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8 luglio 2024

Nulla ci ha unito, eccetto…

 



... questo è ciò che potremmo esclamare incontrando (con una bella macchina del tempo) un abitante della Terra del 1750; chissà invece se  potremmo dirlo anche incontrando (sempre con la nostra efficiente macchina del tempo) un abitante della Terra del 2150: ci saranno ancora primule, convolvoli e prati verdi?

***

 

Nulla fra noi c’è stato!
Non confidenze, nessuna promessa,
nulla l’un l’altro ha unito,
se non i traditori
sogni di primavera;

tranne bagliori, colori
e aleggianti profumi
tranne dei boschi il canoro
fruscìo e il verde dei prati;

tranne torrenti e cascate
che irroravano i fossati
tranne nubi e arcobaleni
e la natura incantata;

tranne le limpide fonti
a cui bevevano i nostri
cuori inebriati, tranne
le primule e i convolvoli
nulla tra di noi c’è stato!

Adam Asnyk (Kalisz, 1838 – Cracovia, 1897), da Poesie, Cracovia, 1984, traduzione di Valeria Rossella, in “Poesia”, n. 24, marzo-aprile 2024

°ascoltando Ezio Bosso- Clouds, The mind on the (Re)Windhttps://www.youtube.com/watch?v=pEB_3cxzKv8

 

17 maggio 2024

Psicologo-guaritore a domicilio

 

Ogni tanto taglio l’erba del mio piccolo giardino. Prima però raccolgo tutti i fiori che trovo e li porto in casa: è la mia terapia primaverilestiva contro pensieri negativi/rimuginio/preoccupazioni /dolori sparsi/ mancanze e altri disastri. Non risolve ogni cosa, ma è di grande aiuto.

***

Lo spirito dei fiori
mi allena sulle punte dei piedi
ruota il mio corpo
come un pane da infarinare
di polline volante.
Credo di danzare
ma è la Verde Maestà che mi solleva
dalla terra del pensiero, lo miete
poi mi posa al suolo tra il fango
dei castagni e le zanzare appuntite.
C’è la luna indiana
con la sua lepre addormentata
nei crateri e le parole nette:
qui si sogna
per udire i sottili Maestri.

Chandra Candiani, da Estate, in Pane del bosco. 2020-2023, Einaudi, 2023

°ascoltando Buffy Sainte-Marie – Poppies – https://www.youtube.com/watch?v=1fgEgcf5Qzg&t=5s


16 marzo 2024

Lessico vegetale

 

                             Immagine tratta da Il giardino dei sogni, albo illustrato da Maike Neuendorff, Carthusia Edizioni, 2020, p. 11

(Dev’essere bellissimo saper parlare la lingua dei fiori)

***

Vi prendo violette
e voi ciclamini selvatici
vi prendo
teneramente nello sguardo
dalla terra fucilata di sete,
vi tengo nelle pupille
e prego di sapervi dire,
dissetarvi così
con qualche parola-grillo
parola-acqua
lingua limpida di pioggia.

Chandra Candiani, da Primavera, in Pane del bosco, Einaudi, 2023

 
°ascoltando Ezio Bosso – Pines and Flowers – Symphony No. 2, Under Trees’ Voiceshttps://www.youtube.com/watch?v=EWWhXpdPg0c


2 febbraio 2024

La parte selvaggia

 


C’è un luogo in cui ritrovi la tua selvaticità, la parte meno coltivata e addomesticata di te stess*, dove ti senti in contatto con la parte più innata e libera di te?
Servirà andare nel deserto o ai confini delle terre abitate, per trovare questo luogo? O basterà guardare quello che ci circonda con occhi e pensieri privi di condizionamenti?

***

I posti selvaggi della Terra

I tuoi occhi, la tua bocca e le mani,
le autostrade pubbliche.
Mani, come stazioni di servizio,
grossi camion a brontolare negli angoli.
Occhi come lo sportello di un bancario
cambiavalute.
Amo ogni parte del tuo corpo
amici abbracciano le tue periferie
si autorizzano le coltivazioni agricole
ma io conosco il sentiero
per il tuo posto selvatico.
Non è che io lo preferisca,
ma lì siamo quasi sempre
da soli,
ed è spaventoso ma anche tranquillo.

Gary Snyder, da Questo istante presente, Jouvence Edizioni, 2017, traduzione di Rita Degli Esposti

°ascoltando  René Aubry – Invités sur la terre  https://www.youtube.com/watch?v=VJz0U99f4vQ

 


26 gennaio 2024

Parlano

 


(Parlano. Ma che cosa dicono?)

***

 

 

Vorranno pur dire qualcosa queste foglie
così lente a morire che insistono
a stare sui rami d’inverno i viali
in città ricolmi di gialli gloriosi di ruggini
caldi, il cielo che non trova dove infilarsi
le chiome compatte che il vento non smaglia
la pioggia non buca vorranno pur dirmi qualcosa.

Giusi Quarenghi, da Di più temo la luce, in Basuràda, Book Editore, 2017

°ascoltando  Bert Jansch – The Gardenerhttps://www.youtube.com/watch?v=8W3Tdgxxp5g

 


18 maggio 2023

Ssst!

 


(zittizitti… silenzio…)

***

Complicità

Sul  rametto più alto del giovane albero,
una foglia scura, secca, solitaria, rimasta
dall’inverno, tra le nuove piccole gemme.
Ma volge il capo!
                                                     È un colibrì,
che riposa tranquillo, si prende una pausa
dal mondo veloce e frenetico dei colibrì –
e tuttavia guardingo. Rivolge al giorno
un lungo sguardo furtivo,
come un bambino il cui nascondiglio
non è stato scoperto, di cui non si è neppure
notata l’assenza. Niente paura.
Ho visto
una foglia: non ti tradirò.

Denise Levertov, da  Alle isole via terra. Poesie 1946-1999, traduzione di Paola Splendore, Crocetti Editore, 2003

°ascoltando  B.B. King – Hummingbirdhttps://www.youtube.com/watch?v=caLs_YaCWYU&t=5s

 

11 aprile 2022

Nessuna paura


                        ciliegioinfiorepg

(Tutto continuerà)

 

Quando

Quando il mio corpo marcirà e io sarò morta
Continueranno il giardino, il cielo e il mare,
E come oggi ugualmente balleranno
Le quattro stagioni alla mia porta.
Altri in aprile passeranno nel frutteto
In cui tante volte sono passata,
Ci saranno lunghi ponenti sopra il mare,
Altri ameranno le cose che io ho amato.
Sarà lo stesso splendore, la stessa festa,
Sarà lo stesso giardino alla mia porta,
E i capelli dorati della foresta,
Come se io non fossi morta.

Sophia de Mello Breyner Andresen (Porto, 1919 – Lisbona, 2004), da Il giardino di Sophia (testo tratto da Giorno del Mare, 1947), Il ramo e la foglia Edizioni

***

Quando

Quando o meu corpo apodrecer e eu for morta
Continuará o jardim, o céu e o mar,
E como hoje igualmente hão-de bailar
As quatro estações à minha porta.
Outros em Abril passarão no pomar
Em que eu tantas vezes passei,
Haverá longos poentes sobre o mar,
Outros amarão as coisas que eu amei.
Será o mesmo brilho, a mesma festa,
Será o mesmo jardim à minha porta,
E os cabelos doirados da floresta,
Como se eu não estivesse morta.



°ascoltando Carlos Paredes – Nas Asas da Saudade
https://www.youtube.com/watch?v=bj9XCJiYdo0


16 febbraio 2022

Nella lista delle cose da fare: pensare come un albero

 


 

Quali di questi suggerimenti riusciresti a mettere in pratica senza troppa fatica?

(O forse sei già un albero?)

***

 

Pensa come un albero

 

Assorbi il sole 
dichiara la magia della vita 
sii aggraziato nel vento 
rimani dritto dopo una tempesta 
sentiti rinnovato dopo la pioggia 
cresci forte senza farti notare 
sii forte per ogni stagione 
dai riparo agli estranei 
resisti a un periodo freddo 
rinasci al primo segnale di primavera 
affonda le radici mentre tenti di raggiungere il cielo 
rimani quieto abbastanza da sentire le tue foglie frusciare. 

Karen Shragg (Minneapolis, 1954), in La poesia degli alberi – Un’antologia di testi su alberi, arbusti e qualche rampicante, a cura di Mino Petazzini, Luca Sossella Editore, 2020

♥ ascoltando Bert Jansch – Tree Song https://www.youtube.com/watch?v=MUC_gMcLTA0


11 agosto 2021

Stiamo bruciando

 

Mappa pubblicata dalla NASA (agosto 2021): i punti rossi indicano i luoghi (rilevati con lo strumento satellitare Modis) dove sono in corso incendi



“Il miracolo avverrà”? Speriamo.

E davvero “non meritiamo più niente”?
Questo purtroppo è quasi certo, perché dopo aver (tra le altre cose) dato fuoco alla Terra, stiamo organizzando voli tu-ri-sti-ci (!) nello spazio…

***

L’aria
è piena di semi volanti
la natura
spasima nei suoi supremi orgasmi
sparge semi di vita
anche sulle terre morte
il miracolo avverrà
anche se non meritiamo più niente.

Luigi di Ruscio (Fermo, 1930 – 2011), da Iscrizioni (collana di inediti online curata da Biagio Cepollaro (http://www.cepollaro.it/poesiaitaliana/DiRuIscr.pdf)

°ascoltando Neil Young with Crazy HorseShut It Down https://www.youtube.com/watch?v=AXgNmK-deZc&t=1s


20 giugno 2021

Agguati

 


Ha ragione la poetessa: anche la bellezza è sempre in agguato (per fortuna).
Qual è stato l’ultimo agguato della bellezza da cui sei stat* sorpres*?

***

L’agguato

M’ero scordata il canto delle rane
nel silenzio di un anno – non avrei
forse dovuto avventurarmi sola
al crepuscolo in questa via deserta.
La Bellezza è in agguato. Chi si muove
fra me e quel grido di rane? Prego
la selvaggia Bellezza di aiutare
nel cammino una timida creatura
che da una casa all’altra deve andare!
 
Edna St. Vincent Millay (Rockland, Maine, 1892 – 1950), da Poesie, traduzione di Silvio Raffo, Crodetti Editore, 2020
 
°ascoltando Martin Denny – Quiet Village https://www.youtube.com/watch?v=Nnq2Z2Iu9S4&t=10s

 

2 maggio 2021

Ritrovamenti poetici

 


Qual è l’ultimo “ritrovamento poetico” che ti è capitato?

***

“(…) Sulla strada che mi porta a casa, trovo a volte delle piume bluastre di ghiandaia, esplosioni d’azzurro. È molto poco quello che faccio. Cerco di raccogliere delle cose poverissime, apparentemente inutili e di portarle nel linguaggio. Perché credo soffriamo di un linguaggio che è sempre più ridotto, sempre più funzionale. Abbiamo reso il mondo estraneo a noi stessi, e forse ciò che chiamiamo poesia è solo riabitare questo mondo e addomesticarlo di nuovo (…)”.

Christian Bobin, da Abitare poeticamente il mondo  – Le plâtrier siffleur, traduzione di Nerina Sottocornola, AnimaMundi edizioni, 2019

°ascoltando The Moody Blues –  Dawn is a Feeling


29 gennaio 2021

Che cosa sei?

 

Illustrazione di Martina Heiduczek


Lo sappiamo (anche se spesso ce ne dimentichiamo): la natura non è qualcosa di separato da noi, tutto è connesso e fa parte del nostro essere.

E allora lasciati trasportare da questa suggestione e prova a percepire a quali elementi della natura ti senti più connesso (al mare, agli alberi, alle farfalle, al lupo, alle rocce…).  Ti senti più terra o più acqua, più corteccia o più foglie,…?

 

Un dolore antico senza
frontiere con la gioia
nato prima di me
mi fessura scrive sulla pelle
i nomi privati di ogni animale
le costellazioni i mari
i vegetali. Mi chiamo
e sono essere tra gli esseri
cipresso medusa corteccia
sasso e ogni spavento
di squame e penne ogni urlo
che abbraccia il vuoto
e fa spazio.

Chandra Livia Candiani, da Chiamati al volo, in La domanda della sete. 2016-2020, Einaudi, 2020

ascoltando Ólafur Arnalds – We Contain Multitudes https://www.youtube.com/watch?v=CzShsG8JLBY&feature=emb_title


12 novembre 2020

Una favola antica

 


Il cielo è sempre un bel libro da leggere (e rileggere)

***

 

Ogni pino al crepuscolo
alberga l’uccello
della sua voce
perpendicolare e immobile
la foresta
indifferente alla storia
senza lacrime come la pietra
ripete
con tremula eccitazione
l’antica favola
del sole che muore.

John Berger, da E i nostri volti, amore mio, leggeri come foto, traduzione di Maria Nadotti, Il Saggiatoere Editore, 2020

 


°Ascoltando Bert Jansch – Avocet https://www.youtube.com/watch?v=laROagHBwbs


16 ottobre 2020

Trova il tuo nome

 


“È bello se qualcuno ci dà un nome nuovo, segno di un nuovo stato dell’essere. Ma è ancora più bello trovarsi da sé il proprio nome spirituale nella natura. Come facevano i Nativi americani: andando nel bosco o nella prateria, si “sente” arrivare il proprio nome. Si tratta solo di accoglierlo (…) Può anche succedere che il nome cambi, magari dopo anni. Il nome che si riceve può essere detto ad altri: non è nulla di esoterico o magico, né c’è da vergognarsene. È solo una poesia vivente, un gioco profondo che ci insegna il mondo.”
Stefano Fusi, da Spirito naturale, Tecniche Nuove Editore, 2007

***

 E tu, con quale nome vorresti sentirti chiamare, dalla natura?

***

Il mio nome

Una sera che il prato era verdeoro e gli alberi,
marmo venato alla luna, si ergevano come nuovi mausolei
nell’aria fragrante, e la campagna tutta palpitava
di strida e brusii di insetti, io stavo sdraiato sull’erba,
ad ascoltare le immense distanze aprirsi su di me, e mi chiedevo
cosa sarei diventato e dove mi sarei trovato,
e per quanto a malapena esistessi, per un attimo sentii
che il cielo vasto e affollato di stelle era mio, e udii
il mio nome come per la prima volta, lo udii come
si sente il vento o la pioggia, ma flebile e distante
come se appartenesse non a me ma al silenzio
dal quale era venuto e al quale sarebbe tornato.

Mark Strand, da Uomo e cammello, 2006, in Mark Strand, Tutte le poesie, Mondadori, 2019, traduzione di Damiano Abeni con Moira Egan

∗∗∗

My Name

Once when the lawn was a golden green
and the marbled moonlit trees rose like fresh memorials
in the scented air, and the whole countryside pulsed
with the chirr and murmur of insects, I lay in the grass,
feeling the great distances open above me, and wondered
what I would become and where I would find myself,
and though I barely existed, I felt for an instant
that the vast star-clustered sky was mine, and I heard
my name as if for the first time, heard it the way
one hears the wind or the rain, but faint and far off
as though it belonged not to me but to the silence
from which it had come and to which it would go.


12 agosto 2020

Nel cerchio

 

(immagine di Alessandra  Olanow, da https://alessandraolanow.shop/pages/about)


Preghiera dal cuore dell’America

Levarsi di nuovo
al centro e circondati da ogni cosa.
Levarsi, vicini gli uni agli altri
come sorelle e fratelli, madri e padri,
figlie e figli, nonne e nonni –
le generazioni passate e presenti del nostro popolo.
Levarsi di nuovo
insieme e al centro di ogni elemento della vita,
la terra, i fiumi, le montagne, le piante, gli animali,
ogni forma di vita che ci circonda,
che ci include.
Levarsi nel cerchio dell’orizzonte,
il cielo del giorno e il cielo della notte,
il sole, la luna, il ciclo delle stagioni
e la madre terra che ci sostiene.
Levarsi di nuovo
con tutto ciò
che fu nel passato,
che è nel presente,
e che sarà nel futuro
consapevoli
di avere un rapporto responsabile
e giusto, pieno d’amore e di comprensione,
per il bene della terra e di tutto il popolo;
chiediamo umilmente alle forze generatrici di vita
che ci sia data parte del dono della creazione
affinché possa esserci d’aiuto in modo che la nostra lotta
e il nostro lavoro siano anch’essi creativi
per la continuazione della vita.
Levarsi di nuovo, al centro e circondati da ogni cosa
con sincerità chiediamo speranza, coraggio, pace,
forza, visione, unità e perseveranza.

Maggio 1980

Simon J. Ortiz, poeta nativo-americano Acoma [AKO-ME],1941, New Mexico (testo e traduzione da Casa della Poesia http://www.casadellapoesia.org/)

*ascoltando Simon & Garfunkel – El Condor Pasa (If I Could) https://www.youtube.com/watch?v=i6d3yVq1Xtw


20 maggio 2020

Verso sera

 




Ti prego non soffiare sulle rose
quando colano i metalli della notte,
lascia il sasso a riposare
nel suo luogo delicato
e l’erba dov’è l’erba.
Fa’ che il mondo, almeno ora,
sia distesa per i ragni e per le stelle
e nessun’altra cosa.

Filippo Strumia, da Marciapiede con vista, Einaudi, 2016

*ascoltando Anoushka Shankar – Voice Of The Moon -   https://www.youtube.com/watch?v=ZuEjHoxf9rk


17 gennaio 2020

Nessun progresso

 


Stiamo arretrando (e da un bel po’ di tempo).
Ma che non si sappia in giro… pare che vada bene così…

***

Guarda la natura
di questa umana bestia. Nuova
specie appena da poco manifesta
forse tumore o febbre passeggera
di questo verde globo – parassita folle
che rema contro sé, prepara ai figli
un veleno tutto spruzzato storto
tutto che gonfia e ammala. Corpi grossi
ha la specie ora. E teste indebolite.
Si torna indietro. Ancora si prova
la scena primitiva del più forte
la scena di uno che bastona
uno comanda e un popolo
cieco lo sostiene contro se stesso.
Dove andiamo? Non riesco a dirlo –
guarda come arretriamo.

Mariangela Gualtieri, da Quando non morivo, Einaudi, 2019

°ascoltando Serj Tankian – Harakiri https://www.youtube.com/watch?v=PQtRXqBQETA


14 ottobre 2019

Trova le connessioni

 


No, non è un gioco enigmistico né un’accorata richiesta al tecnico informatico. Semplicemente mi piace trovare le connessioni, i collegamenti tra gli eventi, con le persone, con quello di cui facciamo parte.
Sono forse un po’ “sconnessa”?
Tu le cerchi, le connessioni?
***
 

(…) Quegli alberi sono i tuoi polmoni. La Terra ricicla come il tuo corpo. I fiumi riciclano come la tua circolazione. L’aria è il tuo respiro. Allora cos’è l’ambiente che chiamiamo tale? (…)”

Deepak Chopra da Physical Healing, Emotional Well Being

*

(…) Noi siamo Natura, a lungo siamo mancati, ma ora torniamo,
diventiamo piante, tronchi, fogliame, radici, corteccia,
siamo incassati nel terreno, siamo rocce,
siamo querce, cresciamo fianco a fianco nelle radure,
[…] siamo ciò che l’atmosfera è, trasparente, ricettiva, pervia, impervia,
siamo neve, pioggia, freddo, buio, siamo ogni prodotto, ogni influenza del globo,(…)

Walt Whitman (West Hills, Stati Uniti, 1819-1892), versi da We Two, How Long We Were Fool’d, in Foglie d’erba (Leaves of Grass, 1855) traduzione di G. Conte

*

Noi ci tocchiamo.
Con che cosa?
Con dei battiti d’ali.
Con le lontananze stesse
ci tocchiamo.

Rainer Maria Rilke (Praga, 1875 –1926), dedica a Marina Cvetaeva sulla prima pagina delle Elegie Duinesi

*

(…) La nostra giornata è fatta, come tutta la vita, di misteriose rispondenze, di sottili collegamenti (…).

Leonardo Sciascia, da Nero su nero, Adelphi, 1991

°ascoltando Fleetwood Mac – Albatross https://www.dailymotion.com/video/x2ob704


5 luglio 2019

Parole di luce

 



Questo tempo

Queste sono le stelle della poesia
Troppo belle per essere vere
Sulle colline
E nella baia colma fino al limite.

E questa, l’ultima moneta
Il morto scambio –
Il silenzio.

Hai svitato le orecchie?
Le hai messe a posto per bene?
No. Sturale.
Non sei spirito.
Ascolta.
La rugiada si raccoglie sul bordo e
Gocciola. Gocciola
sulle foglie brinate.

Ogni minuscolo
cristallino vocabolo
parla del tempo.

Contali.
Considerarti fortunato.

*

This Time

These are the stars of poetry
Too good to be true
Over the hills
And in the brim-full bay;

And this, that ultimate coin
The dead exchange –
Silence.

Unscrew your ears?
Put them away for good?
No. Unstop them.
You’re not a spirit.
Listen.
Dews gather at an edge and
drop. Drop
On frosted blades.

Even such small
Crystalline vocables
Tell time.

Count them.
Count yourself lucky.

C. K. Stead (1932, Auckland, Nuova Zelanda), from Straw Into Gold, Poems New & Selected (Auckland University Press, 1997)

°ascoltando The Jeff Beck Group – Morning Dew https://www.youtube.com/watch?v=_AsHvTZASFk

 

28 aprile 2019

… E le piccole pietre? E gli iris blu?

 

Come dice la poetessa, 

ci sono alcune domande che si potrebbero fare…

***

Alcune domande che potresti fare

È solida l’anima, come il ferro?
O è tenera e fragile, come
le ali della falena nel becco del gufo?
Chi ce l’ha, e chi no?
Continuo a guardarmi intorno.
Il viso dell’alce è triste
come il volto di Gesù.
Il cigno spalanca le sue bianche ali con lentezza.
D’autunno, l’orso nero smuove le foglie nel buio.
Una domanda porta ad un’altra.
Ha una forma? Come un iceberg?
Come l’occhio di un colibrì?
Ha un polmone, come il serpente e la capasanta?
Perché dovrei averla io, e non il formichiere
che ama i suoi figli?
Perché dovrei averla io, e non il cammello?
Pensandoci bene, e gli aceri?
E gli iris blu?
E le piccole pietre, che siedono sole al chiaro di luna?
E le rose, e i limoni, e le loro foglie lucenti?
E l’erba?

*

Some questions you might ask

Is the soul solid, like iron?
Or is it tender and breakable, like
the wings of a moth in the beak of the owl?
Who has it, and who doesn’t?
I keep looking around me.
The face of the moose is as sad
as the face of Jesus.
The swan opens her white wings slowly.
In the fall, the black bear carries leaves into the darkness.
One question leads to another.
Does it have a shape? Like an iceberg?
Like the eye of a hummingbird?
Does it have one lung, like the snake and the scallop?
Why should I have it, and not the anteater
who loves her children?
Why should I have it, and not the camel?
Come to think of it, what about the maple trees?
What about the blue iris?
What about all the little stones, sitting alone in the moonlight?
What about roses, and lemons, and their shining leaves?
What about the grass?

Mary Oliver (Ohio, 1935- 2019), da Blue Iris: Poems and Essays, 2004

*ascoltando Gorillaz feat. Lou Reed – Some Kind of Nature https://www.youtube.com/watch?v=AgOJrcrBryE


Ipotesi di percorso

  (Perdersi tra l'argento degli ulivi mi sembra un bellissimo programma) ***   Dobbiamo cercare sepolture nel volo delle rondini i...