perso solo ieri l’ombrello sul treno.

Wislawa Szymborska, in Opere, da Ogni Caso (1972), traduzione di Pietro Marchesani, Adelphi Edizioni

*ascoltando Dream On  – Aerosmith


Ipotesi di percorso

  (Perdersi tra l'argento degli ulivi mi sembra un bellissimo programma) ***   Dobbiamo cercare sepolture nel volo delle rondini i...