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6 luglio 2022

È ancora tempo di souvenir?

 



Souvenir. Questa parola mi ha sempre suscitato un po’ di malinconia, o meglio, un senso di pesante nostalgia. Nostalgia di persone lasciate a casa (a cui portare il souvenir, appunto) oppure lasciate e basta (cioè mai più riviste); e così per i luoghi: quelli mai visitati (da cui arrivava il souvenir) oppure vissuti e rimasti per sempre nel cuore (anche senza bisogno di souvenir). E poi, quella “caccia al souvenir” tipica degli ultimi giorni di una vacanza mi ha sempre infastidito (per la sua vaga somiglianza con lo shopping prenatalizio).

Invece tu, che rapporto hai con l’oggetto-souvenir?

***

Souvenir

Partiamo, riportiamo a casa cose
da quella riva di luna aliena
dove non trovi le stesse pillole di qui,
né il dentifricio o la birra locale.
Queste cose straniere,
comprate ai mercatini, le daremo via:
uncinetti folk, buffi attrezzi da cucina,
troll di legno. Conchiglie, pezzi di roccia.
Stratificano nel nostro bagaglio.
Sono i souvenir  per i nostri amici,
ricordi.

Ma chi deve ricordare cosa?
Carino quel cappellino da gatto, ma non siete mai stati
in quel posto.
Io posso ricordarmi di averlo comprato
e voi ricorderete che io un tempo
ho ricordato: mi ricordai
di qualcosa per voi.
Era un giorno di sole,
anche se afoso. Le bambine con le testoline
e i capelli biondi.

Appaio nei sogni delle altre persone
più spesso di quanto accadeva un tempo.
Qualche volta nuda, mi dicono,
o mentre cucino: pare che io cucini un sacco.
Qualche volta con le sembianze di un vecchio cane
che porta una lettera arrotolata
tra i denti storti, indirizzata a: Presto.
Qualche volta in forma di scheletro
in abito di seta verde.
Sono sempre lì per qualche motivo,
così mi dicono i sognatori;
io non saprei dirlo.

Questo è ciò che ti ho portato
dalla vita dei sogni, dalla riva di luna aliena,
dal luogo senza orologi.
Non è colorato ma possiede dei poteri,
anche se non so quali siano.
O come attivarli.

Eccolo, adesso è tuo.
Ricordami.

Margaret Atwood, da Moltissimo (sezione I), traduzione di Renata Morresi, Ponte alle Grazie, 2021

°ascoltando Hans Zimmer – Time https://www.youtube.com/watch?v=aeVebDUGhis


19 maggio 2022

In bianco e nero

 


Certi ricordi.

Luminosi sempre.

 

Vecchia fotografia (1940 circa)

Dietro di te il mare muore, in bianco e nero.
Di spalle alle onde,
catturi la luce
di un lento tramonto,
negli ultimi giorni d’estate.
Sorridi e ci guardi intensamente:
irradi giovinezza. Di più: l’allegria,
la felice pienezza di quell’istante
scolpito nella luce, come il tuo corpo.
Sappiamo che verranno, che sempre arrivano
il tempo e la sua schiera di disgrazie.
Eppure quella luce, quello sguardo.
Sulla fragile carta
quell’adesso è già sempre.

César Rodríguez De Sepúlveda, da Luz del instante, Ommpress Bookcrafts, 2020; traduzione di Emanuela Breda

***

Vieja fotografía (circa 1940)

Tras de ti muere el mar, en blanco y negro.
De espaldas a las olas,
acaparas la luz
de un lento atardecer,
en los últimos días del verano.
Sonríes y nos miras fijamente:
irradias juventud. Más: la alegría,
la feliz plenitud de aquel instante
esculpido en la luz, como tu cuerpo.
Sabemos que vendrán, que vienen siempre
el tiempo y su cohorte de desgracias.
Sin embargo, esa luz, esa mirada.
Sobre el frágil papel
ese ahora es ya siempre.

César Rodríguez De Sepúlveda, da Luz del instante, Ommpress Bookcrafts, 2020; traduzione di Emanuela Breda

°ascoltando Al Di Meola – “Yesterday” –https://www.youtube.com/watch?v=14TqOqhcd-k


27 giugno 2020

Cantano…

 

C’è qualcosa di magico in questa poesia che descrive… qualcosa di magico! Qualcosa di inspiegabile, che va oltre la ragione e la logica. Qualcosa che illumina e inquieta allo stesso tempo.
Hai mai avvertito qualcosa di simile?

***

 

Nessuno sa cosa siano
 

Scendono, attraversando il firmamento,
vengono senza essere chiamati.
Nessuno sa cosa siano né a che luogo appartengano.
Discendono, magici e stranieri,
illuminano senza luce, cantano senza musica.

Giungono, definitivamente giungono;
ci invadono
e accade qualcosa che non comprendiamo
che ci brucia senza fuoco.
Da dove non sappiamo, ritornano.
Portano al loro apparire, nel loro tempo inopportuno,
l’inquietudine profonda dell’incerto.
Non riscaldano né gelano,
solo inquietano. E profumano
come la luna sul mare. Cantano
come il colore vibrante dei fiori.
Nessuno sa cosa siano, né a che luogo appartengano,
però il sangue accelera,
la memoria rabbrividisce come un naufrago.

Scendono, attraversando il firmamento,
vengono fuori dall’abisso e dalla nostalgia,
illuminano senza luce, cantano senza musica.
Dio mio, cantano, come cantano.

*

Nadie sabe qué son
 

Bajan, atravesando el firmamento,
vienen sin ser llamados.
Nadie sabe qué son ni a dónde pertenecen.
Descienden, mágicos y ajenos,

iluminan sin luz, cantan sin música.

Llegan, definitivamente llegan;
nos invaden
y algo que no entendemos sobreviene
quemándonos sin fuego.
De donde no sabemos, vuelven.
Traen en su aparecer, en su deshora,
la desazón profunda de lo incierto.
No calientan ni hielan,
sólo inquietan. Y huelen
como la luna sobre el mar. Cantan
como el color vibrante de las flores.

Nadie sabe qué son ni a dónde pertenecen,
pero la sangre se acelera,
la memoria tirita como un náufrago.

Bajan, atravesando el firmamento,
suben desde el abismo y la nostalgia,
iluminan sin luz, cantan sin música.
Dios mío, cantan, cómo cantan.

Francisca Aguirre (Alicante 1930-2019), in Paesaggi di carta, Multimedia Edizioni, traduzione di Raffaella Marzano, (fonte https://www.potlatch.it/)

°ascoltando una canzone che ho già citato qui sul blog un’infinità di volte, ma che in questo caso  mi sembra davvero in tema: Little Wing  di Jimi Hendrix non è forse, per parole e musica, un po’ magica?


16 dicembre 2019

Un nome in regalo

 


Quando si dice… è il pensiero che conta

***

Che t’importa del mio nome?
Esso morirà, come il triste rumore
Dell’onda, che batte contro una lontana riva,
Come un suono notturno in un profondo bosco.

Esso sul foglietto di un album
Lascerà una morta traccia, simile
Al ricamo di una iscrizione tombale
In una lingua sconosciuta

Che c’è in questo nome? Da tempo dimenticato
Nelle agitazioni nuove e ribelli,
Alla tua anima esso non darà
Puri, teneri ricordi

Ma nel giorno della tristezza, nella quiete,
Pronuncialo con nostalgia;
Dì: c’è una memoria di me,
C’è al mondo un cuore nel quale io vivo…

1830

Aleksandr Puškin (Mosca, 1799-1837), traduzione di Eridano Bazzarelli (fonte https://www.tania-soleil.com/pushkin-chto-v-imeni-tebe-moyom-na-italianskom/)

°ascoltando Yann Tiersen – L’absente  https://www.youtube.com/watch?v=9wIbylO24gE


13 ottobre 2019

Di vocali e consonanti

 



Consonanti

Chiedi a un cuore
di non respirare,
togli il fiato
alle sue vocali

c…        r…
questo rimane,
il ricordo crudo
della sua canzone.

Irene Marchi, da L'uso delle parole e delle nuvole, Cicorivolta Editore, 2020

 

°ascoltando Peter Green – Bottoms Up https://www.youtube.com/watch?v=g4B41ojLOGI


7 luglio 2019

Attimi che restano (nella memoria)

 


Robert Doisneau,  Le Muguet du Métro,
1953 (fonte: www.moma.org)



 

Metrò

Gli anni poi passeranno
masse di monti e pietra si frapporranno
tutto sarà dimenticato
come si dimentica il cibo quotidiano
che ci tiene in piedi.
Tutto, tranne quell’istante
in cui sul metrò affollato
ti aggrappasti al mio braccio.

Titos Patrikios (Atene, 1928), da La resistenza dei fatti, traduzione  di Nicola Crocetti, Crocetti Editore 2007

°ascoltando Avishai Cohen Trio – Remembering https://www.youtube.com/watch?v=E4kc0Aby2vA


12 febbraio 2019

Scivoliamo via

 


Mattina su un’isola

 

Noi siamo stranieri
da isola
a isola.
Ma la mattina, quando il mare
ci arriva fino al letto
e il passato
come una scia
ci sfiora i calcagni
e le alghe sulla spiaggia
mutano in alberi d’oro,
nessuna rete
del ricordo ci tiene più,
scivoliamo
via,
e le strade segnalate
dei pescatori
e le carte di profondità
per noi
non valgono.

Hilde Domin, da Con l’avallo delle nuvole – Poesie scelte, a cura di Paola Del Zoppo e Ondina Granato, Del Vecchio Editore

°ascoltando Avishai Cohen – Lost Tribe https://www.youtube.com/watch?v=FqdTQlPdCSo


4 gennaio 2016

Nostalgia?



La nostalgia è come un paio di guanti che non riusciamo mai a perdere. Li appoggiamo con falsa distrazione da qualche parte, sperando di non ritrovarli, ma le situazioni ce li riportano sempre indietro.


Nostalgia

Da cent’anni non vedo il suo volto,
non stringo i suoi fianchi,
non mi fermo incantato ai suoi occhi,
non pongo domande alla sua mente chiara,
non tocco la calda sua pancia.
Da cent’anni una donna mi aspetta
là in una città.

Sul medesimo ramo posati, un unico ramo.
Caduti dal ramo, il distacco.
Cento gli anni di tempo tra noi,
e di strada cent’anni.

Da cent’anni ogni sera al tramonto
la inseguo.

(6 luglio 1959)

Nâzim Hikmet, da Poesie d’amore e di lotta (Poesie sparse), Mondadori, traduzioni di G. Bellingeri, F. Beltrami, F. Boraldo.

 

Tu non ricordi
ma in un tempo
così lontano che non sembra stato
ci siamo dondolati su un’altalena sola
Che non finisse mai quel dondolio
fu l’unica preghiera in senso stretto
che in tutta la mia vita
io abbia levato al cielo

Michele Mari, da Cento poesie d’amore a Ladyhawke, 2007, Einaudi.

*ascoltando Yngwie Malmsteen – Blue https://www.youtube.com/watch?v=KN1V3-mbg2A


Chi mente?

     Capita che a volte non si capisca chi manipoli di più la realtà:  la memoria che parla a noi   o noi che vogliamo credere a lei?  ***  ...