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25 settembre 2024

Belli, loro...

 

Che cosa pensi, tu, con quello sguardo verde e l'espressione sdegnosa? Perché non dici nulla, gatto serio e annoiato che mi scruti con insistenza? E fammelo un sorriso!

***

Una gatta morbida

e bianca vibra d'una forza

che doma nel bosco

una marea di radici.


Ed è qui, nella casa –

è qui sul gradino sul letto

silenziosa.

Inoperosa eleganza,

indifferente attesa 

di niente.


Poi scatta feroce

giocosa. Azzanna un topino

lo strazia. La lucertola

la sgozza e la lascia

sventrata sul giardino.


E torna smemore

nuvola immacolata

meditante sovrana

sembra felice così

più di noi. Sapiente di più  –

più esperta di vita.


Mariangela Gualtieri, da Selvatico sacro, in Ruvido umano, Einaudi, 2024


°ascoltando Scatman Crothers - Ev'rybody Wants to Be a Cat (dal film  "Gli Aristogatti") - https://www.youtube.com/watch?v=-mDjSghYI7o&t=13s

10 agosto 2024

"Il cielo messo sopra le teste"

Ill. tratta da “Case” (in foto la Casa n. 9) ,
albo illustrato a cura di Maria José Ferrada e Pep Carrio,
ed. Topipittori, 2021

 

 (C'è sete di cielo)

***

Il cielo messo sopra le teste
in una veste d’azzurro palpito
accolto dentro si bagna
penetra sottilmente in ogni poro
del mondo come alimento d’amore.

Il cielo nella tessitura d’acque
che lo compone non indietreggia
si condensa in fontane
si sparpaglia in brine si sprigiona
si dona a noi che respiriamo
la sua formula in fusione
di ciò che non si vede con ciò
che nasce e trema.

Mariangela Gualtieri, da Naturale sconosciuto, in Bestia di gioia, Einaudi, 2010

 

°ascoltando Tangerine Dream - Cloudburst Flight -https://www.youtube.com/watch?v=i4Ni-HsWldg



5 agosto 2024

La nota pura

 

 

                                       (Eccoci caduti qui)

***

 

Siamo spaventosamente soli
in questa campagna. Soli e
disadorni. Concentrati ammucchiati
raccolti sul foglio che adesso è
tempio e preghiera – musica precipitata
dall’abisso, da un panico deposto
fino alla nota pura.

Mariangela Gualtieri, da Per solitario andare, in Bestia di gioia, Einaudi, 2010

 

°ascoltando Omid Shabani  - Blooming in the Valley - https://www.youtube.com/watch?v=E8mBBNfPyis


22 luglio 2024

Nella lista delle cose da fare: prendersi cura dell’io che sta male

 




(… riuscendo a individuarlo)

***

Un mio me
soffre. Chi è? Chi scalcia sul fondo
di questo quieto piroscafo. Giù
nella stiva il passeggero più vivo
batte i suoi colpi.
Chi lo tiene sepolto? E che cosa vuole
questo bastardo bambino che scalcia?
Nel fondo di me, un me soffre –
la sua bandiera stropicciata
non ha nessun vento.
È murato. Il bambino più vivo
murato sul fondo.
Con la sua magra manina
mi stringe il cuore al mattino
un poco stringe e duole.
Che cosa prometto quest’oggi al mio
prigioniero? Con quali parole false
lo tengo zitto per un giorno intero?

Mariangela Gualtieri, da Un niente più grande, in Bestia di gioia, Einaudi, 2010

°ascoltando R.E.M. – Everybody Hurtshttps://www.youtube.com/watch?v=5rOiW_xY-kc

10 febbraio 2024

Il nostro unico mondo

 



Questo è il primo anno  che mi succede: al dieci di febbraio,  mi ritrovo a raccogliere le ultime foglie che hanno tardato a cadere dagli aceri, mentre tra l’erba, già da un po', sono fiorite numerose le primule e le pratoline. È una cosa normale? Non credo sia tanto normale, purtroppo (e neppure primule e pratoline lo credono: gliel’ho chiesto e hanno risposto che no, è tutto fuorché normale).

***

 

Io sono dei vostri, alberi, sono dei vostri
animali eleganti, io sono dei vostri. Credetelo.
Sono dei vostri. Ci separa soltanto un fiato infantile,
ma lo so, lo so, sono io tutto quel
manto, sono io il tronco e lo storno e il
falco. Ci separa un niente, colore, capello,
piccolo piccolo nome: l’impianto del
respiro è solo apparente diverso.
Ci guarderemo fraternamente.
Io sarò migliore.
Larga come l’andare d’un fiume
grande, ci capiremo con l’albero e col seme,
capiremo l’insetto e la grandine.
Risplendiamo. Adesso.
Essere il mondo, voglio. Sentirmi
a casa nel cosmo. E le maree saranno
la strada del gonfio cuore. Sarà d’amore
se cresco. Se avanzo o calo. Sarà d’amore.
E luce voglio. Cosi m’impétalo, che mi spensiero,
che rido mentre corro, come la rondine,
mi moltiplico a stelo, gocciolo, mi biforco,
mi alzo e tramonto, mi slargo, mi infaldo,
divento cima e svetto, mi innevo e frano.
Tutto questo io voglio, dolcemente, perché
fuori dell’umano il dolore è uno sparo
minimo e la più gran parte è ridere,
mi pare, il grande canto.
Lo senti il firmamento? Com’è sereno!
Anche noi siamo dentro.
Abbiamo polverine nelle vene, antiche come il cielo,
sono disciolte nel sangue, hanno dentro
l’impronta d’un andare semplice e grande,
come le grandi sfere. Abbiamo sfere nel sangue,
cartine geografiche con strade d’argento
e vedute telescopiche fino ad
Aldebaran. Abbiamo Vega nel sangue
la stella prodigiosa, e istruzioni precise
per il viaggio per l’appontaggio
e coraggio abbastanza per ogni volo.

Mariangela Gualtieri, da Predica ai pesci, in Fuoco centrale e altre poesie per il teatro, Einaudi, 2003

°ascoltando God Is an Astronaut – Fall from the Stars
https://www.youtube.com/watch?v=PUYzG3nEljE

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13 giugno 2023

(Perennemente) impreparati

 


Foto di Robert Doisneau


Finisce la scuola ma gli esami no, lo sappiamo. E soprattutto non finisce (almeno, per me è così, e per te?) quel sentirsi impreparati, la sensazione di non andare bene, mai.

***

È sporca d’un disordine
lo guarda, lo riconosce
quell’essere nello storto delle ore.
Lontana dal nitore
e dalle potenze. Ancora
ripetente in uno star male
adolescente in quel disagio
d’essere qui e non avere dove.

Vergogna e pena
di ritrovarsi ancora dove un tempo
era acerba, da poco scesa
nella pista. Pochi maestri
e maestre allora. Ma ora.
Sente il vasto scoramento
di chi l’ha imboccata. Non hai imparato
ancora.
Bocciata. Bocciata.

Mariangela Gualtieri, da Quando non morivo, Einaudi, 2019

°ascoltando Supertrump – Schoolhttps://www.youtube.com/watch?v=JgJRM_8GWHg

 


29 gennaio 2023

Forza…



… che ancora un poco di brace si accende.

***

 

Andiamo mie ossa.
Sul fondo del fondo ancora sentiamo
un poco di brace.

A volte una gioia diffusa
ci chiama e pare intessuta della fibra
di tutte le cose.

La trama misteriosa
che per certa sappiamo
nel nostro stare all’erta.

Mariangela Gualtieri, da Bestia di gioia, Einaudi, Torino, 2010

°ascoltando Dream Theater – Along For The Ridehttps://www.youtube.com/watch?v=dy-7Kp8RmOc

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15 dicembre 2022

La forza del “non”

 



In effetti ci vuole (tanta) forza per dire un non.

***

Chiedo la forza del tirarsi indietro
la forza d’ogni rinunciante, la forza
d’ogni digiunante e vegliante
la forza somma del non fare
del non dire del non avere del non sapere.
La forza del non, è quella che chiedo.
Non non non: che parola splendida
questo non

Mariangela Gualtieri, da Senza polvere, senza peso, Einaudi, 2006

°ascoltando Evgeny Grinko – Epilogue https://www.youtube.com/watch?v=zKCVz3WPE4E&t=1s

 


2 agosto 2022

Qualcosa di celeste

 

Stregacomandacoloreeee...

(….) È vero. Sapeste come oggi
un cielo uniforme
di luce, un celeste
tutto di luce sapeste
come dilatava il cuore.
Avete ragione: la terra ancora
è un bel posto
e conduce le vite
per il firmamento.
Siamo nel viaggio sempre.
Traversiamo quadranti di cielo.
Tutti insieme andiamo, come unico
petto alla corrente. Unica falcata. (…)

Mariangela Gualtieri, da Voci di tenebra azzurra (I° parte), 2016

°ascoltando Louis Armstrong – What A Wonderful World https://www.youtube.com/watch?v=SRzg6DzIxzg


20 dicembre 2020

Effetto farfalla

 



«Può, il batter d’ali di una farfalla in Brasile, provocare un tornado in Texas?». Questo il titolo di un articolo (scritto nel 1972) del matematico e meteorologo Edward Lorenz. Egli, rifacendosi concettualmente alla teoria del caos, teorizzò l’imprevedibilità dei sistemi complessi dinamici e non lineari (come ad esempio il clima), sostenendo che infinitesime variazioni nelle condizioni iniziali di un sistema producono grandi e crescenti cambiamenti nel comportamento successivo di quegli stessi sistemi.

Io di fisica non ci ho mai capito un granché, ma nel “sistema dinamico non lineare” della mia vita credo di aver sperimentato qualche effetto  farfalla (sia in bene*** che in male), come penso sia capitato un po’ a tutti.  Del resto,  la nostra vita non è forse un continuo effetto farfalla determinato anche dalla più piccola delle nostre scelte?

 

*** Apportare un piccolo cambiamento alla nostra vita, per quanto la situazione vissuta in un determinato momento possa essere complessa, può portare a differenze profonde e importanti. Questa strategia tramandata da diversi popoli, in Oriente è nota come “Metodo Kaizen” o  tecnica dei piccoli passi e consiste nel focalizzarsi sul più piccolo e apparentemente innocuo intervento da realizzare, il quale sarà seguito da un secondo, e così via.

P.S.Nella poesia che segue non si parla di una farfalla, ma di una foglia che, cadendo a terra, innesca comunque una serie di cambiamenti (chissà quali e chissà quanti…) all’equilibrio del suo sistema.

Una foglia cadendo
fa il piccolo tonfo
scuote un poco la stella
e una geometria d’universo
si sbilancia negli assi.

Tutto un tratteggio di rette infinite
un pulsare di gradi angolari
nessuna ala distesa fa a meno
e la caduta non è che un’
algebra infinita che va giù
nella cifra, nel rigo.

Mariangela Gualtieri, da Naturale sconosciuto, in Bestia di gioia, Einaudi, 2010

 


8 dicembre 2020

Disattenzioni

 



C’è stato qualcosa di bello (come l’autunno di questa poesia) della cui esistenza ti sei accort* (molto o addirittura troppo) in ritardo?

***

L’autunno

E intanto fuori c’era l’autunno.
Non lo sapevo prima. C’era.
In ogni foglia, nell’aria, nella
luce. C’era. E io l’avevo lasciato solo
non lo avevo sorretto, non ammirato
non ero stata sbalordita dai gialli e
dai rossi che infiammava.
O dall’albero quando sta come nudo, con veste
di foglie garbata caduta ai suoi piedi.
Incredulo, l’albero – attonito
pudico. Non lo avevo guardato.
E adesso dalla finestra chiamava –
l’autunno – col suo mesto sorriso e
di nuovo io sorprendevo, adoravo.
Benvenuto a te che fai del morire
un’epopea di colori.

Mariangela Gualtieri, da Riassunto della creazione, in Quando non morivo, Einaudi, 2019


30 novembre 2020

Se scatta quella molla

 


Sì sì, si dice “Basta, non ci casco più.  Ho chiuso con questa cosa del cuore, dell’amore o come si chiama…“, ma poi scatta quella molla. E non ci puoi fare nulla.

***

E ci innamoriamo
ancora una volta e ancora
scatta la molla del cuore
e l’intesa fra regni
con musi con pietre con ali
sappiamo la melodia sottesa
come l’idiota che ride
al centro della festa anche noi
fatti nota riverberante. Fra tante.
Fra tante.

Mariangela Gualtieri, Bestia di gioia, Einaudi, 2010


19 novembre 2020

Ricorda che…

 


Illustrazione di Martina Heiduczek https://www.instagram.com/martina_illustrates/

Se sfogliamo i vecchi album di foto, però (attenzione)  quelli con le foto dei momenti da dimenticare, quelli delle foto senza la giusta luce (beh, talvolta era proprio buio), forse si attenua un po’ la paura delle fotografie future… (siamo sopravvissuti, dopotutto, nonostante quei brutti album!).

***

Sono stata una ragazza nel roseto
una ninfa. Quasi fantasma che stava
scomparendo
sono stata una ragazza di sedici anni
distesa. Ho attraversato il deserto
rapidamente, quasi volando,
una statua di pietra del Budda
dormiente, un Budda di cenere
sono stata. Una donna appesa.
Sono stata un uomo duro e forzuto.
Una eccentrica con un pesce in bocca
e poi il bambino dell’imperatore
del giardino orientale. Un albero
forse. Un topo. Un elefante
una lepre. Sono stata campo
di battaglia e una preghiera. Un papavero.
Un intero pianeta. Forse una stella
un lago. Acqua sono stata,
questo lo so. Sono stata acqua
e vento. Una pioggia su qualcosa
che ero stata tempo addietro.
Un giuramento. Un’attesa.
La corsa della gazzella. E proiettile
sono stata, freccia perfetta scagliata,
catacomba. Un credo – un lamento.
Un bastimento fra onde altissime.
Forse anche il mare.
E dunque – di cosa dovrei avere paura
adesso.

Mariangela Gualtieri (Cesena, 1951), da Le giovani parole, Einaudi, 2015


°ascoltando Davy Graham – Anji  https://www.youtube.com/watch?v=qXhWgbmc9yU


5 novembre 2020

Abbi cura

 


Illustrazione di Martina Heiduczek https://www.instagram.com/martina_illustrates/


Abbi cura (di te),  in questo giorno. E in quello dopo, e in quello dopo ancora…

***

In questo giorno di inspiegabili gocce
di nuvoloni e poca poca luce
in questo giorno
in questo arco del tempo
oh! giorno – con le tue bocche
le tue fatiche. In questo giorno
cadranno foglie. Cadranno gocce
polverine. Acque lavano la crosta
bambini escono dalle mamme
e crescono. Tavole si apparecchiano
sparecchiano. Letti rifatti, cambiano
le lenzuola – in questo giorno.
Mi piaci, giorno.
Tolgo la museruola alla mia
animella che ride.
Sto bene. Covo le parole.
M’incingo. Ho cura, oggi.

Mariangela Gualtieri, da Quando non morivo, 2020


°ascoltando Morning Has Broken · Cat Stevens https://www.youtube.com/watch?

1 ottobre 2020

“Da forma a forma”

 

Quanti nomi,
quante forme
(e quanti sogni) ha l’amore?

***

 

Il quotidiano innamoramento

L’amore mio ha tanti di quei nomi.
Batte le foglie a volte come cielo
che scende in gocce. Tira via le foglie
secche e le trasporta in volo.
A volte l’amore mio sorge e risplende
a volte per un momento breve
mi guarda sul sentiero con occhi
spaventati di capriolo. Ha molte facce
l’amore mio. Umane facce
e musi. Ha tutte le parole.
Ha note, sinfonie, voci cantate.
Ha un vuoto così grande
che mi accoglie mi chiama mi
atterrisce. L’amore mio.
Mi consola e mi duole.
E non muore – non muore.
Da forma a forma fiorisce.

Mariangela Gualtieri, da Quando non morivo, Einaudi, 2019


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29 agosto 2020

Come piante

 

Illustrazione di Alessandra Olanow, da www.instagram.com/aolanow/

Facciamo la piccola buca
stretta d’un cielo che da tempo non piove.
Facciamo che si sta a dimora oggi.
Piantati come piante.
Gettiamo via quest’ora, non battiamo la cassa del tempo
per farlo fruttare.
C’è un frutto sepolto se non ti affanni ora.
Resta nulla facente.
Torna nuova.

Mariangela Gualtieri, da Quando non morivo, Torino, Einaudi, 2019

*ascoltando Hang Massive – Thingless Things https://www.youtube.com/watch?v=aXS6WEAduLw


29 luglio 2020

Rompersi (in mille pezzi)

 



Hai mai avuto un attacco di panico?
È quando corpo e mente si stancano di dirci “smettila di portare il peso di tutto nascondendo ogni minimo segno di fatica!” e noi, che non li abbiamo mai ascoltati, all’improvviso, ci frantumiamo.
Poi, un pezzo alla volta (e con il tempo), impariamo ad aggiustarci.

Accettando la verità di ogni nostro punto di rottura.

***

Sto nello sfregio della notte.
Senza intesa. Senza accollarmi il fagotto e
salvarlo. Oggi non salvo. Sono io la bufera
che rovina. Sono la spina, il buco, l’inciampo.
Sono io l’innesto sbagliato che darà un frutticino
sgorbio. Sono il relitto il rifiuto, la cosa rotta
l’urlo incenerito, la cappa che fa fumo. Sono io.

 Mariangela Gualtieri, da Senza polvere senza peso, Einaudi, 2006

 

*ascoltando Hang Massive – Once Again https://www.youtube.com/watch?v=xk3BvNLeNgw


9 giugno 2020

Per questo…

 



Sembra una fiaba antica, questa poesia:
versi delicatissimi per raccontare la vita.

***

Un frutto è sempre un bacio dentro l’altare del seme
e giugno ride e ride.
Più di febbraio e maggio
si fa sostanza. Per questo il ramo ha dormito.

Mariangela Gualtieri, da Senza polvere, senza peso, Einaudi, 2006

*ascoltando Angelo Branduardi – Il ciliegio https://www.youtube.com/watch?v=L4LmIT6HbIo


7 maggio 2020

Da nome a nome

 

Siamo un’unica danza di particelle mai assopite?
Siamo polvere di stelle che va da nome a nome?

***

Subito si cuce questo niente da dire
ad una voce che batte. Vuole
palpitare ancora, forte, forte forte
dire sono – sono qui – e sentire che c’è
fra stella e ramo e piuma e pelo e mano
un unico danzare approfondito, e dialogo
di particelle mai assopite, mai morte mai finite.
Siamo questo traslare cambiare posto e nome.
Siamo un essere qui, perenne navigare di sostanze da nome a nome. Siamo.

Mariangela Gualtieri, da Quando non morivo, Einaudi, Torino, 2019

°ascoltando  Pink Floyd – Ebb and Flow https://www.youtube.com/watch?v=2V2TpE-cxwA


1 aprile 2020

Ho chiesto al rosmarino…

 

Questa mattina ho fatto una domanda al rosmarino (è sopravvissuto all’inverno!): sono sicura che a suo modo (e con i suoi tempi) mi risponderà.

***

 

Si trema, per contentezza e per mistero
dentro l’orto, si infilano le mani nella terra
inginocchiati si adora, senza saperlo,
e l’acqua è sostanza che risveglia
cresce e ristora. Quanta luce nell’orto –
quanta notte. Ogni stella di questo emisfero
passa sull’orto.
 
Mariangela Gualtieri, da Le giovani parole, Einaudi, Torino 2015

°ascoltando Ezio Bosso – Symphony No. 2, Under Trees’ Voices – Pines and Flowers
https://www.youtube.com/watch?v=EWWhXpdPg0c