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11 ottobre 2024

"Una pacchia, ogni minuto"

 (Dice che non dobbiamo scordarcelo. Ed è vero)

***

 

Una pacchia

Non c'è altra parola. Perché proprio quello è stata. Una pacchia.
Una pacchia, questi ultimi dieci anni.
Vivo, sobrio, ha lavorato, ha amato,
riamato, una brava donna. Undici anni fa
gli avevano detto che aveva solo sei mesi da vivere
se continuava così. E non poteva che
peggiorare. Così cambiò vita,
in qualche modo. Smise di bere! E per il resto?
Dopo, fu tutta una pacchia, ogni minuto,
fino a quando e anche quando gli dissero che,
beh, c'era qualcosa che non andava e qualcosa
che gli cresceva dentro la testa. "Non piangete per me",
disse ai suoi amici. "Sono un uomo fortunato.
Ho campato dieci anni di più di quanto io o chiunque altro
si aspettasse. Una vera pacchia. Non ve lo scordate".

Raymon Carver, da Orientarsi con le stelle – Tutte le poesie (titolo originale All of Us), nell’edizione di Minimum Fax, Roma, 2006, a cura di William L. Stull, traduzione di Riccardo Duranti e Francesco Durante

 

°ascoltando Ólafur Arnalds - Tomorrow's Song - https://www.youtube.com/watch?v=W9t3mbv2Hd8


3 ottobre 2019

“Voglia di tenerezza”

 

“E ricordate anche quella parola poco usata che è ormai quasi sparita dall’uso, sia in pubblico che in privato: tenerezza. Non potrà farvi male. E quell’altra parola: anima – o chiamatela spirito, se preferite. Non scordatevi neanche quella. Fate attenzione allo spirito delle vostre parole, delle vostre azioni”.

Raymond Carver, da Il mestiere di scrivere

°°°

O tenerezza umana
dove sei?

Forse solo
nei libri?

1992

Izet Sarajlić (Doboj, 1930 – Sarajevo, 2002)

°°°

“(…) La tenerezza per me è un sentimento forte. Ci si arriva, è un percorso. Spesso diventiamo teneri dopo che la vita ci ha stagionato ben bene, stanato, sbocconcellato ma anche dopo aver conosciuto il male che facciamo a noi stessi indurendoci.

La tenerezza non c’è dove c’è severità, giudizio, malevolenza. Per me è un po’ come una sorella minore della compassione, meno notevole, meno in prima linea, è un po’ timida la tenerezza, ha il muso di un animale dei boschi, è schiva e delicata.

Quando diciamo di un bambino che è tenero è perché lo vediamo disarmato, senza furbizia, sprovveduto. Anche i vecchi ci muovono queste onde piccole di tenerezza, anche il loro è un disarmo, una vacuità di strategie, un’inadeguatezza a farcela sempre, a essere a livello delle aspettative.

Chi è tenero non vuole farcela a tutti i costi, vuole sentire come sta e sentire come stanno gli altri, è sorella e fratello, non è genitore, non è maestro. La tenerezza sa stare alla pari, fianco a fianco, non è frontale. Così raro oggi, che giri l’angolo e trovi un guru, ma devi girare tutto il mondo per trovare un amico sincero che pianga con te, rida con te e non ti voglia spiegare la vita e risolvere i suoi misteri.

Ecco la tenerezza trova misteri dove gli altri vedono problemi (…)”.

Chandra Livia Candiani, da Tenerezza – Incontro con Chandra Livia Candiani, Edizioni Romena, 2017

°ascoltando Alan Silvestri – Forrest Gump Theme https://www.google.com/search?client=firefox-b-d&q=forrest+gump+theme


23 maggio 2019

La cosa importante

 

"E che cos’è che volevi?"

 

Ultimo frammento

E hai ottenuto quello che
volevi da questa vita, nonostante tutto?
Sì.
E che cos’è che volevi?
Potermi dire amato, sentirmi
amato sulla terra.

Raymond Carver (Clatskanie – Oregon, 1938-1988), da A New Path to the Waterfall

°ascoltando Bob Marley – Could you be lovedhttps://www.youtube.com/watch?v=Mm7muPjevik

 

20 novembre 2016

Balliamo?

 


Quando è stata l’ultima volta che hai ballato (o hai immaginato di ballare)?

 

Il minuetto

Splendide mattinate.
Giorni in cui mi manca tanto che non mi manca niente.
Mi basta questa vita e non voglio altro. Immobile,
spero che nessuno arrivi.
Ma se arriva qualcuno, spero sia lei.
Quella con le stelline di brillanti
sulla punta delle scarpe.
La ragazza che ho visto danzare il minuetto.
Quell’antica danza.
Il minuetto. Lo danzava
come doveva essere danzato.
E a modo suo.

Raymond Carver, da Orientarsi con le stelle – Tutte le poesie, Minimum Fax, traduzione di Riccardo Duranti e Francesco Durante.

 

* ascoltando Take this Waltz – Leonard Cohen


21 dicembre 2015

Errori

 




«È vivo, può sbagliare… » sono le ultime parole della prima poesia che  è riportata qui sotto. Infatti commettere errori è una caratteristica di cui non ci si può liberare del tutto. Nessuno ci riesce. L’importante sarebbe  riuscire a imparare dai propri sbagli o addirittura vedere anche il bello (?) che ne può derivare. 

Numero sbagliato

Nella pinacoteca squillò il telefono,
squillò a mezzanotte tra i quadri alle pareti;
poteva svegliare i dormienti, se c’erano,
ma qui abitano solo insonni profeti,
soltanto re sbiancano al chiarore lunare,
del tutto indifferenti a quel che c’è da guardare
e, vivace all’aspetto, la moglie del notaio
osserva l’aggeggio che squilla sul caminetto.
ma no, non mette via il suo bel ventaglio,
come gli altri resta appesa, colta sul non fatto.
Superbamente assenti, con ricche vesti o senza,
trattano quell’allarme con noncuranza,
in essa c’è, lo giuro, assai più humor nero
che se dalla cornice scendesse un condottiero
(a cui solo il silenzio fa fischiare le orecchie).
E il fatto che qualcuno continui a richiamare,
provando in buona fede all’apparecchio
un numero inesatto? È vivo, può sbagliare.

Wislawa Szymborska, da Opere, Adelphi, 2008, traduzione a cura di Pietro Marchesani

***

 

Pioggia  

Mi sono svegliato stamattina con
una gran voglia di restare a letto tutto il giorno
a leggere. Ho cercato di combatterla per un minuto.

Poi ho guardato fuori dalla finestra alla pioggia.
E mi sono arreso. Mi sono affidato totalmente
alla custodia di questa mattinata piovosa.

Rivivrei la mia vita un’altra volta?
Rifarei gli stessi imperdonabili errori?
Sì, se appena potessi, sì. Li rifarei.

Raymond Carver, da Orientarsi con le stelle – Tutte le poesie (All of us), Minimum Fax, traduzione di Riccardo Duranti e Francesco Durante

*ascoltando Cat Stevens – The Wind https://www.youtube.com/watch?v=W4-IZTZkTY8

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Consiglio un libro

 



Raymond Carver, Orientarsi con le stelle – Tutte le poesie (titolo originale All of Us), nell’edizione di Minimum Fax, Roma, 2006, a cura di William L. Stull, traduzione di Riccardo Duranti e Francesco Durante

 

Non solo racconti. Raymond Carver ha scritto moltissime poesie che rendono questo autore indimenticabile anche per la sua voce poetica  oltre che narrativa.
Perché la poesia non era per Carver soltanto qualcosa da scrivere tra un racconto e l’altro, ma, come racconta la moglie Tess Gallagher nell’introduzione a questa raccolta, «… era la corrente spirituale da cui muoveva per scrivere i racconti».
Orientarsi con le stelle rende per la prima volta disponibili tutte le poesie (nella loro forma definitiva) di Raymond Carver. Il volume comprende infatti quattro raccolte, tre pubblicate negli ultimi cinque anni della vita dell’autore statunitense (morto a cinquant’anni nel 1988): Voi non sapete cos’è l’amore (1983), Racconti in forma di poesia (1985) e Blu oltremare (1986), più una quarta raccolta Il nuovo sentiero per la cascata, pubblicata postuma nel 1989  (e un’appendice con diciannove poesie tratte da Per favore, non facciamo gli eroi).

Leggere queste poesie è ritrovare l’esperienza umana, semplicemente, in tutta la sua complessità, oltre ogni sovrastruttura. Penso che queste righe, scritte da Tess Gallagher nell’introduzione, possano rendere benissimo ciò che è possibile trovare nel libro: «Ray faceva sembrare ciò che è estatico una cosa comune, alla portata di tutti. Sapeva anche qualcosa di essenziale, che troppo spesso viene sacrificato a preoccupazioni minori: che la poesia non è semplicemente  reticenza servita al posto di ciò che intendevamo dire. È un luogo dove essere aperti e riconoscenti, per fare spazio e accogliere quegli avvenimenti e quelle persone che più sono vicine al nostro cuore. “Te lo volevo dire”. E lo ha fatto.»

Per quanto mi riguarda, questo è uno di quei libri che  fanno nascere il fortissimo impulso  di scrivere all’autore (spesso irrealizzabile, purtroppo) per ringraziarlo.

Felicità

Talmente presto che fuori è ancora quasi buio.
Sto alla finestra con il caffè
e le solite cose della mattina presto
che passano per pensieri.
A un tratto vedo il ragazzo e il suo amico
venire su per la strada
per consegnare il giornale.
Portano il berretto e il maglione
e uno la borsa a tracolla.
Sono così felici
che non dicono niente, questi ragazzi.
Mi sa che se potessero, si prenderebbero
sottobraccio.
Il mattino è appena sorto
e stanno facendo questa cosa insieme.
Avanzano lentamente.
Il mattino si fa più luminoso,
anche se la luna pende ancora pallida sul mare.
Una tale bellezza che per un attimo
la morte e l’ambizione, perfino l’amore,
Non riescono a intaccarla.
Felicità. Arriva
inaspettata. E va al di là, davvero,
di qualsiasi chiacchiera mattutina sull’argomento.