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2 luglio 2018

Sliding Doors (2)

 

 

I luoghi della probabilità, dell’altrove, del se fossi stato: li hai mai visitati? Quante cose sarebbero potute accadere o non accadere?

(Nasceva oggi, nel 1923, la poetessa polacca Wislawa Szymborska autrice di questa poesia).

***

La stazione

Il mio arrivo nella città di N.
è avvenuto puntualmente.

Eri stato avvertito
con una lettera non spedita.

Hai fatto in tempo a non venire
all’ora prevista.

Il treno è arrivato sul terzo binario.
È scesa molta gente.

L’assenza della mia persona
si avviava verso l’uscita tra la folla.

Alcune donne mi hanno sostituito
frettolosamente
in quella fretta.

A una è corso incontro
qualcuno che non conoscevo,
ma lei lo ha riconosciuto
immediatamente.

Si sono scambiati
un bacio non nostro,
intanto si è perduta
una valigia non mia.

La stazione della città di N.
ha superato bene la prova
di esistenza oggettiva.

L’insieme restava al suo posto.
I particolari si muovevano
sui binari designati.

È avvenuto perfino
l’incontro fissato.

Fuori dalla portata
della nostra presenza.

Nel paradiso perduto
della probabilità.

Altrove.
Altrove.
Come risuonano queste piccole parole.

Wislawa Szymborska, da Vista con granello di sabbia, traduzione di Pietro Marchesani, Adelphi, 1998

 

*ascoltando Nomadi – Il destino https://www.youtube.com/watch?v=e8YavHV5q4Y

20 settembre 2016

Le altre vite

 


C’è un incontro fissato,
ancora senza ora e senza data,
per trovarci,
io sarò lì, puntuale,
non so tu. (Julio Cortazàr)

 A me par, vivendo questa mia
Povera vita, un’altra rasentarne
Come nel sonno, e che quel sonno sia
La mia vita presente. (Camillo Sbarbaro)

 

 

Le altre vite. Quelle precedenti, quelle future, quelle intraviste, quelle non cercate. Le altre.

                                                       **


Di nuovo gli astri d’amore traversano
lucidi sulle nostre teste opache
là dove noi scendiamo inconsapevoli
su opposte rive. E appare naturale
non averti veduta mai né udita
ed affliggerti in una luce antica.

Desiderio o rimpianto? Desiderio
e rimpianto, una sola febbre amara.
Raggiava nel cristallo un vino astrale,
un sole fuso che bevevi a sorsi
e fissavi la dura cecità del paesaggio.

Mario Luzi, da Quaderno gotico, Firenze, 1947

 

Questa catena di ferro
che tanto pesa, è leggera
a portarsi e non la sento.
C’è un’altra catena fatta
di onde, di terre e di venti,
di risate e di sospiri,
che mi lega non so dove,
mi soggioga a quel padrone
sconosciuto, a quel padrone…

Pedro Salinas, da Presagi, Passigli Editori, Traduzione di Valerio Nardon.

 

°ascoltando Un’altra vita – Paolo Conte

 

Ipotesi di percorso

  (Perdersi tra l'argento degli ulivi mi sembra un bellissimo programma) ***   Dobbiamo cercare sepolture nel volo delle rondini i...