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27 febbraio 2025

Windchime

 


 (Ieri di carillon, oggi di campane a vento)

***

Esce per appendere la campana a vento

in camicia da notte e stivali da lavoro.

Sono le sei e mezza del mattino

e lei è in piedi sulla ghiacciaia di plastica

sulle punte per raggiungere la trave del portico,

 

campana a vento nella mano sinistra,

martello nella destra, il chiodo

serrato tra i denti

ma poi non accade nulla perché

lei sta cercando di capire

come scambiare #1 con #3.


Doveva starsene in piedi in cucina,

caffè in mano, un po' addormentata,

quando lo ha sentito – il vento che soffiava

grazie al suono che la campana a vento

non stava facendo

perché non c'era.

 

Nessuno, me incluso,  crede ormai più di tanto  

al fino a che morte non ci separi,

ma posso vedere cosa mi mancherebbe se la lasciassi –

il modo in cui le sue caviglie entrano negli stivali da lavoro

mentre è in piedi sulla ghiacciaia di plastica;

il problema che le aggrotta la fronte;

la piccola bocca da baciare

che trattiene il chiodo.

 

Tony Hoagland (Fort Bragg 1953-2018), da What Narcissism Means to Me, Graywolf Press, (mia libera traduzione)

 *

She goes out to hang the windchime

in her nightie and her work boots.

It’s six-thirty in the morning

and she’s standing on the plastic ice chest

tiptoe to reach the crossbeam of the porch,

 

windchime in her left hand,

hammer in her right, the nail

gripped tight between her teeth

but nothing happens next because

she’s trying to figure out

how to switch #1 with #3.

 

She must have been standing in the kitchen,

coffee in her hand, asleep,

when she heard it the wind blowing

through the sound the windchime

wasn’t making

because it wasn’t there.

 

No one, including me, especially anymore believes

till death do us part,

but I can see what I would miss in leaving

the way her ankles go into the work boots

as she stands upon the ice chest;

the problem scrunched into her forehead;

the little kissable mouth

with the nail in it.

Tony Hoagland (Fort Bragg 1953-2018), da What Narcissism Means to Me, Graywolf Press

 

°ascoltando The Beach Boys - Wind Chimes https:/www.youtube.com/watch?v=ususRR09u8A


30 novembre 2024

Da aggiungere al gruppo

 

Un’altra poesia che si può definire d’amore (e quindi va a rimpinguare questo gruppo https://lapoesianonsimangia.blogspot.com/2024/09/poco-o-tanto.html).

***

 

Il mio cuore nudo alla nascita
era fasciato di ninnenanne.
Più tardi da solo si è vestito
di poesie.
Come camicia
ho portato sul dorso
la poesia che avevo letto.

Così ho vissuto per mezzo secolo
finché privi di parole ci siamo incontrati.

Dalla camicia sullo schienale della seggiola
scopro stanotte
per quanti anni
di studio a memoria
ti ho aspettata.

 

John Berger (Londra, 1926-2017), da E i nostri volti, amore mio, leggeri come foto, traduzione di Maria Nadotti, 2008, Mondadori

°ascoltando Erik Wøllo Memory Wawes - https://www.youtube.com/watch?v=Q_PvgGbmYHo

10 giugno 2021

Una grazia naturale

 



Questa poesia contiene la parola “grazia” e, leggendola, non è forse grazia pura ciò che arriva dalla lettura? Una grazia avvolgente, non artefatta ma autentica e quasi ancestrale. (Sì, oggi sono stata letteralmente folgorata da una poesia)

***

XVII

Nei tuoi fianchi materni grazia di passo
di cerva giovane all’abbeverata

nel sorriso ciottoli di stelle profumati
di mandorli in germoglio

negli occhi di lupa che allatta
pace chiara

o negro fuoco di baccante in danza sacra
se la pupilla si allarga di passione.

Come posso non amarti?

Sì, sono vecchio di scafo, ho passato burrasche,
sbattuto su scogli e memorie

ma vele nuove l’onda
infida spesso sommerge

e non per una pesca d’alba
ti chiedo compagnia
ma fino all’imbrunire e per cantare.

Sergio Atzeni (Capoterra, 1952-1995), da Due colori esistono al mondo. Il verde è il secondo, Nuoro, Edizioni Il Maestrale, 1997

°ascoltando Kitaro  – Aqua https://www.youtube.com/watch?v=9i0ok2ebHfM&t=10s


26 novembre 2015

Disperatamente amore

 




Sono difficili da scrivere le poesie d’amore: per colpire e non svanire per sempre devono sfuggire alla banalità e al melenso. E soprattutto devono essere vere, vive. Poesie come queste due, secondo me bellissime e disperate, che riporto qui sotto.

 

Finché tu esisti

Finché tu esisti,
finché il mio sguardo
ti cerca oltre le colline,
finché nulla
mi riempie il cuore
che non sia la tua immagine, e ci sia
una remota possibilità che sia viva
in qualche luogo, illuminata
da una luce – qualsiasi…
Finché
sento che tu esisti  e ti chiami
così, con quel tuo nome
così piccolo,
continuerò come ora,
mia amata,
affranto dalla distanza,
sotto questo amore che cresce e non muore,
sotto questo amore che continua e non finisce.

Angel Gonzalez (Olivedo, 1925 – Madrid 2008), da Poesia spagnola del Novecento, La generazione del ’50, a cura di G. Morelli, Le Lettere, Firenze, 2008.

***

Ti ho amata sempre nel silenzio
contando sull’ingombro
di quell’amore
e di quel silenzio
ed anche quando poi ci siamo scritti
la profilassi guidava la mia mano
perché ogni senso
fosse soltanto negli spazi bianchi
e nondimeno mi sentivo osceno
come se la più ermetica allusione
grondasse la bava del questuante.

Mai in ogni caso dubitai
che tu sapessi
finché scoprimmo insieme
di esser vissuti vent’anni nell’errore
tu ignorando
io presumendo
e allora in un punto è stato chiaro
che solo al muto
il battito del cuore
è rimbombante

Michele Mari, da Cento poesie d’amore a Ladyhawke, Einaudi, 2007.

* ascoltando Lucio Battisti – E penso a te