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12 marzo 2024

Due alberi?

 


Oltre a un immaginario dialogo tra due persone, questa poesia mi fa pensare anche a un (altrettanto immaginario) dialogo tra due alberi, poco prima della primavera, nell’attesa di rivedere i fiori l’uno dell’altro. Chi sorriderà per primo?

***

Nessun posto è qui o lì
Ogni luogo è proiettato dall’interno
Ogni luogo è sovrapposto allo spazio
Ora sto creando un punto all’esterno
sto cercando di metterlo qui in alto
sopra lo spazio dove non sei
per vedere se da tanto sforzo sì da tanto sforzo
tu appari sorridendo un’altra volta
Appari qui appari senza timore
e da fuori entra qui
e usa abbastanza forza abbastanza forza
per vedere se appaio ancora se appaio ancora
se riappariamo entrambi tenendoci per mano
nello spazio
dove coincidono
tutti i nostri luoghi

Óscar Hahn (1938, Cile), da Mal d’amore, Raffaelli Editore, traduzione di Gianni Darconza

 

°ascoltando . René Aubry – Après La Pluiehttps://www.youtube.com/watch?v=sK2v4GrASjw&t=115s


6 febbraio 2024

Con una piccola calamita

 

William Carlos Williams ha scritto questa poesia (nel 1934) come fosse un biglietto, una tenera confessione, per la moglie. Ma lo spunto del biglietto oggi lo vorrei riciclare per scrivere un messaggio a me stessa: perché, a volte, certe cose abbiamo bisogno di vederle nero su bianco.

Tu che cosa scriveresti a te stessa, a te stesso, in un foglietto da attaccare al frigorifero (per leggerlo e rileggerlo spesso)?

***

This Is Just To Say

«I have eaten
the plums
that were in
the icebox

and which
you were probably
saving
for breakfast

Forgive me
they were delicious
so sweet
and so cold»

***

Solo per dirti

«Ho mangiato io
le prugne
che erano
in frigorifero

e che tu
probabilmente
avevi tenuto da parte
per colazione

Scusami
ma erano deliziose
così dolci
e così fredde».

William Carlos Williams (Stati Uniti, 1883 – 1963), da The Collected Poems: Volume I, 1909-1939, New Directions Publishing Corporation, 1991

°ascoltando René Aubry – Petite fille –  https://www.youtube.com/watch?v=55Jr9qFcLqM


5 febbraio 2024

Cose difficili

 



Com’è difficile “trovare l’alba dentro l’imbrunire“, sì, e com’è difficile tanto altro (ognuno di noi potrebbe scrivere una lista pressoché infinita). Anche la poesia qui sotto ci parla di una cosa veramente difficile:

 

 

Com’è difficile accarezzare le ali di un angelo!
Per quanto sia vicino, evita di essere sfiorato
Per paura di essere preso,
Volteggia, ridiscende, il suo fruscio si sente appena,
È l’unico suono che riesce a produrre.
Loro, gli angeli, non sanno parlare,
Non sono adatte le parole
Per esprimerli,
Il loro muto messaggio è la presenza.
Come si avvicinano
Per avvolgerti nella loro aura,
Subito si allontanano,
Spaventati dall’intimità,
Protettivi, ma non familiari,
Lasciando sempre uno spazio in cui
Le mie parole si trascinano per raggiungerli,
Senza sapere se
Non siano troppo flebili per sfiorarne l’udito.
Che handicap della fede:
Non sapere se ti sentono, né se tu senti
E di tutti i sensi rimane solo il sogno tattile
Di accarezzare, senza spaventarlo, le ali un angelo…

Ana Blandiana, da Patria mea A4, traduzione tratta da http://www.orizzonticulturali.it/it_poesia_Ana-Blandiana.html  a cura di Mauro Barindi

°ascoldando  René Aubry – Guitare Bambou – https://www.youtube.com/watch?v=7W-WFmT51w4



2 febbraio 2024

La parte selvaggia

 


C’è un luogo in cui ritrovi la tua selvaticità, la parte meno coltivata e addomesticata di te stess*, dove ti senti in contatto con la parte più innata e libera di te?
Servirà andare nel deserto o ai confini delle terre abitate, per trovare questo luogo? O basterà guardare quello che ci circonda con occhi e pensieri privi di condizionamenti?

***

I posti selvaggi della Terra

I tuoi occhi, la tua bocca e le mani,
le autostrade pubbliche.
Mani, come stazioni di servizio,
grossi camion a brontolare negli angoli.
Occhi come lo sportello di un bancario
cambiavalute.
Amo ogni parte del tuo corpo
amici abbracciano le tue periferie
si autorizzano le coltivazioni agricole
ma io conosco il sentiero
per il tuo posto selvatico.
Non è che io lo preferisca,
ma lì siamo quasi sempre
da soli,
ed è spaventoso ma anche tranquillo.

Gary Snyder, da Questo istante presente, Jouvence Edizioni, 2017, traduzione di Rita Degli Esposti

°ascoltando  René Aubry – Invités sur la terre  https://www.youtube.com/watch?v=VJz0U99f4vQ

 


8 gennaio 2024

È strana la vita

 



Se la nostra vita venisse riprodotta su una carta topografica,
riusciremmo a orientarci più facilmente?

***

Canzone sensata per una ragazza seria

È strana la vita ed è strana
la vita irripetibile di ognuno,
questo ronzio cosmico e la breve
carezza di una pelle sulle proprie ossa,
sulla spugna, sul fango, sulle arance.

È strana la vita, i suoi percorsi.
Il ritmo di milioni di molecole
(ciò che furono o sono, ciò che saranno)
sfocia in noi ed eccoci qui,
all’improvviso e nudi. Tutto quadra:
le fughe trovano un senso,
le tue cicatrici accusano i miei fallimenti
e con paura e con ansia e con pigrizia
una volta di più inventiamo il mondo.

Juan Antonio Bermudez, da Canto e demolizione – Otto poeti spagnoli contemporanei, a cura di Alessandro Drenaggi, Lorenzo Mari e Luca Salvi – Thauma Edizioni, 2013

°ascoltando Django Reinhardt – Minor Swing https://www.youtube.com/watch?v=uTlo809EIlo

7 gennaio 2024

Inquietudine

 

Per rischiarare l’inquietudine che a volte incombe come una nuvola scura,  credo sia utile appoggiarsi a dei punti fissi: un’abitudine, una canzone, la piantina sul balcone, l’albero sotto casa… cose così (credo).

***

 
Sempre così

La sera le luci
dei treni che se ne vanno
tra i rami invernali,
è sempre così.
Gente che esce dai sottopassi,
autobus fermi nel traffico, facce
stanche dietro i giornali
spalancati.

Anche questo è ancora così:
che d’un tratto sei spinta
da un punto all’altro della città
accanto a chioschi di bibite
dentro a grandi magazzini dove
sotto imperturbati soli brilla
paccottiglia di latta e di vetro
e poi di nuovo attraverso la folla
che si apre in silenzio davanti
alla tua crescente inquietudine.

Elisabeth Maylan (Basilea, 1937), in “Poesia”, Crocetti editore, Settembre/Ottobre 2023, anno IV, , n. 21, traduzione di Annarosa Azzone Zweifel

 
°Ascoltando  Nick Drake – Bryter Layterhttps://www.youtube.com/watch?v=9DjWvjeZ6ww

 , , ,

6 gennaio 2024

Di viola e altri trenta colori

 


E tu, come ti vestirai quando non sarai più giovanissim*?
Quali saranno i tuoi colori?

***

 

Avvertimento

Quando sarò vecchia mi vestirò di viola
con un cappello rosso che non si abbina e che non mi dona.
Sperpererò la pensione in brandy, guanti estivi
e sandali in satin, dicendo che non me ne restano per comprare il burro.
Mi siederò sul marciapiede quando sarò stanca
sgraffignerò campioncini nei negozi e suonerò ai campanelli
farò rotolare il mio bastone sulle ringhiere dei palazzi
mi truccherò per riscattare la sobrietà degli anni verdi.
Uscirò in ciabatte nella pioggia
raccoglierò fiori nei giardini altrui
e imparerò a sputare.

Si potranno indossare orribili camicie ed ingrassare
mangiare tre chili di salsicce in una volta
o solo pane e sottaceti per una settimana
ammassare penne, matite, sottobicchieri e cianfrusaglie nelle scatole.

Purtroppo ora ci tocca vestirci per mantenerci asciutte
e pagare l’affitto e non bestemmiare per strada
e dare il buon esempio per i figli.
Avere amici a cena e leggere i giornali.

Ma non posso impratichirmi già un po’ ora?
Così chi mi conosce non rimarrà scioccato
quando improvvisamente invecchierò, e vestirò di viola.

Jenny Joseph, da Warning: When I am an Old Woman I Shall Wear Purple, Profile Books Ltd, 2021,  traduzione di Loredana Magazzeni

___________________________________

When I am an old woman I shall wear purple
With a red hat which doesn’t go, and doesn’t suit me.
And I shall spend my pension on brandy and summer gloves
And satin sandals, and say we’ve no money for butter.
I shall sit down on the pavement when I’m tired
And gobble up samples in shops and press alarm bells
And run my stick along the public railings
And make up for the sobriety of my youth.
I shall go out in my slippers in the rain
And pick up flowers in other people’s gardens
And learn to spit.

You can wear terrible shirts and grow more fat
And eat three pounds of sausages at a go
Or only bread and pickle for a week
And hoard pens and pencils and beermats and things in boxes.

But now we must have clothes that keep us dry
And pay our rent and not swear in the street
And set a good example for the children.
We must have friends to dinner and read the papers.

But maybe I ought to practise a little now?
So people who know me are not too shocked and surprised
When suddenly I am old, and start to wear purple.

°ascoltando  The Cranberries – Never Grow Old https://www.youtube.com/watch?v=2P1Q0vYW_8U


3 gennaio 2024

Plutone in Acquario

 


                    Plutone (foto NASA, 2015)

Gli astrologi dicono che quest’anno Plutone entrerà nel segno dell’Acquario e questo potrebbe influire su una generale ricerca di nuovi e più equi assetti sociali. Sarà vero? Se portasse anche un solo grammo in più di giustizia mondiale… sì, dai, ci voglio credere. Plutone, pensaci tu!

***

Plutone

Finalmente la televisione
ha trasmesso le prime immagini
del mal conosciuto satellite.
Gli intenditori sospettano
che non abbia acqua
e che non ci viva nessuno.
Chi è l’autore di quel lontano
globo di terra inutile? Lo ignorano.
Dipende dalla spiegazione
dello stesso Universo
e da chi in esso ruota
ogni istante.

António Osório (Setúbal, Portogallo, 1933-2021), in “Poesia”, anno II, n.16 Novembre/Dicembre 2022, Crocetti Editore, traduzione di Marco Bruno, pp. 124-125

 

°ascoltando The 5th Dimension – Aquarius / Let the Sunshine Inhttps://www.youtube.com/watch?v=VlrQ-bOzpkQ

 

27 dicembre 2023

A proposito di sogni

 




Io non conosco la ricetta (quella veramente, ma veramente efficace) per fare sogni belli, e tu? In attesa di suggerimenti condivido una definizione di ‘sogno’ molto poetica:


Il sogno, questa neve dolce
che bacia il viso, lo erode fino a trovarvi
sotto, sostenuto da fili musicali,
l’altro che si sveglia.

Julio Cortazar, da Le ragioni della collera, Fahrenheit 451, 2018, traduzione di Gianni Toti

 

°ascoltando Tom Petty And The Heartbreakers – Runnin’ Down A Dreamhttps://www.youtube.com/watch?v=Y1D3a5eDJIs


14 dicembre 2023

B di Blues

 


“New York- – Vecchie abitazioni di tipo inglese”, Istituto Italiano d’Arti Grafiche – Bergamo, 1971

B di blues (m di malinconia)

***

Blues per sedurre una ragazza americana

Quando saranno passati gli anni
e i tuoi occhi saranno appena cresciuti al mondo
e le tue braccia traboccheranno della dolcezza d’essere
state anche loro riparo dalla vita,
e l’ironica smorfia delle labbra di cui ho nostalgia
sembrerà una sirena d’allarme contro gli incendi
dell’esistenza.
Quando passati saranno gli anni e starai riordinando casa
una mattina, appena sradicata dal sonno,
dal sonno che aspettavi e che arrivò in ritardo,
e attraverserai Main Street per andare a fare la spesa
– mettendo in moto con piacere un macchinino rosso,
piccola cosa, tiepido essere con lentiggini,
arrogante e tenera – quando passati saranno gli anni
quella stessa mattina

                               ti ricorderai di me.
 
E crescerà, all’improvviso, un gatto fra i tuoi occhi,
una lingua sulla lingua, un odore sulla pelle,
un’acqua che scivolosa ti tradisce.
 
Quando saranno passati gli anni – in quello stesso istante –
io, più triste, più lontano, più pirata, più saggio,
starò immaginando una storia reale.
Una storia chiara come la tua stessa storia,
che somiglia alla mia come quella grande storia
che non riuscimmo mai a condividere.
 
Quando saranno passati gli anni e rincaserai, già tardi,
con tracce di nostalgia ancora da decifrare
– in quello stesso istante – quando passati saranno gli anni
io, più triste, più saggio, molte vite più vecchio,
starò immaginando una storia reale:
essere l’ospite d’onore che ti attende in casa,
il fuoco già acceso, la tavola apparecchiata,
i bambini a letto e qualcosa di cui conversare.
 
Non c’è bisogno che continui, sai come funziona,
per le storie reali non si piange.

Álvaro Salvador, da La condizione del personaggio, 1992, traduzione di Luigi Sepe, in “Poesia”, n.17, gennaio/febbraio 2023, Crocetti Editore, pp. 91-93

°ascoltando John Mayall & The Bluesbreakers (e Gary Moore) – So Many Roads https://www.youtube.com/watch?v=dwc7ZEYfWYc


10 dicembre 2023

Non guardarmi in quel modo!

 


Siamo fatti di acqua e manchevolezze. Tutti (perciò non guardarmi con quel cipiglio).

***

 

In cosa sono manchevole

 

No, con l’uovo della prima colazione
me non mi si può proprio confrontare.
È perfetto.
A volte mi dispiace
di essere più oscillante
del palo dell’alta tensione.
Pensando a come sono vendicativo
mi commuove l’indifeso muschio.
Il pensiero dei rinoceronti,
lineare com’è,
non posso che ammirarlo.
Guarda, di più del mio cervello
dura il mio cacciavite.
La formica
mi fa soggezione
per come saggia e saggia
una fessura nel muro,
infatti io sono pigro.
Come sarebbe bello
essere tenero di cuore
come il fico, e altruista
come la lampadina elettrica.
Mi dispiace. Scusatemi, vi prego,
olio e aceto e pepe e sale,
se non sono indispensabile
come voi.

Hans Magnus Enzensberger, da Più leggeri dell’aria, Einaudi, 2001, traduzione di Anna Maria Carpi

°ascoltando  Rag’n’Bone Man – Human – https://www.youtube.com/watch?app=desktop&v=L3wKzyIN1yk&t=187s

 

5 novembre 2023

Punti luce

 



Speriamo non sia un inverno troppo grigio.

Speriamo ci siano tanti punti di luce.

***

 

Su un muro

I pochi giorni
dispersi nella pianura.

Sulla strada
si addensano colori
di cose perdute.

Dicono
che sia in arrivo un’ondata di freddo.

Su un muro
una bacca di luce,
bianca, erratica.

Elisabeth Maylan (Basilea, 1937), in “Poesia”, n.21, settembre/ottobre 2023, traduzione di Annarosa Azzone Zweifel

°ascoltando Simon & Garfunkel – A Hazy Shade Of Winter https://www.youtube.com/watch?v=bnZdlhUDEJo&t=8s


21 ottobre 2023

C di corpo

 


  Edgar Degas (1834-1917), Ballerina

(Vuoi abbastanza bene al tuo corpo?)

***

Corpo mio, ora che non viaggeremo più molto a lungo insieme
comincio a provare una nuova tenerezza verso di te, molto cruda e inconsueta,
come i ricordi che ho dell’amore quand’ero giovane –

l’amore che era così spesso sciocco nei suoi intenti
ma mai nelle sue scelte, nelle sue intensità.
Troppo chiedere in anticipo, troppo che non poteva essere promesso –

la mia anima è stata così paurosa, così violenta:
perdona la sua brutalità.
Come fosse quell’anima, la mia mano si muove cauta sopra di te,

non volendo recare offesa
ma impaziente, finalmente, di raggiungere l’espressione come sostanza:

non è la terra che mi mancherà,
sei tu che mi mancherai.

Louise Glück (New York, 1943-2023), da A village life, 2009, traduzione di Francesca Spinelli, tratta  da “Internazionale”, ottobre 2020

°ascoltando Yann Tiersen – Still Here – https://www.youtube.com/watch?v=lNx9G2PzWEQ&t=42s


14 maggio 2023

Momenti (tristi)

 


Leggo che l’empatia (questa parola ormai un po’ inflazionata, tuttavia rara nei fatti) o comunque la vera vicinanza è anche, e soprattutto, restare in silenzio accanto all’altro, con-dividere un attimo. Un po’ come succede in questi momenti qui sotto:

 

Momenti

Che cosa fai?
Niente. Guardo
soltanto piovere
sulla piazza.
E si sedette
al suo fianco.
E si aggiunse,
in silenzio,
a quella celebrazione
della nostalgia,
a quel
rigoglio
di malinconia.

***

Momentos

¿Qué haces?
Nada. Sólo
miro llover
sobre la plaza.
Y se sentó
a su lado.
Y se sumó,
en silencio,
a aquella celebración
de la nostalgia,
a aquella exuberancia
de la melancolía.

Karmelo C. Iribarren (San Sebastián, 1959), da Seguros que esta historia te suena,  2012

°ascoltando Janis Joplin – Little Girl Blue
https://www.youtube.com/watch?v=rX8hOw31wCQ


28 gennaio 2019

Svanire

 


Se davvero lasciamo poche tracce, speriamo almeno siano tracce gentili

***


A quanto poco servo

A quanto poco servo
alzo un dito e non lascio
il benché minimo segno
 nell’aria.

Il tempo cancella il mio viso,
ha già cominciato.
Dietro i miei passi nella polvere
la pioggia lava la strada
come una massaia.

Sono stata qui.
Passo
senza traccia.
Gli olmi sulla strada
mi fanno cenno al mio arrivo,
un saluto d’oro verdeblu,
e mi dimenticano,
prima che vada oltre.

Passo –
ma forse lascio
il flebile suono della mia voce,
il mio sorriso e le mie lacrime
e anche il saluto degli alberi a sera
su un pezzetto di carta.

E passando oltre,
involontariamente,
accendo uno o l’altro
lampione
nei cuori a lato della strada.

Hilde Domin (Colonia, 1909 – 2006), da Con l’avallo delle nuvole – Poesie scelte, a cura di Paola Del Zoppo e Ondina Granato, Del Vecchio Editore

*ascoltando Kansas – Dust in The Wind  https://www.youtube.com/watch?v=tH2w6Oxx0kQ

 

27 giugno 2018

Tipi strani

 


I poeti sono davvero tutti dei tipi strani?
O è solo uno stereotipo?
Tu ne hai mai conosciuto qualcuno?

***

La chiave del gas

La moglie del poeta è condannata a leggere o ascoltare
i versi del poeta che fumano
appena estratti dall’anima. E ancora:
la moglie del poeta
è condannata al poeta, a quel tipo
che mai sa dove
si trova il rubinetto del gas e finge
di domandare per sapere
quando in realtà gli importa solo di domandare
ciò che non ha risposta.

                   

                   Testo originale:

La llave del gas

La mujer de poeta está
condenada a leer o a escuchar los
versos del poeta que humean
recién sacados del alma. Y más:
la mujer del poeta está condenada al poeta, a ése
que nunca sabe dónde
está la llave del gas y finge
que pregunta para saber
cuando sólo le importa preguntar
lo que no tiene respuesta.

Juan Gelman (Buenos Aires, 1930 – Città del Messico, 2014),  da Valer la pena, 2001, traduzione di L. Branchini


°Ascoltando Eugenio Finardi, Extraterrestre https://www.youtube.com/watch?v=N8HAmLnZWms

11 giugno 2016

Poi passano

 

Càpitano: i momenti in cui vorresti solo scomparire, come un’altalena che oscilla nella nebbia.
Càpitano.
Poi passano.

***

Ginnastica mattutina

Mi sveglio e dico: sono perduta.
È il mio primo pensiero all’alba.
Comincio bene la giornata
con questo pensiero assassino.

Signore, abbi pietà di me
– è il secondo, e poi
scendo dal letto
e vivo come se
nulla mi fosse accaduto.

 

Purità

Solitudine incredibile.
Soltanto io e la mia sigaretta,
e la piccola libellula
dipinta con il blu dei monasteri moldavi.

Nulla mi spaventa,
nemmeno il sole.
Il cielo è una nuvola immensa
di madreperla.
Il lago è una nuvola immensa
di madreperla.
Sono la sirenetta del lago.
– Sono una melodia infinita
come il mormorio della pioggia.

E sono pulita
come la poesia che sto scrivendo.

Entrambe le poesie sono di Nina Cassian (Renée Annie Cassian-Mătăsaru, Galati, 27 novembre 1924 – New York, 15 aprile 2014), da C’è modo e modo di sparire – Poesie 1945- 2007, traduzione di Anita Natascia Bernacchia, Ottavio Fatica, Adelphi, 2013.

°ascoltando Coldplay – Lost!