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7 ottobre 2024

Per la pace di tutti




 

Preghiera al dio della quiete

Voglio stendermi su un letto
sedermi su una sedia

fermarmi su un suolo
che non si muovano

Nostalgia della calma
Elogio della fissità

Non parlo del riposo dei morti
Parlo della pace dei vivi

Signore della quiete
placa l’ira dei mostri che abitano
le viscere della Terra

Infondi a loro il sonno
Fai che s’addormentino in silenzio

E soprattutto Signore
che non tornino a svegliarsi
nei secoli dei secoli

Óscar Hahn (Cile, 1938), da Tutte le cose scivolano, Raffaelli Editore, 2015, traduzione di Gianni Darconza

 

°ascoltando  Joe Hisaishi –The Lost Paradise https://www.youtube.com/watch?v=bae1XYLvmSo


7 agosto 2024

Oltre l’apparenza



Ci credi agli incantesimi?

***

Incantesimo

Che quella strega mi abbia fatto un incantesimo
per gelosia dispetto o vendetta
tramutando la mia forma fisica
non vuole per nulla dire
che abbia alterato anche la mia anima

Qualunque sia l’apparenza
sotto la quale mi presento al mondo
chiedo compassione per me
che sia rospo che salta dalla sua pozza
ragno che sale su per il muro
o pennuto che scrive questi versi

Óscar Hahn (Cile, 1938), da Scintillii in uno specchio rotto, Raffaelli Editore, 2016, traduzione di Gianni Darconza

 

 °ascoltando  AC/DC – Witch’s Spell https://www.youtube.com/watch?v=bvt3pmdehO8


12 marzo 2024

Due alberi?

 


Oltre a un immaginario dialogo tra due persone, questa poesia mi fa pensare anche a un (altrettanto immaginario) dialogo tra due alberi, poco prima della primavera, nell’attesa di rivedere i fiori l’uno dell’altro. Chi sorriderà per primo?

***

Nessun posto è qui o lì
Ogni luogo è proiettato dall’interno
Ogni luogo è sovrapposto allo spazio
Ora sto creando un punto all’esterno
sto cercando di metterlo qui in alto
sopra lo spazio dove non sei
per vedere se da tanto sforzo sì da tanto sforzo
tu appari sorridendo un’altra volta
Appari qui appari senza timore
e da fuori entra qui
e usa abbastanza forza abbastanza forza
per vedere se appaio ancora se appaio ancora
se riappariamo entrambi tenendoci per mano
nello spazio
dove coincidono
tutti i nostri luoghi

Óscar Hahn (1938, Cile), da Mal d’amore, Raffaelli Editore, traduzione di Gianni Darconza

 

°ascoltando . René Aubry – Après La Pluiehttps://www.youtube.com/watch?v=sK2v4GrASjw&t=115s


2 aprile 2023

Domande difficili

 


(Che cosa risponderà l’anima?)

 

Il corpo chiede all’anima

Ti ricorderai di me quando morirò?
Ti ricorderai la faccia che avevi
quando abitavi la mia carne ed ero
dimora delle tue notti e dei giorni?
 
Liberata dal tempo e dallo spazio
in quale momento ti mancherò?
e in quale luogo ricorderai piano
l’amore con il suo miele e i veleni?
 
Anima che ti dissolvi del tutto
quando persa nell’incommensurabile
mi sognerai io non sarò che cenere
 
Rimpiangerai questo cuore di fango
e anelerai lasciva e remissiva
di essere ancora materia caduca

Óscar Hahn (Cile, 1938), da Tutte le cose scivolano, Raffaelli Editore, 2015, traduzione di Gianni Darconza

°ascoltando  Detektivbyrån – Life/Universe – https://www.youtube.com/watch?v=82NXtraD7kg




24 luglio 2019

Nello specchio


La memoria degli specchi

Su questo specchio appeso
nel bagno della mia stanza
lei si pettinò una notte
prima di andarsene per sempre

Ora mi chiedo se la sua immagine
non sarà rimasta intrappolata nello specchio
come la giovane che si pettina
nel quadro di Renoir

Giorno dopo giorno la cerco
tra gli angoli argentati
ma l’unica cosa che ritrovo
è il riflesso di quel letto vuoto

Di quella notte mi rimangono
due suoi capelli
arrotolati nella mia spazzola
e la triste constatazione del fatto
che gli specchi non hanno memoria

*

La memoria de los espejos

En este espejo que cuelga
en el baño de mi dormitorio
ella se peinó una noche
y después se fue para siempre

Ahora me pregunto si su imagen
habrá quedado presa en el espejo
como la joven que se peina
en el cuadro de Renoir

Día a día la busco
por los rincones del azogue
pero lo único que encuentro
es el reflejo de la cama vacía

De esa noche sólo me quedan
dos cabellos suyos
enredados en mi cepillo
y la triste certeza
de que los espejos no tienen memoria

Oscar Hahn (Iquique, Cile, 1938), da La memoria degli specchi e altre poesie (La memoria de los espejos y otros poemas), Raffaelli Editore, traduzione di Gianni Darconza

°ascoltando Andy Timmons – A Night To Remember -  https://www.youtube.com/watch?v=Z6SYLV_CVZg



6 giugno 2019

Prima o poi

 

“Si placheranno i venti che ti abbattono (…)”

***

Il dolente

Passerà questo tempo come passano
tutti i giorni orribili della vita
Si placheranno i venti che ti abbattono
Stagnerà il sangue della tua ferita

L’anima errante tornerà al suo nido
Quel che ieri si perse sarà trovato
Il sole senza macchia concepito
uscirà di nuovo nel tuo costato

E dirai al mare: Come ho potuto
annegato senza bussola e smarrito
giungere al porto con le vele rotte?

E una voce ti dirà: Non comprendi?
Lo stesso vento che ha rotto le navi
è quello che fa volare i gabbiani

Óscar Hahn (1938, Cile), da Mal d’amore, Raffaelli Editore,  traduzione di Gianni Darconza

*ascoltando Van Halen – Jump  https://www.youtube.com/watch?v=T2UPhGspjDQ


19 febbraio 2019

Una storia di numeri

 

 

L’amore o la matematica: che cos’è più difficile da comprendere?

***

Scritto con il gesso

Uno dice a Zero che non esiste il nulla
Zero replica che neppure Uno esiste
perché l’amore ci dà la stessa indole

Zero più Uno siamo Due gli dice
e se ne vanno per la lavagna tenendosi per mano

Due si baciano sotto i banchi
Due sono Uno vicino al cancellino nascosto
e Uno è Zero la mia vita

Dietro ogni grande amore il nulla è in agguato.

*

Escrito con tiza

Uno le dice a Cero que la nada existe
Cero replica que uno tampoco existe
porque el amor nos da la misma naturaleza

Cero mas Unos somos Dos le dice
y se van por el pizarrón tomados de la mano

Dos se besan debajo de los pupitres
Dos son Uno cerca del borrador agazapado
y Uno es Cero mi vida

Detrás de todo gran amor la nada acecha.

Óscar Hahn (1938, Cile)

 

°ascoltando Radiohead – 2+2=5  https://www.youtube.com/watch?v=c6GO7c-zO6E


13 giugno 2018

Istantanea della mancanza

 

È una poesia o una fotografia?

***

Cena intima

Guardo dalla finestra nella notte
Guardo il parcheggio del palazzo

Vedo due luci che entrano
E si fermano di fianco alla mia auto

Accendo con attenzione le candele
e metto la tua canzone favorita

Però nessuno bussa alla porta

Nessuno bussa alla porta

***

Miro por la ventana en la noche
Miro el estacionamiento del edificio

Veo dos luces que entran
y se detienen junto a mi auto

Prendo con cuidado las velas
y pongo tu canción favorita

Pero nadie golpea la puerta

nadie golpea la puerta

Óscar Hahn (Chile, 1938), traduzione da Centro Cultural Tina Madotti Caracas https://cctm.website/oscar-hahn-chile-2/

 

°ascoltando Elmore James – The Sky Is Crying https://www.youtube.com/watch?v=u7ZC-kv8THk


 

20 aprile 2018

Attimi

 

Questione di attimi?

***

Il contatto

Semplicemente lo voglio dire.
È stato un contatto casuale
e anche un sorriso.
Nulla più. Ma ancora
ne scaturiscono giorni quasi
la terra dondolasse appesa a
un grande ombrello di seta blu.

Christoph Wilhelm Aigner (Wels, 1954), da Nuove poesie d’amore, Crocetti, traduzione di Riccarda Novello

 

            *

In una stazione del metrò

Sventurati quelli che hanno scorto
una ragazza nel metrò
e si sono innamorati di colpo
e l’hanno seguita impazziti
e l’hanno persa per sempre tra la folla.
Perché saranno condannati
a vagare senza meta per le stazioni
e a piangere sulle canzoni d’amore
che i musicisti ambulanti intonano nei tunnel.

E forse l’amore non è che questo:
una donna o un uomo che scende da un vagone
in una stazione del metrò
e brilla per pochi secondi
e si perde senza nome nella sera.

Óscar Hahn (Iquique, Cile, 1938)

*ascoltando Jamaes Blunt – You’re Beautiful https://www.youtube.com/watch?v=oofSnsGkops

 


16 febbraio 2018

 

Particolare da Il bacio di Gustav Klimt, 1907-08, Österreichische Galerie Belvedere di Vienna

Non c’è sempre e solo pensiero etereo nelle poesie, molto spesso prende voce anche il corpo con la sua sensualità.

***

Due corpi fronte a fronte
sono a volte due onde
e la notte l’oceano.

Due corpi fronte a fronte
sono a volte due pietre
e la notte deserto.

Due corpi fronte a fronte
sono a volte radici
nella notte allacciate.

Due corpi fronte a fronte
sono a volte due lame
e la notte baleno.

Due corpi fronte a fronte
son due stelle cadenti
nel firmamento vuoto.

Octavio Paz (Città del Messico,  1914 – Città del Messico, 1998), traduzione di Maria Pia Lamberti, dalla rivista “Poesia”, Anno IX, Novembre 1996, N. 100, Crocetti Editore

 *

La tua mano, lasciala andare
sulla mia pelle, vieni vicino
ché il bene che nasce vedendoti,
vedendoti cresce nello smalto
dei tuoi occhi;
nel cuore dei miei occhi, amore,
vieni qui sebbene umore,
amore, non so cosa confonda,
i capelli che ti pettinano l’arco della schiena nuda
come la verità senza vergogna
o l’esserti qui
vita in vita che si arroventa in vita
testa con testa, capello con capello
carne sangue seme per te
maturata d’amore col maturare della luna
cresciuta in me per maturare l’amore;
 
vieni qui
che io vorrei per te la parola piú alta,
alta in questo maltempo d’inverno
come il primo grido della primavera cruda,
ma tu vieni qui lo stesso, la verità è dentro i bambini,
carne che arde.

                                             _ _ _

La tô man, lassile lâ su la mê
piel, ven dongje che il ben ch’al nas viodinti
viodinti al cres tal lustri dai tiei vôi
tal cûr dai miei vôi, amôr,
ven chì siben che umôr
amôr no sai ce ch’al confont,
i cjavêi ch’a ti petenin l’arc da la schene nude
come la veretât cence vergogne
o il jessiti achì
vite in vite che s’imburìs in vite
cjâf cun cjâf cjavêl cun cjavêl
cjar sanc semence par te
maduride d’amôr cul madurî de lune
cressude in me par madurî l’amôr;

ven chì
ch’o volarès par te la peraule plui alte
alte in chest maltimp d’unvier
come il prin crît de primevere crude
ma tu ven chì distès, la veretât e je intai fruts,
cjar incandive.

Pierluigi Cappello, da Amors, in Azzurro Elementare, 2013

 *

Il lenzuolo di sopra

Mi sono messo, piegato con cura
tra la biancheria dell’armadio
Hai tolto le lenzuola per il letto
e mi hai steso come lenzuolo di sopra
Sei scivolata sotto
e ti ho coperta centimetro per centimetro
Poi ci ha travolto l’uragano
e siamo caduti ansimanti nell’occhio del ciclone
Adesso giaci sudata
con lo sguardo fisso al soffitto
e il lenzuolo di sopra ancora impigliato tra le tue gambe.

Óscar Hahn (Iquique, 1938), da Mal de amor, 1981

 

*ascoltando Elmore James – Make A Little Love https://www.youtube.com/watch?v=KsfOpdp4r6Q


3 febbraio 2018

Senza carrello

 


Due istantanee di consumismo differente.

***

Società dei consumi

Camminiamo mano nella mano nel supermercato
tra le file di cereali e detersivi

Procediamo di scaffale in scaffale
fino a raggiungere i barattoli di conserva

Esaminiamo il nuovo prodotto
pubblicizzato dalla televisione

E all’improvviso ci guardiamo negli occhi
e sprofondiamo l’uno nell’altra

e ci consumiamo

Óscar Hahn (Iquique, 1938), da Mal d’amore, Raffaelli Editore

 ***

Telespettatore

Eccomi qui rientrato un’altra volta
nella mia stanza di Iowa City

Sorseggio il mio piatto di zuppa Campbell
davanti al televisore spento

Lo schermo riflette l’immagine
del cucchiaio che entra nella mia bocca

E sono lo spot pubblicitario di me stesso
che non annuncia nulla a nessuno

Óscar Hahn (Iquique, 1938), da Mal d’amore, Raffaelli Editore

***

“Che ci si trovi in auto o davanti alla TV, a tavola oppure sulla spiaggia, a una conferenza o a uno snack-bar, in volo o alle prese con il carrello della spesa, la realtà con cui si deve fare i conti è invariabilmente segnata dall’enormità. Che è tale anche quando si manifesta come estrema penuria o addirittura assenza. Ossia quando il troppo è troppo, ma anche quando il poco è pochissimo”.

Giorgio Triani, da L’ingorgo – Sopravvivere al troppo, 2010, Elèuthera, p. 12

°ascoltando Francesco De Gregori – Chi ruba nei supermercati? https://www.youtube.com/watch?v=BWkG_WRn-Qw


28 gennaio 2018

Di parole, di poesia, di forse

 

Ancora queste domande (tra le tante che si potrebbero fare con perché e percome più urgenti e utili): perché scrivere? a che cosa serve la poesia?

***

Perché scrivi?

Perché il fantasma perché ieri perché oggi:
perché domani perché sì perché no
perché l’inizio perché la bestia perché la fine:
perché la pompa perché il mezzo perché il giardino

perché Góngora perché la terra perché il sole:
perché San Giovanni perché la luna perché Rimbaud
perché la luce perché il sangue perché la carta:
perché la carne perché l’inchiostro perché la pelle

perché la notte perché mi odio perché la luce:
perché l’inferno perché il cielo perché tu
perché quasi perché niente perché la sete

perché l’amore perché l’urlo perché non so
perché la morte perché solo perché più
perché un giorno perché tutti perché forse.

Óscar Hahn, (poeta cileno, nato a  Iquique nel 1938)

 ***

Nobiltà

La poesia è pallida e nobile.
Non cambia niente, non incurva colline, non
dà un solo frutto rosso, non
fa il rumore di chi strappa
un pezzo di pane per offrire
un pezzo di pane.
Si rannicchia in un angolo e
non si lamenta.
Vive in tutto ciò che si innalza
all’aria e dal nascere.
Non chiede nemmeno una visita.
Le basta quel che non è successo.

Juan Gelman (Buenos Aires 1930, Città del Messico 2014)

 ***

Parole? Sí, d’aria,
perdute nell’aria.
Lascia che mi perda tra le parole,
lascia che sia l’aria sulle labbra,
un soffio vagabondo senza contorni,
breve aroma che l’aria disperde.

Anche la luce si perde in se stessa.

Octavio Paz, da Libertà sulla parola, Guanda, 1965, traduzione di Giuseppe Bellini

 ***

Leggo poesie a caso,
leggo quasi senza pensare a quel che leggo.
Quando incontro un verso triste,
sento nell’anima come una carezza.
Non che mi conforti la tristezza altrui;
è che mi sento meno solo.

Ángel Gonzalez (1925-2008), da Nada grave, 2008

 ***

Scrivere per un tempo
in cui non ci saremo per nessuno,
e nel più favorevole dei casi
saremo una maschera incipriata
che imbelletta i libri di una qualche libreria.

Scrivere per un secolo, se arriva,
meno oscuro e ottuso di questo secolo.
Lasciare impressa la memoria:
carta, dischetti, vetro, ceramica smaltata,
ambra, quarzo o molecole di gas.

Far sì che le parole navighino al futuro
come se fossero barche di carta
sopravvissute al loro naufragio.

Scrivere se qualcuno, un qualche giorno,
avrà il medesimo dolore al cuore
o proverà una gioia di tal fatta.

Enrique Gracia Trinidad,  da Siempre tiempo, 1997,  traduzione di Gloria Bazzocchi

°ascoltando Santana – El Farol https://www.youtube.com/watch?v=9tqkQVXJgMc