Ha ragione la poetessa qui sotto: che ci piaccia o no ogni nostra azione ha un peso politico, ogni scelta influisce sul mondo vicino a noi e anche su quello lontano. Certo, è più facile dimenticarci di questo fatto (che si chiama responsabilità), ma poi…
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Siamo figli dell’epoca,
l’epoca è politica.
Tutte le tue, nostre, vostre
faccende diurne, notturne
sono faccende politiche.
Che ti piaccia o no,
i tuoi geni hanno un passato politico,
la tua pelle una sfumatura politica,
i tuoi occhi un aspetto politico.
Ciò di cui parli ha una risonanza,
ciò di cui taci ha una valenza
in un modo o nell’altro politica.
Perfino per campi, per boschi
fai passi politici
su uno sfondo politico.
Anche le poesie apolitiche sono politiche,
e in alto brilla la luna,
cosa non più lunare.
Essere o non essere, questo è il problema.
Quale problema, rispondi sul tema.
Problema politico.
Non devi neppure essere una creatura umana
per acquistare un significato politico.
Basta che tu sia petrolio,
mangime arricchito o materiale riciclabile.
O anche il tavolo delle trattative, sulla cui forma
si è disputato per mesi:
se negoziare sulla vita e la morte
intorno a un rotondo o quadrato.
Intanto la gente moriva,
gli animali crepavano,
le case bruciavano
e i campi inselvatichivano
come in epoche remote
e meno politiche.
Wislawa Szymborska, da Vista con granello di sabbia, traduzione di Pietro Marchesani, Adelphi Edizioni, 1998
°ascoltando Elvis Costello & The Attractions – (What’s So Funny ‘Bout) Peace, Love And Understanding - https://www.youtube.com/watch?v=KCGlwx3L-Xk