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9 febbraio 2023

Che pesce sei?

 


Illustrazione tratta da Libero come un pesce, Jimmy Liao, Terre di Mezzo Editore, 2020


È carnevale, siamo tutti travestiti da pesce: tu quale sei?

***

Un pesce che non vuole piangere

Una bambina mi chiede se un Pesci può vincere mai contro un Ariete (cioè suo fratello). E se i Pesci, soprattutto, impareranno un giorno a mordere. Io le rispondo che certo i pesci mordono, ci sono gli squali ad esempio e i piranha, però vivono in mare e per questo sono sempre in armonia con l’universo. Lei mi guarda storto e mi risponde io non voglio l’armonia, voglio essere asociale e imparare a difendermi da quelli che non mi capiscono. E poi, aggiunge, voglio capire se rido troppo (ma non ride abbastanza) e se i pesci, per il fatto che vivono in armonia col mare e il mare è tutto salato, sono destinati a piangere per sempre. Cosa sono questi discorsi tristi, le chiede sua madre, e perché dovresti piangere? Ma io non voglio piangere, aggiunge la bambina abbracciandola, sono un pesce che non vuole piangere nemmeno quando è in mare! è un verso così bello questo del pesce che non vuole piangere, le dico, è così bello che quasi quasi te lo rubo. La bambina mi sorride (per la prima volta mi sorride), (ma contorcendosi contro la spalla di sua madre per non guardarmi negli occhi) e mi fa, dai, l’avrà già scritto qualcun altro un verso così stupido. Però se me lo rubi non metterci il mio nome. Perché sono asociale e non voglio finire in una poesia.

Antonio Lillo, da Il nemico sbagliato, Pietre Vive Editore, 2021

°ascoltando Fabrizio De André – Le acciughe fanno il pallonehttps://www.youtube.com/watch?v=3Wu0gYZgrMg



6 gennaio 2023

S di stupore

 


Sono talmente tante le domande che potremmo farci! Risposte non ce ne sono, quindi non resta che continuare a stupirsi.

Stupore

Perché mai a tal punto singolare?
Questa e non quella? E qui che ci sto a fare?
Di martedì? In una casa e non nel nido?
Pelle e non squame? Non foglia, ma viso?
Perché di persona una volta soltanto?
E sulla terra? Con una stella accanto?
Dopo tante ere di non presenza?
Per tutti i tempi e tutti gli ioni?
Per i vibrioni e le costellazioni?
E proprio adesso? Fino all’essenza?
Sola da me e con me? Perché mi chiedo,
non a lato, né a miglia di distanza,
non ieri, né cent’anni addietro, siedo
e guardo un angolo buio della stanza
come, rizzato il capo, sta a guardare
la cosa ringhiante che chiamano cane?

Wislawa Szymborska, da Ogni caso, 1972, traduzione di Pietro Marchesani

°ascoltando Hermanos Gutiérrez – El Bueno Y El Malo https://www.youtube.com/watch?v=3WSFVdQQwhc&t=17s

 


25 luglio 2022

Fissando una stella


Prova a fissare (per alcuni minuti e senza distrarti) una stella:
che pensieri vengono a farti compagnia?

***

 

invece è una stella quella che sembra
un aereo. Fissa splende stasera
davanti al balcone di casa mentre
fumo la sigaretta di fine giornata.
Sai che se la continuo a guardare
di colpo m’assale come una fretta
di morire?
Così, per capire che succede
là dietro quando tutto fa buio.
Cosa si vede, in cosa si crede.

Marco Balzano, da Nature morte, Einaudi, 2022

 

°ascoltando Pink Floyd – Night Light https://www.youtube.com/watch?v=3YyGkAJ6C6A



7 febbraio 2022

Forse le piante lo sanno

 

Tempo fa avevo fatto alcune domande al rosmarino dell’orto, ma quello niente, non mi ha ancora risposto. Riprovo con il rosmarino in vaso.

***

Il pero

Mi mostra ad esempio il pero nano che occupa un vaso in balcone.
È una provetta giardiniera.
Sono belli i peri nani.
Mai quanto il Calicantus o il melo ornamentale che vedrai
produce mele microscopiche di un rosso intenso.

Ogni cosa è micro qui.
Coltiva tutto in vaso e in quel vaso tutto s’adempie.
È una mia scelta.
In vaso la pianta ha identità più che in terra.
Me le immagino andare in giro in piena autonomia senza radici.

Anch’io sto qui in balcone. Sto sempre qui in balcone.
Nel mio vaso immaginario.
Divento vecchia
senza diventare adulta. Produco frutti dolci e rossi come i cachi.
Ma volevo chiederti da tempo: Perché mi detesti?

La risposta è un segreto che resterà nel vaso.

Antonio Lillo, da Il nemico sbagliato, Pietre Vive Editore, 2021

°ascoltando John Renbourn – Scarborough Fair https://www.youtube.com/watch?v=S46nREvG-1g

22 gennaio 2022

Andata e ritorno (da realtà a realtà, e souvenir garantito)

 


Quando leggo una poesia (che sento sincera, cioè non artefatta) mi muovo dondolando tra la realtà di chi scrive e la mia personale realtà: è un dondolio a volte dolce a volte quasi scalzante. Ma ogni volta scendo a terra con un piccolo (e incorporeo) regalo, che non è una domanda né una risposta: è un insieme delle due cose, che mi fa sentire assolutamente… umana.

E a te, che effetto fa una poesia (sincera)?

***

Cos’è una poesia se non paura,
strombazzata, petalo,
incorporea genealogia?
Cos’è la poesia
se non l’emozione violenta
che produce il punto di partenza
verso il mai visto, l’improbabile
o il tramonto?
Qual è il verso finale,
l’imprecisabile verso finale
che sintetizza l’ansia del ritorno?
Cosa resta della poesia, alla fine,
quando si è pensato tutto,
non si è deciso niente
e solo sopravvivono
domande insicurezze solitudine fallimento dubbi
ossia parole, sogni, niente?

Mempo Giardinelli (Argentina, 1947), da Poesie senza patria, Guanda, 2003, traduzione di  A. Bertoni, R. Bovaia, I. Carmignani

°ascoltando Yann Tiersen – La valse d’Amélie https://www.youtube.com/watch?v=07xTvC5a9YQ

 

13 novembre 2021

Chi lo sa…


Illustrazione di Emily Winfield Martin


(… continuo a sperare di rinascere fiore)

***

 

Le cose che non so

Le cose che non so
sono tante ma proprio tante tante
sono più delle lacrime tardive
di tutti i coccodrilli, più delle armi
vendute per comprare poca pace
– e molto finta– le cose che non so
nemmeno tutte te le so elencare

 – ma forse sono solo cose sciocche –

ad esempio non so perché la luna
ancora ci stia a guardare non so
perché nel mare è più la plastica
del sale e poi: se mai diventerò
un fiore,  vorrà una farfalla
anche su di me posarsi piano?

Irene Marchi, da Mancano le indicazioni, Officine Editoriali, 2023

 

°ascoltando Little Wing (cover – Stevie Ray Vaughan) https://www.youtube.com/watch?v=An4uDegHB8s


 

31 agosto 2021

Settecoloripersettenote

 


Caro Violinista pazzo, suona una musica con l’arcobaleno (e guarisci il mondo intero)…

***

Violinista matto
che suoni là fuori
una cosa da nulla
ma che fa piangere l’anima…

Dove hai imparato
che questa tua melodia
lacera appena la veste
il cui tessuto è il giorno?

Chi ti disse un tempo,
prima che tu fossi,
che quando l’anima piange
capisce che la vita è irreale?

Chi ti insegnò prima
che tu avessi un cuore,
che il dolore porta istanti
in cui il mondo è vano?

Fernando Pessoa, da Poesie di Fernando Pessoa, a cura di Antonio Tabucchi e Maria José De Lancastre

°ascoltando I Ratti della Sabina – Il violinista pazzo https://www.youtube.com/watch?v=mfp2g6OTIHE
 

15 agosto 2021

Ehi, tu…

 


… c’è qualcosa che vorrei sapere:

Tu che sei nato all’alba
Dimmi la bellezza del mondo
Io so il dolore e l’assenza
Allora dimmi cosa fa il cammino
Cosa rende l’uomo migliore
Cosa si innalza davanti a te
Che tu sia infanzia o vecchiezza
Tu hai il senso taciuto della luce.

Tahar Ben Jelloun (Fès, Marocco, 1944), da Poesie dipinte (n. 2), in Dolore e luce nel mondo, La nave di Teseo, 2021, traduzione di Cettina Caliò

 

°ascoltando Yngwie J. Malmsteen – Far Beyond The Sun https://www.youtube.com/watch?v=gtL8RF028cE


19 ottobre 2020

Ma con chi stai parlando?

 


Quando è stata l’ultima volta in cui ti sei accort* di parlare con qualcuno che non ti stava realmente ascoltando?

                                                                           ***


Messaggio

Domando al gatto: che ne dici?

Che te ne pare e sembra?
Qual è la tua opinione
e spassionata sentenza?

Muove un orecchio. È un segno?
Significato o significante?
Un affettuoso riflesso?
Un consiglio?

Una chiave?

Certo della mia attenzione
non apre nemmeno un occhio,
che io intenda o no il messaggio
non richiede suo controllo.

Muove un orecchio puntuto
alle sedici e cinquantuno,
né aggiunge l’emittente
un banale: Passo e chiudo.

Gianni Rodari (1920-1980), Da Il cavallo saggio – Poesie epigrafi esercizi, Einaudi, 2011

*ascoltando Jimmy Smith – The Cat https://www.youtube.com/watch?v=PaKLB71QE4k

 

9 agosto 2020

“L’eco di un’assenza”

 

“(…) l’eco di un’assenza” è, secondo me, un verso molto bello e suggestivo: l’eco di ogni assenza, ad ognuno di noi, può raccontare qualcosa di diverso.

***

Poesia quasi metafisica

Dicono io sia un composto d’acqua e di carbonio
ma nessuno mi racconta il prima e il poi
né da dove vengano musica e parola
nessuno mi dice il ritmo e la domanda
che a oltranza si ripete e non consegue
né acqua né carbonio né risposta
appena un sussurro di maree
e le sabbie le onde la cadenza
e il vento dal mare e la breve lagnanza
di chi acqua e carbonio appena lascia
in ogni poesia l’eco di un’assenza.

°°°

Poema quase metafisico

Dizem que sou uma organização de água e de carbono
mas ninguém me diz o antes e o depois
nem de onde vem a música e a palavra
ninguém me diz o ritmo e a pergunta
que sem cessar se repete e não encontra
nem água nem carbono nem resposta
apenas o sussurro das marés
e as areias as ondas a cadência
ou o vento que vem do mar e a breve queixa
de quem água e carbono apenas deixa
em cada poema o eco de uma ausência.

Manuel Alegre (Augeda, Portogallo, 1936), da Nada está escrito, Dom Quixote 2012, traduzione di Chiara De Luca (fonte: http://poesia.blog.rainews.it/2015/02/la-poesia-portoghese-manuel-alegre/)

*ascoltando  Pink Floyd – Echoes https://www.youtube.com/watch?v=KBca3xf-j3o

 


27 ottobre 2019

Sbilanciamenti

 

Una foglia che cade può sbilanciare l’universo per un istante?
Chissà se anche i pensieri (belli) sbilanciano un poco l’universo.

***

Una foglia cadendo
fa il piccolo tonfo
scuote un poco la stella
e una geometria d’universo
si sbilancia negli assi.

Tutto un tratteggio di rette infinite
un pulsare di gradi angolari
nessuna ala distesa fa a meno
e la caduta non è che un’
algebra infinita che va giù
nella cifra, nel rigo.

Mariangela Gualtieri, da Naturale sconosciuto, in Bestia di gioia, Einaudi, 2010

°ascoltando (di nuovo) Autumn Leaves: questa volta la versione di Chet Baker https://www.youtube.com/watch?v=sgn7VfXH2GY

 


28 aprile 2019

… E le piccole pietre? E gli iris blu?

 

Come dice la poetessa, 

ci sono alcune domande che si potrebbero fare…

***

Alcune domande che potresti fare

È solida l’anima, come il ferro?
O è tenera e fragile, come
le ali della falena nel becco del gufo?
Chi ce l’ha, e chi no?
Continuo a guardarmi intorno.
Il viso dell’alce è triste
come il volto di Gesù.
Il cigno spalanca le sue bianche ali con lentezza.
D’autunno, l’orso nero smuove le foglie nel buio.
Una domanda porta ad un’altra.
Ha una forma? Come un iceberg?
Come l’occhio di un colibrì?
Ha un polmone, come il serpente e la capasanta?
Perché dovrei averla io, e non il formichiere
che ama i suoi figli?
Perché dovrei averla io, e non il cammello?
Pensandoci bene, e gli aceri?
E gli iris blu?
E le piccole pietre, che siedono sole al chiaro di luna?
E le rose, e i limoni, e le loro foglie lucenti?
E l’erba?

*

Some questions you might ask

Is the soul solid, like iron?
Or is it tender and breakable, like
the wings of a moth in the beak of the owl?
Who has it, and who doesn’t?
I keep looking around me.
The face of the moose is as sad
as the face of Jesus.
The swan opens her white wings slowly.
In the fall, the black bear carries leaves into the darkness.
One question leads to another.
Does it have a shape? Like an iceberg?
Like the eye of a hummingbird?
Does it have one lung, like the snake and the scallop?
Why should I have it, and not the anteater
who loves her children?
Why should I have it, and not the camel?
Come to think of it, what about the maple trees?
What about the blue iris?
What about all the little stones, sitting alone in the moonlight?
What about roses, and lemons, and their shining leaves?
What about the grass?

Mary Oliver (Ohio, 1935- 2019), da Blue Iris: Poems and Essays, 2004

*ascoltando Gorillaz feat. Lou Reed – Some Kind of Nature https://www.youtube.com/watch?v=AgOJrcrBryE


18 febbraio 2019

A chi chiedere?

 


Vincent Van Gogh – Ramo di mandorlo in fiore, 1890 – Van Gogh Museum, Amsterdam



Se hai una o più domande che ti tormentano da troppo tempo, e sai già che nessuno ti darà una risposta:

Chiedi a un mandorlo

Chiedi a un mandorlo a marzo
al rosa titubante del pescheto.
Chiedi a una nuvola dell’alba.
Chiedi a un torrente che irrompe nel greto,
chiedilo a tutti i fichi degli orti
quando i rami contorti e spogli
cominciano a formicolare
di germogli,
chiedi a loro.

Saprai cos’é l’impazienza
che ti attanaglia e ti sgomina
quando tu desideri, corpo.
Saprai la tua innocenza e la tua forza.
Saprai dell’amore più verità
che leggendo tutti i libri scritti
dall’inizio dei tempi.
Non fidarti dei filosofi
né di Platone né di Eraclito.
Non interrogare i profeti
i sapienti, i sacerdoti
su cosa è la tua brama,
non saprebbero dirtelo.

Chiedi a un mandorlo.
Guarda un mandorlo.

Giuseppe Conte (1945),  da Ferite e rifioriture, Mondadori, 2006

°ascoltando Gary Moore – The Prophet https://www.youtube.com/watch?v=5GirSMrzQo4


1 febbraio 2019

Se incontrassi un alieno

 

(Qualunque sia la tua domanda, è più saggio non aspettarti risposte)

***

Curiosità astrale

 
di che segno sei,
creatura strana e lontanissima?

Quale costellazione
ti fa sorridere
quando il cielo diventa leggero?

Di che segno sei,
tu che mangi le nuvole
e non dormi mai?

Non  il tuo futuro  voglio conoscere,
ma  in quale angolo di universo
ti stai muovendo adesso.

Irene Marchi, da Dimmi come stai, Cicorivolta editore, 2022

°ascoltando  The 5th Dimension – Aquarius/Let The Sunshine In https://www.youtube.com/watch?v=tGPFQVKb1Mo

 

23 ottobre 2018

Fine delle domande

 

Non risposta dopo non risposta finalmente, all’improvviso, la smetti di farti sempre le stesse domande. E, finalmente, hai la mente li-be-ra .
L’ultima domanda che ti fai è: come ho fatto a farmi rubare tanto tempo?
Un po’ come fa l’operaio di Prévert in questa poesia.

***

 

Il tempo perso

Sulla porta dell’officina
d’improvviso si ferma l’operaio
la bella giornata l’ha tirato per la giacca
e non appena volta lo sguardo
per osservare il sole
tutto rosso tutto tondo
sorridente nel suo cielo di piombo
fa l’occhiolino
familiarmente
Dimmi dunque compagno Sole
davvero non ti sembra
che sia un po’ da coglione
regalare una giornata come questa
ad un padrone?

*

Le temps perdu

Devant la porte de l’usine
le travailleur soudain s’arrête
le beau temps l’a tiré par la veste
et comme il se retourne
et regarde le soleil
tout rouge tout rond
souriant dans son ciel de plomb
il cligne de l’oeil
familièrement
Dis donc camarade Soleil
tu ne trouves pas
que c´est plutot con
de donner une journée pareille
à un patron?

Jacques Prévert (testo e traduzione dal web)

*ascoltando B. B. King – The Thrill Is Gone https://www.youtube.com/watch?v=4fk2prKnYnI


 

12 gennaio 2018

Cosa sei, cosa non sei, da dove vieni, dove vai, …?

 

Tutte domande troppo difficili, almeno per me (la strada dell’ignoranza di sicuro la sto percorrendo).

***

Per arrivare là,
per arrivare dove voi siete,
andar via da dove non siete
dovete fare una strada nella quale non c’è estasi.
 
Per arrivare a ciò che non sapete
dovete fare una strada che è quella dell’ignoranza.

Per possedere ciò che non possedete
dovete fare la strada della privazione.

Per arrivare a quello che non siete
dovete andare per la strada nella quale non siete.

E quello che non sapete è la sola cosa che sapete
e ciò che avete è ciò che non avete
e dove siete è là dove non siete.

Thomas Stearns Eliot (1888-1965), da Quattro quartetti, (East Coker III), traduzione di F. Donini, Garzanti

 

Io vengo dalla spina dorsale
delle farfalle,
e tu
da dove vieni?
 
Franco Arminio, da Cedi la strada agli alberi – Poesie d’amore e di terra, Chiarelettere, 2016

*ascoltando Pink Floyd – Any Colour You Like https://www.youtube.com/watch?v=l266jJZnppI




7 maggio 2016

Lascia che sia

 

Lascia che sia: lascia che scorrano le domande e  le non risposte (che poi sono anche risposte), i giorni e i non giorni (che pure sono giorni). Non so se opporsi sia utile. Che dici tu?

***

 

Un dono

Ci sono momenti in cui non ti senti
d’essere altro che un fragile groviglio
di domande, proprio allora, altrui domande
vengono poste nelle tue mani vuote,
come uova di uccelli canori, pronte a dischiudersi
se tenute al caldo,
ali di farfalla si aprono e si chiudono
nell’incavo delle tue mani, fiduciose che rispetterai
la polvere delle loro membrane scintillanti.
Le domande degli altri ti vengono date
come risposta
a quanto chiedevi. Sì, forse
questo dono è la tua risposta.

Denise Levertov, in Oltre la fine e altre poesie, traduzione di Liliana Casati, Le lettere.

 

Epitaffio

Non abusare delle parole
non prestar loro
troppa attenzione.
Succede semplicemente che
tutto è finito
sono finita anch’io?
Una forza
una onesta passione e una voglia
una voglia volgare di proseguire.

Nient’altro che questo.

Idea Vilariño, testo e traduzione dal web

*ascoltando The Beatles –  Let it Be https://www.youtube.com/watch?v=2xDzVZcqtYI

 


15 dicembre 2015

Due domande e due risposte

 


Spesso le domande restano senza risposte (anche nelle poesie), ma qui invece siamo di fronte a due domande con le relative risposte.
Due risposte bellissime che cantano il ciclo infinito della natura e il "potente spettacolo della vita".
I versi, dallo stile inconfondibile, sono di Walt Whitman.

 

La voce della pioggia (da Sands at Seventy)

E tu chi sei? chiesi alla pioggia che scendeva dolce,
e che, strano a dirsi, mi rispose, come traduco di seguito:
sono il Poema della Terra, disse la voce della pioggia,
eterna mi sollevo impalpabile su dalla terraferma e dal
mare insondabile,
su verso il cielo, da dove, in forma labile, totalmente
cambiata, eppure la stessa,
discendo a bagnare i terreni aridi, scheletriti, le distese di
polvere del mondo,
e ciò che in essi senza di me sarebbe solo seme, latente,
non nato;
e sempre, di giorno e di notte, restituisco vita alla mia
stessa origine, la faccio pura, la abbellisco;
(perché il canto, emerso dal suo luogo natale, dopo il
compimento, l’errare,
sia che di esso importi o no, debitamente ritorna con
amore.)

***

 
Ahimè! Ah vita! (da By the Roadside)

Ahimè! Ah vita! di queste domande che ricorrono,
degli infiniti cortei di senza fede, di città piene di
sciocchi,
di me stesso che sempre mi rimprovero (perché chi più
sciocco di me, e chi più senza fede?)
di occhi che invano bramano la luce, di meschini scopi,
della battaglia sempre rinnovata,
dei poveri risultati di tutto, della folla che vedo sordida
camminare a fatica attorno a me,
dei vuoti ed inutili anni degli altri, io con gli altri legato
in tanti nodi,
la domanda, ahimè, la domanda così triste che ricorre –
Che cosa c’è di buono in tutto questo, ahimè, ah vita?

Risposta
Che tu sei qui – che esiste la vita e l’individuo,
che il potente spettacolo continua, e tu puoi contribuirvi
con un tuo verso.

Poesie tratte da Foglie d’erba, nella traduzione di Giuseppe Conte,  Mondadori, 1991.



 


Chi mente?

     Capita che a volte non si capisca chi manipoli di più la realtà:  la memoria che parla a noi   o noi che vogliamo credere a lei?  ***  ...