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18 aprile 2025

"Camminando nella bufera"

 


Quei sogni in cui ci sembra di camminare con una fatica sovrumana – senza tuttavia riuscire ad avanzare spesso nel buio totale, a volte anche inseguiti da qualcosa o da qualcuno, quei sogni in cui non ci sono soluzioni, quelli insomma che ci fanno svegliare di colpo… quei sogni lì: avranno qualcosa da dirci? ma che cosa?

***

 

Sogno numero due:

camminando nella bufera

mi preparo a rabbrividire

abbasso lo sguardo,

che sia asfalto,

conduco i miei passi nel nero

come a un addestramento

per scandagliare fondali

oltre la luce delle torce.

Custodisco la neve

fino all’alba

con lo sforzo di un violino

a riposo.

 

Chandra Livia Candiani, da Testimoni glaciali, in La domanda della sete. 2016-2020, Einaudi, 2020

 

°ascoltando Andwella - Shadow Of The Night - https://www.youtube.com/watch?v=pNnMzTfRH1c

15 aprile 2025

Intrecciare fili


A volte restare dentro noi stessi, in silenzio, ci aiuta a capire un poco gli intrecci di ciò che abbiamo vissuto. E forse anche di quello che non abbiamo vissuto.

 

 

Pochissimo
pochissimo mondo esterno
oggi
ma nella cura silenziosa di ogni cosa
posso intrecciare fili
delle conseguenze.

Chandra Livia Candiani, da La domanda della sete. 2016-2020, Einaudi, 2020

 

°ascoltando Emerson, Lake & Palmer - Two Part Invention in D Minor - https://www.youtube.com/watch?v=JOXS4moYZ2c


12 aprile 2025

“ (…) lascio essere me all’aria aperta”

 


“Allora sì allora adesso/esco e danzo danzo come matta/e lascio essere me all’aria aperta”: bellissimo questo intento di esistenza...

Le poesie andrebbero sempre interpretate liberamente, seguendo quello che le parole risvegliano in ognuno, e a me questa poesia  suggerisce due percorsi: 1- l’io lirico chiede a sé stesso, che  ancora non sa riconoscere, se sente la sua mancanza; 2 - l’io lirico chiede a qualcuno che ancora non conosce (ma diverso da sé stesso)  se sente la sua mancanza.  Quale tra questi, o quale tra altri eventuali percorsi (di ricerca), ti risuona di più?

***


E se non mi fossi ancora

in te imbattuta? se tu non,

se tu mai, se tu perduto

indirizzo?

Se fossi troppo bene travestito

in altro da te, in giostra e ottovolante,

in gonna e camicetta, in calice sul banco,

in sguardi e unghie della fame?

Se tu all’angolo o sotto l’asfalto,

se tu sete di sé smarrita

tra gambe della scrivania

soffocata di schiuma

sotto il rasoio del barbiere,

se aperta finestra e tende bianche

al vento, se tu improvvisazione

d’abbraccio e.

Allora sì allora adesso

esco e danzo danzo come matta

e lascio essere me all’aria aperta

come ferita di guerra

che si asciuga al sole

sopra spiaggia dello scampo,

come ferita che sboccia

albero frondoso con uccelli

tanti

intenti a loro vita

intenti al compito felice

incuranti di essere

soli al mondo

senza anima viva.

Io

ti manco?

 

Chandra Livia Candiani, da La bambina pugile Ovvero La precisione dell’amore, Einaudi, 2014

 

°ascoltando John Frusciante -  Before The Beginning - https://www.youtube.com/watch?v=J76MeYAGaH8

22 febbraio 2025

Come il pane




 (Inoffensivi, come il pane che riposa)

***

 

Per non farti male
il pane
lievita taciturno
buio.
Per non farti male
la luce
vela di bianco
il tappeto a tinte
troppo intense.
Per non farti male
piego le lenzuola
con gli angoli all'interno
e non c'è fruscio
che non copra
con palate di terra.
Di silenzio.
Perdo oggetti ovunque
semino smarrimenti.
Per non farti

male.
Sei bussola rovente
sotto il rumore dei remi.
Della stessa sostanza
della solitudine
sei.

 

Chandra Livia Candiani, da La bambina pugile ovvero La precisione dell’amore, Einaudi, 2014

°ascoltando Vashti Bunyan - 17 Pink Sugar Elephants - https://www.youtube.com/watch?v=BgYvR4rzQ-0

 

18 febbraio 2025

Tutto molto bello

 

 
 (... però copriti, che fa freddo)
 
***
             

Ti guardo dalla finestra:
semini bellezza che respira
tinta che fa
ondeggiante il mondo,
intimo l’aperto,
sorridi mentre corri,
lunga e distesa
cadi e sei silenzio.
Come è sonora
la tua mutezza,
articola un bene
che è equanime accoglienza
senza altra scelta bene
tutto bene
senza possibilità d’altro.
Contatto avvenuto contatto.

Chandra Livia Candiani, da La bambina pugile, ovvero La precisione dell’amore, Einaudi, 2014

°ascoltando Neil Young - Winter Winds - https://www.youtube.com/watch?v=5-SlWgMnC_0

1 settembre 2024

Il bosco tace, ma non del tutto...

 

(Il bosco tace, ma se ascolti bene ti regala parole bellissime)

***

Vado al bosco per perdonare le parole,
come nella stanza di un bambino che dorme,
in punta di piedi con la sobria sollecitudine
nelle suole del passo provvisorio.
Funambole parole sono rimaste impigliate
nella mia mente di vetro e spugna,
affondate o trasparenti.
Il bosco tace, sono la sua audace allieva,
ascolto il biasimo per il brusio di vespa
che mi segue nell’inoltrarmi.
Disciplina della scomparsa.
Passo, silenzio, passo, silenzio,
fino all’asino bianco.
Quando appare fiabesco tra gli alberi
si ferma la mente e il cuore devoto
detta l’esatta falcata al corpo in festa.
L’asino bianco appare oggi
scompare domani, riappare giorni dopo,
perdendo il tempo, mi addestra
alla ritmica imprevedibile della fiducia.

Chandra Candiani, da Estate, in Pane del bosco – 2020-2023, Einaudi, 2023, p. 10

°ascoltando Our Brother, The Native – “Untitled”
https://www.youtube.com/watch?app=desktop&v=mRs8B-B-ssg

25 luglio 2024

Esserci senza esserci



    

 

 

           (Sogni di leggerezza)

                             

Ogni giorno sono meno consistente
svanisco un pochino ogni volta
che mi inoltro tra gli alberi,
comincia dai capelli e finisce con le api,
su in alto tra le acacie
la continua orchestra di motori
da fiori a miele,
e quando sarà miele
sarò così inconsistente
da far invidia
ai fili d’erba.

Chandra Candiani, da Estate, in Pane del bosco, Einaudi, 2023, p. 13

 

°ascoltando Explosions In The Sky – Remember Me As A Time Of Day 


1 giugno 2024

La poesia (forse) è (anche)…

 




… nuotare (senza paura) in un mare di “Non so”

 ***

La poesia è una forza sovversiva della parola, in questa epoca dove la parola è in via d’estinzione e lascia spesso posto solo alla chiacchiera o alla didattica, la poesia sa condurre nel territorio del non so, costringe all’intimità con il non conosciuto, con la domanda che non chiede risposte ma scommesse, rivoluzioni di senso, mappe non lineari. Risponde alla paura contemporanea del vuoto, quel vuoto fecondo che promette l’incontro con l’altro, lo spazio tra me e te in cui potersi emozionare. E questa paura del vuoto è forse tutt’uno con la paura dell’intimità. E cosa crea più intimità della parola viva?

Chandra Livia Candiani, da Quando la paura bussa, apri, in Il silenzio è cosa viva – L’arte della meditazione, Einaudi, 2018

°ascoltando AIR – Le voyage de Pénélope –  https://www.youtube.com/watch?v=y0ErSht3SKw


2 ottobre 2023

Foglie (e pensieri)

 


. . . è tempo di lasciare andare.

***

 

Avanza autunno
ah questa sciocca idea
di dover sempre imparare qualcosa.
Guardo senza osservare
mi sfoglio mi slego
impallidisco tremo
e tremando volteggio.
Come l’albero tratta le sue foglie
così tratto i miei pensieri.

Chandra Candiani, da Pane nel Bosco, 2020-2023, Einaudi, 2023, p. 59

°ascoltando Erik Satie, Petite Ouverture à Danser, 1897, https://www.youtube.com/watch?v=T_LRcaxvhGo

 


23 settembre 2023

Il canto stonato

 


(Un canto stonato è pur sempre un canto)

 

Appoggi cosa su cose
ti stendi per vedere
senza disturbare
il picchio muratore
che mangia semi
sul davanzale della cucina
lavi tazza piatto posate
studi i voli bassi
delle rondini, le avverti
delle auto incuranti
verso gli esseri leggeri,
le leggi non gravi,
annoti mutamenti climatici
fasi lunari che legano
i sogni agli incubi
decifrano i passaggi,
non sai niente
canti stonata per gli asini.

Chandra Candiani, da Primavera, in Pane del bosco. 2020-2023, Einaudi 2023, p.114

°ascoltando Sigur Rós – “Untitled 4” – https://www.youtube.com/watch?v=4cffzyPQcGs


28 maggio 2023

“Semi di parole”

 


Bella questa speranza-preghiera…

***

 

Il nome è un soffio
viene dal fulmine raggiante
dalle mani della terra
dal fuggiasco vento
è un canto un urlo
è un seme
una preghiera
un antenato.
Gli antenati ci danno le parole
le mettono dentro di noi
di voce in voce dentro,
così possiamo cadere e rialzarci.
Le mettono dentro gli alberi
così fioriscono,
dentro le notti
e così sorgono le vigilanti.
Prego di aver sempre
semi di parole
da spargere e da sbocciare
nel caldo di me
nei grovigli degli altri.

Chandra Livia Candiani, da La domanda della sete. 2016-2020, Einaudi

°ascoltando  Sigur Ros – Hoppipolla

https://www.youtube.com/watch?v=pf4YyRiYPmg