Sono difficili da scrivere le poesie d’amore: per colpire e non svanire per sempre devono sfuggire alla banalità e al melenso. E soprattutto devono essere vere, vive. Poesie come queste due, secondo me bellissime e disperate, che riporto qui sotto.
Finché tu esisti
Finché tu esisti,
finché il mio sguardo
ti cerca oltre le colline,
finché nulla
mi riempie il cuore
che non sia la tua immagine, e ci sia
una remota possibilità che sia viva
in qualche luogo, illuminata
da una luce – qualsiasi…
Finché
sento che tu esisti e ti chiami
così, con quel tuo nome
così piccolo,
continuerò come ora,
mia amata,
affranto dalla distanza,
sotto questo amore che cresce e non muore,
sotto questo amore che continua e non finisce.Angel Gonzalez (Olivedo, 1925 – Madrid 2008), da Poesia spagnola del Novecento, La generazione del ’50, a cura di G. Morelli, Le Lettere, Firenze, 2008.
***
Ti ho amata sempre nel silenzio
contando sull’ingombro
di quell’amore
e di quel silenzio
ed anche quando poi ci siamo scritti
la profilassi guidava la mia mano
perché ogni senso
fosse soltanto negli spazi bianchi
e nondimeno mi sentivo osceno
come se la più ermetica allusione
grondasse la bava del questuante.Mai in ogni caso dubitai
che tu sapessi
finché scoprimmo insieme
di esser vissuti vent’anni nell’errore
tu ignorando
io presumendo
e allora in un punto è stato chiaro
che solo al muto
il battito del cuore
è rimbombanteMichele Mari, da Cento poesie d’amore a Ladyhawke, Einaudi, 2007.
* ascoltando Lucio Battisti – E penso a te