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30 aprile 2023

In viaggio con la musica

 


Qual è l’ultimo viaggio che hai fatto… con la musica?

 Dove sei stat*?

 ***

La musica

Quante volte la musica m’afferra come un mare!
Alla mia bianca stella
sotto un arco di bruma o nell’etere immenso
volgo la vela;

proteso il petto in avanti, come tela
gonfi i polmoni,
scalo dei flutti l’ispida catena
che la notte mi vela.

E sento le stesse  passioni in me vibrare
d’una nave che soffre;
il vento propizio, la convulsa tempesta

sul precipizio enorme
mi cullano. Altre volte bonaccia, vasto specchio
del mio tormento…

Charles Baudelaire,  da Spleen e Ideale, tratta da I fiori del male  e altre poesie, Einaudi, traduzione di Giovanni Raboni

°ascoltando The Alan Parsons Project – Mammagamma
–  https://www.youtube.com/watch?v=XXzOkCLdFwI


7 settembre 2022

C’era una volta…

 


C’era una volta il telefono che faceva solo telefonate. Si usava soltanto la voce. Si parlava in contemporanea. Con la voce si trasmetteva anche qualche emozione. E no, non esisteva la faccina con gli occhi a cuore.

***

 

Teleselezione

 
Soprattutto mi piace col telefono
entrargli nella camera lontana
di là dal monte,
sentire il mio squillo
che si avventa nel buio. Poi la cara
voce fra tutte che risponde:
Sì-i?

ottobre 1964

Daria Menicanti, da Il concerto del grillo – L’opera poetica completa con tutte le poesie inedite, Misesis Edizioni, 2013

°ascoltando Lou Reed –  New York Telephone Conversation
https://www.youtube.com/watch?v=O8tzz5dj4iA


22 gennaio 2022

Andata e ritorno (da realtà a realtà, e souvenir garantito)

 


Quando leggo una poesia (che sento sincera, cioè non artefatta) mi muovo dondolando tra la realtà di chi scrive e la mia personale realtà: è un dondolio a volte dolce a volte quasi scalzante. Ma ogni volta scendo a terra con un piccolo (e incorporeo) regalo, che non è una domanda né una risposta: è un insieme delle due cose, che mi fa sentire assolutamente… umana.

E a te, che effetto fa una poesia (sincera)?

***

Cos’è una poesia se non paura,
strombazzata, petalo,
incorporea genealogia?
Cos’è la poesia
se non l’emozione violenta
che produce il punto di partenza
verso il mai visto, l’improbabile
o il tramonto?
Qual è il verso finale,
l’imprecisabile verso finale
che sintetizza l’ansia del ritorno?
Cosa resta della poesia, alla fine,
quando si è pensato tutto,
non si è deciso niente
e solo sopravvivono
domande insicurezze solitudine fallimento dubbi
ossia parole, sogni, niente?

Mempo Giardinelli (Argentina, 1947), da Poesie senza patria, Guanda, 2003, traduzione di  A. Bertoni, R. Bovaia, I. Carmignani

°ascoltando Yann Tiersen – La valse d’Amélie https://www.youtube.com/watch?v=07xTvC5a9YQ

 

15 agosto 2019

Imbranat*