Riàlzati, afferra la tua tristezza e giocaci a palla, fanne una torta, dipingici un quadro, cantala in faccia al buio. Riàlzati, che fai a terra? Che ci faccio io? Rialziamoci!
(Le due poesie che seguono sono di Shibata Toyo, una signora giapponese che ha iniziato a scrivere poesie a novantadue anni per vincere la sua depressione. Sono poesie semplici, che narrano la vita senza travestimenti letterari: parlano di speranza che può arrivare da semplici attimi quotidiani. Una poesia ottima per rialzarsi.)
A me stessa
Senza sosta
gocciolano
le lacrime che cadono dal rubinetto.
Per quanto si soffra
o si sia tristi
non bisogna
continuare ad angustiarsi.
Con decisione
apro il rubinetto
e di getto faccio scorrere
le lacrime.
Avanti! In una tazza nuova
berrò il mio caffè!***
Il cielo
Quando sono triste guardo il cielo:
nuvole che hanno l’aspetto di una famiglia,
nuvole simili alla cartina del Giappone.
Ci sono anche nuvole che si divertono ad inseguirsi.
Ma dove andranno tutte quante?
Al tramonto, le nuvole tinte di rosso,
di notte, le stelle del firmamento.
Anche tu devi trovare il tempo
di alzare lo sguardo al cielo!Shibata Toyo, da Se sei triste guarda il cielo, Mondadori, 2012.
°ascoltando Max Gazzé – Splendere ogni giorno il sole