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10 gennaio 2025

"Nessun ordine"

 


Nessun ordine fra le poche cose:

la pedina d’avorio, la lampada Upim,

la copertina del disco di Stratos.

Ma fuori come si rallegrano le cose

una nube dietro l’altra tutto è là

con il fumo del comignolo di fronte

 

e quel poco di spazio alla finestra

che dicono potrebbe addirittura ritirarsi,

arrestare l’espansione dell’universo

e di nuovo comprimersi in un punto

                                                              che magari riesplode.

Ermanno Krumm, da Animali e uomini, Einaudi, 2003, p.89

 

°ascoltando Area (Demetrio Stratos) – Giro Giro Tondo - https://www.youtube.com/watch?v=SAr1tI_-gp8

6 gennaio 2025

In silenzio

 

(Cose da imparare)

***

 

Dalla neve

voglio imparare

l'infaticabile costanza

nell'esserci

e nello sparire

Come in silenzio

se ne viene

e la sfumata canzone

di quando se ne va

(dicembre 1993, Sottochiesa)

 

Giusi Quarenghi (Sottochiesa, 1951), da Ho incontrato l'inverno, Campanotto Editore, 1999

 

°ascoltando Mette Henriette - Drifting - https://www.youtube.com/watch?v=rk84IPu_hA8&t=14s


28 novembre 2024

Ha ragione lui

 

Mi piace andare al mare al di fuori della stagione del mare; mentre ascolto la sua voce, mi illudo che anche lui si accorga di me (visto che non c’è quasi nessuno, solo per questo). E chissà che cosa pensa il mare di noi: non credo abbia una gran bella opinione...

(e c’hai ragione)

 

caro mare e tu mi dirai: "Guarda
la meraviglia di nuvole lente
che si specchiano nel mio infinito
movimento,  e poi tocca la sabbia
che porta l’eco d’ogni singola
stella,  sentilo il sale che resta
sulle mani
". Urlerai,  caro mare, 
tu urlerai: "Che razza di idioti…
che cosa direte a ogni figlio:
un giorno saranno tue,

tutte queste bombe?"

Caro mare… e  c’hai ragione

Irene Marchi, da Mancano le indicazioni, Officine Editoriali, 2023

°ascoltando Devendra Banhart - Heard Somebody Say -

https://www.youtube.com/watch?v=n0vVg5bxCy4

20 novembre 2024

Ipotesi di percorso


 
(Perdersi tra l'argento degli ulivi mi sembra un bellissimo programma)
***

 

Dobbiamo cercare sepolture

nel volo delle rondini

in quello magro di cicogne al nido

trasfigurare i sogni

la nostalgia.

Abituarci a nuovi paesaggi

perderci tra le rupi

ricercare il battito

l’argento degli ulivi.

Vittorio Lingiardi, da La confusione è precisa in amore, Nottetempo, 2012

 

° ascoltando Myriam Gendron - There Is No East Or West - https://www.youtube.com/watch?v=3kt7BS1ZeHA

19 novembre 2024

Un gesto poetico

 


 

Poesia che ha bisogno di un gesto


Ho posato una ciotola di sassi
tra me e voi, sul pavimento.
L’ho fatto perché vorrei parlarne
ma non mi fido delle mie parole.
Mi piacerebbe che riuscissimo a parlare
esattamente della stessa cosa
senza che nessuno debba far finta di aver capito
e senza che nessuno si senta incompreso:
io, nella fattispecie.

Vorrei parlare di questi sassi, ma non della loro forma o del loro colore, e nemmeno della loro sostanza o del loro peso.
Vorrei parlare di questi sassi, ma prima vorrei essere sicuro di non essere frainteso.
Per esempio, nemmeno del mio gesto mi posso fidare: forse è sembrato un gesto teatrale, magari fatto male, senza stile, ma pur sempre con dentro qualcosa di simbolico. Invece io non voglio questo. Io vorrei che tutta l’attenzione si concentrasse proprio sui sassi che stanno lì

e al tempo stesso che questa fosse più simile a una poesia che a un monologo.
E un’altra cosa non vorrei: che questa dei sassi fosse considerata una ‘trovata’; perché sarebbe vero solo in parte: io sono veramente preoccupato che noi veramente non parliamo la stessa lingua, ed è così che ho scritto una poesia dimostrativa. Ma io sono preoccupato soprattutto in questo momento, ed è un momento, un attimo, in cui non voglio dimostrare niente, voglio solo andarmene contento, nella sicurezza di aver parlato con qualcuno, e che qualcosa sia successo. Non mi interessa se ciò che sto facendo sia vecchio o nuovo, bello o brutto, ma mi dispiacerebbe se fosse inteso come falso, e sto rischiando. Di solito scrivo delle cose che mi sono abituato a chiamare poesie, ma se questa cosa di questo momento non dovesse funzionare, non dovesse essere compresa, tutto ciò che ho scritto e che scriverò non avrebbe scopo.

Allora, vorrei che ci si concentrasse su quei sassi. Non perché siano importanti di per sé, e non perché siano un simbolo di qualcosa, ma proprio perché sono una cosa come un’altra: sassi.

Hanno però delle qualità: sono visibili e toccabili, sono tanti e sono separati.
Noi dobbiamo stare con i sassi.
Sono una cosa del mondo.
E dobbiamo cercare di capirli.
È per questo che ho scritto una poesia che ha bisogno di un gesto e di un pensiero.

 Adesso io starei qualche secondo in silenzio, pensando ai sassi.

Stefano Dal Bianco (Padova, 1961), da Ritorno a Planaval , Mondadori, 2001

°ascoltando Les Trois Lézards - Les Hommes Poétiques - https://www.youtube.com/watch?v=-yrorBt59Lk

9 novembre 2024

Le nostre prigioni

 


 

La prigione della memoria

 

Certe volte mi ricordo di cose
che non ho mai visto,
di persone e linguaggi
che non ho mai conosciuto,
vedo passare nella mia stanza
notti che non ho vissuto
e per le strade avanzare con vele bianche
giornate senza nessuno dei vivi a bordo.
Cerco allora l’antro da cui sono uscite
tutte le cose che non sono mie:
forse qualcuno verrà a chiedermi,
come mai le viva io,
dovrò protestare che non ne so niente,
che non le ho rubate a nessuno.
Altre volte non ho paura,
mi pare di non dovermi difendere,
di dovermi salvare soltanto dalle cose mie:
sento che la mia prigione
è uno spazio elastico quanto la mia memoria
e che le uniche fughe sono queste.

 

Roberto Pazzi (Ameglia, 1946-2023), da Calma di vento, Garzanti, 1987

 

°ascoltando Elliott Smith - Pictures of Me https://www.youtube.com/watch?v=TKIxDKOfGv8