Regali (molto) alternativi

 


Non sai che cosa regalare al tuo amore, a un amico o a un'amica, a tu* figli*, a qualcuno che ti sta antipatic*, al cane, al gatto, a te stess*, a chi vuoi tu?
Vedi se trovi un'idea tra questi regali alternativi:

 

Per il tuo onomastico
ti hanno fatto regali molto costosi:
un profumo di marca, un anello,
un portamine d’oro, dei pattini,
delle scarpe Nike e una bicicletta.

Io ti ho portato solo
un mucchio di semi: d’arancio,
di pino, di cedro, d’araucaria,
di rampicanti, di mogano e di quercia,
in una scatola antica color tabacco.

I semi sono pazienti
e aspettano il loro luogo e il loro momento.

Non avevo i soldi per comprarti cose di lusso.
Volevo solo regalarti un bosco.

*

El día de tu santo
te hicieron regalos muy valiosos:
un perfume extranjero, una sortija,
un lapicero de oro, unos patines,
unos tenis Nike y una bicicleta.

Yo solamente te pude traer,
En una caja antigua de color rapé,
un montón de semillas de naranjo,
de pino, de cedro, de araucaria,
de bellísima, de caobo y de amarillo.

Esas semillas son pacientes
y esperan su lugar y su tiempo.

Yo no tenía dinero para comprarte algo lujoso.
Yo simplemente quise regalarte un bosque.

Jairo Anibal Niño (Colombia, 1941 — 2010), da Mi fa male la pancia del cuore, Sonzogno, 2001, traduzione di Anna Mioni

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Non regalare poesie

Leggile, le poesie, ti fanno bene
sono come vitamine
come una carezza al gatto
come il primo gelato ad aprile
 
leggile – scrivile, se ti scappano –
ma non regalare poesie: sarai preso per matto,
Belle! – ti diranno, bene che vada,
e capirai che non le hanno lette
 
perciò leggile, le poesie, ti fanno bene,
ma regala caramelle.

Irene Marchi, da L’uso delle parole e delle nuvole, Cicorivolta Editore, 2020

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Testamento

Sto per partire in aereo
e la paura dell’altezza mescolata a me
mi fa prendere calmanti
e avere sogni confusi

Se muoio
voglio che mia figlia non mi dimentichi
che qualcuno canti per lei anche con voce stonata
e che le regalino fantasia
invece di un orario preciso
o un letto ben fatto
che le diano amore e il vedere
dentro le cose
sognare soli azzurri e cieli brillanti
invece di insegnarle conti e somme
e a pelare patate

Preparate mia figlia
per la vita
se muoio in aereo
e rimango staccata dal mio corpo
e sarò un atomo libero lì in cielo

Che si ricordi di me
mia figlia
e più tardi che dica a sua figlia
che io sono volata lì in cielo
e che sono stata contentissima
di vedere in casa sua i conti tutti sbagliati
e le patate nel sacco dimenticate
e integre

Ana Luísa Amaral (Lisbona, 1956-2022), da Minha Senhora de quê, 1990, traduzione di Livia Apa

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L’utilità della sofferenza

(Mentre dormivo ho sognato questi versi)
Una persona che amavo mi ha dato una volta
una scatola piena di buio.
 
Ci sono voluti anni perché capissi
che anche quello era un dono.

*

The uses of sorrow

(In my sleep I dreamed this poem)
Someone I loved once gave me
a box full of darkness.
 
It took me years to understand
that this, too, was a gift.

Mary Oliver (1935, Ohio – 2019), da Thirst – Poems by Mary Oliver

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La saponetta

Tu pensavi che cosa mi regalerà
finalmente è venuto Natale
eccomi qui alla porta, e tutto
è Natale scrupolosamente
l’esatto sogno dei bambini
col gelo col grigio col vento
che fa turbinare quei cosi
di ghiaccio e di neve e le famiglie
che si chiudono come valve
tram fermi automobili poche
eccomi qui da te col regalo
io che te lo avevo promesso
ciao ciao ho avuto la forza
di arrivare fin qui se non altro.
Ma dico: quando l’avrai consumato
e resterà un fogliettino
un fagiolo un cece un nulla
e ti scivolerà fra le dita
precipitando giù nel lavandino
dico, amore, per un istante almeno
ti ricorderai di me?

Dino Buzzati, da Il capitano Pic e altre poesie, 1965

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Generalizzando

Tutti riceviamo un dono.
Poi, non ricordiamo più
né da chi, né che sia.
Soltanto ne conserviamo
– pungente e senza condono –
la spina della nostalgia.

Giorgio Caproni (Livorno, 1912-1990), da Res amissa, Garzanti, 1991

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Incantesimo

Voglio regalarti
il profumo della menta:
chiudi gli occhi
e strofina queste parole
sulle tue mani
– le n  t   a     m       e       n        t        e
con pazienza.
Sentirai l’aroma fresco  
e forte della sera
nascosta giù in giardino.

(Profumerà il tè
la foglia, vera,
che troverai riaprendo gli occhi).

Irene Marchi, in Poetare – Agenda 2022, a cura di La scuola di Editoria, Samuele Edizioni, 2021

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Offertorio

Come un regalo accetto il tuo silenzio,
con tutto
quel che contiene il suo rigore di roccia.
Con tutte le domande che entrano nel suo cerchio,
il suo graffio, la sua lacrima e il suo ventre
di tamburo che percuoto
e dove solo il colpo risponde.
Come qualcosa che è,
che non può non essere
accetto il tuo silenzio.
Con tutto quel che ha di risposta,
di grido figurato, d’impotenza,
di parole cucite con lunghi fili falsi.

Perché tutto
quel che un uomo vuole sognare entra nel pugno
serrato del silenzio.

In cambio ti offro
tutto il silenzio che il tuo orecchio esige,
che il tuo cuore esige,
ed in punta di piedi
esco da te.
(Io, che sempre ho creduto nelle parole)

Piedad Bonnett (Amalfi, Colombia, 1951), da Fuoco fatuo, ed. Forme Libere, 2012, traduzione di Luca Baù e Alessandra Merlo

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Certi uomini non ci penserebbero.
Tu invece sì. Tu spesso mi dicevi
che eri stato lì lì per comprarmi dei fiori
ma qualcosa era andato storto poi.

Il negozio era chiuso. O un dubbio avevi,
quel genere di dubbi che si affacciano
alla testa di gente come noi.
Ch’io gradissi i tuoi fiori dubitavi.

Sorridere m’hai fatto, e t’ho abbracciato.
Sorrido ancora adesso. E sappi che
quei fiori, caro, che non mi hai comprato
non sono ancora appassiti per me.

Wendy Cope  (Erith, Regno Unito, 1945), traduzione di Silvio Raffo

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Saggezza

Quando avrò smesso di spezzarmi l’ali
contro l’insufficienza d’ogni cosa
e imparato che dietro ogni cancello
duro ad aprirsi un compromesso aspetta,
quando saprò guardare fissa in volto
la vita senza scosse, fredda e calma,
lei mi darà la Verità – un gran dono –
e in cambio avrà da me la giovinezza.

Sara Teasdale (1884, Saint Louis, Missouri, 1933), da Gli amorosi incanti, Crocetti, 2010 – traduzione di Silvio Raffo

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Parole in saldo?

Se non vuoi spenderti
fai bene – sono sincera –
a non regalare parole

le parole che regali
devono essere macchiate
di fiori
di terra
di sonno perso

e poi di pioggia
di coraggio
di sole
e di paura,

non di svendite di pensiero.

Irene Marchi, da La parte in ombra, Ensemble Edizioni, 2018

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Per te

Per te
sono diventato un delinquente
uno scippatore
un cleptomane.
Mi inseguiranno tutti,
compreso il vigile all’angolo,
il professore di buona condotta
e il sorvegliante.
Per te
ieri pomeriggio
sono diventato un ladro di fiori.

Jairo Aníbal Niño (Colombia, 1941-2010), da Mi fa male la pancia del cuore – Poesie d’amore dai banchi di scuola, traduzione di Anna Mioni, Sonzogno, 2001

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A San Valentino

Non una rosa rossa o un cuore di raso.
Ti do una cipolla.
È una luna avvolta in ruvida carta scura.
Promette luce
come il lento spogliarsi dell’amore.
Eccola.
Ti accecherà di lacrime
come un amante.
Renderà il tuo riflesso
un traballante ritratto di dolore.
Sto cercando di essere onesta.
Non un biglietto lezioso o baci per interposta persona.
Ti do una cipolla.
Il suo bacio pungente resterà sulle tue labbra,
possessivo e fedele
come noi,
finché lo saremo noi.
Prendila.
I suoi cerchi di platino si riducono a un anello nuziale,
se vuoi.
Letale.
Il suo odore si appiccicherà alle tue dita,
al tuo coltello.

***

Valentine

Not a red rose or a satin heart.
I give you an onion.
It is a moon wrapped in brown paper.
It promises light
like the careful undressing of love.
Here.
It will blind you with tears
like a lover.
It will make your reflection
a wobbling photo of grief.
I am trying to be truthful.
Not a cute card or a kissogram.
I give you an onion.
Its fierce kiss will stay on your lips,
possessive and faithful
as we are,
for as long as we are.
Take it.
Its platinum loops shrink to a wedding-ring,
if you like.
Lethal.
Its scent will cling to your fingers,
cling to your knife.

Karol Ann Duffy, da La donna sulla luna, Le Lettere, 2011, traduzione di Giorgia Sensi e Andrea Sirotti

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“Bambina, (…) i miei doni sono la follia, il coraggio, l’ambizione e l’irrequietezza. La fortuna degli amori e il delirio della solitudine. La passione per le comete, per l’acqua e per gli uomini. Desidero per te intelligenza e ingegno. Uno sguardo curioso, un naso dotato di memoria, una bocca che sorrida e maledica con precisione divina, gambe che non invecchino, un pianto in grado di restituirti la fierezza. Ti auguro di avere il senso del tempo che hanno le stelle, la tenacia delle formiche, il dubbio dei templi. Spero tu abbia fede nei presagi, nella voce dei morti, nella bocca degli avventurieri, nella pace degli uomini che dimenticano il proprio destino, nella forza dei tuoi ricordi e nel futuro come promessa che contiene tutto ciò che non ti è ancora accaduto. (…)”

Ángeles Mastretta, (Puebla, Messico, 1949), da Male d’amore, traduzione di Silvia Meucci

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Senti che silenzio ti regalo
perché tu abbia vuoto
e frescura e scavo lento
per le tue millenarie graffiature
per il tuo non registrare con la mente
ma tenere in appoggio funambolo sul cuore
la fatica della pressione altrui,
dei multipli imperativi
che sfrecciano e chiedono
e pretendono. Senti come sto
quieta e senza sonoro
appoggiata al bel niente
e dopo, quando torni contento
è già pronta la mia saltabeccante energia
la zampata che ti invita
alla tua radice d’infanzia.
 
Chandra Livia Candiani da La domanda della sete, Einaudi

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Ma io mi sciolgo davanti a uno snack-bar
se solo so che dentro ci sei tu,
e ho fatto verniciare d’oro il telefono
perché una volta mi hai chiamato tu.
Perciò ho deciso di regalarti gli Oceani,
fuori s’intende dalle acque territoriali,
l’Atlantico, il Pacifico, l’Indiano,
e insieme a queste ingenti masse d’acqua
salata l’Artico e i Mari del Sud
con tutte le isole nuove disabitate,
che da lontano sembrano così verdi
per quanto, immagino, saranno piene di vipere.

Juan Rodolfo Wilcock (Buenos Aires, 1919-1978), da Poesie, Adelphi, 1980

        

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Non regalarmi fiori recisi,
anche se sono di un’immensa bellezza.
Non accetto più niente,
nella mia vita,
che non abbia radici.

***

No me regales flores cortadas,
aunque sean de extrema belleza.
Yo no acepto ya nada,
en mi vida,
que no contenga raíces.

Ada Luz Marquez (Spagna), fonte https://cctm.website/ada-luz-marquez-espana/#.YRgpO9_OMz0

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Ti regalerò un abisso (disse lei)
ma in un modo talmente sottile che solo lo percepirai
quando già saranno passati molti anni
e sarai lontano dal Messico e da me.
Quando più ne avrai bisogno lo scoprirai
e quello non sarà
il lieto fine
ma sì un istante di vuoto e di felicità
e magari a quel punto ti ricorderai di me
anche se non troppo.

                               ***
 
Te regalaré un abismo (dijo ella)
Pero de tan sutil manera que solo lo percibirás
Cuando hayan pasado muchos años
Y estés lejos de México y de mí.
Cuando más lo necesites lo descubrirás
Y ese no será
El final feliz
Pero si un instante de vacío y de felicidad
Y tal vez entonces te acuerdes de mí
Aunque no mucho.

Roberto Bolaño (Santiago del Cile, 1953-2003), da  Los perros románticos, 1993

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Il dono

Il dono eccelso che di giorno in giorno
e d’anno in anno da te attesi, o vita
(e per esso, lo sai, mi fu dolcezza
anche il pianto), non venne: ancor non venne.
Ad ogni alba che spunta io dico: “E’ oggi”:
ad ogni giorno che tramonta io dico:
“Sarà domani”. Scorre intanto il fiume
del mio sangue vermiglio alla sua foce:
e forse il dono che puoi darmi, il solo
che valga, o vita, è questo sangue: questo
fluir segreto nelle vene e battere
dei polsi, e luce aver dagli occhi; e amarti
unicamente perché sei la vita.

Ada Negri, da Il dono, A. Mondadori, 1936

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Ogni parola è una nota di musica
Un poco di colore sulla tela
Polvere sulle spalle delle statue
Profumo sulle ali delle farfalle
Ogni parola è una foglia che cade
L’albero è il libro della vita
I suoi rami sono capitoli
Il suo tronco è la linfa del tempo
Ogni poesia è una fantasia
Dove parole colori e foglie
Danzano su un tavolo in Toscana
Un giorno d’estate
Dove la poesia regala l’ombra
Ai gatti che sonnecchiano.

Tahar Ben Jelloun (Fès, Marocco, 1944), da Poesie dipinte (n. 68), in Dolore e luce nel mondo, La nave di Teseo, 2021, traduzione di Cettina Caliò

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Regalami dei libri
che finiscano bene

in mancanza di romanzi
anche delle poesie

in mancanza di poesie
anche una quartina

in mancanza di una quartina
anche un solo verso.

Regalami un amore
che finisca bene

il vostro è fuggito via
il vostro ha lasciato la porta aperta
ai suoi fantasmi

Tristano ed Isotta
Romeo e Giulietta
Henri e Yvonne

papà e mamma
per sempre riuniti
per sempre separati.

Da quaranta anni
provo a scrivere una vita
che finisca bene

da quaranta anni
sono morto quaranta volte
sono nato quarantuno volte

da quaranta anni
sono coperto da cicatrici di separazioni

mi sveglio la notte
in mezzo ad una piaga

che lascia ciascuno
dall’altro lato del sangue.

Regalami dei libri
che finiscano bene

L’isola del tesoro
ma non Il Dottor Jekill e Mister Hyde

L’ammutinamento dell’Elsinore
ma non Vent’anni dopo

ma non Madame Bovary
non Il rosso e il nero

non, come il suo stesso titolo suggerisce,
Illusioni perdute

Le avventure del capitano Hornblower
ma non Moby Dick

Via dalla pazza folla
ma non Giuda l’oscuro

né parecchi capolavori del XX secolo

i Vangeli
ma non l’eroe dei Vangeli
né parecchie vite del XX secolo.

Lascia la pagina al suo biancore

attraversala
senza scriverla

non impegnarti in un verso
di cui ti rammaricheresti

che ucciderebbe nel grembo
gli altri versi.

Lascia questa donna al suo sguardo

non iniziare
una storia che finirà male

un giorno
lei morirà
ti lascerà
ti lascerà solo

dinanzi alla nostalgia immensa
dell’attimo

prima dell’incontro

quando era possibile
vivere una storia

che sarebbe finita bene
che non sarebbe finita affatto

come questo verso di Gérald Neveu
la bagnante scivola via parallela al desiderio

come quest’altro di Mallarmé
il trasparente ghiacciaio dei voli che non sono fuggiti.

Non so nuotare
ma la seguo

non comprendo i versi di Mallarmé
ma lo sento

come ho sentito
corre voce che si possa essere felici
e l’ho seguita.

Regalami una poesia
che non comincia
e non finisce

Regalami una poesia.

Yvon le Men (Tréguier,1953 ), da Besoin de poème,  Editions du Seuil, traduzione di Giancarlo Cavallo (fonte: http://www.casadellapoesia.org/)

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Ti regalo questa pianta.
Ecco, lei non vede
e non sente, ma ti sente
se tu le accarezzi le foglie,
sente il tuo alito
se le parli.
Lei non sa di essere regalata,
non sa cosa significa la parola
regalare,
passa dalle mie mani alle tue
e starà dove la metti.
Tu non metterla troppo alla luce
ma nemmeno troppo all’ombra,
non darle troppa acqua
ma non dargliene troppo poca.
Lei lo vedi come sta quieta
e è disposta a tutto.
Lascia che le cose accadano
e è disposta a trovare in ogni cosa
qualcosa di bello.

 

Claudio Damiani (San Giovanni Rotondo, 1957), da Il fico sulla fortezza, 2012

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Romanticismo

Dice che le donai una stella,
dice che accadde al porto,
una domenica sera,
quando cominciavamo a uscire insieme.
Io non ricordo niente, a dire il vero,
è passata mezza vita da allora. Però,
vallo a sapere! Tutto sommato, può
anche essere vero: vent’anni,
innamorato perso,
e senza un soldo in tasca…
Che cos’altro le potevo regalare?

***

El romanticismo

Dice que le regalé una estrella,
dice que fue en el puerto,
una noche de domingo,
cuando empezábamos a salir.
Yo no recuerdo nada, la verdad,
hace media vida de eso. Pero
vete tú a saber. Bien mirado, puede
que hasta sea cierto: veinte años,
tonto perdido de amor,
y sin un duro en el bolsillo…
Qué otra cosa les vas a regalar.

Karmelo C. Iribarren (San Sebastián, 1959), da Otra ciudad, otra vida

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Visite di cortesia

Non portarmi fiori,
ti prego, 
ma una confezione piccola
di ascolto
che varchi la soglia
del comune farfintadisentire.
Non regalarmi enormi promesse
̶  ti chiamo, ci vediamo  ̶
mantieni la verità
senza la logica
almeno per pochi attimi
                                   degli occhi
per poche pieghe
                        del sorriso.

 
Irene Marchi, da La parte in ombra, Edizioni Ensemble, 2018

 

 

 

(pagina in continuo aggiornamento)

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