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12 ottobre 2024

Un peso

 


Ha ragione la poetessa qui sotto: che ci piaccia o no ogni nostra azione ha un peso politico, ogni scelta influisce sul mondo vicino a noi e anche su quello lontano. Certo, è più facile dimenticarci di questo fatto (che si chiama responsabilità), ma poi…

***


Siamo figli dell’epoca,
l’epoca è politica.
 
Tutte le tue, nostre, vostre
faccende diurne, notturne
sono faccende politiche.
 
Che ti piaccia o no,
i tuoi geni hanno un passato politico,
la tua pelle una sfumatura politica,
i tuoi occhi un aspetto politico.
 
Ciò di cui parli ha una risonanza,
ciò di cui taci ha una valenza
in un modo o nell’altro politica.
 
Perfino per campi, per boschi
fai passi politici
su uno sfondo politico.
 
Anche le poesie apolitiche sono politiche,
e in alto brilla la luna,
cosa non più lunare.
Essere o non essere, questo è il problema.
Quale problema, rispondi sul tema.
Problema politico.
 
Non devi neppure essere una creatura umana
per acquistare un significato politico.
Basta che tu sia petrolio,
mangime arricchito o materiale riciclabile.
 
O anche il tavolo delle trattative, sulla cui forma
si è disputato per mesi:
se negoziare sulla vita e la morte
intorno a un rotondo o quadrato.
 
Intanto la gente moriva,
gli animali crepavano,
le case bruciavano
e i campi inselvatichivano
come in epoche remote
e meno politiche.
 

Wislawa Szymborska, da Vista con granello di sabbia, traduzione di Pietro Marchesani, Adelphi Edizioni, 1998

 

°ascoltando Elvis Costello & The Attractions – (What’s So Funny ‘Bout) Peace, Love And Understanding - https://www.youtube.com/watch?v=KCGlwx3L-Xk

1 luglio 2024

Toh… chi si rivede!

 


 



Che cosa diresti, oggi, all’adolescente che sei stat* (o cosa direbbe lei/lui a te)? Conservi ancora qualcosa di suo (oltre al diario)?

***

Io – un’adolescente?
Se ora, d’improvviso, si presentasse qui,
dovrei salutarla come una persona cara,
benché mi sia estranea e lontana?

Versare una lacrimuccia, baciarla sulla fronte
per la sola ragione
che la nostra data di nascita è la stessa?

Siamo così dissimili
che forse solo le ossa sono le stesse,
la calotta cranica, le orbite oculari.

Perché già gli occhi è come fossero più grandi,
le ciglia più lunghe, la statura più alta
e tutto il corpo è fasciato
dalla pelle liscia, senza un’imperfezione.

In verità ci legano parenti e conoscenti,
ma nel suo mondo di questa cerchia comune
sono quasi tutti vivi,
mentre nel mio quasi nessuno.

Siamo così diverse,
i nostri pensieri e parole così differenti.
Lei sa poco –
ma con un’ostinazione degna di miglior causa.
Io so molto di più –
ma non in modo certo.

Mi mostra delle poesie,
scritte con una grafia nitida, accurata,
con cui io non scrivo più da anni.

Leggo quelle poesie, le leggo.
Be’, forse quest’unica,
se fosse accorciata
e corretta qua e là.
Dal resto non verrà nulla di buono.

La conversazione langue.
Sul suo modesto orologio
il tempo è ancora incerto e costa poco.
Sul mio è molto più caro ed esatto.

Per commiato nulla, un sorriso abbozzato
e nessuna commozione.

Solo quando sparisce
e nella fretta dimentica la sciarpa –

Una sciarpa di pura lana,
a righe colorate,
che nostra madre
ha fatto per lei all’uncinetto.

La conservo ancora.

Wisława Szymborska, da Due punti / Qui, Libri Scheiwiller, 2010, traduzione di Pietro Marchesani

°ascoltando Bruce Springsteen – No Surrender (dall’album Born In The U.S.A., 1984) – https://www.youtube.com/watch?v=txKhQ9cbhgo&t=1s

6 gennaio 2023

S di stupore

 


Sono talmente tante le domande che potremmo farci! Risposte non ce ne sono, quindi non resta che continuare a stupirsi.

Stupore

Perché mai a tal punto singolare?
Questa e non quella? E qui che ci sto a fare?
Di martedì? In una casa e non nel nido?
Pelle e non squame? Non foglia, ma viso?
Perché di persona una volta soltanto?
E sulla terra? Con una stella accanto?
Dopo tante ere di non presenza?
Per tutti i tempi e tutti gli ioni?
Per i vibrioni e le costellazioni?
E proprio adesso? Fino all’essenza?
Sola da me e con me? Perché mi chiedo,
non a lato, né a miglia di distanza,
non ieri, né cent’anni addietro, siedo
e guardo un angolo buio della stanza
come, rizzato il capo, sta a guardare
la cosa ringhiante che chiamano cane?

Wislawa Szymborska, da Ogni caso, 1972, traduzione di Pietro Marchesani

°ascoltando Hermanos Gutiérrez – El Bueno Y El Malo https://www.youtube.com/watch?v=3WSFVdQQwhc&t=17s

 


10 ottobre 2022

Le nuvole vanno di fretta

 


 


(Le nuvole vanno di fretta, e non sono sempre rosa)

***

Dovrei essere molto veloce
nel descrivere le nuvole –
già dopo una frazione di secondo
non sono più quelle, stanno diventando altre.

La loro caratteristica è
non ripetersi mai
in forme, sfumature, pose, disposizione.

Non gravate della memoria di nulla,
si librano senza sforzo sui fatti.

Ma quali testimoni di alcunché –
si disperdono all’istante da tutte le parti.

In confronto alle nuvole
la vita sembra solida,
pressoché duratura e quasi eterna.

Di fronte alle nuvole
perfino un sasso sembra un fratello
su cui si può contare,
loro invece sono solo cugine lontane e volubili.

Gli uomini esistano pure, se vogliono,
e poi uno dopo l’altro muoiano,
loro, le nuvole,
non hanno niente a che vedere
con tutta questa faccenda
molto strana.
Al di sopra di tutta la tua vita
e della mia, ancora incompleta,
sfilano fastose così come già sfilavano.

Non devono insieme a noi morire,
né devono essere viste per fluttuare.

Wislawa Szymborska, da Elogio dei sogni, traduzione di Pietro Marchesani,  collana Un secolo di poesia – Corriere della Sera

°ascoltando  Joni Mitchell – Both Sides Now – https://www.youtube.com/watch?v=7cBf0olE9Yc


1 dicembre 2019

B di Bugie

 

Bugie innocenti, bugie per difendere, bugie che aiutano, bugie che “dispongono un mondo che non è di questo mondo” come scrive la poetessa polacca in La mappa (qui sotto). Comunque bugie. Facciamo un gioco: ognuno pensa alla sua ultima bugia.

***

La mappa

Piatta come il tavolo
sul quale è posata.
Sotto – nulla si muove,
né cerca uno sbocco.
Sopra – il mio fiato umano
non crea vortici d’aria
e lascia tranquilla
la sua intera superficie.

Bassopiani e vallate sono sempre verdi,
altopiani e montagne sono gialli e marrone,
oceani e mari – di un azzurro amico
sui margini sdruciti.

Qui tutto è piccolo, vicino, alla portata.
Con la punta dell’unghia posso schiacciare i vulcani,
accarezzare i poli senza guanti grossi,
posso con un’occhiata
abbracciare ogni deserto
insieme al fiume che sta lì accanto.

Segnalano le selve alcuni alberelli
tra i quali è ben difficile smarrirsi.

A est e ovest, sopra e sotto
l’equatore, un assoluto
silenzio sparso come semi,
ma in ogni seme nero
la gente vive.
Forse comuni e improvvise rovine
sono assenti in questo quadro.

I confini si intravedono appena,
quasi esitanti – esserci o non esserci?

Amo le mappe perché dicono bugie.
Perché sbarrano il passo a verità aggressive.
Perché con indulgenza e buon umore
sul tavolo mi dispongono un mondo
che non è di questo mondo.

Wislava Szymborska, da Basta così,  Adelphi Edizioni, traduzione di Silvano De Fanti, 2012.

 °°°

Ciò che ho scritto di noi è tutta una bugia
è la mia nostalgia
cresciuta sul ramo inaccessibile
è la mia sete
tirata su dal pozzo dei miei sogni
è il disegno
tracciato su un raggio di sole
ciò che ho scritto di noi è tutta verità
è la tua grazia
cesta colma di frutti rovesciata sull’erba
è la tua assenza
quando divento l’ultima luce all’ultimo angolo della via
è la mia gelosia
quando corro di notte fra i treni con gli occhi bendati
è la mia felicità
fiume soleggiato che irrompe sulle dighe
ciò che ho scritto di noi è tutta una bugia
ciò che ho scritto di noi è tutta verità.

Nazim Hikmet, da In esilio

°Qualche bugia in musica:  Iron Maiden – No more lies https://www.youtube.com/watch?v=sd0tHF3LyB0; Fleetwood Mac – Little Lies https://www.youtube.com/watch?v=Xr9Oubxw1gA.


1 settembre 2019

In mezzo al cielo



Per il mio dodicesimo compleanno mi regalarono due musicassette: una era di John Lennon e l’altra di Claudio Baglioni. Mi innamorai della musica di entrambi (e anche di Baglioni, come molte delle dodicenni nate negli anni ’70).

Oggi John Lennon mi fa ancora compagnia, Baglioni invece non molto (ma lo ringrazio comunque) però c’è un particolare che non dimenticherò mai: il “gancio in mezzo al cielo” di “Strada facendo”! All’epoca non avevo grande  dimestichezza con le metafore e ‘sto gancio in mezzo al cielo proprio non riuscivo a capirlo. Molti anni dopo anche mia figlia, sentendo  quella canzone, mi ha chiesto:  “Ma il gancio in mezzo  al cielo che cosa sarebbe?”.  Abbiamo riso per venti minuti.

Adesso mi capita spesso  di pensare che di un gancio in mezzo al cielo ci sarebbe davvero bisogno. E di sicuro non sono l’unica.

***

Il cielo

Da qui si doveva cominciare: il cielo.
Finestra senza davanzale, telaio, vetri.
Un’apertura e nulla più,
ma spalancata.

Non devo attendere una notte serena,
né alzare la testa,
per osservare il cielo.
L’ho dietro a me, sottomano e sulle palpebre.
Il cielo mi avvolge ermeticamente
e mi solleva dal basso.

Perfino le montagne più alte
non sono più vicine al cielo
delle valli più profonde.
In nessun luogo ce n’è più
che in un altro.
La nuvola è schiacciata dal cielo
inesorabilmente come la tomba.
La talpa è al settimo cielo
come il gufo che scuote le ali.
La cosa che cade in un abisso
cade da cielo a cielo.

Friabili, fluenti, rocciosi,
infuocati e aerei,
distese di cielo, briciole di cielo,
folate e cumuli di cielo.
Il cielo è onnipresente
perfino nel buio sotto la pelle.

Mangio cielo, evacuo cielo.
Sono una trappola in trappola,
un abitante abitato,
un abbraccio abbracciato,
una domanda in risposta a una domanda.

La divisione in cielo e terra
non è il modo appropriato
di pensare a questa totalità.
Permette solo di sopravvivere
a un indirizzo più esatto,
più facile da trovare,
se dovessero cercarmi.
Miei segni particolari:
incanto e disperazione.

Wisława Szymborska, da La fine e l’inizio (1993), in La gioia di scrivere – Tutte le poesie (1945-2009), traduzione di Pietro Marchesani.

*ascoltando Claudio Baglioni – Strada facendo https://www.youtube.com/watch?v=TBU55Emimcw


26 giugno 2019

Quanti muri ancora?

 


XX, XI, … secolo:  quando cambierà qualcosa?

***

Scorcio di secolo

Doveva essere migliore degli altri il nostro XX secolo.
Non farà più in tempo a dimostrarlo,
ha gli anni contati,
il passo malfermo,
il fiato corto.

Sono ormai successe troppe cose
che non dovevano succedere,
e quel che doveva arrivare non è arrivato.

Ci si doveva avviare verso la primavera
e la felicità, tra l’altro.

La paura doveva abbandonare i monti e le valli.
La verità doveva raggiungere la meta
prima della menzogna.

Alcune sciagure
non dovevano più accadere,
ad esempio la guerra
e la fame, e così via.

Doveva essere rispettata
l’inermità degli inermi,
la fiducia e via dicendo.

Chi voleva gioire del mondo
si trova di fronte a un’impresa
impossibile.

La stupidità non è ridicola.
La saggezza non è allegra.

La speranza
non è più quella giovane ragazza
et cetera, purtroppo.

Dio doveva finalmente credere nell’uomo
buono e forte
ma il buono e il forte
restano due esseri distinti.

Come vivere? – mi ha scritto qualcuno
a cui io intendevo fare
la stessa domanda.

Da capo, e allo stesso modo di sempre,
come si è visto sopra,
non ci sono domande più pressanti
delle domande ingenue.

Wisława Szymborska (1923, Kórnik, Polonia- 2012), da Gente sul ponte,  in Vista con granello di sabbia, poesie 1957-1993, traduzione di Pietro Marchesani – Adelphi Edizioni, 2009

 

*ascoltando  Bob Dylan –  Blowing in the Wind


5 febbraio 2019

Semplicemente


Il giorno dopo (senza di noi)? Tutto continuerà a scorrere.

***

Il giorno dopo – senza di noi

La mattinata si preannuncia fredda e nebbiosa.
In arrivo da ovest
nuvole cariche di pioggia.
Prevista scarsa visibilità.
Fondo stradale scivoloso.

Gradualmente, durante la giornata,
per effetto di un carico d’alta pressione da nord
sono possibili schiarite locali.
Tuttavia con vento forte e d’intensità variabile
potranno verificarsi temporali.

Nel corso della notte
rasserenamento su quasi tutto il paese,
solo a sud-est
non sono escluse precipitazioni.
Temperatura in notevole diminuzione,
pressione atmosferica in aumento.

La giornata seguente
si preannuncia soleggiata
anche se a quelli che sono ancora vivi
continuerà a essere utile l’ombrello.

Wisława Szymborska (1923 – 2012), da La gioia di scrivere – Tutte le poesie, Adelphi,  traduzione di Pietro Marchesani

 *

Se io dovessi morire –
E tu dovessi vivere –
E il tempo gorgogliasse –
E il mattino brillasse –
E il mezzodì ardesse –
Com’è sempre accaduto –
Se gli Uccelli costruissero di buonora
E le Api si dessero altrettanto da fare –
Ci si potrebbe accomiatarea discrezione
Dalle imprese di quaggiù!
È dolce sapere che i titoli terranno
Quando noi con le Margherite giaceremo –
Che il Commercio continuerà –
E gli Affari voleranno vivaci –
Rende la partenza tranquilla
E mantiene l’anima serena –
Che gentiluomini così brillanti
Dirigano la piacevole scena!

 

If I should die –
And you should live –
And time sh’d gurgle on –
And morn sh’d beam –
And noon should burn –
As it has usual done –
If Birds should build as early
And Bees as bustling go –
One might depart at option
From enterprise below!
Tis sweet to know that stocks will stand
When we with Daisies lie –
That Commerce will continue –
And Trades as briskly fly –
It makes the parting tranquil
And keeps the soul serene –
That gentlemen so sprightly
Conduct the pleasing scene!

Emily Dickinson (1830-1886)

 

°ascoltando The Beach Boys – ‘Til I Die https://www.youtube.com/watch?v=46IQu0yuJzU


2 luglio 2018

Sliding Doors (2)

 

 

I luoghi della probabilità, dell’altrove, del se fossi stato: li hai mai visitati? Quante cose sarebbero potute accadere o non accadere?

(Nasceva oggi, nel 1923, la poetessa polacca Wislawa Szymborska autrice di questa poesia).

***

La stazione

Il mio arrivo nella città di N.
è avvenuto puntualmente.

Eri stato avvertito
con una lettera non spedita.

Hai fatto in tempo a non venire
all’ora prevista.

Il treno è arrivato sul terzo binario.
È scesa molta gente.

L’assenza della mia persona
si avviava verso l’uscita tra la folla.

Alcune donne mi hanno sostituito
frettolosamente
in quella fretta.

A una è corso incontro
qualcuno che non conoscevo,
ma lei lo ha riconosciuto
immediatamente.

Si sono scambiati
un bacio non nostro,
intanto si è perduta
una valigia non mia.

La stazione della città di N.
ha superato bene la prova
di esistenza oggettiva.

L’insieme restava al suo posto.
I particolari si muovevano
sui binari designati.

È avvenuto perfino
l’incontro fissato.

Fuori dalla portata
della nostra presenza.

Nel paradiso perduto
della probabilità.

Altrove.
Altrove.
Come risuonano queste piccole parole.

Wislawa Szymborska, da Vista con granello di sabbia, traduzione di Pietro Marchesani, Adelphi, 1998

 

*ascoltando Nomadi – Il destino https://www.youtube.com/watch?v=e8YavHV5q4Y

30 marzo 2018

Domande

 


Ma è tutto così semplice nei rapporti fra la gente? si chiede la poetessa polacca alla fine di questa poesia. Proprio nulla di semplice in realtà, e quando pensi di avere imparato qualcosa ti rendi conto di essere ancora lì, al primo giorno di scuola.

***

Domande poste a me stessa

Qual è il contenuto del sorriso
e d’una stretta di mano?
Nel dare il benvenuto
non sei mai lontana
come a volte è lontano
l’uomo dall’uomo
quando dà un giudizio ostile
a prima vista?
Ogni umana sorte
apri come un libro
cercando emozione
non nei suoi caratteri,
non nell’edizione?
Con certezza tutto,
afferri della gente?
Risposta evasiva la tua,
insincera,
uno scherzo da niente –
i danni li hai calcolati?
Irrealizzate amicizie,
mondi ghiacciati.
Sai che l’amicizia va
concreata come l’amore?
C’è chi non ha retto il passo
in questa dura fatica.
E negli errori degli amici
non c’era colpa tua?
C’è chi si è lamentato e consigliato.
Quante le lacrime versate
prima che tu portassi aiuto?
Corresponsabile
della felicità di millenni –
forse ti è sfuggito
il singolo minuto
la lacrima, la smorfia sul viso?
Non scansi mai
l’altrui fatica?
Il bicchiere era sul tavolo
e nessuno lo ha notato,
finché non è caduto
per un gesto distratto.

Ma è tutto così semplice
nei rapporti fra la gente?

Wisława Szymborska, da Domande poste a me stessa, 1954, traduzione di Pietro Marchesani

*ascoltando  Ben Harper – Fight Outta You https://www.youtube.com/watch?v=l7CtrYVJrp4s



23 gennaio 2018

Pagine vive

 


Non solo carta con parole scritte sopra

***

Coinquilina poesia

In un’anticamera, meno,
in un disimpegno, esiguo
ma con uso di finestrella
solo mia, abita la mia poesia.
Coinquilina poco prevedibile
quando lei decide (più se piove
che se non piove) io corro
a prendere gomma e matita
e il duetto ha inizio (più se cielo grigio
meno se azzurro), una dà il la
l’altra cancella e scrive
in punta di vita, lapsus volevo dire
in punta di matita.

Vivian Lamarque, da Coinquilina poesia, in Madre d’inverno, Mondadori, 2016

 *

In effetti, ogni poesia

In effetti ogni poesia
potrebbe intitolarsi «Attimo».

Basta una frase
al presente,
al passato o perfino al futuro:

basta che qualsiasi cosa
portata dalle parole
stormisca, risplenda,
voli nell’aria, guizzi nell’acqua,
o anche conservi
un’apparente immutabilità,
ma con una mutevole ombra;

basta che si parli
di qualcuno
o di qualcuno accanto a qualcosa,

di Pierino che ha il gatto
o che non ce l’ha più;

o di altri Pierini
di gatti e non gatti
di altri sillabari

sfogliati dal vento;
basta che a portata di sguardo
l’autore metta montagne provvisorie
e valli caduche;

che in tal caso
accenni al cielo
solo in apparenza eterno e stabile;

che appaia sotto la mano che scrive
almeno un’unica cosa
chiamata cosa altrui;

che nero su bianco,
o almeno per supposizione
per una ragione importante o futile,
vengano messi punti interrogativi,
e in risposta –
i due punti:

Wislawa  Szymborska, da La gioia di scrivere – Tutte le poesie (1945-2009), traduzione di Pietro Marchesani, Adelphi Edizioni

 *

Cambiare il mondo

Invece sì, invece forse sì,
le poesie lo cambieranno un poco
il mondo.
Però tra tanto
tanto di quel tempo
sì me lo sento
che dalle poesie verrà un poco
di cambiamento
ma come un nevicare lento lento lento.

Vivian Lamarque, da Coinquilina poesia, in Madre d’inverno, Mondadori, 2016

°ascoltando Stevie Ray Vaughan – Little Wing
 https://www.youtube.com/watch?v=An4uDegHB8s


19 gennaio 2018

Non dimenticare il biglietto

 


Ti senti mai sul punto di partire, ma non sai per dove? … e poi non sai da quale aeroporto, non possiedi un passaporto, hai perso il bagaglio a mano e hai una paura di volare forse più grande del  caos che ti porti in testa?
Buon viaggio.

 

Prima del viaggio

Di lui si dice: spazio.
È facile definirlo con questa sola parola,
assai più difficile con molte.

Al tempo stesso vuoto e pieno di ogni cosa?
Chiuso ermeticamente, benché aperto,
dato che nulla
può sfuggire a esso?
Dilatato all’infinito?
Ma se ha una fine,
con cosa, diamine, confina?

Sì, sì, d’accordo. Ma ora dormi.
È notte e domani ti aspettano cose più urgenti,
perfette per la tua misura definita:
toccare oggetti collocati vicino,
lanciare occhiate a una distanza voluta,
ascoltare voci accessibili all’orecchio.

E in più questo viaggio dal punto A al punto B.
Decollo alle 12.40, ora locale,
e il volo sopra matasse di nubi del posto
lungo una sottile striscia di cielo,
una qualunque, all’infinito.

Wislawa Szymborska, da La gioia di scrivere – Tutte le poesie (1945 – 2009),
a cura di Pietro Marchesani,  Adelphi Editore

* ascoltando Pink Floyd  – Learning to Fly https://www.youtube.com/watch?v=nVhNCTH8pDs

 

15 gennaio 2018

Rimedi diversi

 

Quale sarà il rimedio giusto?

 

Foglietto illustrativo

Sono un tranquillante,
Agisco in casa,
funziono in ufficio,
affronto gli esami,
mi presento all’udienza,
incollo con cura le tazze rotte –
devi solo prendermi,
farmi sciogliere sotto la lingua,
devi solo mandarmi giù
con un sorso d’acqua.

So come trattare l’infelicità,
come sopportare una cattiva notizia,
ridurre l’ingiustizia,
rischiarare l’assenza di Dio,
scegliere un bel cappellino da lutto.
Che cosa aspetti –
fidati della pietà chimica.

Sei un uomo (una donna) ancora giovane,
dovresti sistemarti in qualche modo.
Chi ha detto che la vita va vissuta con coraggio?

Consegnami il tuo abisso –
lo imbottirò di sonno.
Mi sarai grato (grata) per la caduta in piedi.

Vendimi la tua anima.
Un altro acquirente non capiterà.

Un altro diavolo non c’è più.

Wislawa Szymborska, da La gioia di scrivere – Tutte le poesie (1945-2009), traduzione di Pietro Marchesani

             *

Scrivi, scrivi;
se soffri, adopera il tuo dolore:
prendilo in mano, toccalo,
maneggialo come un mattone,
un martello, un chiodo,
una corda, una lama;
un utensile, insomma.
Se sei pazzo, come certamente sei,
usa la tua pazzia: i fantasmi
che affollano la tua strada
usali come piume per farne materassi;
o come lenzuoli pregiati
per notti d’amore;
o come bandiere di sterminati
reggimenti di bersaglieri.

Giorgio Manganelli, da Poesie, Crocetti, 2006

*ascoltando Pink Floyd – Comfortably Numb https://www.youtube.com/watch?v=_FrOQC-zEog


10 gennaio 2018

Nulla ci è dovuto



Niente ci è dovuto. Nulla è così scontato come (non) pensiamo.

***

Disattenzione

Ieri mi sono comportata male nel cosmo.
Ho passato tutto il giorno senza fare domande,
senza stupirmi di niente.

Ho svolto attività quotidiane,
come se ciò fosse tutto il dovuto.

Inspirazione, espirazione, un passo dopo l’altro, incombenze,
ma senza un pensiero che andasse più in là
dell’uscire di casa e del tornarmene a casa.

Il mondo avrebbe potuto essere preso per un mondo folle,
e io l’ho preso solo per uso ordinario.

Nessun come e perché –
e da dove è saltato fuori uno così –
e a che gli servono tanti dettagli in movimento.

Ero come un chiodo piantato troppo in superficie nel muro
oppure
(e qui un paragone che mi è mancato).

Uno dopo l’altro avvenivano cambiamenti
perfino nell’ambito ristretto d’un batter d’occhio.

Su un tavolo più giovane da una mano d’un giorno più giovane
il pane di ieri era tagliato diversamente.

Le nuvole erano come non mai e la pioggia era come non mai,
poiché dopotutto cadeva con gocce diverse.

La terra girava intorno al proprio asse,
ma già in uno spazio lasciato per sempre.

È durato 24 ore buone.
1440 minuti di occasioni.
86.400 secondi in visione.

Il savoir-vivre cosmico,
benché taccia sul nostro conto,
tuttavia esige qualcosa da noi:
un po’ di attenzione, qualche frase di Pascal
e una partecipazione stupita a questo gioco
con regole ignote.

Wislawa Szymborska, da La gioia di scrivere – Tutte le poesie (1945-2009), traduzione di Pietro Marchesani, Adelphi Edizioni

°ascoltando Jethro Tull – Bourée
https://www.youtube.com/watch?v=N2RNe2jwHE0


9 gennaio 2018

Non troppo azzurro


Un cielo completamente limpido è bello, certo, ma un cielo con le nuvole non sarà mai uguale a un altro.  Poi, a pensarci bene, un cielo tuttoazzurro ti fa quasi sentire in colpa, se non ti senti  azzurro come lui, mentre le nuvole ti consentono anche un po’ d’ombra.

***

Nuvole

Dovrei essere molto veloce
nel descrivere le nuvole –
già dopo una frazione di secondo
non sono più quelle, stanno diventando altre.
La loro caratteristica è
non ripetersi mai
in forme, sfumature, pose e disposizione.
Non gravate della memoria di nulla,
si librano senza sforzo sui fatti.
Ma quali testimoni di alcunché –
si disperdono all’istante da tutte le parti.
In confronto alle nuvole
la vita sembra solida,
pressoché duratura e quasi eterna.
Di fronte alle nuvole
perfino un sasso sembra un fratello
su cui si può contare,
loro invece sono solo cugine lontane e volubili.
Gli uomini esistano pure, se vogliono,
e poi uno dopo l’altro muoiano,
loro, le nuvole,
non hanno niente a che vedere
con tutta questa faccenda
molto strana.
Al di sopra di tutta la tua vita
e della mia, ancora incompleta,
sfilano fastose così come già sfilavano.
Non devono insieme a noi morire,
né devono essere viste per fluttuare.

Wislawa Szymborska, da La gioia di scrivere – Tutte le poesie (1945-2009), traduzione di Pietro Marchesani, Adelphi

°ascoltando  Pink Floyd – Obscured By Clouds https://www.youtube.com/watch?v=16V-wNwlTw0

 

5 gennaio 2018

Attimi

 


Nella vita di ognuno ci sono stati o ci saranno, prima o poi, degli attimi bellissimi. Rimarranno anche singoli attimi, appunto, ma ci terranno per sempre compagnia.

***

Attimo

Cammino sul pendio d’una collina verde.
Erba, tra l’erba fiori
come in un quadretto per bambini.
Il cielo annebbiato, già tinto d’azzurro.
La vista si distende in silenzio sui colli intorno.

Come se qui mai ci fossero stati cambriano e siluriano,
rocce ringhianti l’una all’altra,
abissi gonfiati,
notti fiammeggianti
e giorni nei turbini dell’oscurità.

Come se di qua non si fossero spostate le pianure
in preda a febbri maligne,
brividi glaciali.

Come se solo altrove fossero ribolliti i mari
e si fossero rotte le sponde degli orizzonti.

Sono le nove e trenta, ora locale.
Tutto è al suo posto e in garbata concordia.
Nella valletta un piccolo torrente in quanto tale.
Un sentiero in forma di sentiero da sempre a sempre.
Un bosco dal sembiante di bosco pei secoli dei secoli, amen,
e in alto uccelli in volo nel ruolo di uccelli in volo.

Fin dove si stende la vista, qui regna l’attimo.
Uno di quegli attimi terreni
che sono pregati di durare.

Wislawa Szymborska, da Attimo (2002), in La gioia di scrivere – Tutte le poesie (1945-2009), traduzione di Pietro Marchesani, Adelphi Editore

 

°ascoltando Nick Drake – From The Morning https://www.youtube.com/watch?v=Q2JjJPDz3EE



3 gennaio 2018

L’ombra

 

Chissà se almeno la nostra ombra è un po’ soddisfatta di chi la fa muovere.

***

L’ombra

La mia ombra è come un buffone
dietro la regina. Quando lei si alza,
il buffone sulla parete balza
e sbatte nel soffitto col testone.

Il che forse a suo modo duole
nel mondo bidimensionale. Forse
al buffone non va la mia corte
e preferirebbe un altro ruolo.

La regina si sporge dal balcone
e lui dal balcone salta giù.
Così hanno diviso ogni azione,
però a uno ne tocca assai di più.

Quel rozzo si è preso il gesto liberale,
il pathos con la sua impudenza
e tutto ciò per cui non ho la forza
corona, scettro, manto regale.

Lieve sarò, ah, nell’agitare il braccio,
ah, lieve nel voltare il capo,
sire, nell’ora del nostro commiato,
sire, alla stazione ferroviaria.

Sire, in quel momento sarà il buffone
a sdraiarsi sui binari alla stazione.

Wislawa Szymbrska, da Sale, in La gioia di scrivere – Tutte le poesie (1945-2009), traduzione di Pietro marchesani, Adelphi

 

°ascoltando Mike Oldfield – Shadow On The Wall
https://www.youtube.com/watch?time_continue=14&v=_euDhMDDRq4