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12 novembre 2022

Che cosa scriveresti?

 

Se tu adesso dovessi scrivere la tua autobiografia, useresti dei toni autocelebrativi o ti sminuiresti come fa il poeta qui sotto (da bravo poeta che – come molti – ritiene completamente ininfluenti e inutili i  propri scritti)?

 ***

 

Biobibliografia
 
A te che vuoi notizie
biobibliografiche di me
dico che ho nome
e cognome data e luogo di nascita
in un’anagrafe ingiallita
in un antico archivio d’analfabeti
piegati in quattro invece
mi porto in tasca
il luogo e la data della morte.
Scrissi talvolta qualcosa
su carta urgente
a indirizzi disabitati.
Se hai fiuto mi trovi
negli angoli d’un buio quartiere
o agli incroci dei verdi semafori
la mano tesa a chiedere aiuto.
 
Bruno Cattafi  (Barcellona Pozzo di Gotto 1922 –1979), da  Il tempo del Ceppo, Giunti, Firenze, 1997

°ascoltando Nick Drake – Poor Boyhttps://www.youtube.com/watch?v=8TeZMGx4q6c
 



 

9 novembre 2022

Per chi vuol essere…

 

Vuoi essere un poeta? Leggi qui:

 

Come diventare un poeta
(promemoria per me stesso)

Trova un posto per sederti.
Siediti. Resta in silenzio.
Dovrai fare affidamento su
affetti, letture, conoscenze,
abilità – più di quante
tu ne abbia – ispirazione,
impegno, maturità, pazienza,
perché la pazienza congiunge il tempo
all’eternità. Dubita
del giudizio 
di chi elogia i tuoi versi.

Respira con respiro incondizionato
l’aria non condizionata.
Lascia perdere i fili elettrici.
Comunica con lentezza. Vivi
una vita a tre dimensioni;
stai lontano dagli schermi.
Stai lontano da tutto ciò 
che offusca il luogo in cui si trova.
Non esistono luoghi che non siano sacri;
soltanto luoghi sacri
e luoghi profanati.

Accogli quanto viene dal silenzio.
Fanne il meglio che puoi.
Con le minute parole che a poco a poco nascono 
dal silenzio, come preghiere
riverberate verso chi prega,
componi una poesia che non turbi
il silenzio da cui è nata.

Wendell Berry, da  New Collected Poems, Counterpoint Press, traduzione Vincenzo Perna.

°ascoltando  If These Trees Could Talk – Below The Sky https://www.youtube.com/watch?v=dpTvLhrJVNk&t=9s


9 ottobre 2022

Dipingere a parole?

 


(Prova a dipingere qualcosa solo con le parole)

***

 

Perché non sono un pittore

Non sono pittore, sono poeta.
Perché? Forse preferirei essere
pittore, ma non lo sono.

Ad esempio, Mike Goldberg
sta iniziando un quadro. Vado a trovarlo
“Siediti e bevi qualcosa” dice
Bevo, beviamo. Guardo
in alto. “Ci hai scritto SARDINE.”
“Sì, lì ci mancava qualcosa.”
“Ah.” Me ne vado, passano i giorni
e ritorno. Il quadro
va avanti; me ne vado, passano
i giorni. Ritorno. Il quadro è
finito. “Dov’è SARDINE?”
Resta solo qualche
lettera, “era troppo pieno,” dice Mike.

E io? Un giorno penso a
un colore: l’arancio. Scrivo un verso
sull’arancio. Ben presto diventa
una pagina di parole, non di versi.
Poi un’altra pagina. Ci dovrebbe
essere molto di più, non d’arancio, ma di
parole, su quanto sia terribile l’arancio
e la vita. Passano i giorni. È perfino in
prosa, sono un vero poeta. La poesia
è finita e non ho ancora nominato
l’arancio. Sono dodici poesie, le chiamo
ARANCE. E un giorno in una galleria
vedo il quadro di Mike intitolato SARDINE.

 

***

Why I am not a painter

I am not a painter, I am a poet.
Why? I think I would rather be
a painter, but I am not. Well,

for instance, Mike Goldberg
is starting a painting. I drop in
“Sit down and have a drink” he
says. I drink; we drink. I look
up. “You have SARDINES in it.”
“Yes, it needed something there.”
“Oh.” I go and the days go by
and I drop in again. The painting
is going on, and I go, and the days
go by. I drop in. The painting is
finished. “Where’s SARDINES?”
All that’s left is just
letters, “It was too much,” Mike says.

But me? One day I am thinking of
a color; orange. I write a line
about orange. Pretty soon it is a
whole page of words, not lines.
Then another page. There should be
so much more, not of orange, of
words, of how terrible orange is
and life. Days go by. It is even in
prose, I am a real poet. My poem
is finished and I haven’t mentioned
orange yet. It’s twelve poems, I call
it ORANGES. And one day in a gallery
I see Mike’s painting, called SARDINES.

Frank O’Hara (Baltimora, 1926-66), da Selected Poems by Frank O’Hara,  traduzione di Andrea Sirotti

°ascoltando  Neil Young – The Painterhttps://www.youtube.com/watch?v=oK1VtfeyPOA






28 giugno 2022

Nota biografica

 



(nota biografica non pervenuta)

più del poeta conta la poesia

più del poeta conta la poesia
che t’importa la sua professione
la faccia le prefazioni scritte da
che t’importa? ché più del poeta
conta la poesia: se sa cantare
e tu ci cadi dentro se un grumo
di vita – la tua– hai riconosciuto
con quel colore che avevi perso

più del poeta conta la poesia
ché del poeta serve solo la data
d’ogni volta ch’è morto e poi
                                       rinato

(irene.m 2022)

°ascoltando Vangelis – To the Unknown Man https://www.youtube.com/watch?v=tCzwCdYn_hU


6 luglio 2021

Giochi di poesia

 

Hai mai “giocato” con la poesia?

 
Come dici? Non si gioca con la poesia?!
E dove sta scritto? L’importante è non barare, come in ogni gioco.

***

Opzioni per un poeta

Con parole diverse
dire la stessa cosa
sempre la stessa.
Sempre con le stesse parole
dire una cosa del tutto diversa
o la stessa in modo diverso.
Molte cose non dirle
o dire molto
con parole che non dicono niente.
Oppure tacere in modo eloquente.

***

Nel caso dato

Scegli tra gli errori
che ti son dati,
ma scegli bene.
Forse è sbagliato
fare la cosa giusta
nel momento sbagliato,
o giusto
fare la cosa sbagliata
nel momento giusto?
Un passo falso  non si corregge.
Il giusto errore,
una volta sfuggito,
non tornerà così presto.

Hans Magnus Enzensberger, da Più leggeri dell’aria, traduzione di Anna Maria Carpi, Einaudi, 2001

 

°ascoltando Syd Barrett – Clowns and Jugglers https://www.youtube.com/watch?v=uBjaB8HfoxQ&t=1s


8 maggio 2021

Di che parla il poeta?

 

Se ti trovi bene tra parole di una poesia,
è poi così importante capire esattamente di che cosa stia parlando il poeta?

***

Se il poeta parla di un gatto

Se il poeta parla di un gatto, di un fiore
di un vento che soffia per lande desolate e disvii
e non ha mai raggiunto la città…
se parla di un angolo mal illuminato…
di un’antica scala… di un gioco del domino…
se parla di quegli obbedienti soldatini di piombo
che morivano sul serio
se parla di una mano tranciata in una scala a chiocciola
se non parla di nulla
e dice semplicemente tralalà… Cosa importa?
Tutte le poesie sono d’amore!

Mario Quintana (Brasile, 1906-1994), da Esconderijos do tempo, traduzione di Alberto Riva

°ascoltando Jethro Tull –  Elegy


22 aprile 2021

Da non prendere alla lettera!

 

Dice una cosa vera, secondo me, questa poesia.  Ma al massimo, e proprio al massimo, potremmo fare (bonariamente) le boccacce a un/una poeta che non ci sta simpatic*, un* di qualsiasi epoca… hai già in mente qualcun*?

***

 

La poesia è un sasso nell’abisso,
l’eco della poesia scompagina i profili:
per il bene delle acque e delle anime
assassiniamo il poeta.

Mário Quintana (Brasile, 1906 – 1994), da L’apprendista stregone (1950)

       °ascoltando Jean Michel Jarre – Soul Intrusion


11 febbraio 2020

A quale gruppo?

 


Illustrazione da “Sun and Moon”, aa.vv., Tara Books, Chennai, India, 2006 (Salani Editore, 2016, Milano)


Niente paura, qui nessuna propaganda politica.
Però dimmi, se tu cominciassi a scrivere poesie domani, a quale di questi gruppi di poeti preferiresti appartenere?

***

Quanto ai poeti

I Poeti della Terra
Che scrivono piccole poesie,
Non hanno bisogno dell’aiuto dell’uomo.

I Poeti dell’Aria
Recitano fino in fondo gli zefiri più impetuosi
E ciondolano talvolta nei mulinelli.
Poesia dopo poesia,
Si arricciano a spirale nella medesima spinta motrice.

A cinquanta sottozero
Il combustibile fossile non scorre
E il propano resta nella cisterna.
I Poeti del Fuoco
Bruciano allo zero assoluto
L’amore fossile risucchiato in superficie.

Il primo
Poeta dell’Acqua
È restato sul fondo per sei anni.
Ricoperto di alghe.
La vita nella sua poesia
Ha lasciato milioni di minuscole,
Molteplici tracce
Intrecciate nel fango.

Con il Sole e la Luna
In pancia,
Il Poeta dello Spazio
Dorme.
Senza fine il cielo –
Ma le sue poesie,
Come oche selvatiche
Volano oltre il confine.

Un poeta della Mente
Rimane in casa.
La casa è vuota
E non ha pareti.
La poesia
È vista da ogni lato,
Dovunque,
In un unico momento.

Gary Snyder (San Francisco, 1930), da L’isola della tartaruga, 1975, traduzione di Chiara D’Ottavi

°ascoltando Antonio Vivaldi, Concerto per flauto ed archi  “Il cardellino”, op. 10 n. 3 https://www.youtube.com/watch?v=vYrvOQiCx4I


2 ottobre 2017

Un po’ più soli

 

Addio a Pierluigi Cappello, poeta friulano dalla parola nitida, quieta ma viva, incantata ma anche concreta: niente rabbia tra i suoi versi, ma tanto cielo e luce. Aveva 50 anni e ci lascia pagine da leggere e rileggere, e  poi dire grazie.

***

Una rosa

Che cos’è quella rosa sul tavolo
ferma nella sua freschezza come un lago alpino
alta nel suo silenzio piú del fragore
dei quotidiani affastellati lí accanto
piú del disordine dei notiziari,
la concitazione delle chiavi di casa.
Che cos’è questa parola verdeggiante d’amore
se non il suolo dove lasciarsi cadere
la penombra di un bosco da attraversare
e la mano che si apre e prende la mia
e mi conduce a me.

Pierluigi Cappello, da Dediche a chi sa,  in Mandate a dire all’imperatore, Crocetti Editore, 2010

***

Da lontano

Qualche volta, piano piano, quando la notte
si raccoglie sulle nostre fronti e si riempie di silenzio
e non c’è più posto per le parole
e a poco a poco ci si raddensa una dolcezza intorno
come una perla intorno al singolo grano di sabbia,
una lettera alla volta pronunciamo un nome amato
per comporre la sua figura; allora la notte diventa cielo
nella nostra bocca, e il nome amato un pane caldo, spezzato.
 
Pierluigi Cappello, da Dediche a chi sa, in Mandate a dire all’imperatore, Crocetti Editore, 2010

***

XXVI


O ài daviert i miei vòi
tai vòi color trist timp
dal cil; lassù Donzel
nus menarà tampieste
 
tampieste e po tampieste
sul trimula dai flors:
inte prime sgoriade
di vint sore dai verts
 
o ài nasat cu l’odor
da lis jerbis di ploie
l’odor penc da l’amor
 
come che amor mi fos
il pes intir di un cil
sore il tanar di un flor.

 

Ho aperto i miei occhi
negli occhi color tempocattivo
del cielo; lassú, Donzel,
ci porterà tempesta

tempesta e poi tempesta
sul tremolio dei fiori:
nella prima frustata
di vento sopra i verdi

ho annusato con l’odore
delle erbe di pioggia
l’odore denso d’amore

come se amore mi fosse
il peso intero di un cielo
sulla tenerezza di un fiore.

Pierluigi Cappello, da Il me Donzel. Poesie 1992-2010, in Azzurro elementare, Bur, 2013


Ipotesi di percorso

  (Perdersi tra l'argento degli ulivi mi sembra un bellissimo programma) ***   Dobbiamo cercare sepolture nel volo delle rondini i...