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4 aprile 2021

Equilibri e intricatezze

 


Io credo alle intricatezze (e agli equilibri precari).
E tu, in che cosa credi?

***

Credo nel profumo del gelsomino
che sale al primo piano
e mi ricorda. Credo
nelle foglie della sòfora
che stanno per raggiungere
la mia mano alla finestra
e di notte lo so
mi fanno la guardia.
Credo nel sussulto
che ci guida
nel segreto delle azioni
e ci dispone ad arrossire
e a porre rimedio.
Credo agli alberi spogli
che scrivono se stessi in cielo,
ai versi che rallentano
fino al sonno degli uccelli.
Credo nei fili e negli equilibri
precari, nei sentimenti
all’aperto, provati dalle bufere
spezzati dal tempo
della durezza e dell’abbandono.
Credo a quando mi ascolti
raccolto intorno al futuro
come un chicco di riso
e a quando parli senza
intenzione alcuna.
Credo alle virgole ai punti
e al bianco che fa silenzio
e consegna la prossima parola.
Credo nel fermarmi ora
a braccia aperte e piccolissima
nel paesaggio della nostra intricatezza.

Chandra Livia Candiani, da La domanda della sete,  Einaudi, 2020

°ascoltando John Renbourn – Can’t keep from crying https://www.youtube.com/watch?v=A0kyzKSCukU

 


10 dicembre 2020

In cosa credi e in cosa no?

 

Karoline Kroiß -“Auf den Punkt IV”, 2013, tratto da https://karolinekroiss.allyou.net/


Il poeta, in questa poesia, ci dice ciò in cui ancora crede (ma anche quello in cui proprio non crede). Ora provo anch’io a scrivere due colonne su un foglio… Tu l’hai già fatto questo (difficile) elenco?

***

Credo

Di colpo ci scostiamo
dalle immagini amate
amica
resti fragile all’orizzonte
ti ho lasciato con tanti pensieri
ma chissà se pensi un po’ a me

tu sai
in questo viaggio alla morte
cos’è la vita
mi sento in buona compagnia
mi sento quasi d’aver risposte
quando immagino là dove sei
forse credi nel mio credo prima di dormire
o m’incontri nei corridoi dei sogni

inutile dirti che a questo punto
non credo a predicatori né generali
né alle natiche di miss universo
né al pentimento dei boia
né al catechismo del comfort
né al flebile perdono di dio

a questo punto della vita
credo agli occhi e alle mani del popolo
in generale
e ai tuoi occhi e alle tue mani
in particolare.

Mario Benedetti (Uruguay, 1920-2009),  da L’amore, le donne, la vita, Nottetempo, traduzione di Stefania Marinoni, 2019

 


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