Oggi, tra le notizie sempre terribili della guerra in Ucraina, ho letto di una coppia che si è sposata nella metropolitana di Kharkiv (e a loro auguro di cuore una vita felice, nella propria terra e senza più guerra): la didascalia della foto diceva “La guerra non ferma l’amore”.
La guerra non ferma l’amore: è quello che esprime anche questa poesia che Izet Sarajlić dedicò alla moglie, morta durante la guerra in Bosnia.
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La dedica
Ti dedico i miei occhi, le mie labbra, i miei denti.
Le poesie? Che te ne fai delle mie poesie scritte perché non sapevo tacere?
Che te ne fai delle mie poesie che non ti possono amare?Com’è bello che non siamo né uccelli né devoti all’imbrunire
e non abbiamo le ali ma le braccia.
L’ultima cosa che ci attende non può essere la nostra morte,
perché i desideri del nostro sangue da qualche parte devono continuare.Tu sei una donna, piccola,
tu sei una piccola donna,
e un immortale agosto ti ha portato nelle mie ballate.
Resta col mio ti Amo che sopravviverà a tutte le mie
lamentevoli nenie, a tutte le mie trasformazioni.
Resta accanto ai miei occhi.Sopravviveremo a noi stessi, non solo nel tumulo delle nostre tombe,
perché abbiamo saputo, abbiamo saputo, teneri e superbi,
fuggendo dai coltelli e dalle granate uccidere gli angeli in noi
continuando a restare angeli.Posteri, cercateci qualche volta seguendo un filo rosso,
solo i nostri corpi giaceranno sotto la terra muta,
ma calpestate piano,
per non ferire le nostre labbra,
e per non pestare i nostri sguardi morti.1955
Izet Sarajlić (Doboj, 1930 – Sarajevo, 2002), da Chi ha fatto il turno di notte, Einaudi, Torino, 2012, traduzione di Silvio Ferrari
♥ ascoltando Frankie Goes To Hollywood – The Power Of Love https://www.youtube.com/watch?v=NyoTvgPn0rU