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30 novembre 2024

Da aggiungere al gruppo

 

Un’altra poesia che si può definire d’amore (e quindi va a rimpinguare questo gruppo https://lapoesianonsimangia.blogspot.com/2024/09/poco-o-tanto.html).

***

 

Il mio cuore nudo alla nascita
era fasciato di ninnenanne.
Più tardi da solo si è vestito
di poesie.
Come camicia
ho portato sul dorso
la poesia che avevo letto.

Così ho vissuto per mezzo secolo
finché privi di parole ci siamo incontrati.

Dalla camicia sullo schienale della seggiola
scopro stanotte
per quanti anni
di studio a memoria
ti ho aspettata.

 

John Berger (Londra, 1926-2017), da E i nostri volti, amore mio, leggeri come foto, traduzione di Maria Nadotti, 2008, Mondadori

°ascoltando Erik Wøllo Memory Wawes - https://www.youtube.com/watch?v=Q_PvgGbmYHo

12 novembre 2020

Una favola antica

 


Il cielo è sempre un bel libro da leggere (e rileggere)

***

 

Ogni pino al crepuscolo
alberga l’uccello
della sua voce
perpendicolare e immobile
la foresta
indifferente alla storia
senza lacrime come la pietra
ripete
con tremula eccitazione
l’antica favola
del sole che muore.

John Berger, da E i nostri volti, amore mio, leggeri come foto, traduzione di Maria Nadotti, Il Saggiatoere Editore, 2020

 


°Ascoltando Bert Jansch – Avocet https://www.youtube.com/watch?v=laROagHBwbs


4 novembre 2020

Torneremo

 


… prima o poi, ad ascoltare la musica dal vivo.
Nell’attesa, la musica resta comunque un’ottima cura per (quasi) tutto, proprio come si legge  nella poesia qui sotto.

***



 “(…) La musica non si può toccare – esiste solo nell’istante in cui viene percepita – e tuttavia è in grado di mutare profondamente il modo in cui vediamo il mondo e il nostro posto al suo interno. La musica può aiutarci a superare i momenti difficili della vita trasformando la percezione di noi stessi e di ciò che ci circonda. È roba forte”.

David Byrne, da Come funziona la musica

***

Canzone d’amore

Le montagne sono spietate
la pioggia sta sciogliendo la neve
gelerà di nuovo.

Nel caffè due forestieri
suonano la fisarmonica
e una sala piena di uomini canta.

I motivi riempiono
i sacchi del cuore
il cavo degli occhi.

Le parole riempiono
gli stalli
che mugghiano tra le orecchie.

La musica rade le guance
scioglie le giunture
unica cura per i reumatismi.

La musica pulisce le unghie
ammorbidisce le mani
strofina i calli.

Una stanza piena di uomini,
venuti dal bestiame fradicio
dalla nafta, dall’eterno badile,

accarezza
l’aria di una canzone d’amore
con mani addolcite.

Le mie hanno lasciato i polsi
e stanno oltrepassando le montagne
per ritrovare il tuo seno.

Nel caffè due forestieri
suonano la fisarmonica
la pioggia sta sciogliendo la neve.

John Berger (Londra, 1926 – 2017), da E i nostri volti, amore mio, leggeri come foto, traduzione di Maria Nadotti, Il Saggiatore, 2020

°ascoltando Listen to the Music – Playing For Change feat. Tom Johnston (The Doobie Brothers) https://www.youtube.com/watch?v=t4sK8d48Exs

 


3 novembre 2020

Le foto nei portafogli

 

Si tengono ancora  le foto delle persone a cui vogliamo bene nei portafogli? Me lo chiedo perché con i nostri telefoni, pieni di archivi fotografici e di megafantastincredibili applicazioni, quelle due o tre foto spiegazzate (o una fotocopia, se temiamo di perderle) tenute in una tasca del portafogli potrebbero (?) sembrare una cosa un po’ obsoleta. Beh, anche se sembra obsoleto non importa: penso che quella foto nel portafoglio abbia un effetto rassicurante come poche altre cose. Sei d'accordo?

***

Quando apro il portafogli
per mostrare i documenti
pagare in contanti
o controllare l’orario di un treno
osservo il tuo viso.

Il polline del fiore
è più vecchio delle montagne
Aravis è giovane
se misurata sul loro tempo.

Gli ovuli del fiore
daranno ancora semi
quando Aravis ormai invecchiata
non sarà più che una collina.

Il fiore nel portafogli
del cuore, la forza
di ciò che vive dentro di noi
sopravvivendo alla montagna.

E i nostri volti, amore mio, leggeri come foto.

John Berger (Londra, 1926 – 2017), da E i nostri volti, amore mio, leggeri come foto, traduzione di Maria Nadotti, Il Saggiatore, 2020


°ascoltando Paul Simon – Kodachrome https://www.youtube.com/watch?v=qrRRhoS3KFk


31 ottobre 2020

Vale la pena di…

 

“(…) L’unico sogno che vale la pena di vivere è vivere finché si è vivi
e morire solo quando si è morti (…)”

***

 

Essere pienamente vivi nel nostro mondo così com’è.
Mettersi vicino a coloro per i quali questo mondo è diventato intollerabile e ascoltarli.
L’unico sogno che vale la pena di vivere è vivere finché si è vivi
e morire solo quando si è morti.
Cosa significa esattamente?
Amare. Essere amati.
Non dimenticare mai la propria insignificanza.
Non abituarsi mai alla violenza indicibile
e alla volgare disparità della vita che ci circonda.
Cercare la gioia nei luoghi più tristi,
inseguire la bellezza là dove si nasconde.
Non semplificare mai quello che è complicato
e non complicare quello che è semplice.
Rispettare la forza, mai il potere.
Sopratutto osservare. Sforzarsi di capire.
Non distogliere mai lo sguardo.
E mai, mai dimenticare.

John Berger (1926-2017), dall’introduzione a cura di Maria Nadotti di Modi di vedere, (traduzione di M. Nadotti), 2015, Bollati Boringhier

 

°ascoltando Fairport Convention – Come All Ye - https://www.youtube.com/watch?v=Id-uy–H8tQ&feature=emb_title