Vivere almeno quel poco di leggerezza che
potremmo sostenere: quanto ci piacerebbe! Leggerezza che esiste, c’è,
potremmo farla nostra… è che siamo bravissimi ad appesantirci, a
complicare, a metterci i macigni sopra ai pensieri (al di là delle
situazioni oggettive): tendiamo ad aggiungere, inseguiamo il di più, ci
allontaniamo da quello sguardo leggero.
***
Desiderio di cose leggere
Giuncheto lieve biondo
come un campo di spighe
presso il lago celeste
e le case di un’isola lontana
color di vela
pronte a salpare –
Desiderio di cose leggere
nel cuore che pesa
come pietra
dentro una barca –
Ma giungerà una sera
a queste rive
l’anima liberata:
senza piegare i giunchi
senza muovere l’acqua o l’aria
salperà – con le case
dell’isola lontana,
per un’alta scogliera
di stelle.
1° febbraio 1934
Antonia Pozzi, da Parole – Tutte le poesie, Edizioni Ancora, a cura di Graziella Bernabò e Onorina Dino
Ridurre!
Vogliamo dire qualcosa
in più della natura e si fa
l’incredibile errore di volerlo dire
con più mezzi invece
che con meno strumenti.
La luce e le forme razionali
sono in lotta, la luce
le mette in movimento, piega
angoli retti,
curva parallele,
costringe i cerchi dentro gli intervalli,
rende l’intervallo attivo.
Da tutto questo l’inesauribile
diversità.
Paul Klee, da Poesie di Paul Klee, traduzioni di Giorgio Manacorda e Ursula Bavaj.
°ascoltando Peer Gynt di Eduard Grieg, Suite n. 1, op. 46 “Il mattino”.