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8 novembre 2024

Giochi di P a r o l e

 



Una stravagante e divertente poesia che inizialmente non sembra d’amore, ma in realtà lo è. La personificazione degli elementi del linguaggio (verbi indaffarati e molto di fretta, sostantivi impressionabili, affascinanti aggettivi – per non parlare dell’avverbio del titolo) è funzionale sia all’atmosfera surreale e divertita che pervade tutto il testo, sia all’analogia finale: qualcosa che durerà (permanently!) fino a che esisteranno le parti del linguaggio…

***

Permanently

 

One day the Nouns were clustered in the street.

An Adjective walked by, with her dark beauty.

The Nouns were struck, moved, changed.

The next day a Verb drove up, and created the Sentence.

 

Each Sentence says one thing -- for example,

“Although it was a dark rainy day when the Adjective walked by, I shall remember the pure and sweet expression on her face until the day I perish from the green, effective earth.”

Or, “Will you please close the window, Andrew?”

Or, for example, “Thank you, the pink pot of flowers on the window sill has changed color recently to a light yellow, due to the heat from the boiler factory which exists nearby.”

 

In the springtime the Sentences and the Nouns lay silently on the grass.

A lonely Conjunction here and there would call, “And! But!”

But the Adjective did not emerge.

 

As the adjective is lost in the sentence,

So I am lost in your eyes, ears, nose, and throat…

You have enchanted me with a single kiss

Which can never be undone

Until the destruction of language.

 *

Permanentemente

 

Un giorno i Sostantivi facevano crocchio in strada.

Passò di lì un Aggettivo, con la sua bellezza oscura.

I Sostantivi ne furono colpiti, commossi, cambiati.

Il giorno seguente giunse in macchina un Verbo, e creò la Frase.

 

Ogni Frase dice una cosa – ad esempio,

“Benché fosse un giorno scuro e piovoso quando l’Aggettivo passò di qui, ricorderò la pura e dolce espressione che aveva in volto fino al giorno in cui lascerò la verde, vera terra”.

 

Oppure, “Chiuderesti la finestra, per favore, Andrea?”

O ad esempio, “Grazie, il vaso di fiori rosa sul davanzale di recente è trascolorato al giallo smorto per il calore emesso dalla fabbrica di boiler che c’è qui vicino.”

 

In primavera le Frasi e i Sostantivi se ne stanno sdraiati in silenzio sull’erba.

Una solitaria Coniugazione qui e là avrebbe gridato : “E! ma!”

Ma l’Aggettivo non si è fatto vedere.

 

Come l’Aggettivo è perso nella frase,

così  io sono perso nei tuoi occhi, orecchi, naso e gola...

Mi hai stregato con un bacio solo

che non potrà mai essere disfatto

fino a quando non sarà annientato il linguaggio.

 

Kenneth Koch (Stati Uniti, 1925-2002), da Selected Poems - 1950-1982, Vintage, 1985, (mia traduzione - approssimativa)

 

°ascoltando  Elliott Smith - Alphabet Town - https://www.youtube.com/watch?v=uR09ggNWgEU

2 maggio 2021

Ritrovamenti poetici

 


Qual è l’ultimo “ritrovamento poetico” che ti è capitato?

***

“(…) Sulla strada che mi porta a casa, trovo a volte delle piume bluastre di ghiandaia, esplosioni d’azzurro. È molto poco quello che faccio. Cerco di raccogliere delle cose poverissime, apparentemente inutili e di portarle nel linguaggio. Perché credo soffriamo di un linguaggio che è sempre più ridotto, sempre più funzionale. Abbiamo reso il mondo estraneo a noi stessi, e forse ciò che chiamiamo poesia è solo riabitare questo mondo e addomesticarlo di nuovo (…)”.

Christian Bobin, da Abitare poeticamente il mondo  – Le plâtrier siffleur, traduzione di Nerina Sottocornola, AnimaMundi edizioni, 2019

°ascoltando The Moody Blues –  Dawn is a Feeling


13 luglio 2020

Senza parole…

 

Che cosa succederebbe se lasciassimo scappare tutte le parole (e queste non tornassero più)? Se rimanessimo così, senza parole da poter dire e senza parole da poter scrivere? Niente più telefonate, lettere, e-mail, sms, telegrammi, libri, testi di canzoni… niente di niente. Terribile! Speriamo che le parole non ci facciano mai questo scherzo…

***

 

27.
Aprire le gabbie togliere le virgole
allontanare tutti i punti sparare
in aria lasciar scappare le parole
nella notte sentirle abbaiare nei
dintorni la mattina sentirle rientrare
da sole le parole non ci sanno stare
fare la conta di quelle non rientrate
chiudere le gabbie sentirle ringhiare

Andrea Bajani, da Promemoria, Einaudi, 2017

*ascoltando Stevie Ray Vaughan – Scuttle Buttin’https://www.youtube.com/watch?v=IUsvRaRk9Fs


Ipotesi di percorso

  (Perdersi tra l'argento degli ulivi mi sembra un bellissimo programma) ***   Dobbiamo cercare sepolture nel volo delle rondini i...