Dov’è “casa”? Dov’è (se c’è) un punto fisso?
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“(…) Esiste un posto dove non
siamo di passaggio? Disorientata, persa, sbalestrata, sballata,
sbandata, scombussolata, smarrita, spaesata, spiantata, stranita: in
questa parentela di termini mi ritrovo. Ecco la dimora, le parole che mi
mettono al mondo”.
Jhumpa Lahiri, da Dove mi trovo, Guanda Editore
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Paesaggio in movimento
Si deve saper andare via
e tuttavia essere come un albero:
come se le radici rimanessero nel terreno,
come se il paesaggio si muovesse e noi restassimo fermi.
Si deve trattenere il fiato,
finché si calma il vento
e l’aria estranea inizia a girarci intorno,
finché il gioco di luci e ombre,
di verde e di blu,
crea gli antichi disegni
e siamo a casa,
ovunque essa sia,
e possiamo sederci e appoggiarci,
come se fossimo alla tomba
di nostra madre.
Hilde Domin, da Con l’avallo delle nuvole, ed. orig. 1987, traduzione di Ondina Granato, a cura di Paola del Zoppo e Ondina Granato, Del Vecchio Editore, Roma 2011
*
Io aspetto
come il melo
aspetta i fiori –
suoi –
e non li sa
puntuali
ma li fa,
simili
non identici
all’anno passato.
Li fa precisi
e baciati nel legno
da luce e acqua
da desiderio
senza chi.
Sorrido sotto il noce
ai suoi occhi tanti
che mi studino bene
la tessitura dei capelli
e ne facciano versi
di merlo e di vespa
di acuti
aghi di pino
e betulla appena sveglia.
Non so chi sono
ho perso senso
e bussola privata
ma obbedisco
a una legge
di fioritura
a un comando precipitoso
verso luce
spalancata.
Chandra Livia Candiani, da Fatti vivo, Torino, Einaudi, 2017
*ascoltando Passenger – Home https://www.youtube.com/watch?v=ZAYZmIfHEiU