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10 giugno 2021

Una grazia naturale

 



Questa poesia contiene la parola “grazia” e, leggendola, non è forse grazia pura ciò che arriva dalla lettura? Una grazia avvolgente, non artefatta ma autentica e quasi ancestrale. (Sì, oggi sono stata letteralmente folgorata da una poesia)

***

XVII

Nei tuoi fianchi materni grazia di passo
di cerva giovane all’abbeverata

nel sorriso ciottoli di stelle profumati
di mandorli in germoglio

negli occhi di lupa che allatta
pace chiara

o negro fuoco di baccante in danza sacra
se la pupilla si allarga di passione.

Come posso non amarti?

Sì, sono vecchio di scafo, ho passato burrasche,
sbattuto su scogli e memorie

ma vele nuove l’onda
infida spesso sommerge

e non per una pesca d’alba
ti chiedo compagnia
ma fino all’imbrunire e per cantare.

Sergio Atzeni (Capoterra, 1952-1995), da Due colori esistono al mondo. Il verde è il secondo, Nuoro, Edizioni Il Maestrale, 1997

°ascoltando Kitaro  – Aqua https://www.youtube.com/watch?v=9i0ok2ebHfM&t=10s


26 novembre 2015

Disperatamente amore

 




Sono difficili da scrivere le poesie d’amore: per colpire e non svanire per sempre devono sfuggire alla banalità e al melenso. E soprattutto devono essere vere, vive. Poesie come queste due, secondo me bellissime e disperate, che riporto qui sotto.

 

Finché tu esisti

Finché tu esisti,
finché il mio sguardo
ti cerca oltre le colline,
finché nulla
mi riempie il cuore
che non sia la tua immagine, e ci sia
una remota possibilità che sia viva
in qualche luogo, illuminata
da una luce – qualsiasi…
Finché
sento che tu esisti  e ti chiami
così, con quel tuo nome
così piccolo,
continuerò come ora,
mia amata,
affranto dalla distanza,
sotto questo amore che cresce e non muore,
sotto questo amore che continua e non finisce.

Angel Gonzalez (Olivedo, 1925 – Madrid 2008), da Poesia spagnola del Novecento, La generazione del ’50, a cura di G. Morelli, Le Lettere, Firenze, 2008.

***

Ti ho amata sempre nel silenzio
contando sull’ingombro
di quell’amore
e di quel silenzio
ed anche quando poi ci siamo scritti
la profilassi guidava la mia mano
perché ogni senso
fosse soltanto negli spazi bianchi
e nondimeno mi sentivo osceno
come se la più ermetica allusione
grondasse la bava del questuante.

Mai in ogni caso dubitai
che tu sapessi
finché scoprimmo insieme
di esser vissuti vent’anni nell’errore
tu ignorando
io presumendo
e allora in un punto è stato chiaro
che solo al muto
il battito del cuore
è rimbombante

Michele Mari, da Cento poesie d’amore a Ladyhawke, Einaudi, 2007.

* ascoltando Lucio Battisti – E penso a te


Ipotesi di percorso

  (Perdersi tra l'argento degli ulivi mi sembra un bellissimo programma) ***   Dobbiamo cercare sepolture nel volo delle rondini i...