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21 marzo 2018

Raggi di luce

 


Il  calendario dice che è di nuovo primavera:
è il momento giusto per far entrare qualche (poetico) raggio di luce.

***

Quanto vorrei, oh quanto
– non visto, non sentito –
volare dietro a un raggio
là dove non esisto.

E tu nel cerchio irradia –
non c’è altra beatitudine –
e da una stella impara
che significhi luce.

Ciò che ti voglio dire
è che sto bisbigliando
e sottovoce affido
te, mia bambina, a un raggio.

23 marzo – primi di maggio del 1937
 
Osip Mandel’štam, da Osip Ėmil’evič Mandel’štam-Ottanta poesie, traduzione di Remo Faccani, Einaudi, Torino, 2009

 *

Dal desiderarti al pensarti mia
sei rimasta tu, mentre entri e ti siedi.
La luce ti viene alle spalle dalla porta socchiusa,
il pruno lascia il suo bianco al mattino.
Cosí intonati, il bianco e il pruno
fermi nel sole, noi.

In questa maniera gli alberi parlano al cielo
l’ombra degli alberi cresce lungo le iridi
verde piú cielo
in questo modo di stare, precipitati.

Pierluigi Cappello, da Dediche a chi sa, in Azzurro elementare, Bur, 2013

*

Luce tu

Luce verticale,
luce tu;
alta luce tu,
luce oro;
luce vibrante,
luce, tu.

E io la nera, cieca, sorda muta ombra orizzontale.

Juan Ramón Jiménez,  da La stagione totale, traduzione di Francesco Tentori Montalto

 

°ascoltando luci di vario tipo e genere (giusto per non farsi mancare niente):
Cream – Sunshine Of   Your Love
https://www.youtube.com/watch?v=zt51rITH3EA; Elisa – Luce https://www.youtube.com/watch?v=0h0Q_AKbg4I; Charlie Haden & Pat Metheny – The Moon Song
https://www.youtube.com/watch?v=f92FliQ-V6g; Edvard Grieg, Il mattino da Peer Gynt – Suite per orchestra, Nr. 1 (Op.46)
https://www.youtube.com/watch?v=IQxMXixxhzI



27 gennaio 2018

Io. Anzi no, io

 

René Magritte, L’ami de l’ordre


Quanti “io” ci sono dentro al nostro “io”?

Io non sono io

                    sono colui
che cammina accanto a me senza che io lo veda,
che, a volte, sto per vedere,
e che, a volte, dimentico.
Colui che tace, sereno, quando parlo,
colui che perdona, dolce, quando odio,
colui che passeggia là dove non sono,
colui che resterà qui quando morirò.

Juan Ramón Jiménez, da Eternità, 1918, traduzione di Claudio Rendina


 ***

Sotto la mia scrivania
c’è sempre un cane famelico
– che mi nutre con la tristezza.

Sotto il mio letto
c’è sempre un fantasma vivo
– che spaventa chi mi ama.

Sotto la mia pelle
qualcuno mi guarda strano
– pensando che io sia lui.

Sotto la mia scrittura
c’è sangue invece che inchiostro
– e qualcuno che grida in silenzio.

Affonso Romano de Sant’Anna (Belo Horizonte, 1937), da Poesia falada

 ***

Mi sono risolto.
Mi sono voltato indietro.
Ho scorto
uno per uno negli occhi
i miei assassini.
Hanno
– tutti quanti – il mio volto.

Giorgio Caproni, da Il franco cacciatore, Garzanti, 1982

 

°ascoltando Pearl Jam – I Am Mine https://www.youtube.com/watch?v=Nkgv3LoQY2o