Visualizzazione post con etichetta Ko Un. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Ko Un. Mostra tutti i post

30 dicembre 2022

Se la strada non c’è

 


Se la strada non c’è, che cosa si fa?

***

 

Strada

La strada non c’è.

Da qui in poi, speranza.
Mi manca il respiro,
da qui in poi, speranza.
Se la strada non c’è,
la costruisco mentre procedo.
Da qui in poi, storia.
Storia non come passato,
ma come tutto ciò che è.
Dal futuro
dai suoi pericoli,
alla mia vita presente,
fino all’ignoto che segue,
all’oscurità che segue.
Oscurità
è solo assenza di luce.
Da qui in poi, speranza.
La strada non c’è.
Perciò
la costruisco mentre procedo.
Ecco la strada.
Ecco la strada, e porta con sé, impeccabili
innumerevoli domani.

Ko Un (Corea del Sud, 1933), da  Fiori d’un istante, traduzione di Vincenza D’Urso, Editrice Cafoscarina, Venezia, 2005

°ascoltando Uriah Heep – Out On The Street https://www.youtube.com/watch?v=iouXmzO-6SM&t=9s


3 agosto 2018

Chissà dove nel mondo…

 


… qualcuno sta pensando la stessa cosa che pensi tu.

***

Gioia

Ciò che ora io penso,
chissà dove nel mondo,
qualcuno l’avrà già pensato.
Non piangere.

Ciò che ora io penso,
chissà dove nel mondo,
qualcuno lo starà pensando.
Non piangere.

Ciò che ora io penso,
chissà dove nel mondo,
qualcuno lo vorrà pensare.
Non piangere.

Che gioia!
In questo mondo,
chissà dove in questo mondo,
io sono composto di molti Io.

Che gioia!
Io sono composto
di molti Altri.
Non piangere.

Ko Un (1933, Corea del Sud), da L’isola che canta. Antologia poetica 1992-2002, LietoColle, 2015, traduzione di V. D’Urso

°ascoltando Eva Cassidy – Over The Rainbow https://www.youtube.com/watch?v=2rd8VktT8xY



26 gennaio 2018

Per non dimenticare

 

27 gennaio – Giornata della Memoria

 

Alzarsi

Sognavamo nelle notti feroci
sogni densi e violenti
sognati con anima e corpo:
tornare; mangiare; raccontare.
Finché suonava breve sommesso
il comando dell’alba:
“Wstawàc”:
e si spezzava in petto il cuore.

Ora abbiamo ritrovato la casa,
il nostro ventre è sazio,
abbiamo finito di raccontare.
È tempo. Presto udremo ancora
il comando straniero:
“Wstawàc”.

(11 gennaio 1946)

Primo Levi

 ***

Ad Auschwitz

Ad Auschwitz
pile di occhiali
montagne di scarpe
sulla via del ritorno
ognuno fissava fuori dal finestrino in direzione diversa.

Ko Un, da Fiori di un istante, 2001

 

 

 

 


27 settembre 2017

La tempesta

 


Perché desiderare che arrivi una tempesta? Forse per approdare a una quiete vera (finalmente) spazzando via quieti troppo spesso apparenti; o per mettersi alla prova (i più coraggiosi!); o per annientare quella tempesta maledetta che da sempre abbiamo dentro.

***

 

La vela bianca

Certo, nessuno anela a una tempesta!
Eppure tu, bianca vela lì fuori nel mare,
tu, nel profondo del cuore, desideri che la tempesta arrivi.
Perché solo nella tempesta
riesci ad essere viva.
Oh, bianca vela di pazienza e desiderio nello scuro mare blu!
Battaglia!
Il mio sguardo non si stacca da te.
Per l’erba sotto i miei piedi,
anche una brezza gentile è tempesta.
 
Ko Un (1933, Gunsan, Corea del Sud), da L’isola che canta,  Lieto Colle Editore, 2009.
 

*ascoltando Angelo Branduardi – La tempesta https://www.youtube.com/watch?v=2aJpHjTfQK0


25 settembre 2017

Dopo il vento

 


Non è mai troppo tardi: lo sentiamo dire spesso. Sarà vero?

Vento

Non implorare mai pietà al vento.
Voi gigli dai lunghi steli magri,
voi odorosi bianchi gigli,
voi gigli selvatici.
Dopo che sarete stati rotti
nuovi germogli sbocceranno. Non è mai tardi.

Ko Un (1933, Gunsan, Corea del Sud) da Cos’è?, Nottetempo, 2013, traduzione di Vincenza D’Urso

°ascoltando U2 – Beautiful Day https://www.youtube.com/watch?v=co6WMzDOh1o