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20 settembre 2021

Sto cercando di smettere


(Rimuginare uccide: smetti subito)

Basta. Ho deciso di smettere di rimuginare sui “misteri” del passato e anche su quelli del futuro (sono più che sufficienti quelli del presente). Sei d’accordo con me? Allora basta rimuginio!

Anche se… però… forse… magari se… pensandoci bene…uhm…

***

LXXVIII

Come a un calzino rivoltato in dentro
vado tastando buchi e cuciture
a te, mistero, decriptato a sbafo,
che ritorni per essere incompreso.

Anna Maria Curci (Roma, 1960), da Nei giorni per versi, Arcipelago Itaca 2020

∞ ascoltando Paul Simon – Think too much https://www.youtube.com/watch?v=hR-WAfxOEKY


1 aprile 2020

Ho chiesto al rosmarino…

 

Questa mattina ho fatto una domanda al rosmarino (è sopravvissuto all’inverno!): sono sicura che a suo modo (e con i suoi tempi) mi risponderà.

***

 

Si trema, per contentezza e per mistero
dentro l’orto, si infilano le mani nella terra
inginocchiati si adora, senza saperlo,
e l’acqua è sostanza che risveglia
cresce e ristora. Quanta luce nell’orto –
quanta notte. Ogni stella di questo emisfero
passa sull’orto.
 
Mariangela Gualtieri, da Le giovani parole, Einaudi, Torino 2015

°ascoltando Ezio Bosso – Symphony No. 2, Under Trees’ Voices – Pines and Flowers
https://www.youtube.com/watch?v=EWWhXpdPg0c


14 settembre 2019

Attimi a pensieri zero

 



Attimi rari e preziosi di non pensiero.
Zero pensieri  per i dispetti del caso e zero pensieri per i dispetti (cattiverie?) delle persone.
Zero  pensieri  per il tempo passato e per quello che verrà. Zero pensieri. 

Dimenticarsi per un attimo di pensare è una dolcissima dimenticanza.

***

Talvolta riesco
a scordarmi di pensare,
guardo come i sassi,
gli alberi e
gli elefanti innamorati,
allora congiungo le mani.

Janez Bernik (1933, Gunclje, Ljubljana), traduzione dallo sloveno di Jolka Milič, fonte http://www.filidaquilone.it/num024milic.html

* ascolatando Nina Simone – Feeling Good 


1 luglio 2019

Tra il dire e il fare

 

… c’è (anche) una poesia?

***

Dire: fare

I.

Tra ciò che vedo e dico,
tra ciò che dico e taccio,
tra ciò che taccio e sogno,
tra ciò che sogno e scordo,
la poesia.
Scivola
tra il sì e il no:
dice
ciò che taccio,
tace
ciò che dico,
sogna
ciò che scordo.
Non è un dire:
è un fare.
È un fare
che è un dire.
La poesia
si dice e si ode:
è reale.
E appena dico
è reale,
si dissipa.
È più reale, così?

II.

Idea palpabile,
parola
impalpabile:
la poesia
va e viene
tra ciò che è
e ciò che non è.
Tesse riflessi
e li stesse.
La poesia
semina occhi nella pagina,
semina parole negli occhi.
Gli occhi parlano,
le parole guardano,
gli sguardi pensano.
Udire
i pensieri,
vedere ciò che diciamo,
toccare
il corpo dell’idea.
Gli occhi
si chiudono,
le parole si aprono.

*
Decir, hacer

I.

Entre lo que veo y digo,
Entre lo que digo y callo,
Entre lo que callo y sueño,
Entre lo que sueño y olvido
La poesía.
Se desliza entre el sí y el no:
dice
lo que callo,
calla
lo que digo,
sueña
lo que olvido.
No es un decir:
es un hacer.
Es un hacer
que es un decir.
La poesía
se dice y se oye:
es real.
Y apenas digo
es real,
se disipa.
¿Así es más real?

II.

Idea palpable,
palabra
impalpable:
la poesía
va y viene
entre lo que es
y lo que no es.
Teje reflejos
y los desteje.
La poesía
siembra ojos en las páginas
siembra palabras en los ojos.
Los ojos hablan
las palabras miran,
las miradas piensan.
Oír
los pensamientos,
ver
lo que decimos
tocar
el cuerpo
de la idea.
Los ojos
se cierran
Las palabras se abren.

 
Octavio Paz (Messico, 1914-1998), da Árbol  adentro, 1987

°ascoltando Pink Floyd – Things Left Unsaid -  https://www.youtube.com/watch?v=0knKQEjRifA


11 gennaio 2019

Io penso, tu pensi, egli pensa…


Auguste Rodin, Le Penseur- Il pensatore, Musée Rodin, Parigi

Penso che in questo preciso istante
chissà non ci sia nessuno nell’universo che pensi a me,
che io sia il solo a pensarmi,
e se morissi adesso,
nessuno, neppure io, resterebbe a pensarmi.

E questo è l’inizio dell’abisso,
come quando mi addormento.
Sono il mio proprio sostegno e me lo tolgo.
Contribuisco a rivestire tutto d’assenza.

Sarà forse per questo
che pensare a un uomo
è quasi un modo di salvarlo.

*

Pienso que en este momento
tal vez nadie en el universo piensa en mí,
que sólo yo me pienso,
y si ahora muriese,
nadie, ni yo, me pensaría.

Y aquí empieza el abismo,
como cuando me duermo.
Soy mi propio sostén y me lo quito.
Contribuyo a tapizar de ausencia todo.

Tal vez sea por esto
que pensar en un hombre
se parece a salvarlo.

Roberto Juarroz, da Poesía Vertical (Lulu, 2017), traduzione di A. Prusso e Benedetta Maestrelli Picchiotti

°ascoltando  The Smiths – Oscillate Wildly https://www.youtube.com/watch?v=hfADf-PvhKY

 

Una pianta ama sé stessa

  (Una pianta ama sé stessa finché vive; senza eccezioni) un solo compito   di questo mio corpo ho odiato tutto l’ho insultato app...