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7 febbraio 2022

Forse le piante lo sanno

 

Tempo fa avevo fatto alcune domande al rosmarino dell’orto, ma quello niente, non mi ha ancora risposto. Riprovo con il rosmarino in vaso.

***

Il pero

Mi mostra ad esempio il pero nano che occupa un vaso in balcone.
È una provetta giardiniera.
Sono belli i peri nani.
Mai quanto il Calicantus o il melo ornamentale che vedrai
produce mele microscopiche di un rosso intenso.

Ogni cosa è micro qui.
Coltiva tutto in vaso e in quel vaso tutto s’adempie.
È una mia scelta.
In vaso la pianta ha identità più che in terra.
Me le immagino andare in giro in piena autonomia senza radici.

Anch’io sto qui in balcone. Sto sempre qui in balcone.
Nel mio vaso immaginario.
Divento vecchia
senza diventare adulta. Produco frutti dolci e rossi come i cachi.
Ma volevo chiederti da tempo: Perché mi detesti?

La risposta è un segreto che resterà nel vaso.

Antonio Lillo, da Il nemico sbagliato, Pietre Vive Editore, 2021

°ascoltando John Renbourn – Scarborough Fair https://www.youtube.com/watch?v=S46nREvG-1g

19 ottobre 2020

Ma con chi stai parlando?

 


Quando è stata l’ultima volta in cui ti sei accort* di parlare con qualcuno che non ti stava realmente ascoltando?

                                                                           ***


Messaggio

Domando al gatto: che ne dici?

Che te ne pare e sembra?
Qual è la tua opinione
e spassionata sentenza?

Muove un orecchio. È un segno?
Significato o significante?
Un affettuoso riflesso?
Un consiglio?

Una chiave?

Certo della mia attenzione
non apre nemmeno un occhio,
che io intenda o no il messaggio
non richiede suo controllo.

Muove un orecchio puntuto
alle sedici e cinquantuno,
né aggiunge l’emittente
un banale: Passo e chiudo.

Gianni Rodari (1920-1980), Da Il cavallo saggio – Poesie epigrafi esercizi, Einaudi, 2011

*ascoltando Jimmy Smith – The Cat https://www.youtube.com/watch?v=PaKLB71QE4k

 

9 agosto 2020

“L’eco di un’assenza”

 

“(…) l’eco di un’assenza” è, secondo me, un verso molto bello e suggestivo: l’eco di ogni assenza, ad ognuno di noi, può raccontare qualcosa di diverso.

***

Poesia quasi metafisica

Dicono io sia un composto d’acqua e di carbonio
ma nessuno mi racconta il prima e il poi
né da dove vengano musica e parola
nessuno mi dice il ritmo e la domanda
che a oltranza si ripete e non consegue
né acqua né carbonio né risposta
appena un sussurro di maree
e le sabbie le onde la cadenza
e il vento dal mare e la breve lagnanza
di chi acqua e carbonio appena lascia
in ogni poesia l’eco di un’assenza.

°°°

Poema quase metafisico

Dizem que sou uma organização de água e de carbono
mas ninguém me diz o antes e o depois
nem de onde vem a música e a palavra
ninguém me diz o ritmo e a pergunta
que sem cessar se repete e não encontra
nem água nem carbono nem resposta
apenas o sussurro das marés
e as areias as ondas a cadência
ou o vento que vem do mar e a breve queixa
de quem água e carbono apenas deixa
em cada poema o eco de uma ausência.

Manuel Alegre (Augeda, Portogallo, 1936), da Nada está escrito, Dom Quixote 2012, traduzione di Chiara De Luca (fonte: http://poesia.blog.rainews.it/2015/02/la-poesia-portoghese-manuel-alegre/)

*ascoltando  Pink Floyd – Echoes https://www.youtube.com/watch?v=KBca3xf-j3o

 


18 febbraio 2019

A chi chiedere?

 


Vincent Van Gogh – Ramo di mandorlo in fiore, 1890 – Van Gogh Museum, Amsterdam



Se hai una o più domande che ti tormentano da troppo tempo, e sai già che nessuno ti darà una risposta:

Chiedi a un mandorlo

Chiedi a un mandorlo a marzo
al rosa titubante del pescheto.
Chiedi a una nuvola dell’alba.
Chiedi a un torrente che irrompe nel greto,
chiedilo a tutti i fichi degli orti
quando i rami contorti e spogli
cominciano a formicolare
di germogli,
chiedi a loro.

Saprai cos’é l’impazienza
che ti attanaglia e ti sgomina
quando tu desideri, corpo.
Saprai la tua innocenza e la tua forza.
Saprai dell’amore più verità
che leggendo tutti i libri scritti
dall’inizio dei tempi.
Non fidarti dei filosofi
né di Platone né di Eraclito.
Non interrogare i profeti
i sapienti, i sacerdoti
su cosa è la tua brama,
non saprebbero dirtelo.

Chiedi a un mandorlo.
Guarda un mandorlo.

Giuseppe Conte (1945),  da Ferite e rifioriture, Mondadori, 2006

°ascoltando Gary Moore – The Prophet https://www.youtube.com/watch?v=5GirSMrzQo4


23 ottobre 2018

Fine delle domande

 

Non risposta dopo non risposta finalmente, all’improvviso, la smetti di farti sempre le stesse domande. E, finalmente, hai la mente li-be-ra .
L’ultima domanda che ti fai è: come ho fatto a farmi rubare tanto tempo?
Un po’ come fa l’operaio di Prévert in questa poesia.

***

 

Il tempo perso

Sulla porta dell’officina
d’improvviso si ferma l’operaio
la bella giornata l’ha tirato per la giacca
e non appena volta lo sguardo
per osservare il sole
tutto rosso tutto tondo
sorridente nel suo cielo di piombo
fa l’occhiolino
familiarmente
Dimmi dunque compagno Sole
davvero non ti sembra
che sia un po’ da coglione
regalare una giornata come questa
ad un padrone?

*

Le temps perdu

Devant la porte de l’usine
le travailleur soudain s’arrête
le beau temps l’a tiré par la veste
et comme il se retourne
et regarde le soleil
tout rouge tout rond
souriant dans son ciel de plomb
il cligne de l’oeil
familièrement
Dis donc camarade Soleil
tu ne trouves pas
que c´est plutot con
de donner une journée pareille
à un patron?

Jacques Prévert (testo e traduzione dal web)

*ascoltando B. B. King – The Thrill Is Gone https://www.youtube.com/watch?v=4fk2prKnYnI


 

23 febbraio 2018

Magari risponde

 


E se una goccia di pioggia sapesse rispondere alle nostre domande? Ssssss… sssilenzio… altrimenti non riusciremo a sentirla.

***

Ti vedo, umile goccia di pioggia

Ti vedo, umile goccia di pioggia.
Sei lì, contro il vetro.
Come uno sguardo di cielo, che mi interroga.

Non ho niente da dirti.
Ti chiedo umilmente notizie.

Sono solo, in questa stanza
Come un marinaio perduto.
Te ne vai? Te ne vai? Tremo.
Non mi hai risposto.

Armand Bernier (1902-1969), poeta belga, da Il y a trop d’Etoiles, Bruges, 1948

*

Discrepanze

Dice la voce della pioggia:
– Sono la stessa da mille anni
e tra altri mille sarò la stessa.

Ma una goccia, schiacciata sulla finestra,
non è d’accordo.

Discrepancias

Dice la voz de la lluvia :
-Soy la misma de hace mil años
y de aquí a otros mil, seré la misma.

Pero una gota, rota en la ventana,
no está de acuerdo.

Circe Maia (Montevideo, 1932), da Dos voces, 1981

°ascoltando The Cult – Rain https://www.youtube.com/watch?v=Rh1pVSCao-s

 

15 dicembre 2015

Due domande e due risposte

 


Spesso le domande restano senza risposte (anche nelle poesie), ma qui invece siamo di fronte a due domande con le relative risposte.
Due risposte bellissime che cantano il ciclo infinito della natura e il "potente spettacolo della vita".
I versi, dallo stile inconfondibile, sono di Walt Whitman.

 

La voce della pioggia (da Sands at Seventy)

E tu chi sei? chiesi alla pioggia che scendeva dolce,
e che, strano a dirsi, mi rispose, come traduco di seguito:
sono il Poema della Terra, disse la voce della pioggia,
eterna mi sollevo impalpabile su dalla terraferma e dal
mare insondabile,
su verso il cielo, da dove, in forma labile, totalmente
cambiata, eppure la stessa,
discendo a bagnare i terreni aridi, scheletriti, le distese di
polvere del mondo,
e ciò che in essi senza di me sarebbe solo seme, latente,
non nato;
e sempre, di giorno e di notte, restituisco vita alla mia
stessa origine, la faccio pura, la abbellisco;
(perché il canto, emerso dal suo luogo natale, dopo il
compimento, l’errare,
sia che di esso importi o no, debitamente ritorna con
amore.)

***

 
Ahimè! Ah vita! (da By the Roadside)

Ahimè! Ah vita! di queste domande che ricorrono,
degli infiniti cortei di senza fede, di città piene di
sciocchi,
di me stesso che sempre mi rimprovero (perché chi più
sciocco di me, e chi più senza fede?)
di occhi che invano bramano la luce, di meschini scopi,
della battaglia sempre rinnovata,
dei poveri risultati di tutto, della folla che vedo sordida
camminare a fatica attorno a me,
dei vuoti ed inutili anni degli altri, io con gli altri legato
in tanti nodi,
la domanda, ahimè, la domanda così triste che ricorre –
Che cosa c’è di buono in tutto questo, ahimè, ah vita?

Risposta
Che tu sei qui – che esiste la vita e l’individuo,
che il potente spettacolo continua, e tu puoi contribuirvi
con un tuo verso.

Poesie tratte da Foglie d’erba, nella traduzione di Giuseppe Conte,  Mondadori, 1991.