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1 novembre 2024

Ssssh

 


Ssssh… ascolta

***

Come onorare la musica
ascoltarla senza agire
senza sequenze di commenti
come tacere non di fronte
ma dentro la musica
come lasciare che mi disfi
il cuore e mi scombini il pensiero.
Un paesaggio sonoro
ci affronta ovunque e ci invita:
essere musica è fuga dal rumore
è orecchio sinfonico
verso la voce del silenzio
verso la conta
di quello che resta.

Chandra Candiani, da Pane del bosco, Einaudi, 2023

 

°ascoltando Sigur RósUntitled 3 - https://www.youtube.com/watch?v=Z7ynnRnQHLw

5 agosto 2024

La nota pura

 

 

                                       (Eccoci caduti qui)

***

 

Siamo spaventosamente soli
in questa campagna. Soli e
disadorni. Concentrati ammucchiati
raccolti sul foglio che adesso è
tempio e preghiera – musica precipitata
dall’abisso, da un panico deposto
fino alla nota pura.

Mariangela Gualtieri, da Per solitario andare, in Bestia di gioia, Einaudi, 2010

 

°ascoltando Omid Shabani  - Blooming in the Valley - https://www.youtube.com/watch?v=E8mBBNfPyis


17 giugno 2023

Arrancando

 



Dove cerchi la tua poesia? Dove cerchi la tua musica?

***

Da tempo la vita mi ha insegnato
che musica e poesia
sono al mondo le cose più belle
che la vita può darci.
Oltre all’amore, ovviamente.
In una vecchia crestomazia
stampata all’epoca dell’Imperalregia Libreria,
nell’epoca in cui viveva Vrchlicky,
cercai una trattazione di poetica
e stili di poesia.
Poi misi una rosellina in un bicchiere,
accesi una candela
e cominciai a scrivere i primi versi miei.
Divampi pure la fiamma di parole
e arda,
magari mi bruci le dita!
Una sorprendente metafora val più
che anello d’oro al dito.
Ma nemmeno il Rimario di Puchmajer
a niente mi servì.
Invano raccolsi i pensieri
e spasmodicamente chiusi gli occhi
per udire il primo meraviglioso verso.
Nell’oscurità invece di parole
scorsi un sorriso di donna e una chioma
svolazzante nel vento.
Fu il mio destino.
Dietro di lui ho arrancato
senza respiro per tutta la vita.

 Jaroslav Seifert   (Praga, 1901 – 1986), da Le opere, traduzione di M. Leskovjan – F. Della Seta, Utet, 1987

°ascoltando Lucio Dalla – Tu Parlavi Una Lingua Meravigliosa 


12 maggio 2023

Gli strumenti della vita

 


Quale strumento suona, la vita, nei momenti belli?

Il buon momento

(…)

Tocca la vita le sue palme
e suona i suoi strumenti.
Forse incendia la sua musica
solo per farci dimenticare.
Ma ci sono cose che non muoiono
e altre che mai vissero.
E ce ne sono che riempiono tutto
il nostro universo.

E non è possibile
liberarsi dal ricordo.

***
El buen momento
(…)
Toca la vida sus palmas
y tañe sus instrumentos.
Acaso encienda su música
sólo para que olvidemos.
Pero hay cosas que no mueren
y otras que nunca vivieron.
Y las hay que llenan todo
nuestro universo.

Y no es posible librarse
de su recuerdo.

José Hierro (Madrid, 2002-2022), da Alegría (1947), traduzione da Poesie scelte, a cura di Alessandro Ghignoli, Donzelli, 2004

° ascoltando Gioacchino Rossini – La Danza – Tarantella Napoletana
https://www.youtube.com/watch?v=0GXaip_Gtqw&list=TLPQMTIwNTIwMjOpU-SfmsXR7w&index=1


30 aprile 2023

In viaggio con la musica

 


Qual è l’ultimo viaggio che hai fatto… con la musica?

 Dove sei stat*?

 ***

La musica

Quante volte la musica m’afferra come un mare!
Alla mia bianca stella
sotto un arco di bruma o nell’etere immenso
volgo la vela;

proteso il petto in avanti, come tela
gonfi i polmoni,
scalo dei flutti l’ispida catena
che la notte mi vela.

E sento le stesse  passioni in me vibrare
d’una nave che soffre;
il vento propizio, la convulsa tempesta

sul precipizio enorme
mi cullano. Altre volte bonaccia, vasto specchio
del mio tormento…

Charles Baudelaire,  da Spleen e Ideale, tratta da I fiori del male  e altre poesie, Einaudi, traduzione di Giovanni Raboni

°ascoltando The Alan Parsons Project – Mammagamma
–  https://www.youtube.com/watch?v=XXzOkCLdFwI


21 marzo 2023

Poesia che passa, poesia che resta

 



Il 21 marzo  è, tra le altre cose, la giornata mondiale della poesia. La poesia: quella cosa scritta dai poeti, quei mattacchioni!

Il mondo è pieno di poeti, ma la maggior parte si nasconde abilmente e nessuno saprà mai della loro esistenza (come poeti). Altri invece vengono “ritrovati”, apprezzati o comunque ricordati solo in seguito alla loro dipartita. Ed è con le parole di uno di questi che voglio festeggiare la poesia. Il testo in questione è di Antoine Pol (Douai, 1888-1971) che proprio a questi versi deve la sua notorietà (postuma). Les passantes, in origine compresa nel volume Émotions poétiques (Editions du Monde Nouveau, 1918), fu infatti scoperta e in seguito messa in musica (con grande successo) da Georges Brassens nel 1972, e due anni dopo da Fabrizio De André (qui la storia completa).

E come le passanti di cui si canta qui sotto, così sono alcune poesie:

passano ma qualcosa resta, oltre il tempo.

***

Voglio dedicare questa poesia
a tutte le donne amate
per qualche istante segreto.
A quelle conosciute appena,
che un destino diverso porta via
e che non si ritrovano più.
A quella che si vede apparire
per un secondo alla finestra
e che, rapida, scompare via,
però la sua sagoma snella
è tanto graziosa e sottile
da rimanerne rasserenato.
Alla compagna di viaggio,
i cui occhi, affascinante paesaggio
fan sembrare breve il cammino
e che si è il solo, forse, a capire
ma che, però, si lascia scendere
senza averle sfiorato la mano.
All’esile e leggera ballerina di walzer
che vi è parsa così triste e nervosa
in una notte di carnevale,
che è voluta rimanere ignota
e che non è più ritornata
a volteggiare in un altro ballo.
A quelle che sono già prese
e che vivendo delle ore grigie
accanto a uno ormai troppo diverso
vi hanno, inutile follia,
fatto vedere la malinconia
d’un avvenire disperante.
A quelle timide innamorate
che sono restate in silenzio
e che ancora vi rimpiangono,
a quelle che se ne sono andate
lontane da voi, tristi, abbandonate,
vittime d’uno stupido orgoglio.
Immagini care appena scorte,
speranze d’un giorno deluse,
domani sarete nell’oblio
per quel poco di felicità che sopravvenga
è raro che ci si ricordi
degli episodi del cammino.
Ma se la vita è andata male,
si pensa con un po’ di rimpianto
a tutte quelle felicità intraviste,
ai baci che non si osò prendere,
ai cuori che forse vi attendono,
agli occhi mai più rivisti
allora, nelle sere di stanchezza
mentre si popola la propria solitudine
di fantasmi del ricordo
si piangono le labbra assenti
di tutte quelle belle passanti
che non si è saputo trattenere.

Antoine Pol (Douai, 1888-1971), da Emotions poétiques, Editions du Monde Nouveau, 1918

°ascoltando Georges Brassens – Les Passantes https://www.youtube.com/watch?v=vvjhsZYaofk e Fabrizio De Andrè – Le passanti – https://www.youtube.com/watch?v=6V0JPcPhhxo&t=13s


21 novembre 2022

Ascolta…

 


Che cosa stanno cantando, lì da te?

***

 

La musica nuova
 
la stagione delle foglie che cantano
può regalarti una musica nuova
quale sia il suo colore non lo so
e non so dove ti porterà,
ma se resti in silenzio
puoi sentirne anche il profumo
profumo di foglie cantate dal vento

Irene Marchi, da Dimmi come stai, Cicorivolta Editore, 2022

°ascoltando Manic Street Preachers – Autumn Song – https://www.youtube.com/watch?v=_sqKt7CrWhM&t=27s

 

18 giugno 2022

Il coraggio di…

 

Mettersi a nudo davanti agli altri:  questa idea può far venire le vertigini
(ma poi la musica sarà davvero la nostra).

***

Il coraggio oggi è vivere.⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀
Coraggio è guardarsi negli occhi,⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀
ma coraggio è anche e semplicemente condividere.⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀
Condividere il cibo e l’acqua.⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀
La malattia e la sofferenza.⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀
La gioia e la musica.⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀
Coraggio è buttarsi a capofitto⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀
nel nuovo con le note⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀
e fendendo l’aria con i suoni.⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀
Coraggio è mettersi a nudo davanti agli altri⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀
con il proprio suono.⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀
Senza vesti da circostanza⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀
e senza orpelli⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀
calzando le scarpe di sempre.⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀
Alla perenne ricerca della luce⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀
e delle ombre del mondo.⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀
⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀
Paolo Fresu, da Poesie Jazz per cuori curiosi, Rizzoli, 2018⠀⠀⠀⠀⠀

 

°ascoltando Paolo Fresu Quintet – Chiaro https://www.youtube.com/watch?v=zpfDaAZxGEA


30 aprile 2022

Che si ascolta di bello?

 


Un po’ di buona musica fa sempre bene

 

Ray Brown

è per il giro di basso
che non riesco a uscire dalla stanza

***

Chet Baker

                     – o jazz per Einar Falur
 
sussurra: amore
 
e
tiene la tromba
come un ricordo
impossibile da dire

***

Strazio
 
non ricordo il motivo
 
ma avevo deciso
di porre fine alla mia vita nel fosso
sotto la fattoria
 
quella sera la radio annunciò
la morte di Elvis Presley
 
fu la prima volta
che il dolore mi salvò la vita

***

Questa vita, questa vita

stamani
quando ho guardato che tempo faceva
c’erano orme nella neve
quelle del postino
 
un mio omonimo
pare in debito di parecchi soldi
 
penso
metto la sera sullo stereo
dove B.B. King spegne la cicca
e canta di donne che se ne sono andate
o che torneranno per andarsene

***

Closing Time alla Tom Waits

Un mezzo bicchiere di whisky scolato più volte sul vecchio piano
Una voce arrochita e nel crepuscolo una tromba lamenta il suo destino
e da qualche parte, il violino si tiene i nostri sogni.
Notte, un velo di nebbia scivola quieto
sotto i lampioni. Le sedie capovolte sui tavoli
e un nero brizzolato sembra che spazzi.
La sua camicia che era blu ha un colore indefinito.
Una coppia sognante sulla pista in abbracci profondi.
La donna con un vestito a rose. Un uomo addormentato
sul bancone del bar e la sigaretta consumata da tempo.
Una lampada a olio fumosa proietta una luce flebile nel mezzo
bicchiere vuoto e un raggio di sole rossastro tasta
senza far rumore la finestra dello scantinato.
Il giorno non è nostro e lei.
Lei è infinitamente lontana.

Poesie di Jón Kalman Stefánsson (Reykjavik, 1963), da La prima volta che il dolore mi salvò la vita – Poesie (1088-1994), traduzione di Silvia Cosimini, Iperborea, 2021

°in sottofondo Tom Waits – Closing Time https://www.youtube.com/watch?v=ZGWJ5XiwbV0


23 settembre 2021

A lezione di musica

 


Dove si impara a suonare la musica che abbiamo dentro?

***

Se avessi un violino
e lo sapessi suonare!
aperto, socchiuso
in un angolo scuro
sono pieno di musica
come un fiasco di vino

Raffaele Carrieri (Taranto, 1905-1984), da La giornata è finita, Mondadori, 1963

 

∞ ascoltando George Harrison – While My Guitar Gently Weeps (live) https://www.youtube.com/watch?v=oRyoG22bd7I



31 agosto 2021

Settecoloripersettenote

 


Caro Violinista pazzo, suona una musica con l’arcobaleno (e guarisci il mondo intero)…

***

Violinista matto
che suoni là fuori
una cosa da nulla
ma che fa piangere l’anima…

Dove hai imparato
che questa tua melodia
lacera appena la veste
il cui tessuto è il giorno?

Chi ti disse un tempo,
prima che tu fossi,
che quando l’anima piange
capisce che la vita è irreale?

Chi ti insegnò prima
che tu avessi un cuore,
che il dolore porta istanti
in cui il mondo è vano?

Fernando Pessoa, da Poesie di Fernando Pessoa, a cura di Antonio Tabucchi e Maria José De Lancastre

°ascoltando I Ratti della Sabina – Il violinista pazzo https://www.youtube.com/watch?v=mfp2g6OTIHE
 

23 agosto 2021

Un po' d'ombra

 


All’ombra di alcune parole (buone) si può anche sonnecchiare

***

 

Ogni parola è una nota di musica
Un poco di colore sulla tela
Polvere sulle spalle delle statue
Profumo sulle ali delle farfalle
Ogni parola è una foglia che cade
L’albero è il libro della vita
I suoi rami sono capitoli
Il suo tronco è la linfa del tempo
Ogni poesia è una fantasia
Dove parole colori e foglie
Danzano su un tavolo in Toscana
Un giorno d’estate
Dove la poesia regala l’ombra
Ai gatti che sonnecchiano.

Tahar Ben Jelloun (Fès, Marocco, 1944), da Poesie dipinte (n. 68), in Dolore e luce nel mondo, La nave di Teseo, 2021, traduzione di Cettina Caliò

♣ ascoltando Glen Hansard – Good Life Of Song https://www.youtube.com/watch?v=wLTXAXilNAQ


 

11 aprile 2021

Ascolta...




 

SEI SUITES DI BACH per violoncello solo
lo strumento più simile alla voce umana.
Vuoto e silenzio intorno,
ogni suono un miracolo,
niente immagini o inganni
da vedere niente:
è il racconto monotono e stupendo
del nostro andare –
tu lo sai verso dove.
Io non so se mi piace
tutta questa bellezza.

Anna Maria Carpi, da La macchia dell’origine, in E tu tra i due chi sei, Scheiwiller, 2007

 

°ascoltando JS Bach – Sei Suite per Violoncello solo (Pau Casals – 1936) https://www.youtube.com/watch?v=ePPMrX4YtkM&t=2162 e Nick Drake – ‘Cello Song https://www.youtube.com/watch?v=h4y8WGOJu_c

5 dicembre 2020

Che cosa ascolti?

 

Oggi passeggiamo tra cinque linee (infinite)

***

 

La musica ascoltata con te
resterà sempre con noi.

Il grave Brahms e l’elegiaco Schubert,
alcuni canti, la terza sonata di Chopin,

quartetti dal suono
che lacera il cuore (Beethoven, gli adagi)

e la tristezza di Šostakovic, che
non voleva morire.

I grandi cori nelle passioni di Bach
– come se qualcuno ci chiamasse

ed esigesse da noi la gioia,
pura e disinteressata,
la gioia in cui la fede
è qualcosa di ovvio.

Certi frammenti di Lutosławski
fuggitivi come i nostri pensieri.

I  blues di una cantante di colore
ci trafiggevano come acciaio lucente –

anche se ci avevano raggiunto in strada,
in una brutta città polverosa.

Le marce di Mahler che non hanno fine,
la voce della tromba che apre la Quinta sinfonia

e la prima parte della Nona
(talvolta tu la chiami « malheur »!).

La disperazione di Mozart nel Requiem,
i suoi concerti per pianoforte sereni,

che meglio di me cantarellavi
– ma ciò lo sappiamo bene.

La musica ascoltata con te
tacerà insieme a noi.

Adam Zagajewski (Leopoli, Ucraina, 1945), da Dalla vita degli oggetti – Poesie 1983-2005, Adelphi, 2012, traduzione di Krystyna Jaworska

 

°ascoltando (tra i vari brani evocati dalla poesia, ho scelto un blues) Koko Taylor –Walking The Back Streets https://www.youtube.com/watch?v=U_otKItuWLM

 


4 novembre 2020

Torneremo

 


… prima o poi, ad ascoltare la musica dal vivo.
Nell’attesa, la musica resta comunque un’ottima cura per (quasi) tutto, proprio come si legge  nella poesia qui sotto.

***



 “(…) La musica non si può toccare – esiste solo nell’istante in cui viene percepita – e tuttavia è in grado di mutare profondamente il modo in cui vediamo il mondo e il nostro posto al suo interno. La musica può aiutarci a superare i momenti difficili della vita trasformando la percezione di noi stessi e di ciò che ci circonda. È roba forte”.

David Byrne, da Come funziona la musica

***

Canzone d’amore

Le montagne sono spietate
la pioggia sta sciogliendo la neve
gelerà di nuovo.

Nel caffè due forestieri
suonano la fisarmonica
e una sala piena di uomini canta.

I motivi riempiono
i sacchi del cuore
il cavo degli occhi.

Le parole riempiono
gli stalli
che mugghiano tra le orecchie.

La musica rade le guance
scioglie le giunture
unica cura per i reumatismi.

La musica pulisce le unghie
ammorbidisce le mani
strofina i calli.

Una stanza piena di uomini,
venuti dal bestiame fradicio
dalla nafta, dall’eterno badile,

accarezza
l’aria di una canzone d’amore
con mani addolcite.

Le mie hanno lasciato i polsi
e stanno oltrepassando le montagne
per ritrovare il tuo seno.

Nel caffè due forestieri
suonano la fisarmonica
la pioggia sta sciogliendo la neve.

John Berger (Londra, 1926 – 2017), da E i nostri volti, amore mio, leggeri come foto, traduzione di Maria Nadotti, Il Saggiatore, 2020

°ascoltando Listen to the Music – Playing For Change feat. Tom Johnston (The Doobie Brothers) https://www.youtube.com/watch?v=t4sK8d48Exs

 


2 ottobre 2020

Senti anche tu?

 


Note dolci

L’uva fragola mi sta cantando
una canzone più dolce di ogni paura
la musica io non la so scrivere
ma so ascoltare –  senti il ritornello…
ci accarezza il controcanto
del vento – e lei canta, piano,  le sue note
profumate: anch’io  –  mi sussurra  –
ho creduto di non meritare il sole
ma ora sono matura tra le tue mani

Irene Marchi, da Dimmi come stai, Cicorivolta Editore, 2022


2 aprile 2020

Che cosa fai lì?

 

canta

Dov’è la tua voce?

***

 

Perché non canti?

Vorrei chiederti perché
non liberi il suono delle nuvole
tra i tuoi pensieri cadute:
dove hai chiuso le note
che ti sfiorano da sempre?
Perché non canti?
Ricordati dell’albero
che dà voce al vento,
e della neve che è musica
nei suoi cristalli di silenzio.
Non nasconderti,
dov’è la tua voce?

Irene Marchi, da L’uso delle parole e delle nuvole, Cicorivolta Editore, 2020

°ascoltando Cat Stevens –  If You Want To Sing Out, Sing Out https://www.youtube.com/watch?v=1UbyQ2aoZAo


2 febbraio 2020

Soundtrack

 


Quanti brani comprende la colonna sonora della tua vita (fino ad oggi)?

***

Colonna sonora

Bach giardini di Versailles
Mingus la mattina a Venezia
I Beatles la finestra del liceo
Lou Reed le botte con la polizia
I King Crimson una donna
È necessario che spieghi?

Vivaldi un campeggio in Spagna
Archie Sheep i miei amici arrabbiati
Rolling Stones voglia di scopare
Dalla i colli in macchina
Joe Cocker il mio ospedale
A voi non è mai capitato?

Ciajkovskij gioventù e pugnette
Coltrane la pioggia a Reggio
Verdi mio zio cacciatore
Brel la mia stanza a Parigi
e Mama Bea un’altra donna
E mentre scrivo ascolto
Brahms. E voi? Avete
una colonna musicale
per la vostra vita
a colori?

Stefano Benni, da Prima o poi l’amore arriva, 1981

*ascoltando (una canzone che di sicuro starebbe nella colonna sonora che scriverei per me) John Lennon – Imagine https://www.youtube.com/watch?v=YkgkThdzX-8


7 aprile 2018

Che cosa ascolti?

 



Che musica ascolti appena puoi? Che cosa stai ascoltando in questo momento?

***

Amica ti contemplo mentre suona

Amica ti contemplo mentre suona
lusi indescai uiz daiamons
le tue due trecce nostalgiche
del collegio di suore una grande casa
dove l’amore tendeva le sue imboscate
nei libri di messa i segni
che ti lasciò in fronte la varicella
ti vedo la bocca amore di scogliere
dove frange la tua voce…
e ugualmente vedo
i segni del tempo consumato al mio fianco
– la musica è finita – raccolgo lo sguardo
e torno a farlo passare sul tuo braccio
sul tuo polso dove sono
le sette di sera
e lo alzo fino al cielo inanimato
che oggi minacciava pioggia.

Marzo 1970

 *

Amiga te contemplo mientras suena

lusi indescai uiz daiamons
tus dos trenzas nostálgicas
del colegio de monjas caserón
donde el amor tendiera sus acechos
en los libros de misa las señales
que te dejó en la frente varicela
te veo la boca amor acantilado
donde rompe tu voz...
y como veo también
las señales del tiempo consumido a mi lado
-la música cesó- recojo la mirada
y la vuelvo pasando por tu brazo
por tu muñeca donde son
las siete de la tarde
y la llevo hasta el cielo inanimado
que hoy amenaza lluvia.

 

Aníbal Núñez (1944-1987), da Fábulas domésticas, 1972

***

Agli dèi della mattinata

Il vento scuote allori e pini. Ai vetri, giù acqua.
Tra fumi e luci la costa la vedi a tratti, poi nulla.
La mattinata si affina nella stanza tranquilla.
Un filo di musica rock, le matite, le carte.
Sono felice della pioggia. O dèi inesistenti,
proteggete I’idillio, vi prego. E che altro potete,
o dèi dell’autunno indulgenti dormenti,
meste di frasche le tempie? Come maestosi quei vostri
luminosi cumuli! Quante ansiose formiche nell’ombra!

Franco Fortini, da Questo muro, Mondadori, 1973

°ascoltando (in auto) la canzone in foto  – https://www.youtube.com/watch?v=Ww-qVcLm97c


11 novembre 2017

Fortunatamente

 


C’è uno spazio tra la pioggia e il silenzio, tra  i nostri passi e un sorriso, tra la notte e i sogni che vorremmo; c’è uno spazio tra i nostri mondi e il loro limite: uno spazio fatto di musica. È già molto.

***

Esiste la musica.
Esiste proprio,
come lenzuolo lampada
orologio e casa,
come nuvola,
quel suo disumano orto
d’intenzione
di ascoltare l’anima
esiste. Come domino
di note che si crollano addosso e fanno
insieme. Insieme si fanno, e sono fatte
musica. Qualcosa che abbiamo
perduto o dimenticato
o rotto forse
per mani troppo grevi, qualcosa
di spezzato. Un silenzio eseguito
un’anima di ghiaccio
conservata sotto sale.
Ma cosa cosa ho perduto
io, mentre ti ascolto
cara faccia del nulla
caro amore senza direzione
care ossa: grazie grazie
c’è stato qualcuno
prima di me. È ora
di affrontare la musica.

Chandra Livia Candiani, da La bambina pugile, Einaudi, 2014

°ascoltando Angelo Branduardi – Musica (testo: "Forse è soltanto un po’ più in là/la strada giusta per andare/dammi la mano per trovare/la terra dove non è freddo mai/e musica/e sempre musica/e ovunque musica/larghi campi di fragole/ed il tempo di ridere./Ed è soltanto un po’ più in là/dammi la mano, voglio andare/e poi fermarmi a respirare/quel vento caldo che c’è là/e musica/e sempre musica/e ovunque musica/e su di noi le nuvole/non si fermano mai…/è forse un po’ più in là/soltanto un po’ più in là/la terra da trovare/e solo un po’ più in là/è il tempo di guardare/le nuvole passare/e là non è freddo mai".)


Ipotesi di percorso

  (Perdersi tra l'argento degli ulivi mi sembra un bellissimo programma) ***   Dobbiamo cercare sepolture nel volo delle rondini i...