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6 marzo 2024

Un complice

 


(Come si chiama il tuo complice?)

***

Abbiamo tutti bisogno prima o poi  di un complice
di qualcuno che ci aiuti a usare il cuore
che ci attenda sicuro nelle vecchie soffitte
che denudi il passato e disarmi il dolore

prodigioso / semplice / padrone del suo silenzio
qualcuno che sia del quartiere dove siamo nati
o che per lo meno prenda su di sé i nostri rimorsi
fino a che la coscienza non conceda il suo perdono

complice dell’immaginario ci difende dal mondo
dalla sciabolata del raggio e dalle fiamme del sole
tutti abbiamo bisogno qualche volta di un complice
di qualcuno che ci aiuti a usare il cuore

***

Todos necesitamos alguna vez un cómplice
alguien que nos ayude a usar el corazón
que nos espere ufano en los viejos desvanes
que desnude el pasado y desarme el dolor

prodigioso / sencillo / dueño de su silencio
alguien que esté en el barrio donde nacimos o
que por lo menos cargue nuestros remordimientos
hasta que la conciencia nos cuelgue su perdón

cómplice del trasmundo nos defiende del mundo
del sablazo del rayo y las llamas del sol
todos necesitamos alguna vez un cómplice
alguien que nos ayude a usar el corazón

Mario Benedetti (Uruguay, 1920-2009), da Adioses y bienvenidas, 2005

 

°ascoltando Pink Floyd (Feat. Stéphane Grappelli) – Wish You Were Here – https://www.youtube.com/watch?v=Bm4sDyCW0k8


20 agosto 2023

Cuori incisi

 



Vecchi cuori e nuove disillusioni: una storia (quasi) universale.

***

Il cuore

Ormai non s’incide
sui muri
sui tronchi
luigi e maria
carlo e rachele
marta e alfonso
accanto a due cuori
intrecciati

ora una coppia
legge le antiche
faticose tenerezze
sui muri
sui tronchi
e commenta
che sciocchi
prima di lasciarsi
per sempre

Mario Benedetti (Uruguay, 1920-2009), da L’amore, le donne e la vita – Poesie scelte con testo a fronte, Nottetempo, 2019 traduzione di Stefania Marinoni

***


Ya nadie graba
en las paredes
en los troncos
luis y maría
raquel y carlos
marta y alfonso
junto a dos corazones
enlazados

ahora las parejas
leen esas vetustas
incómodas ternuras
en las paredes
en los troncos
y comentan
qué ñoños
antes de separarse
para siempre

 

°ascoltando Blink 182 – The Fallen Interludehttps://www.youtube.com/watch?v=glBDrSigNJo&t=4s


1 novembre 2022

Le rughe?!


 

Ill. tratta da Jimmy Liao, “Incontri disincontri”, Terre di Mezzo, 2017


Che cosa ti dice lo specchio?
(Se ti dice che stai invecchiando non dargli retta: stai “soltanto” vivendo.)

***

 

Sono stati giovani i vecchi
ma la vita è andata
dipanandosi nello specchio

e saranno vecchi i giovani
ma non riveliamolo
perché anche i muri hanno orecchie.

Mario Benedetti, da Inventario. Poesie 1948-2000, Le Lettere, 2001, traduzione di L. M. Canfield

°ascoltando Jethro Tull – Too Old to Rock ‘n’ Roll: Too Young to Die! https://www.youtube.com/watch?v=ddhjgxk4zL0


28 dicembre 2021

Un mistero

 



Chi non ha almeno un mistero da risolvere?

***

Misteri

Tutti abbiamo un mistero
e come è logico ignoriamo
quale sia la chiave il segreto
ne sfioriamo i confini
ne collezioniamo le spoglie
ci smarriamo negli echi
e lo perdiamo nel sonno
proprio quando stava per svelarsi
 
e anche tu hai il tuo
misteriuccio così semplice
che le imposte non lo nascondono
né lo eliminano i presagi
è nei tuoi occhi e li chiudi
è nelle tue mani e le sposti
è nei tuoi seni e li copri
è nel mio mistero e lo abbandoni

Mario Benedetti (Uruguay, 1920-2009), da L’amore, le donne e la vita – Poesie scelte con testo a fronte, Nottetempo, 2019


28 settembre 2021

Pausa per inventario

 


L’inventario (personale) è un po’ come il caro vecchio diario segreto:
o ci scrivi le cose come stanno realmente o non serve a nulla. (O no?)

***

Pausa

Ogni tanto bisogna fare
una pausa
contemplarsi
senza l’abitudine quotidiana
esaminare il passato
dato per dato
tappa a tappa
mattonella per mattonella
e non piangersi le menzogne
ma cantarsi le verità.

Mario Benedetti (Paso de los Toros, Uruguay, 1920-2009), traduzione di F. Guerrini

***
 
Pausa
 
De vez en cuando hay que hacer
una pausa
contemplarse a sí mismo
sin la fruición cotidiana
examinar el pasado
rubro por rubro
etapa por etapa
baldosa por baldosa
y no llorarse las mentiras
sino cantarse las verdades.

 

°ascoltando Explosions in the Sky – “Time Stops” https://www.youtube.com/watch?v=2YGZ-_aD888

 


9 giugno 2021

Cinquanta (mila) sfumature di (quasi) tutto

 

Sei mai stato etichettat* con leggerezza? Hai mai dovuto spiegare le sfumature a chi vedeva tutto bianco o tutto nero?
Un sano giro nelle scarpe degli altri è forse quello che servirebbe a tutti (compresi i presenti, ovviamente): perché nessuno sa veramente quello che un’altra persona può aver vissuto o sofferto.

***

Nemmeno

Non lo sa nessuno
nessuno

né il fiume
né la strada
né il tempo
né la spia
né il potente
né il mendicante
né il giudice
né il contadino
né il papa
non lo sa nessuno
nessuno
nemmeno io.

***

Tampoco

Nadie lo sabe
nadie

ni el río
ni la calle
ni el tiempo
ni el espía
ni el poder
ni el mendigo
ni el juez
ni el labriego
ni el papa
nadie lo sabe
nadie
yo tampoco

Mario Benedetti (Uruguay, 1920-2009), da Remontar la noche (in Inventario tres Poesía 1995-2002), Colección Visor de Poesía

°ascoltando Jarabe De Palo – Depende https://www.youtube.com/watch?v=GtujUCURgtM


4 maggio 2021

Ho perso il saggio

 


Siamo così affollati nei nostri pensieri, nel nostro essere, che talvolta perdiamo di vista certe parti di noi (la mia parte saggia, per esempio, – quel caro e venerabile saggio – che fine ha fatto?).

 Anche tu hai un angelo e un buffone (o tutti gli altri citati nella poesia), dentro di te?

***

Un buffone e un angelo

Abbiamo dentro un buffone e un angelo
un santo e un carnefice
un ubriaco e un saggio
 
abbiamo tutti un addio con pianto
un pioppo incontrollato
due tre benvenuti

tutti guardiamo attraverso il sogno
di vetri opacizzati
o di amori autunnali

la tramontana ci spettina in un attimo
se ancora conserviamo
un fiordo di calvizie

siamo alla mercé delle mercedi
delle parole dette
di quelle mai più dette

c’è una fortuna che ci viene data
e un’altra che noi stessi sviluppiamo
con un po’ di fortuna

quando di notte ci inventiamo
il risultato è così splendido
che non ci riconoscono

***

Todos llevamos un bufón y un ángel
un santo y un verdugo
un borracho y un sabio

todos tenemos un adiós llorado
un álamo nervioso
dos o tres bienvenidas

todos miramos a través del sueño
de cristales con vaho
o de amores de otoño

el cierzo nos despeina en un instante
si es que aún conservamos
un fiordo de calvicie

estamos a merced de las mercedes
de las palabras dichas
y las no pronunciadas

hay una suerte que nos viene hecha
y otra que desplegamos
con un poco de suerte

cuando nos inventamos en la noche
quedamos tan espléndidos
que no nos reconocen.

Mario Benedetti, da El mundo que respiro / Il mondo che respiro, in Inventario, a cura di Martha L.Canfield, ed.Le Lettere.

°ascoltando George Gershwin – Rhapsody in Blue


10 dicembre 2020

In cosa credi e in cosa no?

 

Karoline Kroiß -“Auf den Punkt IV”, 2013, tratto da https://karolinekroiss.allyou.net/


Il poeta, in questa poesia, ci dice ciò in cui ancora crede (ma anche quello in cui proprio non crede). Ora provo anch’io a scrivere due colonne su un foglio… Tu l’hai già fatto questo (difficile) elenco?

***

Credo

Di colpo ci scostiamo
dalle immagini amate
amica
resti fragile all’orizzonte
ti ho lasciato con tanti pensieri
ma chissà se pensi un po’ a me

tu sai
in questo viaggio alla morte
cos’è la vita
mi sento in buona compagnia
mi sento quasi d’aver risposte
quando immagino là dove sei
forse credi nel mio credo prima di dormire
o m’incontri nei corridoi dei sogni

inutile dirti che a questo punto
non credo a predicatori né generali
né alle natiche di miss universo
né al pentimento dei boia
né al catechismo del comfort
né al flebile perdono di dio

a questo punto della vita
credo agli occhi e alle mani del popolo
in generale
e ai tuoi occhi e alle tue mani
in particolare.

Mario Benedetti (Uruguay, 1920-2009),  da L’amore, le donne, la vita, Nottetempo, traduzione di Stefania Marinoni, 2019

 


3 novembre 2020

Semplicità

 


Semplicità, ovvero il contrario di difficoltà, complicazione, sofisticazione. Se penso al mondo che mi si apre nella mente pronunciando la parola semplicità vorrei rifugiarmi lì, in quel mondo, e non uscire più.
Sono tre anni che scrivo in questo spazio e a chi ogni tanto (o solo per una volta) ha letto o leggerà (grazie!) voglio augurare semplicità.

***

 

“La semplicità è una delle virtù più complicate di questo vecchio mondo. Quando uno è semplice (nella parlata, nei gesti, nelle azioni, persino nella poesia) corre il fastidioso rischio di essere preso per stupido, per fesso. Ci sono critici, per esempio, propensi a elogiare solamente quei poeti misteriosi le cui opere sono comprese da pochissimi. Nemmeno questi critici li capiscono, è chiaro, ma hanno una certa abilità nel girare intorno al mistero, facendo della propria ignoranza una forma di discrezione.
Se si legge Baldomero Fernanàndez Moreno o Antonio Machado e si coglie la saggezza della loro semplicità, verrebbe voglia di correre ad abbracciarli come se fossero ancora qui, con la penna in resta. Come insegnano, come aprono senza pregiudizi le porte delle loro vite e ci regalano le chiavi per aprire la nostra!
Qualsiasi comandante, il capoccia come il capetto, si affanna (soprattutto se in affanno) a non essere semplice. La difficoltà è il suo muro di contenimento, il suo bastione. La sua corazza. Nella semplicità gli uomini e le donne si proteggono, si comprendono, si consolano. Nella complessità, invece, si guardano con diffidenza e rancore. Come non ricordare che la morte è l’apice della semplicità…”.

Mario Benedetti (Paso de los Toros, 1920 – Montevideo, 2009), da Il diritto all’allegria, Nottetempo Edizione; traduzione di Stefania Marinoni

  *         

 Un filo di ragno

Attraverso un sentiero del bosco, in un comodo cantuccio,
un elastico e lindo filo di ragno,
asperso di allegria solare e di ombra,
è sospeso nei cieli; e con tremito impercettibile
il vento lo fa vibrare, tentando invano di strapparlo;
il filo è saldo, sottile, diafano e semplice.
È tagliata la viva cavità dei cieli
da una linea sfavillante, da una corda policroma.
Noi siamo avvezzi a stimare solo ciò che è confuso.
Con falsa passione nei nodi ingarbugliati
cerchiamo sottigliezze, ritenendo impossibile
congiungere nell’anima semplicità e grandezza.
Ma sono meschine, ruvide e smorte le cose complesse;
e l’anima sottile è semplice come questo filo.

Zinaida Gippius (1869-1945,  poetessa russa), traduzione di Angelo Maria Ripellino


*ascoltando Passenger – Simple Song https://www.youtube.com/watch?v=RfSVFtv7-90

 

8 settembre 2020

Un saluto




 

Ciao numero tre (Terzo addio)

Ti lascio alla tua vita
al  tuo lavoro
alla tua gente
ai tuoi tramonti
e ai tuoi mattini

a spargere fiducia
ti lascio con il mondo
a sconfiggere l’impossibile
certa senza certezze

ti lascio davanti al mare
a decifrarti sola
senza le mie domande vane
senza risposte spezzate

ti lascio senza i miei dubbi
poveri e malridotti
senza l’immaturitá
senza la mia esperienza

ma non prendere
tutto alla lettera
non credere mai
a questo falso addio

saró dove meno
te lo aspetti
per esempio,
in un albero annoso
che oscilla oscuro

saró in un lontano
orizzonte senza ore
nell’impronta di un dito
nella tua ombra e nella mia

saró presente
in quattro o cinque giovani
di quelli che guardi
e subito ti seguono

e magari potessi essere
nella rete dei tuoi sogni
ad attendere i tuoi occhi
e guardarti.

Mario Benedetti, da L’amore, le donne e la vita – Poesie scelte con testo a fronte, Nottetempo, traduzione di Stefania Marinoni

______________________________________

Chau número tres

Te dejo con tu vida
tu trabajo
tu gente
con tus puestas de sol
y tus amaneceres

sembrando tu confianza
te dejo junto al mundo
derrotando imposibles
segura sin seguro

te dejo frente al mar
descifrándote sola
sin mi pregunta a ciegas
sin mi respuesta rota

te dejo sin mis dudas
pobres y malheridas
sin mis inmadureces
sin mi veteranía

pero tampoco creas
a pie juntillas todo
no creas nunca creas
este falso abandono

estaré donde menos
lo esperes
por ejemplo
en un árbol añoso
de oscuros cabeceos

estaré en un lejano
horizonte sin horas
en la huella del tacto
en tu sombra y mi sombra

estaré repartido
en cuatro o cinco pibes
de esos que vos mirás
y enseguida te siguen

y ojalá pueda estar
de tu sueño en la red
esperando tus ojos
y mirandoté.

*ascoltando The Smiths – Oscillate Wildly https://www.youtube.com/watch?v=hfADf-PvhKY


 

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25 gennaio 2020

“Società liquida”

 


(…) Nella nostra epoca il mondo intorno a noi è tagliuzzato in frammenti scarsamente coordinati, mentre le nostre vite individuali sono frammentate in una successione di episodi mal collegati fra loro (…)

Zygmunt Baumann, da Intervista sull’identità

***

 

Lei che passa

Passo che passa
volto che passavi
che vuoi di più
ti guardo
poi mi scorderò
poi e solo
solo e poi
di certo mi scordo.
 
Passo che passi
volto che passavi
che vuoi di più
ti amo
ti amo solo due
o tre minuti
per amarti di più
il tempo manca.
 
Passo che passi
volto che passavi
che vuoi di più
ah no
ah non mi tentare
che se ci tentiamo
non potremo scordarci
addio.

Mario Benedetti (Uruguay, 1920-2009),  da L’amore, le donne, la vita, Nottetempo, traduzione di Stefania Marinoni, 2019

°ascoltando Stevie Ray Vaughan – Scuttle Buttin’ https://www.youtube.com/watch?v=IUsvRaRk9Fs


24 gennaio 2020

Se avessimo un manuale di istruzioni…

 


Se potessimo andare in giro con un manuale di istruzioni su come “funzioniamo”, nel mio scriverei anche questa poesia. (E forse non sarei la sola…)

***

 

Ballata del malumore

 

Ci sono giorni in cui provo un’indolenza
per me, per te, per tutto ciò che insiste a credersi
e mi scopro solidamente cretino
pronto a far vacillare in me i rancori
e niente mi sembra un augurio accettabile.

Giorni in cui apro il giornale con il cuore in gola
come se aspettassi davvero che il mio nome
compaia tra gli annunci funebri
seguito dalla lista di parenti e amici
e di tutto l’indocile personale ai miei ordini.

Ci sono giorni che non sono neanche cupi
giorni in cui perdo il filo della mia pena
e risolvo i cruciverba
con una rabbia fatta per altre occasioni
per esempio, per le notti d’insonnia.

Giorni in cui uno sa che un tempo era buono
mah forse non da molto è spuntata la luna
limpida come dopo un bagno profumato
e quella sì era autentica malinconia
e non questo malsano, dolce tedio.

Bene, questa ballata è solo per avvisarti
in questi giorni non darmi retta.

Mario Benedetti (Uruguay, 1920-2009),  da L’amore, le donne, la vita, Nottetempo, 2019

*ascoltando J.J. Cale – Durango https://www.youtube.com/watch?v=3G_msX9iHwg


31 luglio 2019

Da domani

 



5. Rumori secondari

Mi concedo l’onore di rassegnarmi
solo questa notte
come riposo
domattina presto aprirò gli occhi
sarò un’altra volta coraggioso e ordinario
ribelle con le mani in tasca
eterno con la morte all’occhiello
solo in questa notte priva di luna
credere di andare
credere di venire
credere che il mio cuore non potrà mai più
aumentare in dimensione e nostalgie
solo questa notte
per favore
per pietà
sentirmi vinto
umile
devastato
fatto e disfatto con avanzi di Dio
qui a sognare senza permesso
a mentire senza speranza
ma sapendo che si tratta
solo di questa notte sterile e unica
domani alle sette aprirò gli occhi
e un’altra volta mi darò da fare senza lamentarmi
e ascolterò il frastuono universale
senza che m’ingannino rumori secondari.

*
5. Ruidos secundarios

Me hago el honor de resignarme
sólo esta noche
como descanso
mañana temprano abriré los ojos
seré otra vez valiente y ordinario
rebelde con las manos en los bolsillos
eterno con la muerte en el ojal
sólo esta noche en que no hay luna
creerme que voy
creerme que vengo
creer que mi corazón ya no podrá jamás
aumentar de tamaño y de nostalgias
sólo esta noche
por favor
por piedad
sentirme vencido
humilde
devastado
hecho y deshecho con desechos de Dios
puesto a soñar sin vistobueno
dado a mentir sin esperanza
pero sabiendo que se trata
sólo de esta noche estéril y única
mañana a las siete abriré los ojos
y otra vez pondré el hombro sin quejarme
y escucharé el estruendo universal
sin que me engañen ruidos secundarios.

Mario Benedetti (Paso de los Toros, Uruguay,  1920 – Montevideo, 2009), frammento dalla poesia Cinco veces triste, in Poemas de hoyporhoy –1958 -1961

°ascoltando Vangelis – Tears In Rain - https://www.youtube.com/watch?v=f885FHFQrFQ

2 luglio 2019

Il messaggio

 

Che cosa scriveresti nel tuo messaggio nella bottiglia?

***

Bottiglia nel mare

Affido questi sei versi alla mia bottiglia nel mare
con il segreto proposito che un giorno
giunga ad una spiaggia quasi deserta
e un bambino la trovi e la stappi
e invece che versi estragga piccole pietre
e aiuti e ammonimenti e lumache.

*

Bottella al mar

Pongo estos seis versos en mi botella al mar
con el secreto designio de que algún día
llegue a una playa casi desierta
y un niño la encuentre y destape
y en lugar de versos extraiga piedritas
y socorros y alertas y caracoles.

Mario Benedetti (Paso de los Toros, 1920 – Montevideo, 2009), traduzione di Raffaella Marzano

*ascoltando The Police – Message In A Bottle https://www.youtube.com/watch?v=MbXWrmQW-OE; Mario Benedetti –  Botella al mar https://www.youtube.com/watch?v=vwmzcqtecnM


5 maggio 2019

Un tipo di amicizia

 


Possibile? Impossibile?
Probabilmente quasi rara (come fa intendere il poeta).

***

Lovers go home

Adesso che ho inaugurato il giorno
tornando al tuo sguardo
e mi hai trovato bene
e ti ho trovato ancora più bella
ora che finalmente
è abbastanza chiaro
dove sei e dove
sono

per la prima volta so
che avrò la forza
per costruire con te
un’amicizia così delicata
che dal vicino
territorio dell’amore
quel disperato
cominceranno a guardarci
con invidia
e finiranno con l’organizzare
viaggi
per venirci a chiedere
come facciamo.

*

Lovers go home

Ahora que empecé el día
volviendo a tu mirada
y me encontraste bien
y te encontré más linda
ahora que por fin
esta bastante claro
donde estas y donde
                           estoy

se por primera vez
que tendré fuerzas
para construir contigo
una amistad tan piola
que del vecino
territorio del amor
ese desesperado
empezarán a mirarnos
con envidia
y acabaran organizando
excursiones
para venir a preguntarnos
cómo hicimos.

Mario Benedetti (Paso de los Toros, 1920 – Montevideo, 2009), da Poemas de otros (Poesie di altri), 1974

*ascoltando Lucio Battisti – Una donna per amico https://www.youtube.com/watch?v=jHm1hET_zC4


8 febbraio 2019

Ai giovani

 


Non è certo un mondo facile quello che lasciamo in eredità, ma qualcosa si può fare.

***

 

Che cosa resta da fare ai giovani
in questo mondo di pazienza e nausea?
Solo graffiti? Rock? Scetticismo?
Ancora resta di non dire amen,
di non lasciare che gli uccidano l’amore,
recuperare la parola e l’utopia,
essere giovani senza fretta e con memoria,
situarsi in una storia che è la loro,
non trasformarsi in vecchi prematuri.

Che cosa resta da fare ai giovani
in questo mondo di routine e rovina?
Cocaina? Birra? Bravate?
Resta loro respirare, aprire gli occhi,
scoprire le radici dell’orrore,
inventar pace anche in modo disordinato,
trovare armonia con la natura,
e con la pioggia ed i lampi,
e col sentimento e con la morte,
quella matta da legare e slegare.

Che cosa resta da fare ai giovani
in questo mondo di consumo e fumo?
Vertigine? Assalti? Discoteche?
Resta loro anche discutere con Dio,
tanto se esiste che se non esiste
tendere mani che aiutano, aprire porte
tra il proprio cuore e quello dell’altro;
soprattutto, resta loro fare futuro
nonostante i meschini del passato
e i saggi ipocriti del presente.

                 *

¿Qué les queda por hacer a los jóvenes
en este mundo de paciencia y asco?
¿sólo grafitti? ¿rock? ¿escepticismo?
también les queda no decir amén
no dejar que les maten el amor
recuperar el habla y la utopía
ser jóvenes sin prisa y con memoria
situarse en una historia que es la suya
no convertirse en viejos prematuros

¿Qué les queda por hacer a los jóvenes
en este mundo de rutina y ruina?
¿cocaína? ¿cerveza? ¿barras bravas?
les queda respirar
abrir los ojos
descubrir las raíces del horror
inventar paz así sea a ponchazos
entenderse con la naturaleza
y con la lluvia y los relámpagos
y con el sentimiento y con la muerte
esa loca de atar y desatar
¿Qué les queda por hacer a los jóvenes
en este mundo de consumo y humo?
¿vértigo? ¿asaltos? ¿discotecas?
también les queda discutir con dios
tanto si existe como si no existe
tender manos que ayudan abrir puertas
entre el corazón propio y el ajeno
sobre todo les queda hacer futuro
a pesar de los ruines del pasado
y los sabios granujas del presente

Mario Benedetti (Paso de los Toros, 1920 – Montevideo, 2009)

°ascoltando The Jeff Beck Group – Beck’s Bolero  https://www.youtube.com/watch?v=nmO0OZC6Ifk


3 febbraio 2019

Non esiste. Eppure…

 

C’è sempre qualcosa a cui vogliamo credere,
anche se siamo quasi certi che non esista.

***

Sirena

Sono con­vinto che tu non esista
e tut­ta­via ogni notte ti ascolto

t’invento a volte con la vanità
con la deso­la­zione o la pigrizia

dall’infinito mare arriva il tuo stupore
l’ascolto come un salmo e ciò malgrado

son così certo che tu non esista
che ti aspetto nel sogno per domani

 *

Sirena

Tengo la convicción de que no existes
y sin embargo te oigo cada noche

te invento a veces con mi vanidad
o mi desolación o mi modorra

del infinito mar viene tu asombro
lo escucho como un salmo y pese a todo

tan convencido estoy de que no existes
que te aguardo en mi sueño para luego. 

Mario Bene­detti (Mario Orlando Hamlet Hardy Brenno Benedetti-Farugia, Paso de los Toros, 1920 – Montevideo, 2009), testo e traduzione dal web

°ascoltando Sinead O’Connor – Song To The Siren (Tim Buckley) https://www.youtube.com/watch?v=88wL8oRf45U


25 novembre 2018

Un bacio

 


Gianni Berengo Gardin, “Bacio”, Parigi, 1954


Senza parole (ovviamente: è un bacio!)

***

Mass media

Dei mezzi di comunicazione
in questo mondo così codificato
da internet e altre navigazioni
continuo a preferire
il vecchio bacio artigianale
che da sempre comunica tanto.

                        *

Mass media

De los medios de comunicación
en este mundo tan codificado
con internet y otras navegaciones
yo sigo prefiriendo
el viejo beso artesanal
que desde siempre comunica tanto.

Mario Benedetti (fonte: https://cctm.website/mario-benedetti-uruguay-2/#.W_nAzOLSLcc)

 ***

Il bacio di ieri

Il bacio di ieri
ha aperto la porta
e tutti i ricordi
che ho creduto fantasmi,
caparbi si sono alzati
a mordermi.

                     *

Ese beso de ayer

Ese beso de ayer
me abrió la puerta
y todos los recuerdos
que yo creí fantasmas,
se levantaron tercos
a morderme.

Claribel Alegría, da Y este poema-rio, 1989

*ascoltando Ben Harper – Steal My Kisses https://www.youtube.com/watch?v=BSTBs3IEVQs


21 settembre 2018

“Ti ho e non ti ho”



Il poeta uruguaiano Mario Benedetti ha scritto delle poesie d’amore particolarmente belle, intense e senza retorica. Come questa qui sotto. (E in fondo è vero un po’ per tutti: non può esserci alcun possesso, “ti ho e non ti ho”…)

***

 

Cuore corazza

Perché ti ho e non ti ho
perché ti penso
perché la notte è qui ad occhi aperti
perché la notte passa e dico amore
perché sei qui a riprendere la tua immagine
e tu sei meglio di tutte le tue immagini
perché sei bella dai piedi fino all’anima
perché sei buona dall’anima fino a me
perché dolce ti nascondi nell’orgoglio piccola e dolce
cuore corazza
perché sei mia
perché non sei mia
perché ti guardo e muoio
e peggio ancora muoio
se non ti guardo amore
se non ti guardo
perché tu esisti sempre ovunque
ma esisti meglio dove io ti voglio
e la tua bocca è sangue
e senti freddo
io devo amarti amore
ti devo amare
anche se la ferita fa male per due
anche se ti cerco e non ti trovo
e anche se
la notte passa e io ti ho
e non ti ho.
 

Mario Benedetti (Mario Orlando Hamlet Hardy Brenno Benedetti-Farugia, Paso de los Toros, 1920 – Montevideo, 2009), traduzione di Martha L. Canfield

°ascoltando Pearl Jam – Just Breathe https://www.youtube.com/watch?v=XTb9GNIxpMk

 

5 luglio 2018

Una solitudine che insegna

 


In questa poesia, il poeta uruguaiano Mario Benedetti suggerisce che anche nella solitudine si può a volte comprendere l’amore.
Ma davvero è possibile comprendere l’amore?

***

Luna congelata

Con questa solitudine
infida
e tranquilla

con questa solitudine
di crepe consacrate
di ululati lontani
di mostri di silenzio
di forti ricordi
di luna congelata
di notte per gli altri
di occhi spalancati

con questa solitudine
inutile
e vuota

si può a volte
capire
l’amore.

***

Luna congelada

Con esta soledad
alevosa
tranquila

con esta soledad
de sagradas goteras
de lejanos aullidos
de monstruos de silencio
de recuerdos al firme
de luna congelada
de noche para otros
de ojos bien abiertos

con esta soledad
inservible
vacía

se puede algunas veces
entender
el amor.

Mario Benedetti (1920, Paso de los Toros, Uruguay- 2009, Montevideo), da El amor, las mujeres y la vida. Poemas de amor

° Ascoltando The Police, So Lonely - https://www.youtube.com/watch?v=fz0DFefft2E