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13 luglio 2023

Detto, fatto

 



Sulle porte dei frigoriferi si leggono spesso dei buoni consigli.

***

Promemoria da attaccare alla porta del frigorifero

All’ora del tramonto in cima alla collina
fa’ attenzione a come le ortiche e i frassini
resistono alla stagione secca

parla con i viaggiatori ed esamina le loro lettere
entra in contatto con le navi costiere
di passaggio verso mercati lontani
esamina l’abbaiare del cane e le impronte del cavallo

insegui a perdifiato la nuvola
e quando di lei resterà solo un colore
non cessi di meravigliarti la sua volontà
di ricominciare ogni volta di nuovo

le folle si trastullano
con i miracoli che accadono
nei libri contabili
tu cerca al contrario
stelle distinte
che trascinino sobbalzando
il peso del tuo aratro

José Tolentino  Mendonça, da Estranei alla Terra, traduzione di Teresa Bartolomei, in “Poesia”, n. 20, anno IV, luglio/agosto 2023, Crocetti Editore

°ascoltando Fabrizio Paterlini – Follow the Cloudshttps://www.youtube.com/watch?v=Ovc_x4SOWk0

 

10 febbraio 2023

I di inafferrabile

 



Le nuvole sono inafferrabili. È bene saperlo.

***

 

Disegnando una nuvola

 

Bella ninfa inafferrabile
non basta l’occhio, non basta il fiuto
del cacciatore più astuto,
del pescatore più abile,
non conta il senno, la pazienza,
chi ti guarda è perduto.

Leonardo Sinisgalli, da Tutte le poesie, Mondadori, 2020

 

°ascoltando Ludovico Einaudi-Nuvole Bianche https://www.youtube.com/watch?v=vjUSDxAUUSE&t=2s


17 luglio 2022

Il grande gioco delle nuvole

 


Camminando insieme alle nuvole (e sotto un cielo sempre diverso)

***

Canzone

Le nuvole sono legate alla terra ed al vento.
Fin che ci saran nuvole sopra Torino
sarà bella la vita. Sollevo la testa
e un gran gioco si svolge lassù sotto il sole.
Masse bianche durissime e il vento vi circola
tutto azzurro – talvolta le disfa
e ne fa grandi veli impregnati di luce.
Sopra i tetti, a migliaia le nuvole bianche
copron tutto, la folla, le pietre e il frastuono.
Molte volte levandomi ho visto le nuvole
trasparire nell’acqua limpida di un catino.
Anche gli alberi uniscono il cielo alla terra.
Le città sterminate somiglian foreste
dove il cielo compare su su, tra le vie.
Come gli alberi vivi sul Po, nei torrenti
così vivono i mucchi di case nel sole.
Anche gli alberi soffrono e muoiono sotto le nubi
l’uomo sanguina e muore, – ma canta la gioia
tra la terra ed il cielo, la gran meraviglia
di città e di foreste. Avrò tempo domani
a rinchiudermi e stringere i denti. Ora tutta la
vita son le nubi e le piante e le vie, perdute nel cielo.

Cesare Pavese (Santo Stefano Belbo, 1908-1950) da Poesie del disamore e altre poesie disperse, Einaudi, 1968

°ascoltando Avishay Cohen Trio – Below – https://www.youtube.com/watch?v=IpzObDBSecQ


24 settembre 2021

Sai nuvolare?



Fatti nuvola

Il tempo t’insegnerà
a essere nuvola:
cambierai forma nel vento
senza aspettareil tramonto
per sentirti colore.

Fatti nuvola
per sfiorare gli alberi
per vedere meglio ogni cosa
per sorridere nel buio

e fatti nuvola – se vuoi –
anche per piangere.

Irene Marchi, da L’uso delle parole e delle nuvole, Cicorivolta Edizioni, 2020

 

Ripropongo una mia poesia “nuvolosa” ringraziando di cuore Antonio Stangherlin e Catia Carlon che hanno realizzato questo delicatissimo video:

 

(chitarra e video di Antonio Stangherlin, voce di Catia Carlon,  musica di J.M.Zenamon: SOÑANDO –Dreaming–  testo di Irene Marchi)



 


28 aprile 2020

Un po’ di cielo

 


Che cosa ci serve veramente?

***

Quello che serve

Quello che serve
lo accarezzo nel gesto

                        lento

di afferrare una nuvola

mi serve l’aria
per volare,
la luna
per la tavola della sera
e un pezzo di cielo
per alzarmi di nuovo,
domani.

Irene Marchi, da L’uso delle parole e delle nuvole, Cicorivolta Editore, 2020

°ascoltando Yann Tiersen – Sur Le Fil https://www.youtube.com/watch?v=DyLSUhMLeUM


22 marzo 2020

Come una nuvola

 




Fatti nuvola

Il tempo t’insegnerà
a essere nuvola:
cambierai forma nel vento
senza aspettare il tramonto
per sentirti colore.

Fatti nuvola
per sfiorare gli alberi
per vedere meglio ogni cosa
per sorridere nel buio

e fatti nuvola – se vuoi –
anche per piangere.

Irene Marchi, da L’uso delle parole e delle nuvole, Cicorivolta Edizioni, 2020

 

Il momento difficilissimo che stiamo vivendo offusca un po’ tutto: ciò che non riguarda “l’essenziale” passa (giustamente) in secondo piano, e penso che questo ci possa insegnare molto. Spero che non ce lo dimenticheremo quando torneremo alla “normalità”.

Nel frattempo restiamo a casa... e #Iorestoacasa con la poesia che, in genrale, sa fare compagnia. Ieri è  uscita la mia terza raccolta di poesie “L’uso delle parole e delle nuvole”, edita da Cicorivolta Edizioni (che ringrazio anche qui  per la fiducia): è una raccolta più “morbida” rispetto alle prime due. Lascio qui sotto la nota introduttiva... grazie se hai letto fin qui!

Nota introduttiva:
Tutte le poesie di questa raccolta ruotano in qualche modo attorno alle parole (quelle dette e non dette, scritte e non scritte, le parole che ci definiscono o in cui non ci riconosciamo più, quelle che rimangono con noi o quelle che vorremmo cancellare, e così via) oppure al cielo, e in particolare alle nuvole (e a tuttele loro manifestazioni: pioggia, neve, rugiada…).
Ho voluto raccontare una sorta di antitesi tra l’uso delle parole, capaci talvolta di ferire o comunque spesso incapaci di far stare bene (perché male utilizzate, se non addirittura assenti) e l’uso delle nuvole. Ma che cosa vuol dire l’uso delle nuvole? Mi riferisco alla possibilità di trarre consolazione, o semplicemente di trovare ascolto e compagnia, da questi elementi naturali. E proprio dalle nuvole vorrei imparare un linguaggio delicato, lieve, privo di aggressività.
Sono certa di non essere da sola in questa ricerca, perciò,
sebbene queste poesie nascano da un vissuto o da un punto di vista inevitabilmente personali, mi rivolgo, sempre, a un tu universale che spero si possa ritrovare (anche soltanto per un attimo) tra queste righe.
Irene Marchi



15 gennaio 2019

Qualcosa di semplice

 

 

La pioggia che torna nuvola
è semplice come il silenzio. Un cerchio perfetto.

***

Assaggia dalle mie dita un po’ di quest’acqua
di questa che ha ancora sapore di nuvola
che tornerà nuvola
c’è come una desinenza concorde
un muto cospirare di cerchi
in questo alfabeto
e così anche tu tornerai
come passi adesso che passo
senza toccarti
è la medesima semplicità del sasso
pronta a risolversi in polvere
è la medesima semplicità del silenzio
il silenzio, soltanto, perfetto.

Pierluigi Cappello (Gemona del Friuli, 1967-  Cassacco, 2017), da  Azzurro elementare, 2013

°ascoltando Creedence Clearwater Revival – Have You Ever Seen The Rain? https://www.youtube.com/watch?v=Gu2pVPWGYMQ


Ipotesi di percorso

  (Perdersi tra l'argento degli ulivi mi sembra un bellissimo programma) ***   Dobbiamo cercare sepolture nel volo delle rondini i...