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10 ottobre 2022

Le nuvole vanno di fretta

 


 


(Le nuvole vanno di fretta, e non sono sempre rosa)

***

Dovrei essere molto veloce
nel descrivere le nuvole –
già dopo una frazione di secondo
non sono più quelle, stanno diventando altre.

La loro caratteristica è
non ripetersi mai
in forme, sfumature, pose, disposizione.

Non gravate della memoria di nulla,
si librano senza sforzo sui fatti.

Ma quali testimoni di alcunché –
si disperdono all’istante da tutte le parti.

In confronto alle nuvole
la vita sembra solida,
pressoché duratura e quasi eterna.

Di fronte alle nuvole
perfino un sasso sembra un fratello
su cui si può contare,
loro invece sono solo cugine lontane e volubili.

Gli uomini esistano pure, se vogliono,
e poi uno dopo l’altro muoiano,
loro, le nuvole,
non hanno niente a che vedere
con tutta questa faccenda
molto strana.
Al di sopra di tutta la tua vita
e della mia, ancora incompleta,
sfilano fastose così come già sfilavano.

Non devono insieme a noi morire,
né devono essere viste per fluttuare.

Wislawa Szymborska, da Elogio dei sogni, traduzione di Pietro Marchesani,  collana Un secolo di poesia – Corriere della Sera

°ascoltando  Joni Mitchell – Both Sides Now – https://www.youtube.com/watch?v=7cBf0olE9Yc


20 febbraio 2022

Lo sai?

 



Tu lo sai che cosa stai cercando?

Ricerca

Cerco
cerco
ricerco
e non so quel che cerco
ma è questo cercare
che mi mantiene viva
e mi sprona.

***

Búsqueda

Busco
busco
rebusco
y no sé lo que busco
pero es ese buscar
lo que me tiene viva
y me espolea.

Claribel Alegría, da Alterità, Incontri Editrice, 2012, traduzione di Daniela Ruggiu


14 febbraio 2022

Guardando fuori

 


Dov’è nascosto l’amore del mondo?

***

La donna che guarda dalla finestra
vorrebbe avere delle lunghe braccia
per prendere il mondo
il suo Nord e il suo Sud
il suo Est e il suo Ovest
nel suo grembo
come una tenera madre
vorrebbe avere grandi mani
per carezzare i suoi capelli
scrivere delle poesie
per alleviare la sua pena.

Maram al-Masri (Laodicea, Siria, 1962), da Anime scalze, traduzione di Raffaella Marzano, Multimedia Edizioni / Casa della poesia, Baronissi, 2011

♥ ascoltando The Beatles – All You Need Is Love  https://www.youtube.com/watch?v=_7xMfIp-irg

 


19 novembre 2021

Nulla da dire

 


Capita, a volte, che non ci sia proprio nulla da dire.

 

Quando non c’è nulla da dire
Quando le porte non si aprono e non si chiudono
e preferiscono ballare un tango con il vento
Non scriverai nulla
Scriverai
il suono delle pietre nel fiume

***

Cuando ya no hay nada que contar
Cuando las puertas ya no abren ni cierran
y prefieren bailar un tango con el viento
Habrás de escribir nada
Escribir
el sonido de las piedras en el río

Ruth Hernández Boscán (Carácas, 1970), da A pasos cortos, 2005

°ascoltando Jethro Tull – Nothing To Say https://www.youtube.com/watch?v=_CY5pnj3414
 

1 agosto 2021

Piccole frane

 


I ricordi che “rotolano giù” inaspettati:

 

Ti liberò dal passato
una discussione davvero irrilevante
sul vento e l’avarizia.
Giorni fa qualcuno parlava
di uomini, di come farsi una vita,
di versi, di Afriche,
e di tifoni.
E là in mezzo, da qualche parte
cadde il tuo nome assente
– da anni in balia dell’oblio –
nell’attimo incustodito.
Cadde, e scegliendo
la più ripida tra tutte le strade
– quella del ricordo – rotolò giù
da Afriche, piantagioni,
da soverchianti soli,
e contro la tua volontà, ti portò,
minuziosamente bello
e meticolosamente immutato
veramente insidioso.
Ti portò davanti al complice autunno
che istiga un Giudizio Universale
nei sogni smarriti.

Kikí Dimulà (Atene, 1931-2020), da L’adolescenza dell’oblio, Crocetti, 2002, traduzione di Paola Maria Minucci

∞ ascoltando Peter Green – Bottoms Up https://www.youtube.com/watch?v=GkHnnEoWY0o&list=PL8a8cutYP7fr_-3h_3npIjvnTnXlxl9T9&index=1


22 luglio 2021

Movimenti involontari (e capacità poetica)

 



“… Movimenti minimi, quasi vegetali…” descrive in questi versi la poetessa, ma è incredibile come riesca a rendere quei movimenti, e le sensazioni che ne derivano, quasi visibili se non addirittura tangibili. (Le poesie molte volte stupiscono per la loro capacità di coinvolgere chi legge.)

***

 

A volte in certi casuali movimenti
sfiora la mia mano la tua mano della tua mano il dorso
oppure il mio corpo dentro i vestiti si appoggia quasi senza saperlo
per un attimo contro il tuo corpo nei vestiti
questi movimenti minimi quasi vegetali
il tuo sguardo angolato e il tuo occhio volutamente perso nel vuoto
la tua domanda subito interrotta dove vai quest’estate
cosa stai leggendo
mi attraversano come un dolce coltello
in pieno cuore e lungo tutta la gola
e mi dissecco come una fonte in una calda estate

Friederike Mayröcker (Vienna, 1924 – 2021), da Della vita le zampe, Donzelli, 2002,  traduzione di Sara Barni

 °ascoltando  · Mike Oldfield – Weightless https://www.youtube.com/watch?v=orgEOkoKRSM


12 luglio 2021

Interruttori

 

Ognuno ha modi diversi per accendere i propri ricordi.
Quali sono i tuoi interruttori della memoria (quelli di cui sei consapevole, perché moltri altri sanno decisamente sorprenderci)?

***


La tua promessa è il petalo di rosa che sul davanzale
ricorda il giardino.

Lo faccio girare come un interruttore
e colgo qualcos’altro:
una finestra appannata, chiara tristezza.
Una lacrima, umida sul tuo labbro.

È inverno e il tuo cappotto scricchiola.
Ti incontro sotto i sedimenti,
rigida come una suora, calda.

Ora ti parlerò della mia promessa,
come conservo i petali
con precisione filatelica.

Achy Obejas (L’Avana, 1956), da
This Is What Happened in Our Other Life, New York, 2007

 

°ascoltando Avishai Cohen – Remembering https://www.youtube.com/watch?v=o6vptqMYk3g


.


8 luglio 2021

Quanti piani hai?


Illustrazione tratta da “Venezia”, David Pintor, Kalandraka Edizioni, 2017


Ti ho già chiesto come dovrebbe essere la tua casa ideale. Ora ti chiedo invece che tipo di casa saresti tu: grande o piccola? una casa al mare, in campagna o un appartamento di un grattacielo? con tanti oggetti o minimalista? bianca o colorata?

***

Home

Dammi una casa
che non sia mia,
dove possa entrare e uscire dalle stanze
senza lasciar traccia,
senza mai preoccuparmi dell’idraulico,
del colore delle tende,
della cacofonia dei libri vicino al letto.

Una casa leggera da indossare,
in cui le stanze non siano intasate
delle conversazioni di ieri,
dove l’ego non si gonfia
a riempire gli interstizi.

Una casa come questo corpo,
così aliena quando provo a farne parte,
così ospitale
quando decido che sono solo in visita.

***

 

Home

Give me a home
that isn’t mine,
where I can sleep in and out of the rooms
without a trace,
never worrying about the plumbing,
the colour of the curtains,
the cacophony of books by the bedside.

A home that I can wear lightly,
where the rooms aren’t clogged
with yesterday’s conversations,
where the self doesen’t bloat
to fill in the crevices.

A home, like this body,
so alien when I try to belong,
so hospitable
when I decide I’m just visiting.

Arundhati Subramaniam, da A una poesia non ancora nata, traduzione di Andrea Sirotti, Interno Poesia

 

 °ascoltando Dente – Casa mia https://www.youtube.com/watch?v=wmX2PxAjlwY&t=108s


7 luglio 2021

(Pre)visioni

 


Ti è mai capitato che qualcuno facesse una “previsione” sul tuo futuro, che poi si è (piacevolmente) avverata?

***

Oche

Epstein, l’insegnante di matematica,
amava interrogarmi alla lavagna.
Diceva che la mia testa era adatta solo ai cappelli.
Diceva che un uccello con un cervello come il mio
avrebbe volato a ritroso.
Mi spediva a far razzolare le oche. 

Ora, passati molti anni da quella frase,
seduta sotto la palma
con le mie tre belle oche,
penso che forse fosse lungimirante,
il mio insegnante di matematica,
e che avesse ragione, 

giacché nulla mi dà più gioia
che vederle ora mentre
piombano sul pane sbriciolato,
agitando la gaia coda,
raggelandosi immobili per un attimo
sotto le goccioline d’acqua
che spruzzo loro addosso
dal tubo,
rizzando il capo mentre il loro corpo
si protende come ricordando
laghi lontani.

Ormai il mio insegnante di matematica è morto
e morti anche i suoi problemi che non riuscii mai
a risolvere.
Amo i cappelli,
e sempre a sera
quando gli uccelli tornano nell’albero,
cerco quello che vola a ritroso.

Agi Mishol (1946), da Ricami su ferro, Giuntina Editore, 2017, a cura di A.L. Callow e C.Nicolini Coen

 

°ascoltando The Kinks – This Time Tomorrow
https://www.youtube.com/watch?v=qwVJ7FWc4rQ


8 giugno 2021

Oltre l’orizzonte

 

Se tu fossi una strada, che tipo di strada saresti?
E che cosa apparirebbe oltre il tuo orizzonte?

***

difficile essere una strada
soprattutto nel punto
dell’attraversamento

l’OrizzonTAle

e
il VErticale
portano insieme persone e macchine
animali a volte
cani e piccioni
e biciclette: di quelle nuove da due o trecento sacchi
e di quelle ereditate dai nati negli anni ‘30
io da piccola
confondevo spesso l’orizzontale e il verticale
e pronunciando queste parole ogni volta
immaginavo un orizzonte
l’orizzonte è quella linea sottile dove la vista finisce
dietro a cui da un momento all’altro spunterà il mare
e sparirò io,
la strada

Volha Hapeyeva (Bielorussia, 1982), da Prysak i požnja (Braci e stoppie), traduzione di Alessandra Bertuccelli, in “Internazionale”, n. 1412, giugno 2021, p. 107

° ascoltando Laura Nyro – And When I Die https://www.youtube.com/watch?v=XCvwDjgKPoc


30 gennaio 2021

C di colori

 

Olio su tela di Peter Keizer, da https://www.peterkeizer-art.com/

Scegli il colore che preferisci (e poi balla con questi fiori).

***

Ronda dei colori

Folle azzurro e folle verde
del lino grezzo e in fiore.
Dondolando i suoi marosi
balla l’azzurro signore.

Quando l’azzurro si sfoglia,
ecco il verde danzatore:
verde-trifoglio, verde-oliva
e il fiero verde-limone.

Ma che bellezza!
Ma che colore!

Rosso tenue e rosso vivo
–rosa e garofano arioso–
quando i verdi se ne vanno,
può esultare vittorioso.

Ballano uno dopo l’altro,
non si sa qual è il migliore,
ma i rossi ballano e infine
bruciano del proprio ardore.

Ma che follia!
Ma che colore!

Quindi il giallo sopraggiunge
forte e acceso di passione,
tutti si fanno da parte
come se fosse Agamennone.

Un po’ umano e un po’ divino
balla il santo scintillante:
gaggie, raspi tutti d’oro
e zafferano volante.

Ma che delirio!
Ma che colore!

E alla fine tutti seguono
il dio sole, quel pavone,
che li accoglie o porta via
come un padre o un ladrone.

Li avevamo qui con noi,
ma hanno perso ormai vigore:
muore la storia del mondo
quando muore il narratore!

Gabriela Mistral (Cile, 1889-1957), da Sillabe di fuoco, Bompiani, traduzione di Matteo Lefèvre

°ascoltando Donovan – Colours https://www.youtube.com/watch?v=hoEle04qu_U&feature=emb_title


25 gennaio 2021

Giorno e notte

 


Tu che cosa vorresti chiedere?

***

Preghiera

Per i miei giorni chiedo,
Signore dei naufragi,
non acqua per la sete, bensì la sete,
non sogni
bensì la voglia di sognare.
Per le notti,
tutta l’oscurità necessaria
per affogare la mia oscurità.

 
***

Oracíon

Para mis días pido,
Señor de los naufragios,
no agua para la sed, sino la sed,
no sueños
sino ganas de soñar.
Para las noches,
toda la oscuridad que sea necesaria
para ahogar mi propia oscuridad.

Piedad Bonnett (Colombia, 1951), da Tretas del débil (Stratagemmi del debole),Valparaíso Ediciones, Spagna 2013, traduzione di Alessio Brandolini

°ascoltando John Renbourn – The Black Balloon  https://www.youtube.com/watch?v=tpzGkpH9ZZU


10 gennaio 2021

Tu, quale?

 

Illustrazione di Simona Mulazzani, da https://www.instagram.com/simonamulazzaniillustration/

Quale albero vorresti essere? Scusami, lo so, non è la prima volta che faccio questa domanda (come puoi leggere qui e qui): se vuoi dirmi di persona che sono ripetitiva, io sono quella betulla laggiù, sì, proprio quella vicino al piccolo lago (però devi almeno suggerirmi delle buone idee alternative!).

***

 

Chiunque sia qualcuno vuol essere un albero –
o cavalcarne uno, i capelli spumati dal vento.
È per questo che hanno inventato i cavalli, e le selle
sono state equipaggiate con singolari stelle.

È per questo che intrecciamo le loro ruvide criniere
come fossero bambini, per questo accade che i bambini
all’inizio abbiano paura di una giostra, per il modo in cui
si ostina a dire che la vita è tonda. No,

rispondiamo: c’è la musica, ma poi si ferma;
il bello sempre sale e sempre scende.
Li chiamiamo, e i bambini in coro: Ancora, ancora.
Nell’albero la linfa luminosa ascende.

***

Everybody who’s anybody longs to be a tree-
or ride one, hair blown to froth.
That’s why horses were invented, and saddles
tooled with singular stars.

This is why we braid their harsh manes
as if they were children, why children
might fear a carousel at first for the way
it insists that life is round. No,

we reply, there is music and then it stops;
the beautiful is always rising and falling.
We call and the children sing back one more time.
In the tree the luminuos sap ascends.

Rita Dove (Ohio, 1952), da La scoperta del desiderio, Passigli, 2015, traduzione di F. Mazzocchi


°ascoltando  René Aubry – Tree Song https://www.youtube.com/watch?list=PLHcduzrOHoRGNLe83vFzjj4VUOsC8Ag5-&v=IHuTRnsd-IQ&feature=youtu.be