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28 agosto 2024

Previsioni e flessibilità

 

(Bambù, pianta flessibile)


Tra tutti gli oroscopi, non leggerò mai più quelli per l’anno nuovo: posso sopportare che qualcuno mi ipotizzi una giornata storta, ma non di sapere, a dicembre, che (forse) luglio sarà molto impegnativo. Scherzi a parte, non voglio sapere nemmeno come sarà domani... Secondo te, posso mettere questa cosa nel curriculum vitae come fosse una soft skill – si dice così, no? – che evidenzia la mia flessibilità  (ricercatissima, la flessibilità nel mondo del lavoro!) in risposta agli eventi e agli imprevisti? Devo pensarci…

***

Chiedi al tuo astrologo

Le mie stelle sono colpevoli di benigna indifferenza.
Né mi procurano ricchezza
né mandano la casa a fuoco.
Mi lasciano sospeso a mezza via
tra la buona e la cattiva sorte.

Una situazione che non mi posso permettere di affrontare distrattamente.
Sono in bilico. Mi guardo alle spalle.
Un barbone va calpestando
le ombre dei pedoni
come se fossero topolini in fuga.

Devo entrare in una chiesa per evitarlo.
A nostro Signore che si è ritirato
in un angolo con le sue ferite
dico: Questo mondo qui
è un enigma che neanche tu sai risolvere.

Dopo, quando quello si è tolto di torno, corro a comprare
un giornale e leggo il mio oroscopo.
Una dieta di piccole delusioni e insignificanti
gioie è quanto mi tocca questa settimana,
a meno che, ovviamente, l’astrologo non abbia toppato.

Charles Simic (Belgrado, 1938),  da Club Midnight, Adelphi, traduzione di Nicola Gardini

*ascoltando Doris Day – Que sera sera https://www.youtube.com/watch?v=Bjpk0BR3VLA


22 agosto 2021

N.B.

 


Le cose da sapere…

***

La risata silenziosa
delle stelle
nel cielo di notte
ci dice tutto
ciò che ci serve sapere

Charles Simic (Belgrado, 1938), da Avvicinati e ascolta, traduzione di Damiano Abeni e Moira Egan, Tlon Edizioni, 2021

°ascoltando Hammock – Clarity https://www.youtube.com/watch?v=eoLYhYfcHko&t=4s


29 novembre 2020

Senza parole

 


André Kertesz – Washington Square Park, New York City, 1960


 

Lezione di poesia

Siamo seduti su una panchina bianca
davanti al busto del poeta Lenau

Ci baciamo
e incidentalmente parliamo
di versi
parliamo di versi
e incidentalmente ci baciamo

Il poeta guarda da qualche parte
oltre noi
oltre la panchina
oltre la ghiaia del sentiero

Ed è così splendidamente silenzioso
con le sue belle labbra di bronzo

Nel parco della città di Vršac
imparo lentamente
ciò che conta davvero in una poesia

Vasko Popa (Serbia, 1922-1991), da Carne viva, 1975, traduzione di Cikos Ibolja

°ascoltando John Petrucci – Glasgow Kiss https://www.youtube.com/watch?v=CFXvfBL4WkU

 

 

24 novembre 2019

Verbi più o meno attuali

 



Necrologio del verbo amare

Amo –
lanciandosi sui mulini a vento gridava Don Chisciotte.
Amo –
avvelenato dalla gelosia urlava Otello.
Amo –
deponendo Ossian singhiozzava Werther.
Amo –
sobbalzando nelle carrozze di Jašvin ripeteva Vronski.
Amo –
separandosi da  Grušenka vaneggiava Dmitrij Karamazov.
Amo –
roteando la spada scandiva Cyrano.
Amo –
tornando dal comizio sussurrava Jaques Thibault.
Amo –
griderebbe anche l’eroe del romanzo contemporaneo,
       ma non glielo permette l’autore.
Insomma non sarebbe di attualità.

1979

Izet Sarajlić, da Chi ha fatto il turno di notte, a cura di Silvio Ferrari, prefazione di Erri De Luca, Einaudi, 1998

*ascoltando Nino Rota – Romeo And Juliet Theme https://www.youtube.com/watch?v=WCmUWNUzaqo