Visualizzazione post con etichetta Ted Hughes. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Ted Hughes. Mostra tutti i post

1 ottobre 2024

"... e si chiamava autunno"

 

 

Che cosa farai con i tuoi giorni d'autunno?

 Hai già programmi o improvvisi momento per momento?

(Io la seconda)

***



E venne il giorno

 

E venne il giorno che prese l'estate

e le tirò il colllo

la spennò e e se la mangiò.


E adesso con gli alberi che ci faccio?

disse il giorno, disse il giorno.

Spogliali ignudi, spogliali ignudi.

Cosa c'è veramente sotto così dischiudi.


E con il sole, cosa ne faccio?

disse il giorno, disse il giorno.

Finché non è freddo e piccolino, fallo ruzzolare.

Poi tornerà riposato, se proprio vuol tornare.


E degli uccelli, cosa me ne faccio?

disse il giorno, disse il giorno.

Li ho già spaventati io, lo svolazzo comincia,

appenderò fuori il grasso per la coraggiosa cincia.


E con i semi, cosa ci devo fare?

disse il giorno, disse il giorno.

Mettili sottoterra, vediamo se son degni.

Vediamo come se la cavano in quei regni.


E con la gente come mi devo comportare?

disse il giorno, disse il giorno.

Rimpinzali di torte di mele e crostate di more...

La gente mi adorerà fino al giorno che muore.


E venne questo giorno e si chiamava autunno.

La sua bocca era larga

e rossa come un tramonto.

E per coda aveva un ghiacciolo.

 

Ted Hughes (1930-1998), da Il borsellino della sirena e altre poesie, Mondadori, 2024, traduzione di Riccardo Duranti

 

°ascoltando Miles Davis - Autumn Leaves - https://www.youtube.com/watch?v=rFbQOB2UMVk


19 gennaio 2024

Il pensiero volpe

 


Nel testo che segue, l’autore paragona l’arrivo del pensiero poetico all’incedere misterioso e inarrestabile di un animale selvatico.
Tu a che cosa paragoneresti l’ultima intuizione o idea creativa che ti ha fatto visita?

***

 

Immagino la foresta a mezzanotte:
qualcos’altro è vivo
oltre la solitudine dell’orologio
e questa pagina bianca dove si muovono le mie dita.

Non vedo stelle dalla finestra:
qualcosa di più prossimo
seppure più profondo nella tenebra
sta penetrando la solitudine:

freddo, delicatamente come la neve scura,
il naso di una volpe tocca un ramoscello, una foglia;
due occhi seguono in movimento che ora
e ora di nuovo, e ora, e ora

stampa nitide impronte sulla neve
fra gli alberi, e con cautela l’ombra distorta di un corpo
avanza lentamente presso un ceppo
e baldanzoso nel vuoto viene

attraverso radure, un occhio,
spalanca il suo profondo verde,
brillante, concentrato,
va intorno come niente fosse
finché, con guizzante caldo penetrante odore di volpe
entra nel buco nero della mente.

Ancora senza stelle è la finestra; l’orologio ticchetta,
la pagina è pronta.

Ted Hughes (Mytholmroyd, Regno Unito, 1930-1998), da Poesie, Mondadori, 2008,

°ascoltando Tangerine Dream – Tangramhttps://www.youtube.com/watch?v=iQpAJUZeIAY