Visualizzazione post con etichetta casa. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta casa. Mostra tutti i post

20 giugno 2022

L’altra casa

 

Dov’è la tua (tua) casa?

***

Adesso io ho una nuova casa, bella
anche adesso che non v’ho messo mano
ancora. Tutta grigia e malandata,
con tutte le finestre rotte, i vetri
infranti, il legno fradicio. Ma bella
per il sole che prende ed il terrazzo
ch’è ancora tutto ingombro di ferraglia,
e perché da qui si può vedere quasi
tutta la città. E la sera al tramonto
sembra una battaglia lontana la città.
Io amo la mia casa perché è bella
e silenziosa e forte. Sembra d’aver
qui nella casa un’altra casa, d’ombra,
e nella vita un’altra vita, eterna.

Beppe Salvia (Potenza, 1954-1985), da Sillabe, in Cuore, Interno Poesia, 2021

°ascoltando Yann Tiersen – Penn ar Lannhttps://www.youtube.com/watch?v=gR4KZjXhoV0


4 aprile 2022

Loro dormono


                   

(Io li invidio, i gatti. Anche tu?)

 

È tranquillo qui. I gatti
poltriscono, ognuno
nel suo posto prediletto.

Il geranio si inclina da questo lato
per vedere se sto scrivendo di lui:
testa tutta petali, gambi
bruni, e quei ventagli verdi.
Come vedi,
sto scrivendo di te.

Accendo la radio. Sbagliato.
Non deve esserci nessun suono
in questa stanza, tranne
quello di una voce che legge una poesia.
I gatti chiedono
Il topo di campagna, di Theodore Roethke.

La casa si accomoda sul fianco
per un sonnellino.
So che siete con me, piante
e gatti — ma anche così ho paura,
seduta al centro della possibilità
perfetta.

Jane Kenyon (Stati Uniti, 1947-1995), da The boat of quiet hours, 1986

°ascoltando Gino Paoli – La gatta https://www.youtube.com/watch?v=r0MjJ9s3mIY



8 luglio 2021

Quanti piani hai?


Illustrazione tratta da “Venezia”, David Pintor, Kalandraka Edizioni, 2017


Ti ho già chiesto come dovrebbe essere la tua casa ideale. Ora ti chiedo invece che tipo di casa saresti tu: grande o piccola? una casa al mare, in campagna o un appartamento di un grattacielo? con tanti oggetti o minimalista? bianca o colorata?

***

Home

Dammi una casa
che non sia mia,
dove possa entrare e uscire dalle stanze
senza lasciar traccia,
senza mai preoccuparmi dell’idraulico,
del colore delle tende,
della cacofonia dei libri vicino al letto.

Una casa leggera da indossare,
in cui le stanze non siano intasate
delle conversazioni di ieri,
dove l’ego non si gonfia
a riempire gli interstizi.

Una casa come questo corpo,
così aliena quando provo a farne parte,
così ospitale
quando decido che sono solo in visita.

***

 

Home

Give me a home
that isn’t mine,
where I can sleep in and out of the rooms
without a trace,
never worrying about the plumbing,
the colour of the curtains,
the cacophony of books by the bedside.

A home that I can wear lightly,
where the rooms aren’t clogged
with yesterday’s conversations,
where the self doesen’t bloat
to fill in the crevices.

A home, like this body,
so alien when I try to belong,
so hospitable
when I decide I’m just visiting.

Arundhati Subramaniam, da A una poesia non ancora nata, traduzione di Andrea Sirotti, Interno Poesia

 

 °ascoltando Dente – Casa mia https://www.youtube.com/watch?v=wmX2PxAjlwY&t=108s


2 luglio 2021

La strada del vento

 

Illustrazione di Marta Carraro da C’era una volta il silenzio e altre favole per innamorati, di Davide Boosta Dileo, Mondadori

Buon viaggio a tutti i granelli di polline e a tutte le foglie.

***

C’era una volta un granello di polline.
Un giorno, una foglia vicino a lui gli chiese perché passasse tutto il tempo a sorridere.
“Perché aspetto il vento.”
“E che cosa vuoi dal vento?”
“Aspetto che venga a prendermi e mi faccia viaggiare.”
“Io no, io ho paura che mi faccia perdere l’orientamento.”
“Non devi” disse il granello. “Il vento è solo una strada. E alla fine di ogni strada c’è sempre un posto in cui posarsi. Quella sarà la mia casa. Aspetto il vento per partire e tornare a casa.”
Proprio in quel momento una lieve brezza si alzò e il minuscolo granello si levò in volo senza smettere di sorridere.

Davide Boosta Dileo, da C’era una volta il silenzio e altre favole per innamorati, Mondadori, 2018

° ascoltando Vashti Bunyan – Come Wind Come Rain https://www.youtube.com/watch?v=Po8OTXXDwi0


19 giugno 2021

Diventa un “sognarchitetto”

 

“Se la mia vita, o la tua o di altri, fosse tradotta in architetture chissà che costruzioni mirabili, mancanza di logica, spreco di materiali, equilibri per miracolo, terreni sbagliati”.

Saul Steinberg (Romania, 1914-1999), da Lettere ad Aldo Buzzi – 1945-1999

 

Disegna la tua casa ideale (sognare non costa nulla, perciò sbizzarrisciti).
Poi pensa a tre luoghi del mondo in cui vorresti costruirla.
Indici un immaginario concorso pubblico e  aspetta di vedere quale luogo si aggiudicherà la presenza  della tua casa (ripeto, sognare non costa nulla).

***

Ho costruito la casa ideale

Ho preferito la mia casa in pietre asciutte
perché i gattini ci nascano, nella mia casa;
perché i sorci ci stiano bene, nella mia casa,
perché i piccioni vi si intrufolino, perché l’ora inoperosa
vi borbotti a fuoco lento
quando i gran soli vi ammiccano nei cantucci
perché i bambini vi giochino con nessuno
ovverossia col vento caldo i castagni

È per questo che non c’è tetto sulla mia casa
né tu né io nella mia casa
né schiavi né padroni né ragioni
né statue né palpebre né la paura
né lacrime né armi né la religione
né alberi, né spesse mura né nulla che per ischerzo
È per questo che la mia casa è così ben costruita

Andrè Frènaud (Montceau-les-Mines, 1907-1993, ), da Quaderno di traduzioni a cura di Sergio Solmi, Einaudi, 1977

 

°ascoltando Everybody’s Coming To My House (David Byrne) – from “American Utopia: Detroit” https://www.youtube.com/watch?v=Ga97sIZlr1c



9 novembre 2018

Dove?

 



Dov’è “casa”? Dov’è (se c’è) un punto fisso?

***

“(…) Esiste un posto dove non siamo di passaggio? Disorientata, persa, sbalestrata, sballata, sbandata, scombussolata, smarrita, spaesata, spiantata, stranita: in questa parentela di termini mi ritrovo. Ecco la dimora, le parole che mi mettono al mondo”.

Jhumpa Lahiri, da Dove mi trovo, Guanda Editore

***

Paesaggio in movimento

Si deve saper andare via
e tuttavia essere come un albero:
come se le radici rimanessero nel terreno,
come se il paesaggio si muovesse e noi restassimo fermi.
Si deve trattenere il fiato,
finché si calma il vento
e l’aria estranea inizia a girarci intorno,
finché il gioco di luci e ombre,
di verde e di blu,
crea gli antichi disegni
e siamo a casa,
ovunque essa sia,
e possiamo sederci e appoggiarci,
come se fossimo alla tomba
di nostra madre.

Hilde Domin, da Con l’avallo delle nuvole, ed. orig. 1987, traduzione di Ondina Granato, a cura di Paola del Zoppo e Ondina Granato, Del Vecchio Editore, Roma 2011

*

Io aspetto
come il melo
aspetta i fiori –
suoi –
e non li sa
puntuali
ma li fa,
simili
non identici
all’anno passato.
Li fa precisi
e baciati nel legno
da luce e acqua
da desiderio
senza chi.
Sorrido sotto il noce
ai suoi occhi tanti
che mi studino bene
la tessitura dei capelli
e ne facciano versi
di merlo e di vespa
di acuti
aghi di pino
e betulla appena sveglia.
Non so chi sono
ho perso senso
e bussola privata
ma obbedisco
a una legge
di fioritura
a un comando precipitoso
verso luce
spalancata.

Chandra Livia Candiani, da Fatti vivo, Torino, Einaudi, 2017

*ascoltando Passenger – Home https://www.youtube.com/watch?v=ZAYZmIfHEiU


Ipotesi di percorso

  (Perdersi tra l'argento degli ulivi mi sembra un bellissimo programma) ***   Dobbiamo cercare sepolture nel volo delle rondini i...