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12 luglio 2022

In cerca delle (magiche) istruzioni

 



Produci-consuma-butta: questa sembra essere la formula (non  molto) magica del nostro mondo. E tutto quello che sta nel mezzo (ovvero la vita)  dov’è andato a finire? Chi  lo sa… forse buttato in mare anche quello. Sarà forse arrivato il tempo di cambiare le parole magiche?

***

L’apprendista stregone

Conoscete la vecchia favola:
una macchina fatta dal diavolo
che riproduce ogni tuo desiderio
grazie a una parola magica

e un qualche idiota desidera del sale,
e giù viene il sale, sempre di più,
ma si scorda di mettere un freno
all’incantesimo per fermarlo

così butta l’attrezzo in mare,
ed ecco perché nel mare c’è il sale.

L’apprendista stregone:
stessa storia:  Va’ che ci vuole,
Fermati è dura.
All’inizio non ci pensi.
Poi Aspetta è troppo tardi.

Nel nostro caso lo stregone è morto,
chiunque sia stato a cominciare,
 e abbiamo perso le istruzioni

e la macchina magica continua a produrre
vomitando montagne di roba
che noi gettiamo tutta in mare
come abbiamo sempre fatto
e questa volta non finirà bene

Margaret Atwood, da Moltissimo (IV sezione), traduzione di Renata Morresi, Ponte alle Grazie, 2021

°ascoltando/guardando Steve Cutts – Manhttps://www.youtube.com/watch?v=ej-dZAlBLHA


21 maggio 2021

Consumati(ssimi) consumatori

 

 Eccoci… (conviene evadere!)

***

Al mercato

C’è un calmiere che regola i rapporti
col prossimo tuo e con te stesso.
Sei solo e vinto,
debole, deforme,
devi andare al mercato.
Stordirti e scegliere
le voci nel brusio.
Stipulare contratti,
vendere, comprare
i beni che consumano la vita

Bartolo Cattafi (Barcellona Pozzo di Gotto, 1922-1979), da Tutte le poesie di Bartolo Cattafi, Le Lettere ed.

°ascoltando Lou Reed (Velvet Underground) – Riding Into The Sun –  https://www.youtube.com/watch?v=Vm1x9zkwsog


3 febbraio 2018

Senza carrello

 


Due istantanee di consumismo differente.

***

Società dei consumi

Camminiamo mano nella mano nel supermercato
tra le file di cereali e detersivi

Procediamo di scaffale in scaffale
fino a raggiungere i barattoli di conserva

Esaminiamo il nuovo prodotto
pubblicizzato dalla televisione

E all’improvviso ci guardiamo negli occhi
e sprofondiamo l’uno nell’altra

e ci consumiamo

Óscar Hahn (Iquique, 1938), da Mal d’amore, Raffaelli Editore

 ***

Telespettatore

Eccomi qui rientrato un’altra volta
nella mia stanza di Iowa City

Sorseggio il mio piatto di zuppa Campbell
davanti al televisore spento

Lo schermo riflette l’immagine
del cucchiaio che entra nella mia bocca

E sono lo spot pubblicitario di me stesso
che non annuncia nulla a nessuno

Óscar Hahn (Iquique, 1938), da Mal d’amore, Raffaelli Editore

***

“Che ci si trovi in auto o davanti alla TV, a tavola oppure sulla spiaggia, a una conferenza o a uno snack-bar, in volo o alle prese con il carrello della spesa, la realtà con cui si deve fare i conti è invariabilmente segnata dall’enormità. Che è tale anche quando si manifesta come estrema penuria o addirittura assenza. Ossia quando il troppo è troppo, ma anche quando il poco è pochissimo”.

Giorgio Triani, da L’ingorgo – Sopravvivere al troppo, 2010, Elèuthera, p. 12

°ascoltando Francesco De Gregori – Chi ruba nei supermercati? https://www.youtube.com/watch?v=BWkG_WRn-Qw


23 novembre 2017

Fuori tema: poesia e Venerdì Nero, per favore no!

 


In realtà non volevo parlarne, ma  oggi mi sono arrivate (altre) due e-mail  in cui si offrono in saldo  (per il tanto atteso Black Friday) libri di poesie e iscrizioni a concorsi di poesia.

Quindi ho cambiato idea e ora ne parlo solo un momento: perché almeno la poesia, per favore, preserviamola  dalle logiche di mercato e dalle strategie di marketing più eclatanti. Io non sono un’economista (per cui non ho sotto mano i grafici dell’amatissimo PIL) ma nemmeno un’asceta e mantengo un certo piacere nel poter comprare (ogni tanto) qualcosa che mi serve e mi piace, PERÒ, sono quindici giorni che veniamo bombardati attraverso ogni canale (pubblicità, e-mail, sms da negozi e ditte varie, radio, volantini, piccioni viaggiatori e forse anche segnali di fumo) da messaggi che inneggiano all’arrivo del Black Friday, nemmeno fosse il salvatore dell’umanità: BASTA!

Non ci bastavano gli annunci per i saldi prefestivi, i saldi dopo le feste, i saldi per rinnovo locale, i saldi per la festa di miofratellovaincampagna?  Dovevamo per forza avere l’ambizione di trasformarci in folle urlanti davanti alle vetrine di un negozio come succede in America?  Siamo sicuri che sarà questo continuo e martellante invito all’offerta imperdibile  a salvarci? Siamo sicuri che l’uomo si possa riassumere in un “compro dunque sono”?

Comunque, per chi volesse scioperare dal Black Friday, domani è anche il Buy Nothing Day (si è diffuso a partire dal 1992 proprio come reazione al Black Friday, ma con un intento di riflessione): una giornata in cui non comprare nulla (a parte generi di prima necessità) e soprattutto per riflettere sul consumo facile e veloce di ogni tipo che ci stiamo imponendo (e che porta preoccupanti conseguenze sui lavoratori delle zone più disagiate del mondo -e non  solo-  e sull’ambiente).  Allora, per domani… buona giornata libera!

°ascoltando The Limboos – I Don’t Buy It https://www.youtube.com/watch?v=7C-JTX3FRsE



Ipotesi di percorso

  (Perdersi tra l'argento degli ulivi mi sembra un bellissimo programma) ***   Dobbiamo cercare sepolture nel volo delle rondini i...