La debolezza ci appartiene.
Ma forse ci appartiene anche la forza per aggiustarci
(dopo esserci ritrovati in frantumi per l’ennesima volta).
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Raccoglimento
Uno diceva: io sono prevenuto contro me stesso fin dalla nascita.
Friedrich Nietzsche
Mia debolezza, debolezza mia,
ma che devo fare con te?
Ho cinquant’anni e tremo quando tuona,
e sbaglio ancora posto
come quando sbagliai banco all’asilo.
Ho un corpo trapunto da graffe,
il sonno come un campo di macerie,
la forza che si sbriciola, la memoria in frantumi,
e in questo Grande Sfascio, l’unica cosa intatta resti tu,
mia ferita, mio Graal, codice a barre
di un estraneo che è leso, che è fallato,
costretto a essere me.
Mia debolezza, talpa del nemico,
creaturina indifesa che mi rendi indifeso,
il solo, vero premio della morte
sarà saperti morta insieme a me,
mio motore,
mio orrore,
mia consustanziale sconfitta.
Valerio Magrelli, da Il sangue amaro, Einaudi, Torino, 2014
°ascoltando Dream Theater – Stream of Consciousness - https://www.youtube.com/watch?v=gsoNl0MzDFA