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12 novembre 2024

Mia nonna era molto avanti

 


(Comincia a fare più freddo: ho tirato fuori la piccola coperta che mi fece mia nonna tantissimi anni fa. Perciò è colpa del freddo quello che segue↓)

 

mi manchi

 

nonna, se tu fossi qui

ti direi  che sei sempre stata una donna avanti

ché facevi le coperte all’uncinetto

ne ho ancora una   a mattonelle

oggi, pensa, ci fanno di tutto

nonna, poi tu scrivevi

ogni piccola spesa su quell’agenda

del pacco di Natale quello della banca

sai, oggi trovi la stessa agenda ma giapponese

vicino alla cassa, nelle librerie ormai di moda anche questa

e volevo comprane una ma non so

che altre spese tagliare, nonna, a che mi serve l’agenda delle spese?

comunque nonna, soprattutto, mi manchi

se tu fossi qui te lo direi. mi manchi. tanto

i.m.2024

°ascoltando Leonard Cohen – Lullaby - https://www.youtube.com/watch?v=18OUIM-4DMM

19 maggio 2022

In bianco e nero

 


Certi ricordi.

Luminosi sempre.

 

Vecchia fotografia (1940 circa)

Dietro di te il mare muore, in bianco e nero.
Di spalle alle onde,
catturi la luce
di un lento tramonto,
negli ultimi giorni d’estate.
Sorridi e ci guardi intensamente:
irradi giovinezza. Di più: l’allegria,
la felice pienezza di quell’istante
scolpito nella luce, come il tuo corpo.
Sappiamo che verranno, che sempre arrivano
il tempo e la sua schiera di disgrazie.
Eppure quella luce, quello sguardo.
Sulla fragile carta
quell’adesso è già sempre.

César Rodríguez De Sepúlveda, da Luz del instante, Ommpress Bookcrafts, 2020; traduzione di Emanuela Breda

***

Vieja fotografía (circa 1940)

Tras de ti muere el mar, en blanco y negro.
De espaldas a las olas,
acaparas la luz
de un lento atardecer,
en los últimos días del verano.
Sonríes y nos miras fijamente:
irradias juventud. Más: la alegría,
la feliz plenitud de aquel instante
esculpido en la luz, como tu cuerpo.
Sabemos que vendrán, que vienen siempre
el tiempo y su cohorte de desgracias.
Sin embargo, esa luz, esa mirada.
Sobre el frágil papel
ese ahora es ya siempre.

César Rodríguez De Sepúlveda, da Luz del instante, Ommpress Bookcrafts, 2020; traduzione di Emanuela Breda

°ascoltando Al Di Meola – “Yesterday” –https://www.youtube.com/watch?v=14TqOqhcd-k


20 ottobre 2021

Che cosa c’inventiamo?

 

Può succedere a tutti: pensiamo di aver avuto una bella intuizione, un’idea fantastica, ma in realtà ci manca proprio l’elemento basilare per la sua realizzazione… (bisognerà modificare qualcosa).

***

Invenzione

Ho trovato! ho trovato!
Cosa ho trovato? Indovina!
Ho inventato una lampadina
che si accende con il sole.
Il sole è forte quanto basta,
la lampada è potente quanto basta,
è andata male, ahimè, una cosa sola…

il filo non mi basta.

Shel Silverstein (Chicago, 1930-1999), da Strada con uscita – Poesie e disegni, Salani Editore, 1994, traduzione di Danilo Bramati e Luigi Spagnol

 °ascoltando Pete Seeger – Adam the Inventor https://www.youtube.com/watch?v=BXDHIJZVdSI

 

 


12 aprile 2021

Non affiliamo i coltelli!

 


Meglio, molto meglio non affilare i coltelli.

***

Ciò che si ama senza sapere

A volte divento così romantico e appassionato
col nessuno che ameremmo
che per resistere alla voraginosa assenza di lei
mi addormento, di colpo, quasi svenendo,
perché ciò che si ama senza sapere che esiste
è un coltello nel letto.

Franz Krauspenhaar, da Capelli struggenti, Marco Saya Editore, 2016

***

Coltello

Me ne vo con un gran coltello infisso
nel petto, il manico fuori.
Me ne vado tranquilla e bianca. Un vigile
col fischio mi richiama: – Il coltello,
mi grida, il coltello! –
Par proprio che la lama
superi le misure della legge.
Così mi fermo e pago
l’ennesima contravvenzione.

Daria Menicanti, da Poesie per un passante, 1978

°ascoltando Dire Straits – Six Blade Knife https://www.youtube.com/watch?v=84q8boe3xGY

 

30 settembre 2020

Fine settembre. Di nuovo

 


Com’è andato questo tuo settembre?  Questo mese bellissimo e un po’ bugiardo (non sempre mantiene tutte le sue promesse). Ma il profumo delle mele nuove, quello sì: quello ritorna sempre.

***

 

Lascio la camera com’era quando era nei tuoi occhi,
incontrarti è il sapore che trattengo nel sorso di caffè.

Tra il piacere e quel che resta del piacere
il mio corpo sta come un posto dove si piange
perché  non c’è nessuno.

Un giorno settembre era limpido e ventoso
il silenzio ammutoliva, la terra tornava al cielo.

Pierluigi Cappello, da Mandate a dire all’imperatore, Crocetti Editore, 2010


13 giugno 2018

Istantanea della mancanza

 

È una poesia o una fotografia?

***

Cena intima

Guardo dalla finestra nella notte
Guardo il parcheggio del palazzo

Vedo due luci che entrano
E si fermano di fianco alla mia auto

Accendo con attenzione le candele
e metto la tua canzone favorita

Però nessuno bussa alla porta

Nessuno bussa alla porta

***

Miro por la ventana en la noche
Miro el estacionamiento del edificio

Veo dos luces que entran
y se detienen junto a mi auto

Prendo con cuidado las velas
y pongo tu canción favorita

Pero nadie golpea la puerta

nadie golpea la puerta

Óscar Hahn (Chile, 1938), traduzione da Centro Cultural Tina Madotti Caracas https://cctm.website/oscar-hahn-chile-2/

 

°ascoltando Elmore James – The Sky Is Crying https://www.youtube.com/watch?v=u7ZC-kv8THk


 

27 maggio 2018

Un insolito complice

 

Un insolito complice, discreto e silenzioso.

***

 

Solidarietà

Mi sono affezionata all’attaccapanni
perché riceve con umiltà
la tua giacca, la tua camicia, i tuoi pantaloni.
È il mio complice più fedele
perché bada con zelo ai tuoi abiti quando mi ami.
Non dice che li accarezzo mentre dormi
né che alle loro asole abbottono i miei sogni.
L’attaccapanni soffre con me
se stacchi i tuoi indumenti per andartene
a camminare senza grinze per le strade.

 *

Solidaridad

Le he tomado cariño al perchero
pues percibe con humildad
tu saco, tu camisa, tus pantalones.
Es mi cómplice más firme
porque cuida celoso tus ropas cuando me amas.
No te dice que las acaricio mientras duermes
ni que en sus ojales abrocho mis sueños.
El perchero sufre conmigo
si descuelgas tus prendas para irte
a caminar sin arrugas por las calles.

Lucía Rivadeneyra, (poetessa messicana, Morelia, Michoacán, 1957), da Rescoldos, UAM-X, México, 1989

*ascoltando  Pink Floyd – Wish You Were Here https://www.youtube.com/watch?v=IXdNnw99-Ic


10 dicembre 2017

Mancanze


La mancanza è un sentimento quasi subdolo: si finge sollecita e corre a occupare il vuoto che abita in noi. Ma il vuoto rimane comunque vuoto, anzi brucia di più. È come bere fuoco per calmare la sete.

***

Nessuna tu

Tante donne
e nessuna tu.
A Sarajevo
duecentomila donne
e nessuna tu.
In Europa
duecento milioni di donne
e nessuna tu.
Nel mondo
due miliardi di donne
e nessuna tu.

Izet Sarajlić, da Chi ha fatto il turno di notte, Giulio Einaudi Editore 2012.

 *

Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.

Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perché con quattr’occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.

Eugenio Montale, in Satura, da Montale – Tutte le poesie, Mondadori, 1984

°ascoltando Pink Floyd – Wish You Were Here (David Gilmour live https://www.youtube.com/watch?v=3j8mr-gcgoI)


 

2 ottobre 2017

Un po’ più soli

 

Addio a Pierluigi Cappello, poeta friulano dalla parola nitida, quieta ma viva, incantata ma anche concreta: niente rabbia tra i suoi versi, ma tanto cielo e luce. Aveva 50 anni e ci lascia pagine da leggere e rileggere, e  poi dire grazie.

***

Una rosa

Che cos’è quella rosa sul tavolo
ferma nella sua freschezza come un lago alpino
alta nel suo silenzio piú del fragore
dei quotidiani affastellati lí accanto
piú del disordine dei notiziari,
la concitazione delle chiavi di casa.
Che cos’è questa parola verdeggiante d’amore
se non il suolo dove lasciarsi cadere
la penombra di un bosco da attraversare
e la mano che si apre e prende la mia
e mi conduce a me.

Pierluigi Cappello, da Dediche a chi sa,  in Mandate a dire all’imperatore, Crocetti Editore, 2010

***

Da lontano

Qualche volta, piano piano, quando la notte
si raccoglie sulle nostre fronti e si riempie di silenzio
e non c’è più posto per le parole
e a poco a poco ci si raddensa una dolcezza intorno
come una perla intorno al singolo grano di sabbia,
una lettera alla volta pronunciamo un nome amato
per comporre la sua figura; allora la notte diventa cielo
nella nostra bocca, e il nome amato un pane caldo, spezzato.
 
Pierluigi Cappello, da Dediche a chi sa, in Mandate a dire all’imperatore, Crocetti Editore, 2010

***

XXVI


O ài daviert i miei vòi
tai vòi color trist timp
dal cil; lassù Donzel
nus menarà tampieste
 
tampieste e po tampieste
sul trimula dai flors:
inte prime sgoriade
di vint sore dai verts
 
o ài nasat cu l’odor
da lis jerbis di ploie
l’odor penc da l’amor
 
come che amor mi fos
il pes intir di un cil
sore il tanar di un flor.

 

Ho aperto i miei occhi
negli occhi color tempocattivo
del cielo; lassú, Donzel,
ci porterà tempesta

tempesta e poi tempesta
sul tremolio dei fiori:
nella prima frustata
di vento sopra i verdi

ho annusato con l’odore
delle erbe di pioggia
l’odore denso d’amore

come se amore mi fosse
il peso intero di un cielo
sulla tenerezza di un fiore.

Pierluigi Cappello, da Il me Donzel. Poesie 1992-2010, in Azzurro elementare, Bur, 2013


Ipotesi di percorso

  (Perdersi tra l'argento degli ulivi mi sembra un bellissimo programma) ***   Dobbiamo cercare sepolture nel volo delle rondini i...