In realtà non volevo parlarne, ma oggi mi sono arrivate (altre) due e-mail in cui si offrono in saldo (per il tanto atteso Black Friday)
libri di poesie e iscrizioni a concorsi di poesia.
Quindi ho
cambiato idea e ora ne parlo solo un momento: perché almeno la poesia,
per favore, preserviamola dalle logiche di mercato e dalle strategie di
marketing più eclatanti. Io non sono un’economista (per cui non ho
sotto mano i grafici dell’amatissimo PIL) ma nemmeno un’asceta e
mantengo un certo piacere nel poter comprare (ogni tanto) qualcosa che
mi serve e mi piace, PERÒ, sono quindici giorni che veniamo bombardati
attraverso ogni canale (pubblicità, e-mail, sms da negozi e ditte varie,
radio, volantini, piccioni viaggiatori e forse anche segnali di fumo)
da messaggi che inneggiano all’arrivo del Black Friday, nemmeno
fosse il salvatore dell’umanità: BASTA!
Non ci bastavano gli annunci
per i saldi prefestivi, i saldi dopo le feste, i saldi per rinnovo
locale, i saldi per la festa di miofratellovaincampagna?
Dovevamo per forza avere l’ambizione di trasformarci in folle urlanti
davanti alle vetrine di un negozio come succede in America? Siamo
sicuri che sarà questo continuo e martellante invito all’offerta imperdibile a salvarci? Siamo sicuri che l’uomo si possa riassumere in un “compro dunque sono”?
Comunque, per chi volesse scioperare dal Black Friday, domani è anche il Buy Nothing Day (si è diffuso a partire dal 1992 proprio come reazione al Black Friday,
ma con un intento di riflessione): una giornata in cui non comprare
nulla (a parte generi di prima necessità) e soprattutto per riflettere
sul consumo facile e veloce di ogni tipo che ci stiamo imponendo (e che
porta preoccupanti conseguenze sui lavoratori delle zone più disagiate
del mondo -e non solo- e sull’ambiente). Allora, per domani… buona
giornata libera!
°ascoltando The Limboos – I Don’t Buy It https://www.youtube.com/watch?v=7C-JTX3FRsE