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26 luglio 2024

T di tenerezza

 


(Dov’è?)

***

La tenerezza non si occupa di eroi
e presto brucia l’aureola dei santi.
Si apre un sorriso nel centro della mano
nel palmo bianco che impasta la farina
e ragionevole si muove alla carezza.
Sfiorando il cuore si sciolgono al contatto
scorie e detriti d’inverni cittadini.

Vittorio Lingiardi, da La confusione è precisa in amore, Nottetempo Ed., 2012

 

°ascoltando Ólafur Arnalds – Near Light  https://www.youtube.com/watch?v=0kYc55bXJFI



29 dicembre 2023

P di provvisorio

 


(Mille auguri e zero bilanci!)

***

L’ultima poesia dell’anno

l’ultima poesia dell’anno
      mi cade

tra le dita

mentre chiudo il rendiconto
provvisorio – come tutto –
 
la contabilità di mia madre mi dà un tono
da donna razionale che non ho avuto mai:
rifuggo la partita doppia
come ogni conteggio, come
ogni passaggio che impone
un bilancio. E provvisorio
è tutto ciò che mi torna nella vita

©IreneMarchi2023

°ascoltando Nick drake – Day Is Donehttps://www.youtube.com/watch?v=Y2jxjv0HkwM&t=8s


14 dicembre 2023

B di Blues

 


“New York- – Vecchie abitazioni di tipo inglese”, Istituto Italiano d’Arti Grafiche – Bergamo, 1971

B di blues (m di malinconia)

***

Blues per sedurre una ragazza americana

Quando saranno passati gli anni
e i tuoi occhi saranno appena cresciuti al mondo
e le tue braccia traboccheranno della dolcezza d’essere
state anche loro riparo dalla vita,
e l’ironica smorfia delle labbra di cui ho nostalgia
sembrerà una sirena d’allarme contro gli incendi
dell’esistenza.
Quando passati saranno gli anni e starai riordinando casa
una mattina, appena sradicata dal sonno,
dal sonno che aspettavi e che arrivò in ritardo,
e attraverserai Main Street per andare a fare la spesa
– mettendo in moto con piacere un macchinino rosso,
piccola cosa, tiepido essere con lentiggini,
arrogante e tenera – quando passati saranno gli anni
quella stessa mattina

                               ti ricorderai di me.
 
E crescerà, all’improvviso, un gatto fra i tuoi occhi,
una lingua sulla lingua, un odore sulla pelle,
un’acqua che scivolosa ti tradisce.
 
Quando saranno passati gli anni – in quello stesso istante –
io, più triste, più lontano, più pirata, più saggio,
starò immaginando una storia reale.
Una storia chiara come la tua stessa storia,
che somiglia alla mia come quella grande storia
che non riuscimmo mai a condividere.
 
Quando saranno passati gli anni e rincaserai, già tardi,
con tracce di nostalgia ancora da decifrare
– in quello stesso istante – quando passati saranno gli anni
io, più triste, più saggio, molte vite più vecchio,
starò immaginando una storia reale:
essere l’ospite d’onore che ti attende in casa,
il fuoco già acceso, la tavola apparecchiata,
i bambini a letto e qualcosa di cui conversare.
 
Non c’è bisogno che continui, sai come funziona,
per le storie reali non si piange.

Álvaro Salvador, da La condizione del personaggio, 1992, traduzione di Luigi Sepe, in “Poesia”, n.17, gennaio/febbraio 2023, Crocetti Editore, pp. 91-93

°ascoltando John Mayall & The Bluesbreakers (e Gary Moore) – So Many Roads https://www.youtube.com/watch?v=dwc7ZEYfWYc


21 ottobre 2023

C di corpo

 


  Edgar Degas (1834-1917), Ballerina

(Vuoi abbastanza bene al tuo corpo?)

***

Corpo mio, ora che non viaggeremo più molto a lungo insieme
comincio a provare una nuova tenerezza verso di te, molto cruda e inconsueta,
come i ricordi che ho dell’amore quand’ero giovane –

l’amore che era così spesso sciocco nei suoi intenti
ma mai nelle sue scelte, nelle sue intensità.
Troppo chiedere in anticipo, troppo che non poteva essere promesso –

la mia anima è stata così paurosa, così violenta:
perdona la sua brutalità.
Come fosse quell’anima, la mia mano si muove cauta sopra di te,

non volendo recare offesa
ma impaziente, finalmente, di raggiungere l’espressione come sostanza:

non è la terra che mi mancherà,
sei tu che mi mancherai.

Louise Glück (New York, 1943-2023), da A village life, 2009, traduzione di Francesca Spinelli, tratta  da “Internazionale”, ottobre 2020

°ascoltando Yann Tiersen – Still Here – https://www.youtube.com/watch?v=lNx9G2PzWEQ&t=42s


22 giugno 2023

R di ricordi

 

Siamo noi che conserviamo alcuni ricordi o sono i ricordi che ci trattengono?

***

I ricordi mi vedono

Una mattina di giugno in cui era troppo presto
per svegliarmi ma troppo tardi per riprendere sonno,
devo uscire nel verde che è colmo
di ricordi, e mi seguono con lo sguardo.
Non si vedono, si fondono completamente
al paesaggio, perfetti camaleonti.
Sono così vicini che li sento respirare
benché il canto degli uccelli dia stupore.

Tomas Tranströmer (Stoccolma, 1931-2015), da Franco Buffoni, Songs of Spring. Quaderno di traduzioni, Marcos y Marcos 1999

°ascoltando John Prine – I Remember Everything
https://www.youtube.com/watch?v=L21Tc_DtL6M


10 giugno 2023

P di promesse

 



In quale gruppo senti di poter rientrare (più o meno)?

1 – Chi promette e mantiene

2 – Chi promette e non mantiene

3 – Chi non promette mai

***

Non ti domando sicurezze, mai
con te ho pensato a un amore routine.
Se torni, quando torni per favore
non dirmelo. Son queste le cose
che non voglio sapere, che so.
Tu bada a non farmi promesse
io a non chiederne.
 
Daria Menicanti, da Il concerto del grillo. L’opera poetica completa con tutte le poesie inedite, Mimesis edizioni, 2013

 

°ascoltando Radiohead – I Promise
https://www.youtube.com/watch?v=0sFvFVkeGVg&t=49s

 


10 febbraio 2023

I di inafferrabile

 



Le nuvole sono inafferrabili. È bene saperlo.

***

 

Disegnando una nuvola

 

Bella ninfa inafferrabile
non basta l’occhio, non basta il fiuto
del cacciatore più astuto,
del pescatore più abile,
non conta il senno, la pazienza,
chi ti guarda è perduto.

Leonardo Sinisgalli, da Tutte le poesie, Mondadori, 2020

 

°ascoltando Ludovico Einaudi-Nuvole Bianche https://www.youtube.com/watch?v=vjUSDxAUUSE&t=2s


6 gennaio 2023

S di stupore

 


Sono talmente tante le domande che potremmo farci! Risposte non ce ne sono, quindi non resta che continuare a stupirsi.

Stupore

Perché mai a tal punto singolare?
Questa e non quella? E qui che ci sto a fare?
Di martedì? In una casa e non nel nido?
Pelle e non squame? Non foglia, ma viso?
Perché di persona una volta soltanto?
E sulla terra? Con una stella accanto?
Dopo tante ere di non presenza?
Per tutti i tempi e tutti gli ioni?
Per i vibrioni e le costellazioni?
E proprio adesso? Fino all’essenza?
Sola da me e con me? Perché mi chiedo,
non a lato, né a miglia di distanza,
non ieri, né cent’anni addietro, siedo
e guardo un angolo buio della stanza
come, rizzato il capo, sta a guardare
la cosa ringhiante che chiamano cane?

Wislawa Szymborska, da Ogni caso, 1972, traduzione di Pietro Marchesani

°ascoltando Hermanos Gutiérrez – El Bueno Y El Malo https://www.youtube.com/watch?v=3WSFVdQQwhc&t=17s

 


26 novembre 2022

D di “dove?”

 




(Dove, dove e dove?)

 

I valzer di Chopin

Con i valzer di Chopin ritorno alla ragazza che un giorno sono stata.
Il giardino splende e magnifico dichiara il trionfo della vita
come ai tempi in cui esistevano le muse
e l’erba nel primo mattino sussurrava.
Nell’immenso cortile della memoria
ascolto preludi
e mi domando dove è rimasta la mia casa
dove la mia ragione d’essere
e dove la mia quiete.

***

Los valses de Chopin

Con los valses de Chopin regreso a la joven que un día fui.
El jardín arde y espléndido declara el triunfo de la vida
como cuando las musas existían
y susurraba la hierba en el amanecer.
En el inmenso patio de la memoria
oigo preludios
y me pregunto dónde quedó mi casa
dónde mi razón de ser
y dónde mi sosiego.

Luz Mary Giraldo (Ibagué, Colombia, 1950), traduzione di Martha Canfield

°ascoltando Chopin – Prelude No. 4 in E minor (Daniil Trifonov) – https://www.youtube.com/watch?v=l1OWaAJdNt0


29 agosto 2022

N di nonmuoremaichivienericordato

 



“(…) Muoiono veramente quelli solo
che vai dimenticando (…)”
***

Non dire mai che è morto, non dire
era, faceva. Le tristi parole
non servono che a farlo sprofondare
ancora di più nella terra.
Muoiono veramente quelli solo
che vai dimenticando: a poco a poco
tace la voce che t’innamorò.
Scende sul viso un logorio sfinito
di cenere e penombre. Quella è morte.
Quella è morte davvero e senza alcuna
speranza.

Daria Menicanti (Piacenza, 1914-1995), da Il concerto del grillo – L’opera poetica completa con tutte le poesie inedite, Misesis Edizioni, 2013

°ascoltando Thom Yorke-True Love Waits https://www.youtube.com/watch?v=FbeXo4IJZw4


7 dicembre 2021

C di consapevolezza

 


Quando siamo vivi, dobbiamo (dovremmo…) accorgercene.

***

Per l’anniversario della mia morte

Ogni anno senza saperlo ho vissuto il giorno
in cui gli ultimi fuochi mi saluteranno
e il silenzio si preparerà a partire
instancabile viaggiatore
come il raggio di una stella senza luce

allora non mi ritroverò più
nella vita come in un vestito strano
sorpreso dalla terra
e dall’amore di una donna
e dall’impudenza degli uomini
come oggi che scrivo dopo tre giorni di pioggia
sento lo scricciolo cantare e il temporale finire
e m’inchino senza sapere a cosa

W. S. Merwin (New York, 1927-2019), da La biblioteca di Repubblica. Poesia straniera, n. 15, traduzione di Andrea Sirotti

°ascoltando Bert Jansch – Avocet https://www.youtube.com/watch?v=laROagHBwbs


30 gennaio 2021

C di colori

 

Olio su tela di Peter Keizer, da https://www.peterkeizer-art.com/

Scegli il colore che preferisci (e poi balla con questi fiori).

***

Ronda dei colori

Folle azzurro e folle verde
del lino grezzo e in fiore.
Dondolando i suoi marosi
balla l’azzurro signore.

Quando l’azzurro si sfoglia,
ecco il verde danzatore:
verde-trifoglio, verde-oliva
e il fiero verde-limone.

Ma che bellezza!
Ma che colore!

Rosso tenue e rosso vivo
–rosa e garofano arioso–
quando i verdi se ne vanno,
può esultare vittorioso.

Ballano uno dopo l’altro,
non si sa qual è il migliore,
ma i rossi ballano e infine
bruciano del proprio ardore.

Ma che follia!
Ma che colore!

Quindi il giallo sopraggiunge
forte e acceso di passione,
tutti si fanno da parte
come se fosse Agamennone.

Un po’ umano e un po’ divino
balla il santo scintillante:
gaggie, raspi tutti d’oro
e zafferano volante.

Ma che delirio!
Ma che colore!

E alla fine tutti seguono
il dio sole, quel pavone,
che li accoglie o porta via
come un padre o un ladrone.

Li avevamo qui con noi,
ma hanno perso ormai vigore:
muore la storia del mondo
quando muore il narratore!

Gabriela Mistral (Cile, 1889-1957), da Sillabe di fuoco, Bompiani, traduzione di Matteo Lefèvre

°ascoltando Donovan – Colours https://www.youtube.com/watch?v=hoEle04qu_U&feature=emb_title


20 novembre 2020

P di parole (sincere)

 


Pane? Arance? No: parole. Da conservare (possibilmente).

***

 

Non partire senza lasciare una
sporta di parole per chi resta.
Dire ‘questa è per la mattina
quest’altra invece per la sera’.
Lasciare una sporta a parte
per chi la notte nel buio si dispera.
 
Andrea Bajani, da Promemoria, Einaudi, 2017


ascoltando Zoë Keating – Don’t Worry https://www.youtube.com/watch?v=GR6C3-OyNTQ&feature=emb_title

 

17 settembre 2020

O di orgoglio

 

Orgoglio: fa più danno se è troppo o se è troppo poco?

***

 

Orgoglio

Non ho tempo di dare a tutti prova
delle mie grandi, insolite virtù,
chi ha occhi per vedere, veda.
Altrimenti, avrò occhi ignoti ai più.

C’è chi, incontrandomi, ha detto:
«Benvenuta nella mia vita, meraviglia!».
C’è chi di dirlo non aveva voglia
e sono andata via, verso le vette.

Il tempo è ratto. Mi resta qualche dono
di pregio – e cerco sotto le stelle destinatari.
Forse li cercherò invano;
e come i faraoni mi seppellirò
con i miei averi.

Nina Cassian (Galati, Romania, 1924 – 2014), da C’è modo e modo di sparire, Adelphi Edizioni, 2013, traduzione di Anita Natascia Bernacchia e Ottavio Fatica

 

*ascoltando Ramones – Swallow My Pride https://www.youtube.com/watch?time_continue=3&v=TnrNV_7qc5M&feature=emb_title


2 agosto 2020

M di mare



Fratello mare

Ed ecco ce ne andiamo come siamo venuti
arrivederci fratello mare
mi porto un po’ della tua ghiaia
un po’ del tuo sale azzurro
un po’ della tua infinità
e un pochino della tua luce
e della tua infelicità.
Ci hai saputo dir molte cose
sul tuo destino di mare
eccoci con un po’ più di speranza
eccoci con un po’ più di saggezza
e ce ne andiamo come siamo venuti,
arrivederci fratello mare.

Varna, 1951

Nazim Hikmet (Salonicco, 1902-1963), da Poesie d’amore, Mondadori

°°°

Il mare

Mare amico, nido dei venti;
eterno tumulto di fuoco e di schiuma
rabbiosa, guizzante, balenante
come fulmine sulla terra,
sulla tua spiaggia attendo l’alba
prigioniero della tua voce di tempesta:
porto nel mio cuore il tuo canto selvaggio
e il tuo perenne invito verso i cieli.

 Georgi Sejtanov (Bulgaria, 1896-1925), in AA.VV., Ventuno 21 poeti bulgari fucilati, traduzione di Leonardo Pampuri, 1960

*ascoltando The Waterboys – This Is The Sea https://www.youtube.com/watch?v=VAiOjxkCS0g


12 giugno 2020

S di sogni

 

Illustrazione tratta da “Incontri-Disincontri”, Jimmy Liao, traduzione di Silvia Torchio, Terre di Mezzo editore, 2017

Sognare o non sognare: è questo il dilemma?
No,  conviene sognare, sempre e comunque.

***

 

Tieniti stretti i sogni

Tieniti stretti i sogni
perché se i sogni muoiono
la vita è un uccello dalle ali spezzate
che non può volare.

Tieniti stretti i sogni
perché quando i sogni se ne vanno
la vita è un campo arido
gelato dalla neve.

°°°

Hold fast to dreams

Hold fast to dreams
For if dreams die
Life is a broken-winged bird
That cannot fly

Hold fast to dreams
For when dreams go
Life is a barren field
Frozen with snow.

Langston Hughes (Joplin, Missouri, 1902 – New York, 1967)

*ascoltando Vangelis – Dream in an Open Place https://www.youtube.com/watch?v=1vGEtow5S7I


8 giugno 2020

N di nostalgia

 


Marc Chagall – Le violiniste bleu – 1947


La Nostalgia (in persona) me la immagino così:
un vestito color “cieli di Chagall” e una voce di violino.
E a piedi nudi, ovviamente!

***

 

In cima ad un violino
ci sta forse un respiro
che nessuno raccoglie
perché è un senso d’amore.
Tu suoni per il vento e viaggi
dove la pace sussurra tra le piante
tutta una nostalgia.

Alda Merini, da Clinica dell’abbandono, Torino, Einaudi, 2004

*ascoltando Janine Jansen – Après un reve (Gabriel Fauré)  https://www.youtube.com/watch?v=CkqlRC7i4Kg


23 febbraio 2020

R di amore

 



Insolito e bello questo punto di vista sulla parola “amoRe

***

Amore è una parola liquida,
mobile, fluttuante:
vi leggo dentro more,
ancora, ancora, di più,
lo slancio della gioventù.
E ci trovo dentro inscritta,
anche remora; c’è in più
una erre, la sua rotondità;
e remora vuol dire cautela,
strategia, corteggiamento,
il lampo, lo sbandamento
della tua e mia felicità.

Raffaele Crovi (Paderno Dugnano, 1934-2007), da La vita sopravvissuta, Einaudi

°ascoltando Queen  – Crazy Little Thing Called Love https://www.youtube.com/watch?v=zO6D_BAuYCI

 


1 dicembre 2019

B di Bugie

 

Bugie innocenti, bugie per difendere, bugie che aiutano, bugie che “dispongono un mondo che non è di questo mondo” come scrive la poetessa polacca in La mappa (qui sotto). Comunque bugie. Facciamo un gioco: ognuno pensa alla sua ultima bugia.

***

La mappa

Piatta come il tavolo
sul quale è posata.
Sotto – nulla si muove,
né cerca uno sbocco.
Sopra – il mio fiato umano
non crea vortici d’aria
e lascia tranquilla
la sua intera superficie.

Bassopiani e vallate sono sempre verdi,
altopiani e montagne sono gialli e marrone,
oceani e mari – di un azzurro amico
sui margini sdruciti.

Qui tutto è piccolo, vicino, alla portata.
Con la punta dell’unghia posso schiacciare i vulcani,
accarezzare i poli senza guanti grossi,
posso con un’occhiata
abbracciare ogni deserto
insieme al fiume che sta lì accanto.

Segnalano le selve alcuni alberelli
tra i quali è ben difficile smarrirsi.

A est e ovest, sopra e sotto
l’equatore, un assoluto
silenzio sparso come semi,
ma in ogni seme nero
la gente vive.
Forse comuni e improvvise rovine
sono assenti in questo quadro.

I confini si intravedono appena,
quasi esitanti – esserci o non esserci?

Amo le mappe perché dicono bugie.
Perché sbarrano il passo a verità aggressive.
Perché con indulgenza e buon umore
sul tavolo mi dispongono un mondo
che non è di questo mondo.

Wislava Szymborska, da Basta così,  Adelphi Edizioni, traduzione di Silvano De Fanti, 2012.

 °°°

Ciò che ho scritto di noi è tutta una bugia
è la mia nostalgia
cresciuta sul ramo inaccessibile
è la mia sete
tirata su dal pozzo dei miei sogni
è il disegno
tracciato su un raggio di sole
ciò che ho scritto di noi è tutta verità
è la tua grazia
cesta colma di frutti rovesciata sull’erba
è la tua assenza
quando divento l’ultima luce all’ultimo angolo della via
è la mia gelosia
quando corro di notte fra i treni con gli occhi bendati
è la mia felicità
fiume soleggiato che irrompe sulle dighe
ciò che ho scritto di noi è tutta una bugia
ciò che ho scritto di noi è tutta verità.

Nazim Hikmet, da In esilio

°Qualche bugia in musica:  Iron Maiden – No more lies https://www.youtube.com/watch?v=sd0tHF3LyB0; Fleetwood Mac – Little Lies https://www.youtube.com/watch?v=Xr9Oubxw1gA.


23 novembre 2019

C di Coerenza

 


 


Troppo divertente questa vignetta: la coerenza nell’essere una scocciatrice… un’ottima consolazione!

Ma una tenace coerenza è davvero una cosa (sempre) buona?

Walt Whitman in  Foglie d’erba scriveva:

«Mi contraddico? Certo che mi contraddico!
Sono vasto, contengo moltitudini».

La trovo una bella affermazione.

Perché al di là di un certo (necessario) livello di coerenza relativa ai valori di base (che poi è la stessa bella coerenza di cui si parla nella canzone che cito alla fine di questo post), il voler sempre e a tutti i costi essere coerenti e non contradditori rispetto a ciò che siamo stati o abbiamo detto, pensato o creduto in precedenza, è (forse) qualcosa di poco spontaneo: un’autoimposizione quasi innaturale rispetto ai cambiamenti costanti di una persona. Cambiare idea (non in continuazione, ovviamente!) a volte ci salva dalla fossilizzazione del pensiero. E ci rende decisamente umani.

E la coerenza nel mantenerci umani (nel senso buono del termine) non è poi così male.

(Ma… forse… aggiungo sempre un forse: sono coerente con la mia mancanza di certezze)


***

“L’altro timore che ci allontana dalla fiducia in noi stessi è la nostra coerenza:

ci trattiene il rispetto per le azioni fatte e le parole dette, dato che gli occhi altrui non hanno altri elementi per calcolare la nostra orbita se non le nostre passate azioni, e noi siamo riluttanti a deluderli.

Ma perché continuare a tenere la testa dietro le spalle?

Perché trascinarti dietro il cadavere della memoria, per paura di contraddire quel che hai detto e fatto in questo o quel luogo pubblico?

Supponiamo che ti contraddica; e con questo?

A me sembra buona norma di saggezza quella di non contare esclusivamente sulla sola memoria e di farne poco, anzi, anche in atti di pura memoria; e allora trascina in giudizio quel passato in un presente dai mille occhi, vivi in un giorno sempre nuovo!

[…] Una stupida coerenza è l’ossessione di piccole menti […], una grande anima non ha niente a che fare con la coerenza”.

Ralf  Waldo Emerson, da Diventa chi Sei. La fiducia in se stessi, a cura di Stefano Paolucci, Donzelli Editore, 2005

*ascoltando Nomadi – La coerenza https://www.youtube.com/watch?v=TLEoRtkBL0Q


Ipotesi di percorso

  (Perdersi tra l'argento degli ulivi mi sembra un bellissimo programma) ***   Dobbiamo cercare sepolture nel volo delle rondini i...