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25 maggio 2020

Qualcosa di rosso

 


Come in un sogno,
l’amore viene con passi silenziosi.
 
Quando lei partì, la porta cigolò,
mi affrettai per richiamarla indietro,
ma il sogno diventò impalpabile,
dileguandosi nel buio.
Un tremare di luce da lontano,
un miraggio, come sangue, rosso!

Rabindranath Tagore (Calcutta, 1861- 1941), da  Petali sulle ceneri – Poesie d’amore

*ascoltando Fabrizio De André – La canzone di Marinella https://www.youtube.com/watch?v=pYKsu4c48gs




3 settembre 2019

Che cosa?

 


Che cosa ti può dare una poesia?

Riporto alcune righe da un’intervista a Charles Simic, poeta statunitense di origine serba, nato  nel 1938 (dal “Corriere della Sera”, 11 agosto 2019): “In una poesia lirica, un’altra coscienza vive in noi quando ci riconosciamo nelle parole di uno sconosciuto. […] Una bella poesia è un segreto  condiviso da due persone che non si sono mai incontrate faccia a faccia. Per quanto mi riguarda nessuna storia d’amore può reggere il confronto (…)”. Esagera? Beh, diciamo che quella poesia rimane e la storia d’amore può finire! In ogni caso tra chi  legge una poesia e chi l’ha scritta a volte si può creare una corrente di emozioni che va oltre il tempo e lo spazio (potrebbe sembrare una corrente a senso unico ma in realtà anche lo scrittore, mentre scrive, si rivolge a un lettore “sospeso”).

***

 

Chi sei tu, lettore che leggi
le mie parole tra un centinaio d’anni?
Non posso inviarti un solo fiore
della ricchezza di questa primavera,
una sola striatura d’oro
delle nubi lontane.
Apri le porte e guardati intorno.
Dal tuo giardino in fiore cogli
i ricordi fragranti dei fiori svaniti
un centinaio d’anni fa.
Nella gioia del tuo cuore possa tu sentire
la gioia vivente che cantò
in un mattino di primavera,
mandando la sua voce lieta
attraverso un centinaio d’anni.
 

Rabindranath Tagore (India, 1861-1941)

*ascoltando Axel Rudi Pell – Emotional Echoes  - https://www.youtube.com/watch?v=ICtP9r7V1A8


28 maggio 2019

Petali

 



XXII

Quando mi passò accanto velocemente,
l’orlo della sua veste mi sfiorò.
Dall’isola sconosciuta d’un cuore
venne improvviso un respiro caldo di primavera.
Fu un tocco fugace che svanì
in un momento, come il petalo di un fiore reciso
trasportato nell’aria.
Ma si fermò sul mio cuore come un sospiro
del suo corpo, come un sussurro dell’anima.

Rabindranath Tagore (1861, Calcutta-1941), da Lo splendore del canto, a cura di Brunilde Neroni, in “Poesia” n. 320 Novembre 2016, Crocetti Editore

*ascoltando Carlos Santana – Waves Within
https://www.youtube.com/watch?time_continue=7&v=VGbSw8dHR3w