“Allora sì allora adesso/esco e danzo danzo come matta/e lascio essere me all’aria aperta”: bellissimo questo intento di esistenza...
Le poesie andrebbero sempre interpretate liberamente, seguendo quello che le parole risvegliano in ognuno, e a me questa poesia suggerisce due percorsi: 1- l’io lirico chiede a sé stesso, che ancora non sa riconoscere, se sente la sua mancanza; 2 - l’io lirico chiede a qualcuno che ancora non conosce (ma diverso da sé stesso) se sente la sua mancanza. Quale tra questi, o quale tra altri eventuali percorsi (di ricerca), ti risuona di più?
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E se non mi fossi ancora
in te imbattuta? se tu non,
se tu mai, se tu perduto
indirizzo?
Se fossi troppo bene travestito
in altro da te, in giostra e ottovolante,
in gonna e camicetta, in calice sul banco,
in sguardi e unghie della fame?
Se tu all’angolo o sotto l’asfalto,
se tu sete di sé smarrita
tra gambe della scrivania
soffocata di schiuma
sotto il rasoio del barbiere,
se aperta finestra e tende bianche
al vento, se tu improvvisazione
d’abbraccio e.
Allora sì allora adesso
esco e danzo danzo come matta
e lascio essere me all’aria aperta
come ferita di guerra
che si asciuga al sole
sopra spiaggia dello scampo,
come ferita che sboccia
albero frondoso con uccelli
tanti
intenti a loro vita
intenti al compito felice
incuranti di essere
soli al mondo
senza anima viva.
Io
ti manco?
Chandra Livia Candiani, da La bambina pugile Ovvero La precisione dell’amore, Einaudi, 2014
°ascoltando John Frusciante - Before The Beginning - https://www.youtube.com/watch?v=J76MeYAGaH8